Non c’è mai una notizia buona…che dire …siamo proprio una razza distruttrice … Dolbyjack
WASHINGTON. La morte nel Terzo Millennio verrà nel silenzio, nel vuoto e nel buio, annunciata soltanto da un istante di luce devastante. La fantascienza si avvera. Il futuro è divenuto presente. Il raggio della morte è uscito dagli schermi di Star Wars e dai fumetti di Flash Gordon e sta pronto nel cuore dello stesso deserto del New Mexico dal quale mezzo secolo fa si avverò un altro incubo della storia, la bomba atomica.
I suoi genitori lo hanno battezzato ‘Miracl’ , con quello strano, rassicurante senso dell’ umorismo che già fece chiamare ‘Little Boy’ e ‘Fat Boy’ le due prime bombe nucleari sganciate sul Giappone e il soprannome è formato con le iniziali del suo acido nome ufficiale: Mid Infra Red Advanced Chemical Laser. Se il comando supremo politico delle Forze armate, se Clinton, gli darà il via in questo mese di settembre come gli chiede l’ Air Force, ‘Miracl’ lancerà il suo fascio di luce dal diametro di due metri alla velocità di 300 mila chilometri all’ ora e compirà il suo miracolo: una frazione di secondo più tardi, un satellite da mezza tonnellata in orbita a 430 chilometri di distanza si consumerà in un battito di ciglia come la capocchia di un fiammifero. Nel silenzio, nel buio, nel vuoto dello spazio. E nei terrificanti interrogativi che la prima, vera arma del nuovo millennio, ci apre davanti.
Nasce MIRACL, il vero primogenito delle Guerre Stellari, l’ ordigno che risponde al sogno-incubo della spada nel cielo, capace di annientare con un fascio di luce e calore oggetti, corpi, solidi anche di grandi dimensioni. Ha la stazza di un autocarro Tir, e la foggia di un enorme riflettore alto 6 metri puntato verso lo spazio. Lo ha costruito la Hughes Aircraft, la società aerospaziale che fu fondata dal miliardario demente Howard Hughes. Ed è il ‘gioiello’ nella corona di ordigni progettati e sperimentati negli ultimi 15 anni, da quando Ronald Reagan, ispirato dal fisico ungherese Eduard Teller che già aveva costruito la prima bomba all’ idrogeno, lanciò il progetto delle Guerre Stellari.
Molti altri esperimenti sono stati condotti, con successo alterno, in questi anni. Armi orbitanti anti-satellite, scudi anti-missile, laser di varia potenza sono stati costruiti e provati nei laboratori e nei poligoni militari. Ma niente ha mai materializzato così completamente ed efficacemente la spaventosa promessa delle Star Wars come questo ‘Miracl’ . La ‘spada nel cielo’ è costata relativamente poco, appena 60 miliardi di lire, in un bilancio complessivo di 70 mila miliardi spesi fino a oggi dai contribuenti americani dal 1983, quando Reagan lanciò le sue Star Wars. E’ costruito, per i pochi dati diffusi da Pentagono, attorno a una sorta di camera esplosiva, dove brucia ed esplode combustibile identico a quello usato per lanciare i missili.
Gran parte della spaventosa energia generata dall’ esplosione viene dispersa sotto forma di calore, ma ne rimane abbastanza per essere rimbalzata da specchi e camere di compensazione e per generare un fascio di luce ultraconcentrata la cui potenza – dicono soltanto i generali dell’ Air Force – si misura “in molti megawatt”. Sono milioni e milioni di watt (le specifiche esatte sono ancora segrete) un immenso calore concentrato chirurgicamente sull’ obiettivo, (vedi foto sotto il foro ad una piattaforma petrolifera) per distruggerlo con assoluta precisione. “Se avremo il permesso di attivarlo – dicono al poligono di White Sands, nel New Mexico – potremo scegliere se disintegrare il satellite bersaglio con una sola scarica o se demolirlo un pezzetto alla volta”. Dunque, ‘Miracl’ ha la precisione e la potenza sufficienti per smantellare a 430 chilometri di distanza un oggetto che pesa 5 quintali, pezzo per pezzo. Non è difficile immaginare che cosa potrebbe fare a un corpo umano a pochi chilometri. Secondo il New York Times, questo ‘raggio’ dovrebbe raggiungere una potenza di “oltre due milioni di watt”.
