Alert - Nibiru is coming

Il Pensiero di Angeli in Astronave

Angeli in Astronave è distaccato da tutti coloro che professano amore…e in realtà guadagnano con la sapienza che non gli appartiene… ribadisco …nomi altisonanti … artefatti di strani effetti speciali …visivi o non… strumentalizzare… gruppi di appartenenza…donazioni … plagio… bugie da effetto… mancanza di umiltà… falsi nel pubblico…violenti nelle mura domestiche… guru e maestri …diffidate da ogni cosa artefatta… l’Amore unisce in semplicità…non ha bisogno di una carta scritta…la Verità non si vende ne si compra…fatene tesoro… Dolbyjack!

"Con riferimento al Decreto legislativo 9 aprile 2003, n.70 che si occupa di Attuazione della direttiva 2000/31/CE. Facendo anche riferimento al libro verde sulla tutela dei minori e della dignità umana nei servizi audiovisivi e di informazione COM (96) 483, il presente sito web: (Angeli in Astronave) è fruibile a soli Maggiorenni e pertanto proibito a tutti coloro che siano sofferenti psichici o vulnerabili ad informazioni di questo tipo e quindi influenzabili dal punto di vista psicologico.”

Buona Navigazione Cari Angeli, Namasté..

Video Discosure-Nibiru e Mauro Biglino

Riflessioni

La dottrina e pratica più blasfema della Chiesa Cattolica è quella della transustanziazione e del sacrificio della messa. La transustanziazione (fatta dogma dal concilio Lateranense IV nel 1215, elaborata in seguito da Tommaso d'Aquino e sancita definitivamente dal Concilio di Trento) insegna che: il pane e il vino, al momento della consacrazione vengono dal sacerdote cambiati nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo (ogni giorno quindi vengono all'esistenza migliaia e migliaia di nuovi Gesù). La Scrittura insegna che nella cena c'è solo la presenza spirituale di Gesù (Luca 22:19-20; Giovanni 6:63; 1 Corinzi 11:26). Inoltre, nell'adorazione dell'ostia, la Chiesa di Roma adora un dio fatto dalle mani di uomini. Questo è il colmo dell'idolatria, ed è completamente contrario allo spirito del Vangelo che richiede di adorare Dio in spirito e verità (Giovanni 4:23-24). Carlo Fumagalli ex prete ed antropologo

Rasoio di Ockam suggerisce che: "tra varie spiegazioni possibili di una data osservazione, quella più semplice ha maggiori possibilità di essere vera".

DA QUANDO E' DIVENTATO REATO AVER CARA LA VITA?

"Nessuna causa è persa finché ci sarà un solo folle a combattere per essa".

Disclose.tv - ANONYMOUS MESSAGE TO NASA ABOUT ETS
http://www.disclose.tv/action/viewvideo/104638/ANONYMOUS_MESSAGE_TO_NASA_ABOUT_ETS/ Agenzia spaziale più importante del mondo, ti abbiamo osservato e ascoltato per molto tempo, siamo contrariati dalle tue costanti smentite e insabbiamenti, sappiamo tutti i tuoi piccoli e sporchi segreti e i trucchetti che usi. Sappiamo come hai falsato tutte le immagini della superfce dei pianeti e dei satelliti che li circondano, sappiamo come hai falsato e nascosto la verità al mondo. Ora abbiamo abbastanza filmati immagini e informazioni che tu non hai. Saremo capaci di mostrare la verità e lo faremo presto, pensi che stiamo bleffando? allora ascolta, la complessità della loro abilità è incomprensibile[...]l'ormeggio dei loro veicoli sembra molto NASA(non diciamo di più) è per i tuoi trucchi?Sappiamo anche come hai rilasciato strani fotogrammi che mostrano dischi che visitano e poi lasciano la terra e hai consigliato agli astronauti di menzionare volta per volta gli ufo, questo è per far credere che sai molto poco di quello che stà accadendo (mentre altri pensano di aver trovato la verità) ma in realtà la verità è così incomprensibilmente vasta e così semplice che sfugge anche ai migliori dispositivi e menti. Ora, sai che facciamo sul serio. Ora ci rivolgiamo a tutti i cittadini del mondo, le entità extradimensionali non sono malvagie come vogliono farvi credere, al contrario, hanno creato il nostro universo quindi sono presenti da prima di noi, non c'è nienti di cui temere, questo è l'inizio della rivoluzione spirituale ed evoluzione della specie umana Traduzione per Angeli in Astronave Raffaele V.

sabato 10 dicembre 2011

NIBIRU POTREBBE CAUSARE UNA INVERSIONE MAGNETICA DEI POLI NEL FEBBRAIO 2013

NIBIRU POTREBBE CAUSARE UNA INVERSIONE MAGNETICA DEI POLI NEL FEBBRAIO 2013

Il quotidiano RT (Russia Today) in un servizio televisivo, parla del mistero di Nibiru e degli effetti catastrofici del suo passaggio. Ciò che viene detto non possiede alcun fondamento, ma tuttavia la notizia che viene riportata su questo quotidiano, riguarda un argomento molto caro ai lettori di Segnidalcielo, ricordando a tutti che a Roma si terrà un convegno mondiale il 29 Gennaio 2012, dove interverranno esperti e ricercatori che si confronteranno sulle ricerche e scoperte di Planet X Nibiru. In questa circostanza ho chiamato ad intervenire un caro amico, uno dei maggiori esperti, scrittore e ricercatore di Planet X, ovvero Andy Lloyd.

Planet X o pianeta killer fotografato dal telescopio spaziale all'infrarosso WISE

Secondo Russia Today, San Valentino del 2013 , potrebbe essere l'ultimo giorno dell'umanità, secondo alcuni ricercatori  americani. Il mitico pianeta Nibiru sarebbe la causa principale della 'nuova'Apocalisse .
I ricercatori ipotizzano che questo oggetto cosmico stupefacente, conosciuto come il " Pianeta del Diavolo ' sarà  più vicino alla Terra durante l'inverno del 2013  e questo incontro ravvicinato potrà dare seri problemi, soprattutto nei confronti dei Poli Magnetici della Terra. Rammentiamo che il Pianeta Nibiru fa parte di un sistema planetario che orbita intorno ad una stella Nana Bruna rinominata Dark Star (stella oscura).

Il video della notizia diffusa da RT

 

Nibiru nella sua orbita di avvicinamento, potrebbe a sua volta causare un cambiamento nella inclinazione del pianeta e una serie di terremoti, tsunami  etc..  Nibiru dovrebbe allontanarsi dalla Terra solo dopo il 1 luglio 2014 e fino ad allora il nostro pianeta verrebbe colpito da una serie di disastri naturali, più pericolosi rispetto a quelli di questi ultimi anni.
Secondo una teoria che si è diffusa in questi anni attraverso internet, proposta nel 1995 da Nancy Lieder  fondatrice del sito ZetaTalk, la Terra sarà presto distrutta dal passaggio di un grande pianeta denominato Nibiru o Pianeta X o Wormwood. La data che i siti internet prevedono per il passaggio è quella del 2012 per terminare nel 2013. Moltissimi astronomi e fisici hanno criticato questa teoria priva di fondamento scientifico. I sostenitori di tale teoria ravvisano una correlazione nel fatto che, secondo una interpretazione del testo Maya Popol Vuh, nel 2012 avrà inizio un nuovo "lungo computo", quello della cosiddetta quinta creazione, che terminerà tra altri 3600 anni.
Tuttavia, come dice la scienza ufficiale, finora non vi è alcuna prova certa dell'esistenza del "Il pianeta del diavolo” o “Pianeta del transito” al contrario di altri esperti e dei cosiddetti “scienziati nascosti”, che a loro volta sarebbero convinti dell’esistenza di Nibiru.

Quindi questo pianeta rimane una incognita, ma sembra che sia stato fotografato da alcune sonde spaziali come quella del Vaticano SILOE e dell'americana IRAS. Come è noto, grazie alle informazioni fornite da alcuni quotidiani statunitensi, nel 1983 il telescopio orbitale denominato IRAS – (Infrared Astronomical Satellite - Satellite Astronomico ad Infrarosso) (1) avrebbe scoperto un planetoide delle dimensioni di Giove nella direzione di Orione ben oltre il nostro sistema solare.
Il misterioso corpo celeste provocò perplessità tra gli astronomi che non furono in grado di stabilire se fosse effettivamente un pianeta, una cometa gigante, o una vicina protostella che non s’era riscaldata abbastanza da diventare una stella, o una galassia distante così giovane da essere ancora in fase di formazione.
“Tutto ciò che posso dirvi è che noi non sappiamo cosa sia”, disse Gerry Neugebauer, lo scienziato del programma IRAS per il Jet Propulsion Laboratory della California e direttore dell’Osservatorio Palomar presso il California Institute of Technology.
Quella dell’IRAS, secondo diversi studiosi in primis Zecharia Sitchin, fu una scoperta determinante nell’ambito della ricerca di Nibiru (Pianeta dell’Attraversamento) perché sancì l’ennesimo ed effettivo interessamento (anche se mai avallato con dichiarazioni ufficiali) dell’establishment scientifico al famigerato Decimo Pianeta allora noto principalmente grazie agli studi e i testi del noto sumerologo.
Ennesimo interessamento perché in realtà già in precedenza l’ente spaziale americano aveva chiaramente lasciato intendere di essere sulle tracce di Nibiru. In effetti il 17 giugno 1982, la NASA in un comunicato stampa dell’Ames Research Center riconobbe ufficialmente la possibilità dell’esistenza di “qualche genere di oggetto misterioso” oltre i pianeti estremi del nostro sistema solare. Diversi articoli rilasciati dalla stampa dell’epoca confermarono che gli scienziati stavano cercando davvero il Decimo Pianeta o Pianeta X.

La fotografia sopra, mostra un Crop Circle apparso ad Avebury nel 2008. Questo pittogramma sarebbe profetico, vale a dire mostrerrebbe la rotta di avvicinamento al nostro sisetma solare di Planet X Nibiru nel 2012.

Quindi riassumendo, sarebbe dagli anni ‘80 che il famigerato 12° Pianeta non solo sarebbe stato scoperto ma verrebbe monitorato nel più stretto riserbo, appunto da queste sonde spaziali. L’esistenza e l'avvicinamento del misterioso corpo celeste rientrerebbe nei massimi livelli di segretezza dell’Intelligence USA, di gruppi occulti di potere e dallo stesso Vaticano.

di Massimo Fratini

Segnidalcielo.it

http://www.segnidalcielo.it/index.php/segnidalcielo-news/639-russia-today-nibiru-potrebbe-causare-una-inversione-magnetica-dei-poli-nel-febbraio-2013

Russia: al via la protesta anti-Putin in 46 città, Mosca città blindata

News Stefano!

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-10/russia-protesta-antiputin-citta-104053.shtml?uuid=AaTpR2SE

Scozia devastata da una delle peggiori tempeste degli ultimi 15 anni, raggiunte raffiche di ben 265 km/h

La spettacolare depressione-uragano responsabile delle violentissime tempeste di vento che hanno devastato la Scozia

Nella giornata di giovedi 8 Dicembre 2011 (giorno dell’Immacolata) una violenta tempesta di vento, proveniente dal nord Atlantico, ha letteralmente devastato la Scozia, il nord dell’Inghilterra e molte aree del nord Irlanda, arrecando ingenti danni e causando innumerevoli disagi. Pensate che le bufere di vento, in alcuni frangenti della giornata, sono state cosi “estreme” da riuscire ad abbattere diverse pale eoliche posizionate tra le campagne scozzesi e del nord dell’Inghilterra, cagionando un danno economico non indifferente. Vicino la cittadina di Ardrossan i venti di uragano hanno persino incendiato una turbina di una pala eolica. L’uragano che ha sferzato tutta la Scozia, in modo particolare le isole Ebridi, le coste occidentale e i rilievi interni, può essere catalogato come uno dei peggiori degli ultimi 15 anni nel territorio scozzese. Durante la fase clou in alcune aree interne le raffiche, tra O-SO e Ovest, sono divenute davvero molto violente, tanto da sfondare la soglia dei 190-200 km/h. Si tratta di venti che hanno la stessa intensità di un uragano della 3° categoria sulla scala “Saffir-Simpson”, usata comunemente per valutare la forza dei cicloni tropicali. Anche a bassa quote e persino lungo le coste occidentali, specie sull’arcipelago delle isole Ebridi, molto ben esposto alle grandi sfuriate atlantiche da O-SO, i venti sono stati fortissimi, con punte di raffica sino a 160-170 km/h.

