Dopo il vulcano Fuegoed il Gamalama, anche lo stratovulcano indonesiano Soputanha iniziato ad eruttare nella giornata di ieri, immettendo cenere e fumo sino a 1500 metri dalla sommità della montagna. Secondo i funzionari statali non esiste ancora un piano per l’evacuazione immediata, dal momento che i villaggi più vicini sono fuori dalla zona di pericolo, a circa 6,5 chilometri dal cratere. Il monte si trova a 2160 chilometri a nord est di Giacarta, e la sua ultima eruzione risale allo scorso anno, quando non provocò alcuna vittima. Qualche giorno fa anche il vulcano Fuego ed il Gamalama hanno cominciato ad eruttare, innalzando il livello di allerta a causa di una sostenuta attività sismica. L’arcipelago indonesiano è composto da oltre 13.000 isole, e si sviluppa su un territorio simile per dimensioni a quella degli Stati Uniti continentali. E’ il paese con il maggior numero e densità di vulcani attivi. Ha il maggior numero di vulcani attivi storicamente (76), e il numero delle sue eruzioni sono di poco inferiori a quelle documentate in Giappone, anche se non si sa molto prima che i colonialisti arrivarono nel XV secolo, ed ha subito, inoltre, il maggior numero di eruzioni che producono vittime, danni alle terre coltivabili, colate di fango, tsunami, cupole di lava e flussi piroclastici. La maggior parte dei vulcani in Indonesia appartengono all’arco di sunda, che ha prodotto tra l’altro, le isole di Sumatra e di Giava. Questo arco vulcanico emerse dalla subduzione della crosta dell’Oceano Indiano sotto la placca asiatica e comprende il 76% dei vulcani della regione. A nord di questo arco, l’impostazione tettonica è molto più complessa: alcuni frammenti stanno convergendo a formare zone di subduzione multiple, prevalentemente orientate da Nord a Sud. Quattro quinti dei vulcani indonesiani hanno prodotto eruzioni in questo secolo.
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