Qualcosa come 400 mila normali lampadine da 50 watt. La notizia che la ‘spada del cielo’ è pronto e il tiro al piccione spaziale è imminente è venuta dalla Federazione degli Scienziati Americani che ha ottenuto una copia del documento che l’ aviazione ha presentato a Clinton. La rete di satelliti-spia che orbitano ormai a centinaia sopra la nostra testa è essenziale nella condotta delle guerre moderne. I satelliti osservano, fotografano con fantastica precisione (dallo spazio è possibile leggere i titoli del giornale che avete in mano per strada) danno la posizione esatta e le coordinate necessarie alle navi, ai mezzi di trasporto, agli aerei, agli artiglieri, ai carristi, al singolo soldato che può, con un ricevitore tascabile, sapere sempre ed esattamente dove si trova sulla superficie terrestre. Possedere una rete di satelliti efficienti, e accecare i satelliti nemici, è ormai parte essenziale di ogni pianificazione strategica.
La nazione che riuscisse ad annientare i satelliti del nemico avrebbe, in caso di conflitto, un vantaggio formidabile e decisivo, ha scritto a Clinton il comando dell’ Air Force. Ma proprio per questo, l’ arrivo di ‘Miracl’ nel nuovo campo di battaglia interplanetario del prossimo Millennio, rischia di riaccendere una selvaggia corsa all’ armamento spaziale che la fine della Guerra Fredda sembrava avere calmato. Nessuna nazione che volesse pretendere di essere una potenza militare potrebbe permettere di avere i propri occhi nel cielo esposti al lampo accecante dei laser avversari, senza avere nel proprio arsenale un raggio della morte per rispondere.
“Proprio per questo dobbiamo usare ‘Miracl’ e studiare quali effetti ha”, rispondono al Comando Spaziale Militare di Arlington, un sobborgo di Washington “e dobbiamo eventualmente progettare satelliti più resistenti agli attacchi”. Come sempre nella storia degli armamenti, a una spada più potente, farà seguito uno scudo più resistente, sia esso nel cielo o sulla umile Terra. Clinton, dicono i suoi consiglieri, è incerto, lacerato fra il timore di scatenare un altro giro di corsa al riarmo spaziale e la necessità di mantenere le sue forze armate al massimo livello possibile di tecnologia. “”Il presidente sa benissimo – dice un esperto di problemi della difesa citato dal New York Times – che, Guerra Fredda o non Guerra Fredda, gli scienziati di altre nazioni stanno conducendo esattamente gli stessi esperimenti e i fisici russi o cinesi non hanno improvvisamente dimenticato come si costruisce un laser militare soltanto perché è caduto il muro di Berlino”. Clinton teme di riaprire il vaso di Pandora. I militari gli fanno osservare che il vaso non è mai stato davvero chiuso.
E il Congresso, il Parlamento americano, che 5 anni or sono aveva messo il coperchio finanziario sulle Guerre Stellari, lo ha dischiuso, tornando ad autorizzare fondi pubblici per esperimenti militari. ‘Miracl’ sparerà il suo raggio, non ci sono dubbi. Non c’ è mai stata una nuova tecnologia che non sia entrata, prima o poi, al servizio dei militari. Se non in questo mese di settembre, come volevano i comandi militari, nei prossimi, quando i dilemmi e le polemiche si saranno calmati, il raggio scatterà dalle sabbie del New Mexico verso il cielo, come si alzò il fungo di Alamogordo nel 1945. Proprio da quella regione dove i devoti degli Ufo credono sia caduto a Roswell, più di 60 anni fa, il primo disco volante con alieni a bordo. Forse per dimenticare che, almeno in questo spicchio di universo chiamato sistema solare, i soli e pericolosi ‘aliens’ siamo noi terrestri.
Emiliano B.
http://www.segnidalcielo.it/2012/10/star-wars-miracl-il-raggio-della-morte/
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