In alcune aree, molto ben esposte, si sono toccati e superati i 180 km/ha livello del mare. Purtroppo venti di simili intensità quando si abbattono su un centro abitato o su aree a forte urbanizzazione provocano danni molto ingenti, alle volte incalcolabili. Molti tetti di case e abitazioni sono stati completamenti divelti dalla furia eolica, mentre gli alberi sradicati neanche si contano in tutta la Scozia. Danni, anche consistenti, sono stati arrecati ad edifici ed infrastrutture. Per precauzione quasi tutte le scuole e gli uffici pubblici in gran parte della Scozia e del nord dell’Inghilterra, nelle aree indicate maggiormente a rischio, sono stati chiusi. Le avverse condizioni atmosferiche hanno consigliato le autorità locali a chiudere l’Università a Glasgow consigliando a tutti i residenti di rimanere nelle case per la loro sicurezza e di non uscire di casa se non strettamente necessario. Molti gli scali aeroportuali rimasti temporaneamente chiusi, con decine di voli cancellati o dirottati su altri scali inglesi.

Il profondissimi ciclone extratropicale da 956 hpa mentre transita sul nord-est della Scozia.Si nota l'infittimento di isobare tra Regno Unito e mar del Nord

Venti violentissime sui rilievi scozzesi  dove si è registrata una raffica di picco di ben 265 km/h, notevoli pure i 180 km/h raggiunti lungo le aree costiere

Come avevamo previsto le forti tempeste di vento che hanno battuto la Scozia, l’Irlanda settentrionale e il nord dell’Inghilterra sono state causate dal passaggio, molto ravviccinato, di un profondissimo ciclone extratropicale, con un minimo al suolo stimato poco sotto i 956 hpa, che dal nord Atlantico si è avvicinato alle isole Ebridi, transitando sull’estrema punta settentrionale del territorio scozzese, poco a sud delle isole Orcadi, prima di allontanarsi verso il mar del Nord.  La vasta area ciclonica extratropicale, prima di avvicinarsi alle coste nord-occidentali scozzesi, è stata raggiunta da un blocco di aria molto fredda, di estrazione artico marittima (quindi molto gelida in quota), in discesa dal mare di Groenlandia e ben definito dalle moviole satellitari da una nuvolosità puntiforme (nubi convettive del tipo Cumuli e Cumulonembi) tipica all’interno delle irruzioni fredde di genesi marittima. L’iniezione di aria molto fredda dalle latitudini sub-polari, sotto fortissimi venti, tra N-NO e Nord, ha provocato un rapido approfondimento della circolazione ciclonica che ha raggiunto le coste occidentali scozzesi allo “status” di depressione-uragano, con un minimo barico al suolo stimato al di sotto dei 956 hpa. Una volta raggiunto il nord della Scozia il poderoso ciclone atlantico, annesso ad un sistema frontale in fase di maturazione, ha determinate un notevolissimo infittimento di isobare sopra tutto il Regno Unito e il mar del Nord, esaltato ulteriormente dalla presenza a sud, tra penisola Iberica e Mediterraneo centro-occidentale, di un cuneo dell’anticiclone delle Azzorre, in avanzamento verso la penisola italiana. Il consistente “gradiente barico” (differenza di pressione) creato ha attivato autentiche bufere di vento dai quadranti occidentali, con una prevalente componente da O-SO, che per tutta la giornata di giovedi 8 Dicembre hanno imperversato tra Irlanda, Scozia e Inghilterra, con venti davvero violenti, non solo sui monti. I fortissimi venti da O-SO in molte zone della Scozia occidentale, dell’Inghilterra settentrionale e del nord Irlanda hanno superato di netto i 170-180 km/h. Tra le raffiche di picco più elevate toccate a quote relativamente basse vanno citati gli incredibili 183 km/h raggiunti da Glen Ogle, i 169 km/hlambiti a Tulloch Bridge, i 146 km/h di Tiree o i 143 km/hdi Inverbervie. Notevoli pure i 137 km/h di South Uist Range, i 130 km/h di Skye/Lusa e Sule Skerry o i 126 km/hdi Loch Glascarnoch. A Stornoway, dal tardo pomeriggio/sera, con la migrazione del profondo minimo barico verso oriente, i venti si sono disposti tra NO e N-NO e hanno cominciato a spirare  con raffiche fino a 135 km/hda N-NO che hanno accompagnato delle piogge miste a neve. A Kirkwall, sempre dal tardo pomeriggio/sera, sono arrivati fortissimi venti da Nord che hanno spirato fino a 133 km/h, mentre a Wick le furiose raffiche da NO si sono attestate sui 132 km/h. Venti molto forti, ma da E-SE e SE, dato l’orientamento del minimo poco più a sud-ovest, hanno investito anche le isole Orcadi, con raffiche fino a 120 km/h.

Gli effetti della violenta tempesta che si è abbattuta sulla Scozia con ondate alte più di 9-10 metri

Furiosi venti di uragano, tra Ovest e O-SO, hanno flagellato duramente l’arcipelago delle Ebridi che hanno  fatto i conti con terribili mareggiate. Anche l’Irlanda non è stata risparmiata dai fortunali dai quadranti occidentali che hanno sferzato il paese, con raffiche sui 130-140 km/h. La massima raffica in territorio irlandese è stata registrata dalla località di Malin Head dove la locale stazione meteorologica ha archiviato un picco di ben 144 km/h. Folate sui 120-130 km/h si sono viste pure sulle isole posizionate fra il mare D’Irlanda e il Canale del Nord, fra Irlanda e l’ovest dell’Inghilterra. Ma se sulle coste si sono raggiunti e superati i160-170 km/h, con picchi di ben 180 km/h, pensate cosa sarà successo sulle massime alture di Scozia e Inghilterra settentrionale, ad oltre i 1000 metri. Sulle Highlands scozzesi e sui monti Pennini, come ci aspettavamo, si sono segnate le raffiche più estreme che sono andate ben oltre i 200 km/h. Qui il vento medio sostenuto durante le bufere ha raggiunto velocità di circa i 150-160 km/h, con punte massime di ben 189 km/h da O-SO a Cairngorm. Il valore di Cairngorm è equiparabile a quello di un uragano di 3° categoria. Si fanno veramente impressionanti le cifre se andiamo a vedere i dati delle massime raffiche durante le 24 ore di giovedi 8 Dicembre. La raffica più violenta in assoluto è stata toccato, non per caso, proprio a  Cairngorm dove è stato archiviato un picco estremo assoluto di265 km/h, un valore stupefacente, pur trovandoci a 1245 metri di altezza.

La stazione meteorologica di Cairngorm dove si sono toccati i 265 km/h

Bisogna però tenere presente che la stazione meteorologica di Cairngorm, posta ad oltre 1245 metri di altezza all’interno dell’omonimo parco naturale sui monti Grampian, nel nord-est della Scozia, è posizionata in un punto tale da essere esposta in modo diretto alla furia del flusso perturbato atlantico nella bassa troposfera (alla quota di 850 hpa). Spesso qui il vento medio sostenuto può agevolmente superare i 100 km/h,con raffiche ad oltre 140-150 km/h. La stazione di  Cairngorm, con i 265 km/h lambiti lo scorso giovedi 8 Dicembre, si è avvicinata al record assoluto della raffica più forte mai registrata, con i278 km/hrisalenti al 20 Marzo del 1986. Molto importanti sono pure i 220 km/h di massima raffica segnati a Aonach Mor, i 184 km/h di Cairnwell e i 172 km/hdi Great Dun Fell. Dati considerevoli malgrado la quota e l’esposizione alle correnti oceaniche. Oltre alle furibonde tempeste l’afflusso di masse d’aria sempre più fredde da N-NO (aria artico marittima), man mano che la profonda depressione-uragano procedeva verso est, in direzione del mar del Nord, ha dato la stura a nevicate, a tratti intense, che hanno ammantato di bianco tutti i rilievi di Scozia e nord Inghilterra, fin dai 300-400 metri di altezza, con fiocchi bagnati spinti dal fortissimo vento sino alla costa. Da segnalare pure il drastico crollo della pressione barometrica in varie località e isole scozzesi con l’avvicinamento del profondo ciclone extratropicale. A Kirkwall il barometro, con l’avvicinamento del minimo al suolo, è sceso sotto i 958 hpa dalle 14:50 alle 17:20 (ora locale). Pressione sotto i 958 hpa anche a Sella Ness, ma per pochissime ore, prima di una successiva rapida risalita nelle ore successive.

Grandi ondate si abbattono su un porto della Scozia occidentale (fonte BBC)

Furiose mareggiate hanno colpito le Ebridi e le coste occidentali di Irlanda e Scozia con ondate alte più di 9-10 metri

I venti di uragano che hanno premuto Scozia e nord Inghilterra hanno anche provocato grosse mareggiate che si sono abbattute con grande impeto lungo le coste occidentali delle isole Ebridi, della Scozia e del nord dell’Irlanda, con gigantesche ondate che hanno superato anche i 9-10 metri di altezza. Sulle Ebridi i grandi frangenti spinti dai fortissimi venti occidentali hanno superato la scogliera, abbattendosi in vicinanza dei villaggi dei pescatori, in punti abbastanza ridossati. I marosi in arrivo dall’Atlantico avrebbero causato vari danni anche ad approdi e porti lungo le coste della Scozia occidentale. La navigazione è stata interrota anche per le navi di medie e grandi dimensioni. In serata, con lo spostamento della profonda depressione-uragano verso est, anche il mar del Nord si è reso grosso o molto grosso, con ondate alte più di 6-7 metri distese lungo la direzione del vento prevalente, che si sono poi spostate verso le coste occidentali danesi, dove si sono attivati forti mareggiate, e lo Skagerrak (Canale fra nord Danimarca e sud Norvegia), con disagi alla navigazione marittima fra Baltico, mar del Nord e Atlantico.

http://www.meteoweb.eu/2011/12/scozia-devastata-da-una-delle-peggiori-tempeste-degli-ultimi-15-anni-sui-rilievi-raggiunte-raffiche-di-ben-265-kmh/101919/

Destino o Libero Arbitrio?

Destino o Libero Arbitrio?

di Flash Desmond

Esiste un destino che muove completamente i fili della nostra vita programmando tutte le tappe del nostro percorso esistenziale, o invece siamo noi a scegliere per mezzo del libero arbitrio?

E' estremamente difficile rispondere a questo interrogativo; alla fine credo che ognuno di noi arriverà ad una sua forma di verità sulla base delle proprie esperienze di vita personali. In ogni caso penso che i due punti di vista precedentemente accennati non siano in realtà contrastanti, ma che si completino a vicenda; l’uno implica l’altro.

Ritengo che effettivamente un destino esista, o meglio, tutti nasciamo sotto il segno di un destino che ci segna e ci programma per la vita in società. Ma questo è un destino che ci conduce alla schiavitù, al servilismo, a fare ciò che gli altri vogliono che noi facciamo. Le sovrastrutture, le abitudini, le convenzioni sociali, i luoghi comuni, sono il sistema attraverso il quale ci asserviamo al mondo e rinunciamo a liberare le nostre potenzialità.

Finché permarremo in questo stato non saremo mai liberi, ma solo pedine su una scacchiera inconsapevoli dei giocatori che comandano le nostre vite. Noi crediamo di agire per conto nostro, ma in realtà facciamo solo il gioco di forze più grandi che ci governano e pianificano il corso degli eventi a loro piacimento. Questa è Matrix, il triste destino degli uomini deboli che non ricercano il senso ultimo delle cose e che non vogliono migliorarsi. 

