Questo racconto della mitologia dei Sioux è certamente una delle più suggestive leggende degli indiani d’America e, soprattutto, è quello che meglio fa comprendere la religiosità, le tradizioni e la cultura in genere di un popolo che, pur così eterogeneo, condivide una visione animistica del mondo che lo circonda (e lo contiene), mondo di cui ha la profonda consapevolezza di essere parte integrante. Una parte nè più importante nè fondamentale: non esiste, presso gli indiani, l’arroganza di riconoscere all’uomo un ruolo preminente del creato.
L’uomo non è altro che un filo all’interno della rete della Vita
A due guide Lakota mandate in cerca di selvaggina apparve una donna bellissima vestita di pelle di daino bianca che disse loro:
“Vengo dalla Gente Bella e sono stata mandata sulla Terra per parlare con il vostro popolo”
“Andate dal vostro capo e ditegli di preparare il grande tipì del consiglio. Esso dovrà essere piantato al centro del cerchio del villaggio con l’entrata rivolta ad oriente. Ho cose di grande importanza da dire al vostro popolo. Sarò al villaggio all’alba”.
Riferito l’accaduto al capo tribù, fu approntato tutto così come richiesto. Paura ed eccitazione si impadronirono di ogni abitante del villaggio per l’imminente visita della donna misteriosa.
Quando il giorno spuntò ella apparve, vestita come la guida aveva raccontato: recava nella mano destra il cannello di una pipa e nella sinistra il suo fornello.
Entrata nella tenda, si sedette al posto d’onore e disse che il Grande Spirito era contento della fedeltà, della reverenza e dell’onestà della Nazione Sioux.
I Sioux vivevano nel bene contro il male, nell’armonia contro la discordia e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l’umanità. Essa era il simbolo della pace tra gli uomini. Fumare la pipa significava comunicare con il Grande Spirito.
Quindi si rivolse alle donne dicendo loro che il Grande Padre aveva stabilito che esse mettessero al mondo i figli, che li nutrissero e li vestissero, rimanendo spose fedeli. Esse, inoltre, avrebbero sopportato in vita grandi sofferenze, ma per la loro natura gentile sarebbero state di conforto agli altri nel tempo del dolore.
Poi parlò ai bambini dicendo loro di rispettare i genitori che li amano e fanno molti sacrifici, per cui ad essi deve venire soltanto del bene.
Agli uomini disse che tutte le cose dalle quali essi dipendono vengono dalla Terra, dal Cielo e dai Quattro Venti e che per questa ragione era necessario ringraziare il Grande Spirito per il dono della vita fumando la pipa quotidianamente.
Raccomandò ancora loro di essere sempre gentili e amorevoli con le donne e con i bambini, per rispetto al loro essere creature deboli.
Infine, insegnò al capo la maniera di custodire la pipa, dal momento che era suo dovere rispettarla e proteggerla, in quanto da essa dipendeva la vita della Nazione Sioux. Come sacro strumento della conservazione doveva essere usata in tempo di guerra, di carestia, di malattia o in caso di grandi necessità.
A questo punto si dice che la donna promise ai Sioux che sette sacre cerimonie sarebbero state in seguito rivelate loro affinchè le praticassero. Esse erano: la Custodia dell’Anima, la Purificazione, la Ricerca della Visione, la Danza del Sole, Come diventare Fratelli (il rito dell’apparentamento), Come diventare Donna Bisonte (la preparazione della fanciulla ai doveri di donna), il Lancio della Palla.
La donna rimase con i Sioux ancora per quattro giorni poi, al quinto, dopo aver acceso la pipa che offrì prima al Cielo, quindi alla Terra, infine ai Quattro Venti, annunciò che la sua missione era finita e partì.
Fece il giro della tenda secondo il cammino del sole, poi lentamente si allontanò dall’accampamento.
A breve distanza si voltò e, sotto gli sguardi di tutta la tribù, si trasformò in un bianco vitello di bisonte.
