Sono in tanti gli esperti di geofisica e sismologia che negli ultimi anni hanno lanciato l’allarme per l’Italia: “è vicino un terremoto devastante“. Ne abbiamo parlato in modo molto approfondito su MeteoWeb, con interviste esclusive e articoli dettagliati. E’ chiaro, e lo ribadiamo ancora una volta, che i terremoti non si possono prevedere con precisione, ma si sa quali sono le zone sismiche in cui, prima o poi, le forti scosse si verificheranno, e in base ai dati statistici si possono fare delle ipotesi sulla tempistica delle nuove scosse. A parlare, adesso, è il fisico Marco Mucciarelli, un grandissimo esperto, docente di Sismologia Applicata presso la Facoltà di Ingegeria dell’Università della Basilicata e direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS). Mucciarelli ha anche un blog (“Terremoti, sismologia ed altre sciocchezze“) in cui racconta la sua esperienza di ricercatore anche attraverso le sue attività nelle zone colpite da terremoti. E’ un blog di informazione e divulgazione sull’attività sismica, segnala le scosse più significative commentandone le caratteristiche e le implicazioni. Cerca in particolare di fare chiarezza sulle affermazioni pseudoscientifiche e scorrette che circolano come notizie di stampa o leggende metropolitane. L’impegno di Mucciarelli per la comunicazione è dichiarato nelle sue informazioni personali: “Credo che la divulgazione sia un dovere anche in forme meno consuete e seriose”. Insomma, è l’ultimo a lasciarsi andare ad allarmismi e catastrofismi. Ecco cosa ha scritto nei giorni scorsi:
Recentemente il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha richiamato l’attenzione sul fatto che potrebbe essere imminente un evento sismico catastrofico in Italia (tipo Friuli o Irpinia, per richiamare i più recenti).
Ci sono state reazioni scomposte, da chi ha gridato all’inutile allarmismo a chi si meraviglia visto che si ripete sempre che i terremoti non si possono prevedere.
Non si tratta però di previsione (luogo, data e magnitudo precisi) quanto di una stima molto ragionevole.
In Italia ci sono stati tra il 1100 ed oggi 59 terremoti catastrofici (con magnitudo maggiore o uguale a 6.3). La loro distribuzione nel tempo è quella della figura qui sotto.Il conto della serva ci dà una media di un terremoto ogni 900/59=15,25 anni. Ora, il terremoto dell’Irpinia nel 1980 è stato l’ultimo di questa classe di eventi, ormai 33 anni fa. Sono quindi passati più del doppio della media degli anni da quel terremoto, e già questo sarebbe preoccupante.
Le cose diventano ancora più serie se guardiamo come sono distribuiti gli anni trascorsi tra due terremoti catastrofici, dando un’occhiata al grafico sottostante.Se guardiamo quante volte ci sono stati intervalli più corti di 33 anni scopriamo che sono stati il 90%. Dovremmo essere molto fortunati per sperare che terremoti così forti ritardino ancora molto.
Tra l’altro, 6 di questi 7 “ritardatari” sono avvenuti prima del 1600 e non possiamo escludere di esserci persi le informazioni su qualche terremoto storico. Se guardiamo i casi dopo il 1600 c’è solo un intervallo più lugo dell’attuale, i 38 anni tra il terremoto dell’Irpina del 1930 ed il terremoto del Belice del 1968. Quindi siamo vicini al periodo più lungo senza terremoti catastrofici da quando la memoria storica e completamente affidabile.
E circa le voci che girano su un forte terremoto al Sud entro due anni? (in realtà la voce è uscita l’anno scorso e quindi sarebbe rimasto solo un anno).
Vogliamo accettare la scommessa? Ragioniamo come un bookmaker. Qual’è la possibilità che per puro caso ci sia un forte terremoto al Sud nei prossimi due anni? Definiamo terremoti forti quelli con magnitudo superiore a 5.5, ovvero quelli con elevata probabilità di fare danni e feriti. Di questi eventi ce ne sono stati tra il 1000 ed il 2012 ben 250, quindi circa uno ogni 4 anni. La probabilità che ne venga uno in due anni la possiamo assumere attorno al 50%. E dove avverrà? Al Nord o al Sud?
Il grafico qui sotto ci fa vedere la distribuzione di questi terremoti forti in funzione della latitudine.Dividendo brutalmente l’Italia in due metà quasi uguali a Nord e a Sud del 43°parallelo, si vede che al Sud sono capitati il 60% dei terremoti forti.
La probabilità che al Sud capiti un terremoto forte in due anni qualsiasi (inlcusi quindi i prossimi due) è pari al 60% del 50%, ovvero al 30%.
Non è una probabilità bassa per scommettere.Un bookmaker darebbe una quota 3/1. Per la prossima Confederation Cup il Brasile è dato 1,4/1 la Spagna 1,75/1, l’Italia 7/1 e L’Uruguay 10/1.
Insomma c’è più del doppio delle probabilità che venga un forte terremoto al Sud nei prossimi due anni rispetto alla vincita dell’Italia in Brasile. Nessuno è tifoso, vero?
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