Qualcuno però riesce a liberarsene. Esiste a mio parere, infatti, la Volontà Superiore del Padre che può aiutarci a sfuggire dalle catene del destino inferiore, fornendoci di volta in volta tutto quello di cui abbiamo bisogno al posto giusto e al momento giusto per poterci guidare verso la liberazione

Ci vengono lanciati segni, istruzioni, e noi dobbiamo essere abili a coglierli se vogliamo realmente risvegliarci. Ma questo aiuto divino non si mette in moto da solo, è necessario cercarlo e desiderarlocon tutte le nostre forze, anche a costo di sacrificarci, altrimenti non verrà mai a soccorrerci. E qui entra in gioco la forza di volontà, l’energia mentale. Attraverso la profondità e la potenza vibrazionale dei nostri pensieri noi possiamo veramente scrivere il nostro  destino e creare la nostra realtà.

Bisogna capire che noi giochiamo un ruolo fondamentale nello scrivere il nostro destino, e che starcene seduti con le mani in mano ad accettare ogni situazione perché "era destino che accadesse" non ci porterà a nulla di positivo, anzi, ci farà precipitare nella rassegnazione e in uno stato di totale rinuncia di volontà. 

Alcuni diranno: Quello che è successo è successo. E' accaduto così perchè così doveva accadere. In realtà non vogliono assumersi la responsabilità delle loro scelte sbagliate e così incolpano il destino. Davvero molto comodo fare affidamento sempre sulla presenza di un destino che giustifica ogni nostra azione, così infatti non siamo mai responsabili di niente. 

Tutti gli eventi che si verificano nella nostra vita non vanno accettati passivamente, bisogna avere la capacità di capire quali possono essere quelle situazioni dannose per la nostra evoluzione spirituale ed avere il coraggio di cambiarle perché tutto può essere modificato, dipende solo da noi. 

Nell'equazione arcontica che pianifica le regole di questo mondo, noi siamo le variabili che possono scegliere di sganciarsi dal programma e cambiare il corso della loro vita. Se cerchiamo di migliorarci, se incominciamo a "scegliere di fare o non fare qualcosa", allora il Destino Superiore ci verrà in soccorso perché Lui vede tutto, è sempre presente, sa che cosa noi realmente desideriamo nel profondo e ci darà quello di cui abbiamo bisogno. Tutto però dipende da noi: se non lo cerchiamo Lui non verrà. Esiste quindi un Destino però siamo noi a metterlo in moto e a crearlo in base a come interagiamo con la realtà, così ognuno avrà il destino che avrà scelto di avere. 

Talvolta possono verificarsi delle situazioni in cui la Volontà del Padre il si comporta in modo apparentemente strano. Spesso accade che una persona faccia degli sforzi in una certa direzione, ma poi si accorge della presenza di forze superiori alle proprie che cercano di portarlo da un’altra parte. A questo punto si incomincia a maledire, a imprecare contro un destino che sembra crudele perché non ti dà quello che tu desideri. Ritengo che questi eventi rispecchino un modo di agire del Super-Destino, il quale molte volte opera in maniera apparentemente incomprensibile ai nostri sensi, ma è sempre finalizzato ad aiutarci.

Quando facciamo una richiesta all'alto affinché arrivi un cambiamento, non è detto che la risposta sia immediata o che quello che abbiamo richiesto arrivi subito come noi lo desideriamo. E’ necessario aspettare. Magari adesso non riusciamo a comprendere il perché di una certa situazione, ma ci sarà chiaro in seguito. Il Logos agisce a lungo termine; bisogna aspettare e passare attraverso tutta una serie di tappe intermedie spesso molto dure e faticose. E' la fase in cui siamo messi alla prova, in cui viene testata la nostra fede. Infatti, nel momento in cui scegliamo di intraprendere un certo percorso, ma tutta una serie di eventi ci impedisce di realizzarlo per ora, dobbiamo continuare a credere in questa possibilità. Ci è richiesto un atto di fede. Questo è il test per vedere se siamo degni o meno di ricevere quell'aiuto. 

Possiamo quindi distinguere due destini.

Un Destino Inferiore, cioè quello che ci viene assegnato alla nascita e che ci rende schiavi della società. Finchè rinunciamo a scegliere di voler cambiare le cose dormiremo sonni profondi e mai si apriranno a noi le porte della Verità. 

C'è poi un Destino Superiore che viene in aiuto a quanti operano tale scelta e cercano di migliorarsi. Ma deve essere desiderato intensamente per poter essere messo in atto, e soprattutto bisogna credere nella possibilità che possa guidarci lungo il cammino. Trascinati dalla corrente divina del Padre, riusciremo a liberarci dalla gabbia del Destino Inferiore e diventare finalmente creatori della nostra realtà. Non ci sono persone destinate a farlo, ma persone che hanno scelto di essere destinate a farlo.

E' attraverso il libero arbitrio che noi scriviamo il nostro destino.

Articolo pubblicato sul blog L'Isola della Gnosi
Link diretto:
http://flashdesmond.blogspot.com/2010/09/destino-o-libero-arbitrio.html

http://www.anticorpi.info/2011/12/destino-o-libero-arbitrio.html#more

Terremoti in Italia 10/12/2011

venerdì 9 dicembre 2011

Riot Wrong: FOX fakes Moscow protest with Athens clashes


News Stefano!


Il buco nero si mangia una stella e non ce lo nasconde

News Orlando!

Scritto da Sirius_Cily

L’episodio è accaduto circa 3,8 miliardi di anni fa ma solo ora riusciamo a ricostruirlo: si tratta del processo in cui un buco nero, denominato Swift J1644+57 e situato nella costellazione del Dragone, ha letteralmente divorato una stella. L’intensa ed energetica radiazione X che ne è scaturita ha investito il 28 marzo scorso il satellite Swift della Nasa (che è in orbita dal novembre 2004) innescando un’appassionata campagna di osservazioni da diversi osservatori a Terra tra cui Telescopio Nazionale Galileo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

Recentemente due articoli apparsi sulla rivista Nature, tra i cui autori figurano numerosi ricercatori dell’Inaf e dell’Asi Data Center di Frascati, rendono conto di queste ricerche. Abbiamo interpellato uno di loro, Paolo D’Avanzo che opera presso l’Inaf - Osservatorio Astronomico di Brera.
Che tipo di evento ha dato origine alle vostre osservazioni sul buco nero Swift J1644+57?
Quello che è successo è che un buco nero si e` "mangiato" una stella e la radiazione che si è liberata durante questo "catastrofico" evento è stata rivelata dagli strumenti a bordo del satellite Swift.
Quasi ogni galassia (inclusa la nostra Via Lattea) ha nel proprio nucleo un buco nero di enormi dimensioni (milioni o addirittura miliardi di volte la massa del Sole). Le regioni centrali delle galassie sono estremamente affollate di stelle e può quindi capitare che una stella si avvicini troppo al buco nero, finendone "risucchiata". Dato che la parte della stella più vicina al buco nero sente una attrazione gravitazionale maggiore rispetto a quella più lontana, nel cadere verso il buco nero la stella si deforma "allungandosi" fino a rompersi. La materia che cade verso il buco nero viene compressa dalla gravità e si scalda, emettendo radiazione.
Inoltre, nel nostro caso, non tutta la materia è caduta nel buco nero, ma e` stata invece espulsa nella direzione opposta ad una velocità prossima a quella della luce, formando un getto estremamente luminoso, la cui radiazione è stata rivelata dal satellite Swift.
Si è trattato di una fortunata coincidenza o era in qualche modo prevedibile?
Siamo stati fortunati. Finora un fenomeno del genere, "l'accensione" di un getto relativistico nel nucleo di una galassia, con la materia che raggiunge velocità superiori al 90 per cento della velocità della luce, non era mai stato osservato e questo significa che si tratta di qualcosa di abbastanza raro.

Il comportamento di Swift J1644+57 corrisponde ai modelli teorici o emergono delle differenze e delle novità?

Si sapeva già che i buchi neri possono "mangiare" stelle che gli passano vicine, deformandole e dando luogo a emissione di radiazione. Tutto questo viene descritto piuttosto bene dai modelli teorici esistenti. Tuttavia, non ci si aspettava che lo "scontro" tra una stella e un buco nero potesse innescare l'accensione di un getto relativistico.
Sono studi che necessitano un satellite come Swift o ci sono anche altri strumenti?
Per osservare un getto come quello emesso da Swift J1644+57 sono sufficienti satelliti dotati di rivelatori di raggi X. Tuttavia, questo funziona se il getto è sempre acceso o se si sa già dove guardare. Nel nostro caso abbiamo assistito, per la prima volta, all'accensione del getto e questo è stato possibile solo perché le osservazioni sono state effettuate con Swift. Questo satellite infatti e` stato progettato per osservare i fenomeni più energetici dell'universo, i Gamma-Ray Burst, improvvisi lampi di radiazione gamma che avvengono in direzioni del cielo non prevedibili, ed è in grado di puntare automaticamente (e in tempi brevi) verso regioni di cielo dalle quali provengono repentini aumenti di radiazione X e Gamma.

Qual è l'importanza di questi studi?

Diverse galassie mostrano emissione relativistica di materia sotto forma di getti dai loro nuclei. Tuttavia, sebbene questi fenomeni siano stati studiati diffusamente nel corso degli anni, la fisica di questi getti e la loro origine non sono del tutto chiari. La scoperta di Swift J1644+57 ci ha permesso di assistere per la prima volta all'accensione di uno di questi getti e di scoprirne almeno una delle cause scatenanti.

Fonte: http://www.ilsussidiario.net/

http://www.nibiru2012.it/astronomia/il-buco-nero-si-mangia-una-stella-e-non-ce-lo-nasconde.html

Scoperto il buco nero più grande mai rilevato, a 336 milioni di anni luce dalla Terra

 

News Orlando!

Scoperto il buco nero più grande mai rilevato, a 336 milioni di anni luce dalla Terra
09/12/2011 - 08:49

055news.it

È il mostro del cielo più grande mai scoperto. È un buco nero con un identikit da brivido: la sua massa è 21 miliardi più consistente di quella del nostro Sole e la dimensione è pari a 10 volte il nostro sistema solare. E’ stato trovato a 336 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione della Chioma di Berenice incastonato nella super-galassia ellittica NGC 4889.

Assieme a questo mostro ne hanno individuato un altro altrettanto grande, anche se un po’ meno (9,7 miliardi di masse solari), nella costellazione del Leone all’interno della galassia ellittica NGC 3842 che è parte di un gruppo noto come Abell 1367 distante 331 milioni di anni luce. Finora il record dei buchi neri si fermava a 6,3 miliardi di masse solari e riguardava un mostro nascosto nella galassia M87 nel raggruppamento della Vergine a 54 milioni di anni luce. La prima sorpresa per Nicholas J. McConnell dell’Università di California, a Berkeley, autore della scoperta del super-mostro pubblicata sulla rivista britannica Nature, è che le sue previsioni non osavano tanto: i calcoli effettuati stimavano infatti una massa al di sotto dei 21 miliardi. Al risultato si arriva valutando la velocità delle stelle che gli ruotano intorno; una valutazione non semplice da effettuare.

La domanda per la quale gli astronomi cercano una precisa risposta è come un buco nero riesca ad essere così massiccio essendo nato dalla morte di una stella. Questa, dopo il suo collasso finale, lascia un nucleo minuscolo da cui si sprigiona un gravità talmente intensa da non lasciar sfuggire nemmeno la luce. Per ora due sono le risposte: i buchi neri crescono perché si fondono con altri buchi neri quando due galassie si fondono insieme e perché divorano la materia intorno ad essi. Due dati emergono anche dal nuovo risultato. Il primo è che i buchi neri sembrano essere il cuore costante delle galassie e che più grandi sono queste isole stellari altrettanto più massicci sono i buchi neri contenuti al loro centro. Il loro studio aiuta gli scienziati a decifrare meglio natura e caratteristiche delle galassie e, viceversa, indagando le galassie si facilita anche la comprensione dei mostri celesti.

http://www.055news.it/notizia.asp?idn=56505

Ufo Nasa l'esplorazione di una nave aliena sulla luna immagini dettaglia...

News Orlando!

Rottura Euro si avvicina: aziende spostano soldi in Germania

 

Siate vigili… niente panico…ma siate vigili! Dolbyjack!

News Stefano!