Gli indiani d’America non operano una netta divisione fra il mondo degli uomini e quello degli spiriti i quali entrano in contatto con gli esseri umani e, in alcuni momenti sacri, se ne impossessano. Uno di questi momenti è quello delle danze con le maschere che indicano la manifestazione sulla terra degli esseri rappresentati dalle maschere stesse.
Un uomo che indossa una maschera sacra durante un rituale non assume solo l’aspetto di quell’animale, ma anche lo spirito.
Ci sono molti KACHINA (KA=rispetto CHINA=spirito): essi non sono solo gli spiriti degli antenati, ma anche quelli di animali, piante, minerali, stelle e forze naturali.
Il 20 agosto del 1994 -nel Wisconsin- nacque ‘Miracle’, un bufalo femmina bianco.
Molti indiani lo credettero simbolo di un nuovo cammino dell’umanità verso la purezza del cuore, della mente e dello spirito.
Ptesan Win la Donna Bisonte Bianco era parte del Popolo Alato del Cielo, ovvero i Wakinyan
Robert Morning Sky in una intervista parla di PTESAN WIN, la Donna Bisonte Bianco, come appartenente al Popolo Alato del Cielo, collegando quindi questo concetto all’esistenza di esseri extraterrestri dall’orientamento prevalentemente femminile. Questo connubio è rilevabile proprio nella figura principale della religione dei Nativi Americani: Donna Bisonte Bianco e la sua storia presenta elementi a favore di una sua origine extraterrestre. Donna Bisonte Bianco è infatti legata ad un fatto storico, come Gesù lo è per i Cristiani.
Questa è la sua storia.
Fra le sette tribù lrochesi vi erano gli ltazipcho (i Senza Archi): erano affamati e cercavano disperatamente dei bisonti. Il loro capo scelse due giovani fra i suoi guerrieri perché andassero a caccia di selvaggina. Vagarono a lungo senza fortuna, sin quando uno disse: “vedo un bisonte venire verso di noi”. Quando la sagoma dell’animale fu più vicina, il secondo guerriero esclamò: “Non è un bisonte, ma una donna”. Era realmente una donna, ma di una bellezza sovrumana. Aveva un viso radioso e sembrava fluttuare nell’aria, invece di camminare. Uno di loro ne era così attratto che voleva possederla, ma il compagno lo avvisò dicendogli: “non vedi che questa donna non è umana, cammina nell’aria?” L’altro però non gli diede retta e allungò un braccio per toccarla. In quel momento una nuvola discese su di lui e, quando si sollevò, delle sue membra non rimase che cenere. La donna quindi si rivolse al superstite dicendo: “Il tuo amico aveva pensieri impuri ed è stato punito. Sono stata mandata dalla Nazione del Bisonte per dare un messaggio al vostro popolo. Prepara la tua tribù perché vi giungerò domani. Dì pure cosa è successo qui. E ora torna da loro senza voltarti”.
Donna Bisonte Bianco si ripresentò l’indomani all’accampamento degli ltazipcho, entrò nella capanna costruita per lei, sollevò verso il cielo la pipa che aveva portato per la tribù e disse: “Pregate Wakan Tanka ‘il Creatore’. Questa pipa vi ha donato. La offro ai Wakinyan, il popolo alato del cielo e rendo grazie al mondo dello Spirito, il mondo dell’aldílà”. Per quattro giorni “Ptesan Win”, come venne chiamata, istruì e civilizzò la popolazione. Poi, mentre si allontanava verso una collina, promise di tornare, scomparendo lentamente.
È probabile che Morning Sky abbia fatto riferimento, parlando di extraterrestri di orientamento femminile, agli elementi collegabili alla natura presumibilmente aliena di “Ptesan Win”. Lo stesso Morning Sky è autore di un ottimo trattato sulla nascita delle religioni a base femminile e al mito della Dea Madre, collegato alla presenza extraterrestre nell’antichità.
Redazione Segnidalcielo
http://www.segnidalcielo.it/2013/01/16/wakinyan-il-popolo-alato-del-cielo/
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