Da dove provengono tutte le comete? Questa stessa domanda se la posero per primi Jan Oort nel 1950 e successivamente Gerard Kuiper. Secondo l’ipotesi di Oort esiste una nube sita tra i 30.000 e 100.000 UA (Unità astronomica=150.000.000 chiometri circa) spingendosi fino a metà circa della distanza che separa il Sole dalla stella più vicina. Essa potrebbe contenere circa 1000 miliardi di comete con orbite casuali. Le comete che osserviamo nei nostri cieli sono quelle espulse dalla nube grazie all’influsso gravitazionale di stelle o pianeti vicini, ed esse adottano orbite che a volte impiegano milioni di anni a completare. Alcune di queste vengono poi catturare nella parte interna del sistema solare percorrendo orbite a breve periodo, passando ripetutamente nei pressi del Sole.
Ben quattro di queste comete si stanno avvicinando alla Terra e quindi, mancano pochi giorni all’inizio della ‘sfilata’ prevista entro quest’anno. Ad inaugurare la passerella è la cometa Panstarrs, che farà capolino nei nostri cieli fra il 9 e il 10 marzo.
Ecco di seguito, come riporta l’ANSA, le comete che si preparano a dare spettacolo, in un crescendo che a dicembre vedrà la cometa Ison, che potrebbe essere così brillante da gareggiare con la Luna:
Cometa Panstarrs
cruciale per Panstarrs, sarà il passaggio vicino al Sole, se la nostra stella non la indebolirà la cometa sarà visibile a occhio nudo. Si affaccerà nei cieli del nostro emisfero probabilmente il giorno prima del suo passaggio al perielio, ossia la minima distanza dal Sole, prevista per il 10 marzo. Rispetto alle previsioni la cometa ”nelle ultime settimane si è indebolita un po’ ma in ogni caso negli ultimi giorni ha un po’ recuperato e ci aspettiamo che sia visibile a occhio nudo”, spiega l’astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope. Per il presidente dell’Unione Astrofili Italiani (Uai), Mario Di Sora, ”secondo le previsioni la cometa, anche se molto bassa sull’orizzonte, dovrebbe cominciare a essere visibile dal 9 marzo e fino all’11 marzo dovrebbe raggiungere la massima magnitudine attesa. Fra il 15 e il 16 marzo inizierà ad alzarsi sull’orizzonte”.
L’oggetto, spiega Masi, dovrebbe essere di magnitudine 2, come la stella polare. Per osservarla, prosegue, ”bisognerà guardare verso Ovest, subito dopo il tramonto. Inizialmente l’oggetto sarà visibile nella costellazione dei Pesci e si dirigerà nella costellazione di Pegaso fino a solcare le stelle di Andromeda a fine marzo”. Gli astrofili si stanno già organizzando per non perdere lo spettacolo e la Uai ha organizzato serate di osservazione per il 15 marzo, presso l’osservatorio di Campocatino (Frosinone) e l’osservatorio Fuligni di Rocca Priora (Roma), e per il 16 marzo a Noci (Bari). Per gli appassionati di fotografia astronomica, l’osservatorio di Catania dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) invita il pubblico a realizzare foto della cometa, che poi pubblicherà sul suo sito.
Cometa Bressi
contemporaneamente alla Panstarrs, ma con un ruolo di ‘comprimaria’, il 10 marzo si affaccerà nel cielo anche la cometa C/2012 T5 Bressi. Sarà bassissima sull’orizzonte Est e forse, sottolinea la Uai, al di sotto della decima magnitudine, quindi non visibile ad occhio nudo. La sua altezza nel cielo andrà rapidamente aumentando, anche se la sua luminosità andrà diminuendo altrettanto rapidamente.
Cometa Lemmon
esordirà gradualmente nel cielo boreale a cominciare dalla metà di aprile, osserva Masi, sollevandosi pian piano sempre di più, per rendersi visibile poco prima dell’alba a fine mese. Ma la sua luminosità sarà intorno alla magnitudine 5 e ”dunque – sottolinea – per osservarla è consigliabile un modesto binocolo”.
Cometa Ison
chiuderà l’anno delle ‘comete’ e si annuncia memorabile. Visibile dal prossimo novembre fino al gennaio 2014, potrebbe diventare la super-cometa di Natale. Si prevede molto luminosa, probabilmente, sottolinea l’Inaf, eguagliando la Luna e rimanendo visibile anche di giorno.
LA COMETA C/2013 A1
Poi sarà la volta della Cometa C/2013 A che 19 ottobre 2014 avrà un incontro ravvicinato con Marte (Siding Spring), e con i dati attuali a disposizione non è da escludere un rischio di collisione tra il nucleo cometario e il Pianeta Rosso!
Nuove misure astrometriche, condotte dall’osservatorio ISON nel nuovo Messico sulla cometa scoperta il 3 gennaio scorso dal grande Robert McNaught, confrontate con osservazioni precedenti (pre-scoperta) condotte dal team del Catalina Sky Survey indicano che fra 1 anno e mezzo circa, appunto il 19-10-2014, la cometa transiterà ad “appena” 37.000 km da Marte! La distanza è minima dal punto di vista astronomico, circa 5 diametri marziani, ed ovviamente andrà meglio definita nei prossimi mesi, ma di certo sembra che almeno la chioma della cometa possa coinvolgere Marte, e con il rischio di una collisione che rimane attualmente davvero serio!
Infatti quando la cometa si avvicinerà al Sole e aumenterà l’attività del suo nucleo, i getti di gas potrebbero correggere leggermente la traiettoria della C/2013 A1 e si vedrà se questi aggiustamenti potranno far aumentare o meno il rischio di un collisione planetaria.
In questo momento, la cometa si trova ad oltre un miliardo di chilometri dal Sole, tuttavia è già visibile una piccola attività cometaria, con un rilascio di gas e polveri, e quando il prossimo anno si troverà più vicina alla nostra stella è facile che maggiori quantità di gas e polveri possano essere rilasciati dal suo nucleo. Se lo farà, la sua orbita potrà cambiare abbastanza per spingerla lontano da Marte, oppure per avvicinarla ulteriormente fino alla collisione. Non avremo certezze almeno fino alla fine dell’estate 2013, quando grazie ad un numero maggiore di osservazioni avremo più dati in merito ad un eventuale impatto cometario. Ma prima d’ora si erano verificate cosi tante visite (cometarie..) nel nostro sistema solare!
Redazione Segnidalcielo
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