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Attentato di Brindisi,
a esplodere non sono state bombole di gas
Troppe incongruenze con la scena del delitto: ecco i dubbi e le domande che i media non si fanno. Cosa è esploso davvero davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi?
BRINDISI - A causare l'esplosione costata la vita alla 16enne Melissa Bassi non sono state tre bombole di gas come immediatamente annunciato dagli inquirenti. Una semplice analisi dei fatti ci dovrebbe far escludere che la versione ufficiale sia credibile, ma dato che i giornalisti hanno smesso di fare e farsi domande, facciamole noi. Ecco alcuni dubbi che non possono non emergere semplicemente guardando le immagini e usando il buon senso.
"SONO STATE TRE BOMBOLE DI GAS" - Immediatamente, solo pochi istanti dopo la tragedia, la versione che viene data è una e una sola: 3 bombole di gas con innesco.
CASSONETTO O MURETTO - In un primo momento le bombole sono state collocate sul muretto di recinzione, successivamente dentro un cassonetto per raccolta della carta, quelli grandi e verdi, ma dopo lo scoppio non c'era un singolo pezzo di plastica verde in tutto il piazzale: s'è disintegrato? Si è smaterializzato?
NESSUN CRATERE - Tre bombole di gas hanno una forza distruttiva esagerata, avrebbero dovuto per lo meno creare un cratere a terra, invece l'asfalto non è nemmeno scalfito.
ALBERI INTATTI - Non solo, anche gli alberelli, distanti pochissimi metri dal luogo dell'esplosione, sono intatti, neppure anneriti, o piegati.
IL PEZZO DI UNA BOMBOLA - A convalidare la tesi ufficiale c'è un unico pezzo di ferraglia, che per altro sembra anche molto arrugginito e vecchio, una base di una bombola di gas.
TIMER O DISPOSITIVO A DISTANZA - Ieri, poche ore dopo il fatto, è stato comunicato il ritrovamento di un timer. Oggi si dà per certo che la bomba è stata azionata a distanza. Poi spunta un sensore di movimento.
ODORI - Nessuno dei testimoni parla di odore di gas, ma tutti di un fortissimo olezzo acre.
MAFIA, TERRORISMO, GESTO DI UN FOLLE - Queste, nell'ordine, le matrici individuate dagli inquirenti e presentate ogni volta all'opinione pubblica senza l'ombra di dubbio. Mentre ieri la pista mafia si dissolveva in poche ore, lasciando spazio a mille interpretazioni, oggi si annuncia che esiste un identikit dell'attentatore, ma non solo c'è un testimone che dice di aver visto un uomo armeggiare con il cassonetto, non solo esiste un video che ha ripreso l'attentatore, non solo, lo ha ripreso proprio nell'istante preciso in cui premeva il telecomando per azionare la bomba. Pensa che fortuna per gli investigatori e pensa che fesso questo attentatore...
SCONTRO TRA INQUIRENTI - Stavolta però il fronte degli inquirenti non sembra così compatto come in altre circostanze. C'è molta tensione infatti tra la Procura distrettuale antimafia di Lecce e la Procura di Brindisi che indagano sull'attentato di ieri. Il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, dinanzi alle telecamere vicino al luogo dell' attentato ha dichiarato che «non c'è alcun sospettato» e non si può dire con certezza che sia un gesto isolato.
In mattinata invece il procuratore di Brindisi Marco Dinapoli aveva fatto intendere il contrario. «Non l'ho fatta io la conferenza stampa», ha chiosato Motta, procuratore della Dda di Lecce. «Stiamo lavorando su tutte le possibilità e tutte le ipotesi - ha proseguito Motta - perchè non abbiamo indicazioni specifiche».
COSA E' ESPLOSO DAVVERO? - Se non sono state bombole a gas a esplodere e se non si tratta del gesto di un folle, cosa è esploso? E chi sono i responsabili? Potrebbe essere stato un ordigno a basso potenziale, studiato per fare un po' di rumore e terrore, esploso nel momento sbagliato che ha fatto troppo rumore e che non doveva uccidere innocenti?
Questo non vuole essere un articolo complottista e paranoico, ma crediamo che i dubbi e le stonature in questa vicenda siano troppe. Davanti a quella scuola è morta una ragazzina di 16 anni e altre ne porteranno i segni per tutta la vita. Non può morire lì anche lo stato di diritto italiano.
LA FOTO DEL KILLER - Poi spunta anche la foto del killer, il presunto killer. Un'immagine che dovrebbe fugare i dubbi, che indica il colpevole e che dovrebbe metterci tutti con il cuore in pace: è stato un pazzo isolato. Ma cosa ci dice davvero questa foto? Perché è pixellata? Se c'è davvero la caccia a quest'uomo perché non diffondere il suo volto? Lo si troverebbe molto più in fretta con l'aiuto della popolazione? E perché non fare vedere tutto il video, ma solo questi fotogrammi che potrebbero appartenere a qualsiasi sequenza?
Ma soprattutto, sei un attentatore esperto in elettronica, che pianifica il vile agguato nei minimi dettagli, trovi esplosivo, inneschi a distanza, contenitori, prepari tutto alla perfezione e poi che fai? Premi il pulsante del telecomando della strage sotto a una telecamera? Quando anche un ladro di mele controlla prima che non ci siano occhi elettronici nei paraggi prima di perpetrare il furto?
Più passa il tempo, più si moltiplicano i dubbi e i punti oscuri. Ma da italiani che amano il proprio paese e che non possono credere che le forze dell'ordine e le procure possano coprire responsabilità e depistare indagini su un fatto così grave, vogliamo davvero credere che presto tutti i dubbi verranno chiariti, che si trovino i responsabili materiali e i mandanti. E che si risponda al quesito dei quesiti: perché?
Video YouTube: http://youtu.be/LDrIrfAeSGE
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