Una certa quantità di particelle è stato espulso da una galassia lontanissima e ha raggiunto l’orbita terrestre. Questo piccolo bagaglio di energia e’ stato intercettato dal telescopio spaziale della Nasa Fermi, al quale l’Italia partecipa con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) l’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Il flusso di energia sottoforma di raggi gamma e’ stato scagliato nel cosmo ben 11 miliardi di anni fa. I dati raccolti da Fermi, combinati con quelli del radiotelescopio Vlba (Very Long Baseline Array), hanno permesso di stabilire che la galassia dalla quale e’ partito il ‘blob’ si chiama 4C +71.07, Gli astronomi hanno potuto verificare cosi’ che, contrariamente a quanto prevedono le attuali teorie, il flusso di raggi gamma non ha avuto origine nel buco nero supermassiccio che si trova al centro della galassia (con una massa pari a 2,6 miliardi di volte quella del nostro Sole), ma da un altro buco nero distante 70 anni luce.
Ora si ha la certezza che anche altre galassie tra loro possono essere influenzate da un bagaglio energetico. Ad esempio, dopo essere stata quieta per anni, la galassia 4C+71.07 si e’ accesa e ha iniziato ad emettere raggi gamma in corrispondenza dell’emissione di una sorta di “blob” di particelle, che i radioastronomi hanno visto nascere a circa 70 anni luce dal buco nero supermassivo che e’ responsabile dell’attivita’ della galassia”, osserva la responsabile per l’Inaf per lo sfruttamento scientifico del satellite Fermi, Patrizia Caraveo. ”Il risultato – aggiunge – e’ interessante e stupefacente: bisognera’ capire come mai questa concentrazione di particelle energetiche si sia formata cosi’ distante dal buco nero”. Quindi la scienza scopre ma non comprende! Le galassie sembrano conversare tra loro come le cellule del corpo Umano espellendo energia sotto forma di Raggi Gamma e altre particelle. Ad esempio la famosa emissione di raggi gamma esplosa al centro della nostra Via Lattea, ovvero dal buco nero massivo Sagittarius A è molto simile a quella esplosa dalla galassia 4C+71.07.
Questa galassia (4C +71.07) si trova nella costellazione dell’Orsa Maggiore ed e’ cosi’ lontana che la sua luce impiega 10,6 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Gli astronomi stanno oggi studiando questa galassia come era quando l’universo aveva meno di un quarto della sua eta’ attuale. Scoperta negli anni ’60 del secolo scorso, 4C +71.07 e’ stata subito classificata come un’intensa sorgente di onde radio.
Parte della materia che cade nel buco nero viene accelerata verso l’esterno a velocita’ vicine a quella della luce, creando due getti di particelle che si allontanano in direzioni opposte. Uno di questi risulta punta quasi esattamente verso la Terra. Questa caratteristica rende 4C +71.07 quello che gli astronomi chiamano ‘blazar’, ossia una classe di oggetti celesti che comprende alcune dei piu’ brillanti sorgenti di raggi gamma presenti nel cielo.
Redazione Segnidalcielo
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