
Noi pensiamo che il nostro destino sia andare su Marte e oltre. Eppure mentre noi costruiamo la nostra navicella spaziale, stiamo per essere colpiti al fianco- da una diversa direzione- dal più esplosivo evento della storia.
La scienza nel futuro sarà capace di creare realtà che noi non possiamo nemmeno cominciare ad immaginare. Evolvendoci saremo in grado di costruire altri sistemi di informazione che corrisponderanno ad altre realtà, ad altri universi, basati su una logica completamente diversa dalla nostra e non basati su tempo e spazio.
Nel 1781 Immanuel Kant dichiarò che tempo e spazio sono reali, ma di fatto solo come proprietà della mente. Questi algoritmi non sono solo la chiave verso la coscienza, ma la ragione per la quale tempo e spazio - in realtà le proprietà della materia stessa - sono relativi all'osservatore. Ma una nuova teoria chiamata biocentrismo sostiene che tempo e spazio forse non sono gli unici strumenti che si possono usare per costruire la realtà. Attualmente il nostro destino è vivere e morire nel mondo quotidiano degli alti e bassi. Ma cosa accadrebbe se, per esempio, cambiassimo gli algoritmi in modo che il tempo invece di essere lineare , fosse tridimensionale come lo spazio? La coscienza si muoverebbe attraverso il multiverso. Saremmo in grado di camminare attraverso il tempo esattamente come camminiamo attraverso lo spazio. E dopo aver strisciato per 4 miliardi di anni, la vita finalmente comprenderebbe come sfuggire a questa gabbia corporale. Il nostro destino sarebbe quello di esistere in realtà al di fuori dell'universo fisico conosciuto.
Persino la fantascienza si sta sforzando di considerare le implicazioni. In Avatar la coscienza umana viene infusa in alieni blu che abitano in un mondo meraviglioso. Comunque secondo il biocentrismo, replicare l'intelligenza o la coscienza umana richiederà lo stesso genere di algoritmi che utilizziamo per occupare lo spazio e il tempo di cui godiamo. Tutto quello che noi sperimentiamo è un vortice di informazione che accade nella nostra testa. Il tempo è semplicemente la forma di stati spaziali - proprio come i fotogrammi in una pellicola - che accadono all'interno della mente. E' solo il nostro modo di dare un senso alle cose. Esiste anche una intangibilità che è peculiare dello spazio. Non possiamo ad esempio prenderlo e portarlo in laboratorio. Come il tempo, lo spazio non è un oggetto esterno.Esso è parte di un software che plasma le informazioni in oggetti multidimensionali.
Noi diamo per scontato il modo di operare della nostra mente. Questa mattina quando mi sono svegliato ero nel bel mezzo di un sogno che sembrava reale come la vita di tutti i giorni. Mi ricordo che stavo guardando verso un porto con una folla di gente in primo piano. In mare c'erano delle navi impegnate in una battaglia. E più oltre ancora c'era una nave da guerra con una antenna radio in movimento. In qualche nodo la mia mente aveva creato questa esperienza spazio-
temporale a partire da informazioni elettrochimiche. Potevo sentire persino i ciottoli sotto i miei piedi, fondendo questo mondo tridimensionale, con le mie sensazioni "interne" . La vita, così come noi la conosciamo, è definita da questa logica spazio-temporale che ci intrappola nell'universo conosciuto. Come il mio sogno, i risultati sperimentali della teoria quantistica confermano che anche le proprietà delle particelle del mondo "reale" sono determinate dall'osservatore.
Loren Eiseley, una volta scrisse: " Mentre una notte con un amico poeta sedevo a guardare una grande opera recitata in una grande tenda sotto un arco di luci, il poeta prese il mio braccio e silenziosamente lo alzò. Su in alto, muovendosi alla cieca fuori dalla notte, una falena Cecropia sfiorava una luce dopo l'altra passando sopra la testa degli attori che recitavano. "Lei non sa", mi sussurrò animatamente il mio amico. "Sta passando sopra un universo brillantemente acceso, ma a lei invisibile. Lei è in un'altra recita, non vede noi. Lei non sa. Forse la stessa cosa sta accadendo a noi in questo momento."
Come la falena non riusciamo a vedere oltre le luci della ribalta. L'universo è solo la piattaforma di lancio per la vita. Ma non saranno missili a farci fare il prossimo passo. La tanto ricercata Teoria del Tutto mancava solo di un componente che era troppo vicina perché la potessimo vedere. Parte del trasalimento che si provò all'annuncio che era stato mappato il genoma umano, o all'idea che siamo vicini a comprendere il Big Bang, nasce dal nostro innato desiderio umano di completezza e totalità. Ma la maggior parte di queste teorie onnicomprensive non considera un fattore cruciale: che siamo noi a crearle. E' la creatura biologica che forgia le storie, che fa le osservazioni e dà nome alle cose. E in questo sta la grande estensione della nostra visione d'insieme, secondo cui finora la scienza non ha affrontato quell'unica cosa che per noi è allo stesso tempo la più familiare e la più misteriosa, la coscienza.
La realtà è semplicemente un sistema di informazione che coinvolge la nostra coscienza. Fino a quando non comprenderemo noi stessi, continueremo a muoverci alla cieca passando da una luce all'altra, incapaci di discernere la grande scena che risplende sotto la tenda dell'opera.
Il dott. Roberto Lanza è l'autore di Biocentrismo, un nuovo libro che espone la teoria del tutto.
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