| folliero.it/ Il Venezuela è un esempio di sovranità nazionale, in tema di politica monetaria. Ha adeguato il valore della moneta alle proprie necessità: una moneta forte per le importazioni di prodotti di prima necessità, una moneta debole per le esportazioni. Il bolívar, la moneta venezuelana, fino all’inizio di gennaio (2010) era cambiato con il dollaro ad un tasso fisso di 2,15 bolivares; ossia per comprare un dollaro erano necessari 2,15 bolivares. Da cinque anni il tasso di cambio bolívar-dollaro non veniva modificato. All’inizio di gennaio, il governo venezuelano ha introdotto un cambiamento radicale, dopo mesi di dibattito se fosse più conveniente un bolívar forte o un bolívar debole (e quindi svalutare) le autorità venezuelane sono arrivate, di fatto, alla conclusione che era meglio adottare entrambe le soluzioni. Nel caso venezuelano è improprio parlare di svalutazione, ma è necessario parlare di adeguamento, perchè in concreto si è adeguato il valore della moneta nazionale alle differenti situazioni: una moneta forte per i prodotti importati ed una moneta debole per le esportazioni. Prima di analizzare il caso venezuelano, cerchiamo di spiegare quando conviene una moneta forte e quando conviene una moneta debole. Prendiamo come esempio (1 ) due monete e le rispettive aree di circolazione: il dollaro, la moneta degli Stati Uniti e l’Euro, che circola nei paesi europei che l’hanno adottato. Per semplificare la spiegazione, al fine di far comprendere più facilmente i concetti, poniamo che le due monete siano in rapporto di parità, ossia un dollaro equivale ad un euro. Poi poniamo, che nel trascorso di un anno, l’euro si rafforza, passando dall’iniziale parità ad un ipotetico rapporto di uno a due, ossia per un euro occorrono due dollari e viceversa per un dollaro è sufficiente mezzo euro. LEGGI TUTTO SU: www.comedonchisciotte.org |
mercoledì 31 marzo 2010
LA NUOVA POLITICA MONETARIA DEL VENEZUELA
Rosa Bruno
Nessun commento:
Posta un commento