New York - Mentre va in scena il summitt dei principali leader dell'Unione Europea, dove si cerchera' di raggiungere un'intesa sul cambiamento dei trattati verso un'unione fiscale con l'obiettivo di evitare il contagio della crisi del debito sovrano, c'e' un fenomeno che dovrebbe far riflettere: il trasferimento di fondi delle imprese europee in Germania.
Grupo Gowex, un provider spagnolo di servizi di reti wireless, sta spostando un'ingente quantita' di denaro verso la Germania. Il motivo: semplice. Prevede che la Spagna esca dall'euro. Il produttore di macchinari tedesco GEA Group AG sta ammontare massimo possibile in una banca tedesca.
"Non credo che la Spagna rimarra' nell'Eurozona", dice Jenaro Garcia, fondatore e amministratore delegato del gruppo di Madrid Grupo Gowex, che offre un accesso a Internet via Wi-Fi in 15 nazioni differenti. "Abbiamo trasferito i nostri soldi e depositi in Germania, perche' la Spagna tornera' alla peseta".
I gruppi europei hanno speso miliardi per prepararsi all'introduzione dell'euro, avvenuta nel 2000 in un primo momento in 11 paesi. I piani di contingenza per cercare di ridurre l'esposizione al rischio di una rottura dell'area euro prevede riduzione degli investimenti, spostare i soldi in Germania, trasferire la sede dal Sud al Nord Europa e persino uscire dagli affari, secondo il risultato delle interviste condotte da Bloomberg con oltre 20 dirigenti e manager d'azienda.
Nel complesso in settembre le imprese hanno trasferito 11,3 miliradi di Euro in Germania. La banca centrale tedesca, la Bundesbank, ha registrato tali flussi di capitale in entrata, da societa' non bancarie, secondo i dati resi noti il 9 novembre. Cosi' il deficit di 47,3 miliardi e' adesso un surplus di 700 milioni di euro.

http://www.wallstreetitalia.com/article/1283925/rottura-euro-si-avvicina-aziende-spostano-soldi-in-germania.aspx

Iran/ In tv il drone 'catturato', Teheran studia tecnologia Usa

 

Però! E bravi gli Iraniani …un bel colpo inferto al Pentagono…questa volta i militari americani… hanno un bel fardello… l’Iran e Cina… uniti…e di cose belle ne vedremo…Dolbyjack!

Iran/ In tv il drone 'catturato', Teheran studia tecnologia Usa

Preoccupazione a Washington, il filmato iraniano "sotto esame"

<br />      AFP<br />

Roma, 9 dic. (TMNews) - La tv iraniana ha mostrato nella serata di ieri le immagini del drone-spia perso la settimana scorsa dalla Cia in Iran. Nel filmato - scrive l'edizione online della Bbc - appaiono due guardiani della Rivoluzione che ispezionano il velivolo teleguidato RQ 170 Sentinel che non appare per niente danneggiato: il drone, quindi, non si sarebbe schiantato al suolo né sarebbe stato abbattuto, come inizialmente si pensava.
Teheran sostiene di averlo fatto atterrare con un dirottamento elettronico, quando lo stealth si trovava ormai a 225 chilometri dal confine afgano in pieno spazio aereo iraniano. Gli Usa avevano parlato di malfunzionamenti, ma per Washington il problema principale sembra ormai il fatto che gli iraniani, e i loro alleati, ora possono studiare con calma una delle tecnologie Usa più sofisticate e (finora) segrete.
Dal canto loro, gli americani hanno ottenuto le immagini della tv iraniana e ora "le stanno prendendo in esame" come ha riferito in nottata il capitano di vascello John Kirby, portavoce del Pentagono. Il drone RQ-170 Sentinel è sempre stato difficile da intercettare ed è quindi impiegato in missioni-spia di particolare rilievo: uno di questi mezzi, per esempio, era stato usato in maggio per trasmettere in diretta le immagini della missione del raid dei Navy Seal nel nascondiglio di Osama bin Laden, in Pakistan.
Il New York Times ha rivelato ieri che il drone abbattuto dall'Iran aveva come obiettivo quello di localizzare i siti del programma nucleare della Repubblica islamica. E gli iraniani hanno colto l'occasione per provocare il Pentagono: "Gli esperti militari sanno molto bene quanto siano preziose le informazioni contenute in questo drone" ha dichiarato il generale Amir Ali Hajizadeh, capo delle Forze aeree delle Guardie della Rivoluzione, sempre citato dalla Bbc.
I media iraniani hanno fatto sapere, dal canto loro, che il ministero degli Esteri di Teheran ha convocato il rappresentante diplomatico svizzero per esprimere la sua "più ferma protesta per l'invasione del suo spazio aereo da parte di un aereo spia americano". Washington non ha relazioni diplomatiche con l'Iran e gli affari statunitensi nel paese mediorientale sono gestiti, appunto, attraverso l'ambasciata svizzera. Teheran avrebbe chiesto "una risposta urgente" e un qualche "risarcimento da parte del governo americano".

http://www.tmnews.it/web/sezioni/esteri/PN_20111209_00042.shtml

Thrivemovement: IL CODICE - Antiche Culture

Thrivemovement: IL CODICE - Antiche Culture

Il Giornale OnlineIntroduzione
di Foster Gamble

Le culture antiche hanno codificato una conoscenza che ora potrebbe aiutarci a sopravvivere?
Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni, National Treasure, Contact.. le persone amano i thriller su antichi codici segreti che, se risolti, rivelano qualcosa di grande valore. Però sono finzione. Se invece esistesse un vero codice, un messaggio criptato secoli fa, così importante che potrebbe darci accesso a energia pulita e illimitata e una base per progettare sistemi sostenibili per l'umanità?
Se ci fossero forze che farebbero di tutto per evitare che venga rivelato?
Questo è ciò a cui sono arrivato dopo 40 anni di ricerca e il mio film, THRIVE, descrive come tale avanzata e fondamentale conoscenza ci sia stata inviata lungo i millenni da numerose antiche culture, attraverso storie, icone, costruzioni e perfino alfabeti in luoghi di tutto il mondo, dall'America Centrale all'Egitto, alla Cina. Proprio ora, a questo bivio critico per l'evoluzione umana, è stato decodificato..
Cos'è il codice? E' un modello fondamentale che rivela come l'energia agisce nell'universo. A livello basilare consiste in un toroide, un vortice di energia a forma di ciambella esistente in tutte le scale, unito al Vector Equilibrium (VE), la struttura dello spazio stesso. Questo codice ha già provato la sua utilità nell'accedere ad energia pulita e abbondante, nell'espandere ed evolvere la nostra coscienza e nell'avanzamento scientifico. Potete saperne altro nella sezione del modello fondamentale.

Il Toroide

Il Vector Equilibrium (VE)

Il Vector Equilibrium nel Toroide

Nassim Haramein mi ha mostrato come il codice appaia nei messaggi sacri e protetti delle civiltà antiche. E' estremamente coerente e spesso incorporato a schemi come il "fiore della vita" o la "matrice di 64 tetraedri". Guardate i seguenti esempi.

Il Fiore della Vita

La matrice di 64 tetraedri di Haramein

La matrice parzialmente coperta da sfere..

Il "cristallo" di 64 tetraedri

Il Tempio di Osiride - Abydos, Egitto

Abydos, in Egitto, ospita alcuni dei siti archeologici più antichi. Potete trovarvi una rappresentazione molto precisa del fiore della vita, stampata in qualche modo nel muro di uno dei Templi di Osiride che ha più di 3000 anni.
La Città Dimenticata, Beijing, China

All'entrata della Città Dimenticata, un antico palazzo imperiale di Beijing costruito circa nel 1400, potete vedere lo stesso fiore della vita sotto la zampa del Cane Fu (chiamati più precisamente "Leoni Guardiani"). Questo palazzo fu la dimora di 24 imperatori delle Dinastie Ming e Qing. I Cani Fu potevano essere non solo un simbolo di protezione delle dimore e dei loro abitanti, ma anche dei guardiani della conoscenza dell'energia universale?

Potrebbe essere che il Cane Fu femmina sia il guardiano della forza vitale, sempre nella forma di un cucciolo sotto la sua zampa, mentre il compagno maschile sia a guardia della conoscenza di come accedere a tale energia vitale, progetto sostenibile e trasformazione della coscienza?
Il Tempio Dorato, Amritsar, India

Il fiore della vita si trova anche nel percorso attorno al Tempio Dorato o Harmandir Sahib, uno dei santuari sacri della religione Sikh. Venne costruito nel 16° secolo e rappresenta il "Tempio di Dio". Questo tempio venne progettato in modo intricato e mostra diversi aspetti simbolici. Per esempio possiede quattro entrate che significano l'importanza dell'accettazione e dell'apertura nella religione Sikh, tutti i visitatori sono benvenuti. Data la cura nella costruzione dei templi, sembra significativo che anche qui appaia il fiore della vita. Si tratta solo di una coincidenza o questi antichi architetti conoscevano questo simbolo e la sua importanza per l'umanità? Vediamo immagini del Fiore della Vita anche in Turchia e Austria come nelle immagini seguenti.

Fiore della Vita in India

Fiore della Vita in Turchia

Fiore della Vita in Austria

Disegni di Leonardo da Vinci

Anche Leonardo da Vinci ha studiato il fiore della vita. I suoi disegni mostrano vari componenti del simbolo e delle geometrie che lo compongono.
I Ching
Il Giornale OnlineL' I Ching o "Libro dei Mutamenti", rivela il codice attraverso 64 tetraedri. Si tratta di un testo Cinese antico che ha millenni e continua ad essere in uso come oracolo e libro di saggezza. L'I Ching è composto da 64 affermazioni oracolari, ognuna formata da una variazione di 6 linee orizzontali impilate, dette esagrammi.
La ricerca di Nassim è andata oltre l'interpretazione letterale di ogni esagramma, si è spinto all'I Ching come intero e così è possibile vedere il modello codificato di 64 unità. Ogni esagramma contiene 6 bordi che formano un tetraedro e assieme un cristallo di 64 tetraedri. Questo è lo schema sottostante al toroide, lo stesso codice inserito in uno dei testi più antichi e influenti della Cina.
L'Alfabeto Ebraico
La ricerca di Stan Tenen nel Progetto Meru, rivela che l'alfabeto Ebraico è un sistema di ombragrammi che codificano il toroide. Se usate una precisa forma toroidale potete creare ogni singola lettera dell'alfabeto Ebraico ruotandolo a varie angolature.

Copyright © MERU Foundation

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Prima immagine: forma toroidale che rivela tutte le lettere Ebraiche
Seconda: la stessa forma toroidale di sopra. La spirale esce dal centro del toroide e si avvolge attorno al suo equatore. Ruotandola e capovolgendola, ricreerà l'intera forma toroidale.
Terza: Stan Tenen illustra anche come l'alfabeto si riveli perfettamente sulla struttura del Vector Equilibrium, con le ‘Tagin crownlets” che identificano gli assi di rotazione.

