Ora dopo la NASA anche l’ESA Agenzia Spaziale Europea sta cercando idee da qualche bravo testone..di eventuali progetti che prevedono l’abbordaggio o la distruzione di eventuali asteroidi. Come mai tutto questo?
Cettamente la paura fa 90, visti gli ultimi avvistamenti di asteoridi che poi sfiorano spesso il nostro pianeta, quindi non si possono dormire sonni tranquilli. Ecco allora che NASA e ESA mettono in campo le idee e i progetti degli scienziati su un eventuale missione congiunta che prevede la deviazione o la distruzione (?) dell’asteroide che possa impattare sulla Terra.
Asteroid Impact & Deflection Assessment
Prevenire la collissione con la Terra da parte di un asteroide è l’obiettivo di un progetto lanciato dall’Agenzia Spaziale Europea, che invita gli scienziati a presentare le loro proposte.
Questo studio, denominato AIDA (Asteroid Impact & Deflection Assessment) consiste in due missioni distinte, tra le altre si propone una migliore comprensione della fisica delle collisioni ad alta velocità tra oggetti naturali e artificiali.
Il progetto prevede l’utilizzo di un veicolo spaziale progettato dal Laboratorio di Fisica Applicata della Johns Hopkins University (USA), che è stato chiamato DART e la cui missione è quella di colpire un asteroide. Come parte di AIM (‘Monitor Asteroid Impact’) la seconda nave spaziale dell’ESA prevede il lavoro dedicato al monitoraggio nel dettaglio, delle operazioni prima e dopo la collisione, che completerà l’osservazione dalla Terra. “Il vantaggio è che la astronavi sono semplici e indipendenti “, ha detto il capo della filiale statunitense del progetto, Andy Cheng, aggiungendo che tutti possono fare le loro ricerche separatamente. Il direttore per l’agenzia europea AIDA, Andrés Gálvez, ha detto da parte sua che lavorare insieme, in quantità e qualità può portare a risultati ottimi. “Entrambe le missioni sono messe in comune e offrono molto meglio un approccio che prevede il monitoraggio, la deviazione o l’abbattimento dell’asteroide” quindi potrebbe essere un investimento congiunto, e “una grande quantità di dati dalla missione congiunta potrebbe contribuire a convalidare varie teorie, come il nostro modello di impatto”.
Rimandiamo all’articolo pubblicato sul sito web dell’ESA per ulteriori dettagli delle missioni NASA e ESA.
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