Nell’ultimo anno, sembra che gli avvistamenti di asteroidi e meteoriti che vanno a zonzo nel nostro sistema solare siano notevolmente aumentati. L’evento più notevole, come tutti ricordano, è accaduto il 15 febbraio scorso, quando un piccolo asteroide è entrato nell’atmosfera terrestre colpendo la cittadina di Chelyabinsk, nella Russia centrale, generando un’onda d’urto che ha distrutto finestre ed edifici, e ha ferito migliaia di persone.
Nello stesso giorno, l’asteroide 2012 DA14 eseguiva il suo passaggio ravvicinato al nostro pianeta, a meno di 30 mila chilometri dalla superficie della Terra, molto al di sotto dell’orbita geostazionaria dei nostri satelliti artificiali. In ultimo, non passa giorno senza che qualche notiziario locale non riporti la notizia di un bolide infuocato che solca i cieli di uno degli angoli del nostro pianeta.
A rincarare la dose di preoccupazione e ad allertare gli animi degli internauti arriva una curiosa notizia che riguarda le profezie “digitali” dei Web Bot. Secondo quanto rivelato da worldnewstomorrow.com, le informazioni raccolte dalla rete dai Web Bot profetizzano una possibile minaccia da parte di un visitatore segreto, vale a dire un grosso asteroide di 1,2 miglia che potrebbe essere diretto verso la Terra. La profezie computerizzata indica il 14 aprile 2013 come possibile data del “contatto”. Dobbiamo preoccuparci?
Il “Web Bot” è un programma informatico capace di prevedere il futuro con una certa precisione. Viene definito “programma profetico” e utilizza le informazioni reperite in internet. Il software fu sviluppato nel 1997 da due informatici, Clif High e George Ure, e inizialmente il suo scopo principale era quello di anticipare gli andamenti della borsa.
I creatori del Web Bot non spiegano nel dettaglio come funziona il software, ma sappiamo che si basano su una serie di complessi algoritmi e programmi operativi che monitorano continuamente tutti gli articoli pubblicati in rete, blog e altre forme di dialogo sul web.
Ad ogni parola viene assegnato un valore numerico che corrisponde a determinate specifiche come il tempo, l’impatto, l’immediatezza e l’intensità. Il software usa una tecnica chiamata “Analisi Asimmetrica dei Trend di Linguaggio” che genera una lista di previsioni.
Quindi, si analizza la lista per individuare degli schemi ricorrenti. E’ un pò come attingere dalla mente dell’alveare, la coscienza collettiva di tutti gli utenti di internet. Abbiamo trattato la questione più nel dettaglio in questo articolo: Web Bot: il futuro svelato da un software!
Ebbene, una delle ultime analisi asimmetriche ha generato una previsione alquanto inquietante: secondo il software, il 14 aprile 2013, tra appena 6 giorni, un asteroide di circa 1,2 miglia dovrebbe approcciare pericolosamente la Terra. Fino a che punto “pericolosamente”? E’ possibile che un corpo celeste del genere possa impattare la Terra tra una settimana?
Sicuramente, la frequenza statistica degli avvistamenti di asteroidi e comete nell’ultimo periodo non tranquillizza. Inoltre, vale la pena ricordare che lo scorso 19 marzo 2013, il U.S. House Science, Space, and Technology Committee degli Stati Uniti si è riunito per discutere e valutare le possibili minacce provenienti dallo spazio e le eventuali contromisure da prendere.
Charles Bolden
Uno dei commenti più discussi della riunione è stato quello di Charles Bolden, il capo della Nasa, secondo il quale ha ammesso che solo le preghiere possono aiutare ad evitare catastrofi in caso un asteroide minacci di cadere sulla Terra. E lo ha detto nel corso di un’audizione al Comitato della scienza della Camera, davanti ai rappresentanti eletti dai cittadini.
I parlamentari hanno insistito su una domanda, forse ispirata da film di Hollywood tipo “Armageddon”: quanto servirebbe per poter tentare di deviare la traiettoria di un corpo celeste che puntasse, ad esempio, dritto su New York?
“Se parliamo di un anticipo di tre settimane, non potremmo far niente, se non pregare. E se non possiamo fare niente è perché per decenni abbiamo evitato di pensarci”, ha infatti risposto il capo della Nasa. Praticamente non arriverebbe un eroico Bruce Willis a salvarci. Non ce ne sarebbe il tempo.
Proprio da dove dovrebbero arrivare rassicurazioni o progetti di difesa, dalla Nasa si apprende che se un megasasso cosmico dovesse minacciare la Terra, l’unica via di scampo è la preghiera. Fa una certa impressione anche il fatto che tra il 19 marzo, data in cui si è tenuta la riunione e il 14 aprile, passano pressappoco 3 settimane. Che vuol dire?
Le ipotesi possibili sono due:
1) La Nasa è in possesso di informazioni riservate sull’arrivo di una potenziale minaccia per la Terra. Chiaramente, per evitare il panico, non intende rivelare la notizia se non nel momento in cui il disastro manifesterà da se stesso il suo potere distruttivo.
In questo caso, Web Bot, non ha fatto altro che smascherare quello che si trova “nascosto” tra le pieghe della rete mondiale.
2) Essendo il Web Bot un software che analizza le discussione sui forum, gli articoli di blog e di giornale, non è azzardato ipotizzare che si tratti di un’errore di valutazione, o comunque di una sbagliata valutazione dei dati emessi dal web bot.
La grande mole di informazioni raccolte sugli eventi meteoritici dell’ultimo periodo, unita alla sconcertante dichiarazione di Charles Bolden, potrebbero aver ingannato il software conducendolo verso una conclusione sbagliata, frutto di premesse errate.
Insomma, il 14 aprile 2013, sarà un giorno come tutti gli altri, oppure sarà l’inizio dell’era post-umanità. Per avere una risposta, bisognerà aspettare solo 6 giorni. Intanto, cominciamo a pregare…
Aldo Landolfi
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