Il diagramma mostra come potete creare diverse lettere
dell'alfabeto Ebraico con la forma toroidale.
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Per altre informazioni visitate Leggi l'articolo intero ...

http://www.altrogiornale.org/news.php

Tante scosse di terremoto in molte Regioni d’Italia

Nel corso della serata di ieri, giovedì 8 dicembre, e nella prima parte della notte, molte scosse di terreoto hanno interessato l’Italia e alcune sono state avvertite dalla popolazione. Alle 20:25 una scossa di magnitudo 1,4 richter a 5,2km di profondità ha interessato il Friuli, vicino Ampezzo, in provincia di Udine. Alle 21:10 una scossa di magnitudo 1,0 richter a 10,1km di profondità ha interessato l’Umbria nei pressi di San Felice, in provincia di Perugia; poi alle 21:19 una scossa di magnitudo 2,4 richter a 7,2km di profondità ha colpito ancora la provincia di Udine sempre nei pressi di Ampezzo, in Friuli.
Alle 23:46 s’è tornato a muovere lo sciame sismico del Pollino, con una scossa di magnitudo 1,4 richter a 9,3km di profondità lungo il confine tra Calabria e Basilicata; un minuto dopo la mezzanotte s’è poi verificata una scossa di magnitudo 1,3 richter a 10,6km di profondità nelle Marche, in provincia di Macerata, non lontano dal confine Umbro. Alle 00:16 è stato il turno della Toscana con una scossa di magnitudo 1,4 richter a 9km di profondità nella riserva naturale di Pigelleto, tra le province di Siena e Grosseto. Alle 00:35 un’altra scossa, di magnitudo 1,5 richter a 10,7km di profondità, ha interessato il Reatino e dopo pochi minuti alle 00:38 una scossa di magnitudo 2,4 richter a 11,3km di profondità ha colpito il Golfo di Patti e di Milazzo, nel Messinese Tirrenico, tra le Eolie e il litorale recentemente devastato dall’alluvione del 22 novembre; infine alle 00:45 una scossa di magnitudo 2,0 richter a 7,9km di profondità ha interessato le acque della Calabria Jonica centrale nel Golfo di Squillace, poco a largo di Botricello, nel Catanzarese.

http://www.meteoweb.eu/2011/12/tante-scosse-di-terremoto-in-molte-regioni-ditalia/101806/

IL VATICANO E LA VITA EXTRATERRESTRE

Per moltissimi anni gran parte delle pubblicazioni cattoliche sono state decisamente scettiche riguardo all'argomento UFO. Recentemente questo atteggiamento sta cambiando tanto che si sommano sempre di più i pareri possibilisti o addirittura favorevoli. Il 23 aprile 1999 a Parma durante una conferenza Monsignor James Schianchi, docente di Morale all'Istituto di Scienze Religiose di Parma, ha affermato che "non c'è contrasto tra la dottrina cristiana e l'eventuale esistenza di di intelligenze extraterrestri.

IL VATICANO E LA VITA EXTRATERRESTRE

Non possiamo certo precludere alla grandezza di Dio la possibilità di avere creato altri mondi ed esseri. Un atteggiamento di chiusura nei confronti di quest'potesi sarebbe per lo meno provinciale. Se pensiamo alle Scritture, ma anche all'archeologia babilonese (si riferisce alla tesi di Sagan e Shklovskij in 'La vita intelligente nell'universo', poi ripresa da Zecharia Sitchin in 'Il decimo pianeta', secondo cui i Sumeri ebbero contatti con civiltà extraterrestri NdR), abbiamo numerosi segni della possibile esistenza di intelligenze intermedie tra Dio e gli uomini. Nella Lettera ai Filippesi S. Paolo parla di Gesù come signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Signore, non redentore. E' quindi ipotizzabile che creature di dio diverse dall'uomo non si siano macchiate dal peccato di Adamo ed Eva". Padre George Coyne, direttore della Specola Vaticana, nel 1993 dichiarò (salvo poi smentire tutto qualche tempo dopo) in merito alla possibile esistenza di altri mondi abitati che "la chiesa avrebbe dovuto addestrare dei missionari da inviare nello spazio per portare la parola di Dio ad eventuali extraterrestri".
E ancora il 7 gennaio 2002 ribadisce in una intervista al Corriere della Sera: "[la possibilità di vita su altri pianeti...] è una prospettiva che appassiona, ma bisogna andarci cauti. Per il momento non c’è alcuna evidenza scientifica della vita. Ma stiamo accumulando osservazioni che indicano tale possibilità. L’universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l’eccezione. Il dibattito è aperto e complesso. Immaginiamo dunque che ci sia”. In realtà la Chiesa cattolica non ha mai avuto un atteggiamento preciso in merito, lasciando ad ognuno la libera interpretazione. Nella bibbia infatti (apparentemente) non si parla della possibilità o no che esistano altri mondi abitati. E' comunque molto indicativo che in Vaticano esiste una cattedra di parapsicologia (ESP) ed ufologia e che la chiesa si sia sempre occupata di studi esobiologici collegati al SETI. Nonostante queste dichiarazioni il Cattolicesimo, così come tutte le altre religioni rivelate, presenta ancora diverse remore nell'accettare la possibilità che esista la vita su altri mondi.

Questa Crocifissione, dipinta nei primi decenni del XIV secolo, si trova nel terzo livello della cupola nel Monastero di Visoki Decani in Kosovo, ed è tra le opere più citate nei siti di clipeologia. Gli UFO sarebbero i due strani oggetti ai lati della croce

Se esistessero civiltà aliene significherebbe che Cristo non è morto 'in esclusiva' per il genere umano ma saremmo solo uno tra i tanti popoli salvati; oppure non ce ne  sarebbe stato bisogno in quanto esseri senza peccato. E tutto questo va contro anni di insegnamento religioso, egocentrismo ed onnipotenza umana.
Concludo dicendo siamo davvero cosi egoisti da pensare che siamo l’unica razza nell’universo?…. E soprattutto leggendo la bibbia vediamo che DIO creo l’uomo a sua immagine e somiglianza e sarebbe ancora piu egoistico quindi pensare che noi esseri umani possiamo crederci piu perfetti di altre fantomatiche creature presenti nell’universo perche simili alla somma e onnipotente divintà...

fonte

http://www.segnidalcielo.it/index.php/segnidalcielo-news/637-il-vaticano-e-la-vita-extraterrestre

L’esistenza ed avvicinamento del misterioso corpo celeste ( Nibiru )rientrerebbe nei massimi livelli di segretezza dell’Intelligence USA

 

News Orlando!

Scoperte fatte a partire dagli anni ‘80 indicherebbero che il famigerato Decimo Pianeta non solo sarebbe stato scoperto ma verrebbe monitorato nel più stretto riserbo. L’esistenza ed avvicinamento del misterioso corpo celeste rientrerebbe nei massimi livelli di segretezza dell’Intelligence USA, di gruppi occulti di potere e dallo stesso Vaticano.
di Cristoforo Barbato
Come è noto, grazie alle informazioni fornite da alcuni quotidiani statunitensi, nel 1983 il telescopio orbitale denominato IRAS – (Infrared Astronomical Satellite - Satellite Astronomico ad Infrarosso) (1) avrebbe scoperto un planetoide delle dimensioni di Giove nella direzione di Orione ben oltre il nostro sistema solare. Il misterioso corpo celeste provocò perplessità tra gli astronomi che non furono in grado di stabilire se fosse effettivamente un pianeta, una cometa gigante, o una vicina protostella che non s’era riscaldata abbastanza da diventare una stella, o una galassia distante così giovane da essere ancora in fase di formazione. “Tutto ciò che posso dirvi è che noi non sappiamo cosa sia”, disse Gerry Neugebauer, lo scienziato del programma IRAS per il Jet Propulsion Laboratory della California e direttore dell’Osservatorio Palomar presso il California Institute of Technology. Quella dell’IRAS, secondo diversi studiosi in primis Zecharia Sitchin, fu una scoperta determinante nell’ambito della ricerca di Nibiru (Pianeta dell’Attraversamento) perché sancì l’ennesimo ed effettivo interessamento (anche se mai avallato con dichiarazioni ufficiali) dell’establishment scientifico al famigerato Decimo Pianeta allora noto principalmente grazie agli studi e i testi del noto sumerologo. Ennesimo interessamento perché in realtà già in precedenza l’ente spaziale americano aveva chiaramente lasciato intendere di essere sulle tracce di Nibiru. 

In effetti il 17 giugno 1982, la NASA in un comunicato stampa dell’Ames Research Center riconobbe ufficialmente la possibilità dell’esistenza di  “qualche genere di oggetto misterioso” oltre i pianeti estremi del nostro sistema solare. Diversi articoli rilasciati dalla stampa dell’epoca confermarono che gli scienziati stavano cercando davvero il Decimo Pianeta o Pianeta X. Una conferma in tal senso giunse con l’articolo pubblicato il 19 giugno dal New York Times intitolato “Spacecraft May Detect Mystery Body in Space” dove si accennava alle sonde Pioneer 10 e 11 e a delle persistenti anomalie nelle orbite di Urano e Nettuno che suggerivano la presenza di un qualche corpo misterioso che si ipotizzava potesse essere ubicato oltre i pianeti estremi del nostro Sistema Solare. Sempre nel 1982, precisamente il 28 giugno la rivista Newsweek si occupò del Pianeta X in un articolo intitolato “Does the Sun Have a Dark Companion?” (Il Sole ha un Compagno Oscuro?). L’articolo riportava che il Decimo Pianeta davvero orbiterebbe (come in un sistema binario) intorno a due Soli (uno è il nostro Sole), ma noi non saremmo in grado di vedere l’altro astro perché sarebbe una “stella oscura”. L’articolo riportava che: “Un compagno oscuro potrebbe produrre la forza non visibile che sembra trascinare Urano e Nettuno, accelerandoli fino ad un certo punto nelle loro orbite e trattenendoli mentre passano... la migliore scommessa è una stella oscura che orbiti ad almeno 50 miliardi di miglia oltre Plutone... È molto probabilmente o una Nana Bruna(2), o una stella di neutroni. Altri suggeriscono sia un decimo pianeta... siccome una stella compagna trascinerebbe gli altri pianeti, non soltanto Urano e Nettuno”. Ma il 1983, come accennato inizialmente, è stato l’anno in cui si è avuta una vera è propria svolta soprattutto grazie alla divulgazione di sensibili informazioni nell’ambito del programma IRAS che alcuni media portarono a conoscenza dell’opinione pubblica. Il 30 dicembre venne pubblicato un interessante articolo sulle pagine del quotidiano americano Washington Post che si occupò del Decimo Pianeta (dedicando all’argomento uno spazio già nella prima pagina) in un pezzo di Thomas O’Toole intitolato “Mystery Heavenly Body Discovered “ (Scoperto Misterioso Corpo Celeste). L’articolo riportava che: “Un corpo celeste probabilmente grosso come il gigantesco pianeta Giove e forse così vicino alla Terra da poter far parte di questo sistema solare è stato trovato in direzione della costellazione di Orione da un telescopio orbitante denominato IRAS”. Posso solo dire – dichiarò Gerry Neugebauer a capo dell’IRAS – che non sappiamo di che cosa si tratti”. “Quando gli scienziati dell’IRAS – continua l’articolo – hanno visto per la prima volta questo corpo misterioso, e hanno calcolato che potrebbe distare solo 80 miliardi di chilometri, si è ipotizzato che potrebbe essere in fase di avvicinamento rispetto alla Terra,....Il corpo misterioso è stato captato due volte dall’IRAS. Il secondo rilevamento è avvenuto sei mesi dopo il primo, è suggerisce che il corpo non si fosse quasi mosso dalla sua posizione nel cielo. Questo dato – disse James Houck membro del team scientifico dell’IRAS – suggerisce che non si tratta di una cometa, perché una cometa non sarebbe così grossa come risulta dalle nostre osservazioni, e si sarebbe probabilmente spostata di più”. “E’ possibile – come sottolineato dal quotidiano americano – che si tratti del decimo pianeta che gli astronomi hanno invano cercato”. L’articolo del Washington Post proseguiva nello spiegare che questo oggetto misterioso non è era stato mai visto da telescopi ottici sulla Terra o nello spazio, ma la sua firma di calore infrarossa fu individuata due volte dall’IRAS quando questi analizzò il cielo settentrionale tra gennaio e novembre del 1983. La seconda osservazione infrarossa del corpo, che è così freddo che non emana luce, evidenziò che il corpo sembrò non essersi spostato in sei mesi. Questo suggerì che l’oggetto non era una cometa, dal momento che probabilmente si sarebbe mosso. L’articolo spiegava anche che il telescopio infrarosso dell’IRAS, capace di scoprire oggetti molto freddi, calcolò che il corpo celeste era così freddo che la sua temperatura era di circa 273° C sotto zero.
Gli astronomi suggerirono che fosse un “pianeta gassoso gigante, grande quanto Giove”, e così vicino che “sarebbe il corpo celeste più vicino alla Terra al di là del pianeta Plutone”. Questo lo farebbe divenire parte del nostro sistema solare. L'articolo spiegò che c’erano state delle speculazioni che l’oggetto “si stesse muovendo verso la Terra”. Comunque, Neugebauer fu attento a spegnere quell’idea gettando acqua sul fuoco come meglio poteva, pronunciando con certezza che questo oggetto “non è posta in arrivo”. In realtà tale possibilità era più che una mera speculazione e Neugebauer cercò di ridimensionare rapidamente la cosa bollandola subito come infondata. Tuttavia successivi indizi ed ulteriori informazioni nonché testimonianze emerse in questi anni hanno confermato l’effettivo avvicinamento del misterioso corpo celeste.

