(tratto dal libro " Il lato attivo dell'infinito " )
" Cosa succede, don Juan? " Chiesi in ultimo " Vedevo ombre nere dappertutto."
" Ah, non è altro che l'universo. Incommensurabile, non lineare, esterno al dominio della sintassi. Gli sciamani dell'antico Messico furono i primi a scorgere quelle ombre e decisero di occuparsene. Le videro come le vedi tu adesso e le videro come energia che fluisce nell'universo. E scoprirono qualcosa di trascendentale. "
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" Che cosa scoprirono, don Juan? " lo sollecitai.
" Scoprirono che abbiamo un compagno che resta con noi per tutta la vita" rispose. " Un predatore che emerge dalle profondità del cosmo e assume il dominio della nostra vita. Gli uomini sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e maestro e ci ha resi docili, impotenti. Se vogliamo protestare, soffoca le nostre proteste. Se tentiamo di agire in modo indipendente, non ce lo permette."
L'oscurità ci circondava. Se fosse successo di giorno , avrei riso fino alle lacrime delle sue parole. Ma al buio non ebbi il coraggio.
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" Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Deve esserci una spiegazione logica. "
" Una spiegazione c'è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo polli nelle stie, i "gallineros", i predatori ci allevano in stie umane, gli "humaneros", garantendosi così una infinita riserva di nutrimento."
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" Voglio fare un appello alla tua mente analitica " riprese lui. " Rifletti per un momento e dimmi come spiegheresti la contraddizione esistente tra l'intelligenza dell'uomo che costruisce, organizza e la stupidità del suo comportamento contraddittorio. Secondo gli sciamani sono stati i predatori a instillarci questi sistemi di credenza, il concetto di bene e di male, le consuetudini sociali. Sono stati loro a definire le nostre speranze e aspettative, nonché i sogni di successo e i parametri del fallimento. Ci hanno dato avidità, desiderio smodato e codardia. Ci hanno resi abitudinari, centrati nell'ego e inclini all'autocompiacimento. "
" Ma come ci riescono don Juan? " chiesi, sempre più irritato. " Ci sussurrano queste cose all'orecchio mentre dormiamo? "
Sorrise. " Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti ed organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in una operazione stupenda, naturalmente, dal punto di vista dello stratega. Orrenda, nell'ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherati. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell'ansia da cibo e la tua altro non è che l'ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente, che dopotutto è la loro i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura. "
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" Non c'è nulla che tu ed io possiamo fare " mi rispose con voce triste, grave " se non esercitare l'autodisciplina fino a renderci inaccessibili.
Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad affrontare tali rigori? si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Non perché non ti credano. Nel profondo di ogni essere umano c'è una consapevolezza ancestrale, viscerale, dell'esistenza
dei predatori. "
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