Le testimonianze di John Maynard e Edgar Fouché
Una testimonianza in particolare degna di attenzione e pressoché sconosciuta anche da buona parte  degli addetti ai lavori è quella fornita da John Maynard un ex membro dell’intelligence USA allo studioso americano Marshall Masters. Masters, che in passato ha lavorato alla produzione di programmi scientifici per la CNN, è editore ed autore di diversi testi nel campo UFO-paranormale tra cui uno sul Decimo Pianeta ed insieme a Jacco van Der Wor, Steve Russell and Janice Manning nel 1999 hanno avviato il sito yowusa.com.  Masters nell’aprile 2006 realizza un articolo intitolato “South Pole Telescope (SPT) - America’s New Planet X Tracker” in cui sostiene, grazie a ricerche personali fino ad allora condotte, che l’allora telescopio antartico in fase di realizzazione (ndr. la struttura è stata avviata nel febbraio 2007) sarebbe stato progettato dagli USA per rilevare il Decimo Pianeta. Lo studioso sarebbe giunto a tale conclusione in seguito ai dati raccolti, e solo in parte divulgati dalla stampa sull’avvistamento del corpo celeste fatto dall’IRAS nel 1983, dalle successive scoperte fatte dal prof. Robert Harrington dell’Osservatorio Navale degli Stati Unti ma soprattutto dalle informazioni avute da Maynard su oscuri retroscena legati alla missione spaziale. Partendo proprio dalla testimonianza di Maynard è possibile comprendere meglio non solo quanto sostenuto da Masters ma giungere in un certo senso alla medesima conclusione. John Maynard è stato un’analista dei servizi segreti militari americani inizialmente con l’Army Security Agency (l’Intelligence dell’Esercito) in seguito in seno alla DIA (Defense Intelligence Agency). Nel corso dei suoi 21 anni di carriera ha visto prove dell'interesse dei militari nella questione UFO in diversi modi: comunicazioni elettroniche che non provenivano dalla Terra; fotografie di UFO fatte dai militari, visionò foto scattate da aerei spia in cui erano chiaramente visibile UFO. Diverse di queste immagini erano state scattate durante missioni fotografiche classificate da satelliti segreti come il Talent Keyhole (TK11) ed OMNI. Quando era in carico alla DIA acquisì familiarità col processo di compartimentalizzazione finalizzato al mantenimento della segretezza. Parte del lavoro di Maynard quando era nella DIA riguardava il progetto D.O.C.L Direct Orbital Code Link (a volte ribattezzato Docile) un sistema che annovera circa 5 miliardi di dollari di satelliti progettati per comunicare con velivoli classificati dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti e possibilmente anche per esaminare lo spazio profondo. Difatti, stando alle dichiarazioni di Maynard uno degli scopi reconditi del progetto D.O.C.L della DIA sarebbe il monitoraggio dell’attività extraterrestre in entrata ed uscita dalla nostra atmosfera. Una conferma diretta alle affermazioni di Maynard sul classificato progetto D.O.C.L la possiamo trovare nelle sorprendenti rivelazioni fatte negli anni ’90 dall’americano Edgar Rothschild Fouché in merito ai programmi speciali segreti dell’USAF e della National Security Agency (v. “Dentro l’Area 51” UFO Network gennaio 2000). Fouché, un ex membro dell’Intelligence dell’Air Force americana che ha prestato servizio a Groom Lake nell’Area 51, ha lavorato con diverse strutture aerospaziali militari e produttori di elettronica negli Stati Uniti. Ha partecipato alla progettazione, sviluppo, produzione e valutazione di volo operativo nei programmi classificati di sviluppo aereo, incluse contromisure elettroniche, comunicazioni satellitari, equipaggiamento di cripto-logica e di supporto. Durante la sua carriera militare, è stato selezionato nei quadri e in molti programmi di sviluppo dei più recenti cacciabombardieri dell’Air Force. Altri programmi di ricerca e sviluppo per i quali lavorò dagli anni ’70 sono ancora classificati Top Secret. Fouché ha ricevuto una formazione tecnica per oltre 4.000 ore dall’Esercito e dal Governo, di cui circa la metà in addestramento classificato. Per venti anni ha lavorato con l’Aeronautica Militare e con le Agenzie del Dipartimento della Difesa, seguiti da altri otto anni come Dirigente a contratto della Difesa.“Ero uno dei pochi impiegati a Nellis - afferma Fouché - munito di un nullaosta di segretezza Top Secret, con accesso alle decodificazioni criptate. Avevo il certificato di accesso al Modello 4 IFF (un sistema aereo che rispondeva ai codici classificati criptati). Avevo anche il permesso di lavorare su altri dispositivi criptati di cui non posso parlare. Per una serie di combinazioni e data la mia perizia tecnica mi fu richiesto di prestare servizio in un luogo non identificato………………..Al mio terzo giorno di lavoro a Groom, dovetti rimuovere un modulo da un pezzo di equipaggiamento per la comunicazione satellitare a più comparti, usato per sostenere alcuni velivoli nelle missioni speciali. Notai, mentre ero all’interno del comparto a controllare i cavi elettrici, che conteneva un’unità sigillata grande più o meno come una grande borsa, ed aveva una targa d’identità di copertura della National Security Agency. La nomenclatura sulla targa recitava Direct Orbital Code Link. Pensai che era strano, visto che l’unità era parte di un collegamento di comunicazione digitale, usato unicamente per comunicare con veicoli dell’Aeronautica classificati. Non ero a conoscenza allora di missioni militari orbitali non affiliate alla NASA. Ricordatevi che erano gli ultimi anni Settanta. Lo Shuttle non volò fino al 1981. Disinserii l’unità e, per curiosità, rimossi la calotta dell’accesso posteriore. Con mio stupore vidi che al suo interno c’erano circa una mezza dozzina di grossi chip ibridi a circuito integrato. Il più grosso chip era collegato ad oltre 500 moduli dello spessore di un capello, ed era grande più o meno come un accendino Zippo. Il timbro d’ispezione sul chip datava 1975. Nel 1975 le velocità più elevate di lavorazione, sui progetti più classificati, equivaleva a quella di un computer IBM 8088 che girava alla velocità di 4 milioni di cicli al secondo. Questa unità aveva una velocità di lavorazione di 1 miliardo di cicli al secondo. Fu solo dopo circa dodici anni che vidi una tecnologia paragonabile a questo chip a circuito integrato. Più tardi vidi alla ITT un progetto top secret di sviluppo di avionica. Nella mensa a Groom, sentii termini come Lorents Forces, detonazione a impulsi, radiazioni al ciclotrone, generatori di campo a  trasduzione di flusso quantico, lenti energetiche simili al cristallo e accumulatori quantistici EPR (Electron Paramagnetic Resonance). Tutti i giorni scrissi sul mio “diario di bordo” tutto ciò che vidi, ascoltai e toccai. Rientrato alla base, la mia routine proseguì come sempre. Il mio amico alla NSA, Jerald, indagò e osservò le persone impiegate in lavori molto classificati al Nevada Test Site e al Nellis Range. Stava controllando un tizio alcolizzato, che lavorava al Nevada Test Site, dove facevano esplodere bombe atomiche sotterranee. Accennò per caso ad un aereo che poteva essere lanciato in orbita e ritornare ed atterrare nel deserto del Nevada. Era un veicolo di ricognizione radiocomandato che decollava da un bombardiere B-52 ed usava dei razzi a impulso, da collocare temporaneamente in una orbita terrestre bassa per scattare foto ricognitive. Pensai che mi stesse prendendo in giro. Poi aggiunse: “Questo aereo è pilotato a distanza tramite il sistema D.O.C.L. di Groom”. In genere non sono così lento di comprendonio, ma non feci i giusti collegamenti  fino a quando disse di nuovo: “sai, il D.O.C.L... sta per Direct Orbital Communications Link.” Bingo, avevo visto un pezzo del sistema DOCL a Groom: era l’unità della NSA con grossi chips”.
La testimonianza di Fouché oltre a confermare le dichiarazioni di Maynard rivelano l’esistenza passata e presente di attività spaziali classificate disgiunte dall’ufficiale programma civile della NASA un argomento, tra l’altro, già affrontato in questo sito (v. art.”Il programma spaziale segreto del Pentagono”). Del resto anche la stessa NASA è stata accusata più volte di poca trasparenza nelle proprie attività di ricerca e di essere comunque partecipe di censure ed insabbiamenti su scoperte e informazioni ottenute in questi anni. Basti pensare alle varie testimonianze fornite da alcuni ex-astronauti o tecnici dell’ente spaziale come Clark Mclelland, ricercatori come Richard Hoagland e Van Flandern ed altri ancora. Lo stesso Marshall Masters nel 2000 ha raccolto da Maynard (Il quale ha testimoniato nell’ambito del Disclosure Project di Steven Greer) dichiarazioni che riguardano proprio la NASA e l’insabbiamento delle scoperte fatte dall’IRAS sul Decimo Pianeta. Tali informazioni sono riportate proprio nell’articolo di Masters accennato in precedenza pubblicato nel 2006. Verso la fine del 2000 Masters ebbe alcune conversazioni con Maynard riguardo al Pianeta X trovandolo, tra l’altro, alquanto ostico a parlare: “Avendo lavorato - dichiara l’ex analista - per la Lockheed Martin sul progetto satellitare Space Imaging situato a Denver (nda. Nell’aprile del 2000 la Space Imaging su commissione della FAS - Federation of American Scientists rilasciò delle nuove foto satellitari ad alta definizione dell’Area 51 fatte dal satellite Ikonos lanciato dalla base Vanderberg nel settembre del 1999 e progettato dalle compagnie Lockheed Martin, Raytheon e Kodak, tutte partecipanti ai programmi Keyhole), sapevo se un grande oggetto in entrata era in arrivo, l’Hubble o altre sonde spaziali probabilmente l’avrebbero ripreso”. Tuttavia Maynard si lasciò poi andare e rivelò alcune indiscrezioni relative all’IRAS ed al rilevamento del Decimo Pianeta da questi fatta nel 1983. “John - scrive Masters -  finalmente mi disse che era stato inquadrato dal satellite a infrarossi IRAS della NASA nel 1983 e che la storia dell’avaria meccanica venne usata come una storia di copertura.(3) Come lui mi spiegò, i dati dell’IRAS iniziarono a giungere, e fu allora che scoprirono il Pianeta X. Durante una spazzata (ndr. il termine indica lo stesso tipo di spazzata usato nel linguaggio tecnico aeronautico con gli schermi radar, ossia l’intervallo di tempo tra un impulso trasmesso e il successivo), spiccò fuori come un pollice dolente; e ancora peggio, si stava avvicinando da Sud. Questa specialmente era una cattiva notizia perché la maggior parte dei più grandi ed avanzati telescopi al mondo sono a Nord dell’Equatore, e fu presa la decisione di dedicare la restante autonomia operativa dell’IRAS all’osservazione di questo singolo oggetto. Dopo avere rilasciato la storia di copertura sull’avaria meccanica gli addetti al controllo usarono il restante carburante per mantenere un costante tracciamento sull’oggetto finché infine persero il completo controllo del satellite. La ragione del perché era necessario impiegare il combustibile rimanente dell’IRAS è che il tracciamento di un oggetto per determinarne la sua velocità e traiettoria richiede osservazioni multiple. Questo perché più osservazioni tu fai, più aumenti l’accuratezza dei tuoi calcoli di tracciamento”.
In seguito alla sua partecipazione al Disclosure project di Greer nel 2001 e dopo aver rilasciato un paio d’interviste Maynard nella primavera del 2003 è stato arrestato ed accusato di violazione del suo giuramento di segretezza a salvaguardia della Sicurezza Nazionale come risulta da asserzioni fatte in connessione alla sua attività quale testimone sulla realtà UFO in seno al Disclosure Project. L’ex-analista DIA venne custodito in una ignota struttura Federale solamente per poco tempo ma una volta rilasciato è di fatto divenuto irraggiungibile o semplicemente avrebbe preferito “sparire” volutamente. In effetti, è probabile, stando a chi lo conosce, che quanto accaduto sia stato un duro avvertimento per indurlo al silenzio e ad astenersi dal fare dichiarazioni in pubblico.
Il Cover-up della NASA
A riprova delle importanti rivelazioni fatte da Maynard e dell’effettiva fondatezza di alcune di esse nel 2003 l’astrofisico James McCanney rilasciò alcune sbalorditive dichiarazioni nel corso di un’intervista rilasciata a Rick Martin della rivista americana ‘The Spectrum’ che in seguito venne ripresa dalla rivista australiana Nexus la cui omologa versione italiana sarà pubblicato nel 2004 (v. “Quello che nasconde la NASA” - Nexus n°51). McCanney fondamentalmente ribadisce che esisterebbe un vasto programma di copertura che coinvolgerebbe enti quali la NASA, la CIA, l’NSA e lo stesso Vaticano in merito all’esistenza e al prossimo avvento del Decimo Pianeta.
“La NASA - afferma McCanney - è costituita da un gruppo di scienziati. Questo è il modo in cui la intendiamo: ingegneri che costruiscono velivoli spaziali e cose del genere. La NASA è di proprietà ed è gestita dalla NSA (National Security Agency). Al di sopra della NASA vi è un livello che la controlla. Daniel Goldin, che entrò a far parte della NASA negli anni ’90, proveniva dalla CIA ed il suo lavoro fu quello di secretare o mettere il coperchio sulla NASA; una volta arrivato la prima cosa che fece fu di firmare a tutti coloro che – a tutti i livelli – lavoravano per l’ente un accordo NSA per la non divulgazione di notizie. La NSA è parte integrante del governo di sorveglianza già attivo. Il Governo Mondiale Unico è già in carica ed è intorno ad esso che ruota tutto quello che accade attualmente”. Tra l’altro proprio in merito a quest’ultimo aspetto Martin pone il quesito sull’eventualità se nel caso anche i Gesuiti siano dietro a tale disegno: ”Gesuiti? [Ride]. Il Vaticano - replica l’astrofisico - ha un ruolo di primo piano nel governo mondiale e ne fa parte, ma non rappresenta l’intero quadro. Si tratta piuttosto di una situazione planetaria, nella quale sono implicate centinaia di famiglie, famiglie assai facoltose, presenti in ogni paese del mondo; esse controllano la politica, l’economia e la finanza. Quindi si tratta di una vasta rete di personaggi di questo tipo”. Per quanto riguarda le rivelazioni sulla NASA e soprattutto sul Vaticano fatte da McCanney (così come Maynard) supportano chiaramente alcune delle informazioni fornite dal Gesuita al sottoscritto un paio d’anni prima (v. L’intervista al Gesuita). Per quanto riguarda la affermazioni dell’astrofisico sul coinvolgimento della Chiesa riporto proprio un breve stralcio dell’intervista:
Martin: Quali preoccupazioni desta alla NASA il “Decimo Pianeta”? Ha a che fare con la civiltà sumera e gli Anunnaki? Oppure si tratta di qualcos’altro?
McCanney: Non direi, ma la nozione che esiste questo “Grande Oggetto” che si presenta con regolarità è antica. Ciò rientra nei massimi livelli di segretezza in molti di questi gruppi, fra cui il Vaticano. Intendo dire che la prima cosa che ha fatto il Vaticano quando si è manifestata Hale-Bopp è stata quella di costruire in Arizona un osservatorio di classe mondiale e di riempirlo di astronomi. Perbacco, chissà perché? Poi ne hanno un secondo. Ma quello che è interessante è accaduto dopo che Hale-Bopp è passata – perché pensavano che fosse quella il “Pezzo Grosso”. Torniamo al 1991. Hale-Bopp fu scoperta ufficialmente nel 1995 da Alan Hale in New Messico e da Bopp, il giapponese; vi si imbatterono entrambi la stessa notte e quindi la cometa prese il nome dall’uno e dall’altro…..….Nel 1991 Harrington vide due cose: Hale-Bopp e, dietro di essa, qualcosa di molto più grande. Era il Decimo Pianeta. Questa è la mia convinzione allo stato attuale delle cose. Nel 1991 Hale-Bopp seguiva una traiettoria di collisione quasi diretta con la Terra; con un paio di fotografie fu possibile tracciare l’orbita, che era appunto di quasi-collisione col nostro pianeta.
Martin: Non Stupisce che ci sia stato un tale parapiglia.
McCanney: Un enorme parapiglia. Quando venne scoperta, io contattai il Goddard Space Center – di cui conoscevo la segretaria – e dissi: “Cosa sta succedendo? Sono venuto a sapere che c’è questa cometa…”. In sottofondo si riusciva ad udire gente che urlava. E lei replicò: “Oh mio Dio, questa cometa è enorme!”. Tuttavia pensai che lei intendesse dire che si trattava di una grande notizia. No, era enorme nel senso che quello che avevano rilevato era un corpo di dimensioni planetarie. Vede, è a questo punto che nasce la divisione, perché fino ad allora anche molti scienziati del Goddard non avevano scoperto nulla al proposito. Tuttavia la seguivano sin dal 1991, forse ancora da prima. Harrington la scoprì e dagli appunti del 1991 si può capire che egli sapeva perfettamente dove andare a cercarla. Ciò che accadde molto tempo fa è…è che si trattava di una delle compagne di Nibiru che devastò la Terra.
Martin: Una compagna?
McCanney: Una compagna. Quella che diventò Venere. Velikovsky aveva perfettamente ragione sul fatto che Venere fosse un’enorme cometa che attraversava il sistema solare e, dal momento in cui fu catturata da Giove sino a quello in cui trovò la Terra sulla sua strada, impiegò circa 600 anni, per poi diventare il pianeta che tutti noi conosciamo. Quindi in origine quello che accadde fu che Hale-Bopp si trovava circa 4200 anni fa, lo stesso periodo in cui Venere fu catturata da Giove; erano letteralmente delle compagne più piccole di Nibiru. Questo è il motivo per cui non volevano che nessuno venisse a conoscenza della compagna, perché sapeva che era in rotta di collisione con la Terra e che fu la compagna di quella più grande a causare il problema. Quello che tuttavia non compresero fu che Hale-Bopp era, letteralmente, essa stessa una delle compagne. Ora, quando il distruttore, il Pezzo Grosso, Nibiru, arriva, porta con sé un intero sciame di questi corpi.
Martin: Presumo che la cometa NEAT, sia uno di questi?
McCanney: Questo è il punto; quando, alcune settimane fa, siamo stati tempestati da tutte queste comete e loro non hanno mai annunciato la Cometa NEAT, C-2002/VI. Chiaramente tutta questa roba sta arrivando dall’emisfero Sud. Poi naturalmente, per i motivi chi ho citato, Harrington sapeva molto bene dove si trovava; stava “tirando giù” i pianeti Urano e Nettuno. E’ interessante notare che quando la vicenda di Harrington venne a galla, il governo cercò di rilasciare una dichiarazione servendosi di alcuni di quegli astronomi che parlano alla radio, i ragazzi della disinformazione, che se ne vennero fuori con una storiella: “Oh, bé, abbiamo corretto le masse di questi pianeti in virtù di nuove informazioni, risolvendo così il problema”. Eh no, quando si vedono i pianeti “tirati giù” non si corregge un accidente; questo correggerebbe le cose solo sul piano dei pianeti. Nel 1991 quest’oggetto era abbastanza grande da trascinare Urano e Nettuno fuori dalle loro orbite. Questo è l’ordine di grandezza di questo corpo! Quindi, capirà le preoccupazioni riguardanti la compagna, dal momento che loro sanno, così come lo sa il Vaticano, che l’ultima volta fu proprio quest’ultima a provocare danni; l’unico problema è che la compagna è poi diventata il pianeta Venere….
Martin: La Cometa NEAT è stata una sorpresa? E’ sbucata fuori dal nulla o se l’aspettavano?
McCanney: No. La Cometa NEAT è un altro nucleo assai grande; di dimensioni planetarie – probabilmente pari a quelle della nostra Luna, probabilmente maggiori. La NASA sapeva che stava arrivando, con tutta probabilità la notarono anni fa, come elemento dello stuolo di oggetti in arrivo – a cui penso come oggetti che giungono come parte dello sciame del Decimo Pianeta. Volevano che nessuno ne sapesse alcunché, per il semplice motivo che stava giungendo proprio nei paraggi del Sole e che era di grandi dimensioni. Probabilmente non si aspettavano che diventasse così luminosa come in effetti divenne tuttavia, mentre passava, fu letteralmente visibile nel cielo diurno, proprio vicino al Sole – per un periodo di 12 ore circa”.
L’intervista ad ampio spettro tocca vari aspetti salvo ritornare più avanti sul tema del Decimo Pianeta e sugli effetti del suo passaggio:
Martin: Torniamo ancora un momento al “Decimo Pianeta”. So che lei non ama parlare di cornici temporali, ma ne ha una qualche percezione? Siamo fuori di un anno? Di cento anni?
McCanney: Non lo so, ed è quello che voglio scoprire con la Harrington Expedition.
Martin: Allora a questo punto lei non ne ha idea?
McCanney: A titolo personale sì. Sono sempre restio a parlare di date, perché la gente tende a vincolarti ad esse.
Martin: Può parlarne in termini generali?
McCanney: D’accordo.………..Gli Hopi erano convinti che Hale-Bopp (1995) fosse la Katchina Blu, che doveva procedere di circa 10 anni il Decimo Pianeta; ovviamente in quel contesto 10 anni sono un termine assai relativo. Il punto è se Hale-Bopp sia stata una compagna del Pezzo Grosso, 4.200 anni fa – e questo è il ciclo: per Nibiru non parliamo di 3.600 anni, ma di 4.200 anni – quindi il suo arrivo è previsto entro il prossimo decennio. L’altro aspetto è che la gente sta focalizzando la propria attenzione sul Decimo Pianeta o Nibiru. Vorrei sottolineare che io studio i corpi del sistema extrasolare. NEAT, ad esempio, non corrisponde a nulla di quanto abbiamo mai visto in precedenza; era una cometa nuova di zecca. Quindi è impossibile stabilire se fosse collegata o meno all’arrivo di Nibiru”.
Harrington indicò dove cercare il Pianeta X
Come già emerso in precedenza dalle affermazioni di Maynard quando l’IRAS rilevò Nibiru (Pianeta X) nel 1983 la NASA stabilì che si stava avvicinando da Sud e ciò arrecò apprensione in quanto i più avanzati telescopi terrestri erano collocati nell’emisfero Nord. Una conclusione quella fatta dall’ente spaziale americano a cui inevitabilmente giunse il prof. Robert Harrington (citato da McCanney) nel 1988. In effetti, nell’estate di quell’anno, come giustamente evidenziato da Sitchin, vennero pubblicati una serie di articoli su pubblicazioni scientifiche in cui veniva condivisa da diversi scienziati non solo l’esistenza del Pianeta X (sulla scorta dei calcoli delle perturbazioni planetarie ecc) ma l’ipotesi del Dott. Harrington secondo la quale sarebbe inclinato di 30° sull’eclittica ed avrebbe un semiasse maggiore di circa 101 UA, o un asse maggiore di oltre 200 UA. Avrebbe una massa pari ad almeno quattro volte quella della Terra e con un’orbita simile a quella della cometa di Halley per cui trascorrerebbe parte del suo tempo sopra l’eclittica (nei cieli settentrionali) e la maggior parte sotto di essa (nei cieli meridionali). Non a caso il team di ricerca dell’Osservatorio Navale (ndr. che è una sezione della Marina Militare USA) giunse all’inevitabile conclusione che la ricerca si sarebbe dovuta condurre principalmente nell’emisfero sud ad una distanza di circa 2,5 volte oltre Nettuno e Plutone. Nell’ottobre 1988 Harrington divulgò le sue scoperte in un documento intitolato “La posizione del Pianeta X” pubblicato sull’Astronomical Journal e nel quale era presente uno schizzo dei cieli con indicazioni di dove si sarebbe potuto trovare (al momento) il Decimo Pianeta sia nei cieli settentrionali sia in quelli meridionali. In seguito alla pubblicazione del documento Harrington  in base ai dati che nel frattempo erano stati raccolti dal Voyager 2 - che aveva raggiunto Urano e Nettuno rilevando perturbazioni costanti, piccole ma ben evidenti, nelle loro orbite – concluse che il Decimo Pianeta doveva trovarsi nei cieli meridionali. Tra l’altro il 16 gennaio del 1990 Harrington riferì all’American Astronomical Society di Arlington in Virginia che l’Osservatorio Navale aveva ristretto le ricerche del Pianeta X ai cieli meridionali ed annunciò l’invio di un team di astronomi in Nuova Zelanda presso l’Osservatorio Astronomico di Black Birch. Inoltre affermò che in seguito ai dati ottenuti dalla Voyager 2 era convinto che il Decimo pianeta fosse cinque volte più grande della Terra e circa tre volte più distante dal Sole rispetto a Nettuno e Plutone. Sfortunatamente Harrington morì prematuramente nel gennaio 1993 non prima però di fornire allo stesso Sitchin importanti conferme di persona in un incontro avuto con lui nel agosto del 1990 all’Osservatorio Navale di Washington e confermato in un’intervista fatta al noto studioso dal giornalista Luca Scantamburlo e pubblicata sul numero di Ago/Sett 2006 della rivista “UFO Notiziario”. “Primo, - afferma Sitchin - egli mi disse che il mio libro, Il Dodicesimo Pianeta, era giusto sul lato della sua scrivania per tutto il tempo, ed egli lo consultava ogni qualvolta aveva bisogno di una risposta alle domande sulla ricerca del “Pianeta X”. Secondo, egli disse e mostrò attraverso degli schizzi orbitali comparabili che il “Pianeta X” ed il “mio” pianeta, che i Sumeri chiamavano Nibiru ed i Babilonesi Marduk, sono unici e lo stesso. E terzo, egli descrisse il pianeta – le sue dimensioni, il suo essere abitabile con un’atmosfera etc”. Tra l’altro alla successiva domanda in cui si citava proprio il documento di Harrington sul Pianeta X del 1991 dove egli stesso suggeriva che poteva essere visibile nei Cieli Meridionali nella regione del Centauro e dell’Idra, Sitchin rispose: “Sì. Egli mi mandò uno schizzo, segnando con la sua calligrafia dove dovrebbe concentrarsi la ricerca; l’ho pubblicata nel libro Genesis Revisited (L’Altra Genesi, Piemme 2004). Ciò che disse concordava con le predizioni bibliche che riguardano il ritorno del pianeta.”.  Ora, quanto finora esposto risulta rilevante e chiarificatore per gli argomenti che verranno riportati d’ora in avanti e che potrebbero essere utili alla comprensione dell’affaire Decimo Pianeta. In seguito alla missione IRAS del 1983, in particolar modo dalla seconda metà degli anni ’80, in vari parti del mondo sono stati costruiti nuovi e avanzati telescopi nell’emisfero settentrionale ma molti, guarda caso, concentrati in varie aree geografiche nell’emisfero meridionale. Lo stesso Vaticano in quegli anni avviò, grazie ad un’apposita legge varata dal Congresso degli Stati Uniti, la costruzione del VATT (Vatican Advanced Technology Telescope) sul Monte Graham in Arizona. Il complesso astronomico sul Monte Graham vide la costruzione di tre telescopi uno di questi, il Graham International Observatory che gestisce l’avanzatissimo Large Binocular Telescope – LBT frutto della collaborazione tra Stati Uniti, Italia e Germania. L’ideazione e costruzione dell’LBT ha richiesto una ventina d’anni, coinvolgendo industrie e comunità scientifiche dei tre paesi partecipanti ed è il più grande telescopio ottico su singola montatura (cioè che ha due lenti montate sulla stessa struttura meccanica, come un binocolo) mai realizzato è il più potente di tutto l’emisfero nord con una definizione addirittura superiore al telescopio orbitante Hubble. Il super telescopio è dotato di un sofisticato apparato denominato Large Binocular Camera, un sistema di supermacchine fotografiche digitali in grado di effettuare osservazioni dall’ultravioletto all’infrarosso, con una sensibilità un miliardo di volte più alta di quella dell’occhio umano. Negli anni ’90, soprattutto a partire dalla seconda metà, e nel nuovo millennio hanno visto la nascita importanti strutture quali il Very Large Telescope (VLT), l’Osservatorio Gemini, il South African Large Telescope (SALT), il South Pole Telescope, l’IRAIT e il PLATO (Plateau Observatory). Costruito in varie fasi a partire dal 1998 il Very Large Telescope Project (VLT - Telescopio Molto Grande) è un sistema di quattro VATT, opera distaccatamente dal Mounttelescopi ottici separati, affiancati da vari strumenti minori. Ognuno dei quattro strumenti principali è un telescopio riflettore con uno specchio primario di 8,2 metri. Il progetto VLT, costato circa 500 milioni di dollari, fa parte dell'European Southern Observatory - ESO (Osservatorio Europeo Meridionale) un’organizzazione astronomica internazionale, creata nel 1962, di cui fanno parte, al momento, paesi dell'Unione Europea quali: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito. La maggior parte degli suoi osservatori dell’ESO si trovano in Cile (da qui il nome meridionale) dove gestisce due grandi osservatori astronomici nel deserto di Atacama, l’Nel novembre 2005 in Sudafrica, con tanto di cerimonia ufficiale di battesimo alla presenza del presidente Thabo Mbeki, venne avviato il Southern African Large Telescope (SALT) un telescopio ottico del diametro di circa 10 metri, situato in cima ad una collina all'interno di una riserva naturale a 370 km a nord-est di Città del Capo, vicino alla cittadina di Sutherland. Il telescopio, concepito principalmente dal Sudafrica che ha contribuito maggiormente al finanziamento, è frutto della collaborazione di altri paesi che hanno collaborato al progetto tra i quali: Germania, Polonia, Stati Uniti, Regno Unito e Nuova Zelanda. Il SALT è il più grande telescopio ottico dell’emisfero australe, ed è in grado di riprendere immagini ed eseguire analisi di spettroscopia e di polarimetria di oggetti celesti che non sono visibili dall'emisfero boreale. Inoltre, raccoglie oltre 25 volte più luce di ogni altro telescopio africano esistente e può individuare oggetti deboli come una fiamma di candela sulla Luna. Osservatorio di La Silla e l’Osservatorio del Paranal, che comprende il Very Large Telescope ed il VLT Survey Telescope. Il VLT si trova sul Cerro Paranal, una montagna alta 2.640 metri sul desolato deserto di Atacama, nel Cile settentrionale. L’ubicazione del VLT in tale area è stata voluta dagli astronomi europei dell’ESO in virtù della bassissima umidità e della eccezionale trasparenza riscontrate grazie anche lontananza da fonti di inquinamento luminoso. Il VLT è dotato di un vasto apparato di strumentazioni in grado di lavorare sia nella luce visibile (FORS per l’immagine e la spettroscopia a bassa risoluzione, UVES per la spettroscopia ad alta risoluzione), che nell’infrarosso grazie alla camera-spettografo infrarossa ISAAC (Infrared Spectrometer And Array Camera) uno strumento multifunzionale in grado non solo di ottenere ottime immagini in infrarosso ma anche spettri di alta qualità di oggetti deboli. Inoltre nel 2007 il VLT è stato dotato di un nuovo ed avanzato strumento denominato HAWK-I (High Acuity, Wide field K-band Imaging) finalizzato allo studio di corpi indistinti quali galassie lontane o pianeti e stelle di piccole dimensioni a lunghezze d’onda a infrarosso vicino. L’HAWK-I, che è stato progettato, costruito e commissionato dall’ESO, dovrebbe inoltre essere adeguato per la ricerca delle stelle a massa più grande e dei corpi a massa minore nella galassia e un utile dispositivo per lo studio di corpi extrasolari, quali i lontani asteroidi ghiacciati e le comete. Tra l’altro sempre il complesso dell’Osservatorio di La Silla ospita dal ’99 il telescopio svizzero Eulero, di proprietà dell'Università di Ginevra, progettato per la scoperta di Pianeti Extrasolari. Il telescopio, che ha appena 1,2 m di diametro, è equipaggiato con un sofisticatissimo spettrografo che consente di effettuare misurazioni di alta precisione della velocità di una stella. Sempre l’ESO con la cooperazione italiana dell’OAC (Osservatorio Astronomico di Capodimonte) ha realizzato il VST ossia VLT Survey Telescope installato a Cerro Paranal in Cile ed operativo dal 2007. Il VST è un telescopio alt-azimutale di survey a grande campo, con un'apertura di 2.6 metri e com un FOV (Field Of View) di un grado quadrato. Il suo scopo scientifico primario sarà di fare una mappa profonda dell’emisfero Sud permettendo l’identificazione di oggetti interessanti da osservare, poi, più dettagliatamente, con i vari strumenti del VLT. Il telescopio inoltre è dotato di una camera di imaging a grande campo, denominata OmegaCAM, frutto di un consorzio internazionale fra Olanda, Germania, Italia ed ESO. Grazie a questo strumento di piano focale, a dispetto delle dimensioni del campo di vista, il VST è in grado di garantire un'ottima risoluzione angolare (scala di 0.216 arcsec/pixel), mediante la quale potrà condurre osservazioni in modalità stand-alone in tutta la banda spettrale che va dall’ultravioletto all'infrarosso vicino.

Fonte: http://www.secretum-omega.com/ritornonibiru.html

giovedì 8 dicembre 2011

El Popocatépetl Estremece a Vecinos con Fuerte Explosión 20-NOV-2011.

El volcan

Volcano Eruption: Mexico 26/11/2011

Fossa del Giappone spaccata dopo il mega terremoto del Marzo scorso. Il video

L'enorme spaccatura generata dal terremoto giapponese

Un nuovo studio ha dimostrato come il mega terremoto del Marzo 2011 che ha devastato il Giappone, ha aperto varie fessure al largo delle coste sul fondale marino, di cui una di almeno tre metri di spessore. Secondo Takeshi Tsuji, ricercatore dell’Università di Kyoto in Giappone, l’enorme cicatrice si trova attualmente sul fondo del Pacifico, dove in precedenza vi erano letti di vongole. Queste enormi spaccature sono state rivelate da sommergibili marini che hanno indagato i fondali dopo il terremoto di magnitudo 9.0, mostrando come la crosta intorno all’epicentro si sia ampliata e screpolata. Tsuji e colleghi hanno avuto la grande opportunità di vedere come il fondo marino sia cambiato dopo il fortissimo sisma. Prima dell’evento, i ricercatori avevano ripreso video e fotografie del fondale nella parte continentale della Fossa del Giappone, nei pressi della crosta che in seguito alla rottura ha generato un enorme tsunami che ha ucciso circa 20.000 persone. In una precedente indagine del 2006, il fondo marino era coperto da sedimenti e anemoni di mare e a quei tempi non erano state osservate spaccature. I video hanno mostrato un fondale marino silenzioso, rotto solo da occasionali letti di molluschi, come ha riportato Tsuji in occasione della riunione annuale della American Geophysical Union (AGU). Da circa 3.200 a 5.350 metri sotto la superficie dell’Oceano, i ricercatori hanno visto fessure aperte in “luoghi diversi”, ha detto Tsuji. Si andava da circa 1 a 3 metri di diametro, anche se i ricercatori non sono stati in grado di misurare la profondità di queste nuove ed estese crepe. Unendo le loro osservazioni dirette con le indagini sismiche del fondo marino, i ricercatori hanno scoperto una serie di difetti complessi intorno alla zona in cui la crosta continentale, al largo della costa del Giappone, è stata costretta ad essere subdotta sotto la placca tettonica del Pacifico. La rottura ha quindi spinto verso l’alto una massiccia quantità di fondale marino, che a sua volta ha innescato l’enorme tsunami che ha devastato la costa.

 

http://www.meteoweb.eu/2011/12/fossa-del-giappone-spaccata-dopo-il-mega-terremoto-del-marzo-scorso-il-video/101797/