Come più volte abbiamo ribadito nei nostri editoriali, l’attuale ciclo undecennale del Sole è tra i più deboli dell’ultimo secolo, nonostante sia prossimo alla fase di massimo. Ciò potrebbe significare un periodo di bassa attività futura, probabilmente ancora più bassa di quella che attualmente sta vivendo la nostra stella. L’attività del Sole è facilmente controllabile dal numero di macchie solari presenti sulla sua superficie. Di queste sono disponibili degli archivi a partire dalla metà del XVIII secolo, periodo durante il quale si sono comunque già verificati massimi molto deboli. Uno degli indicatori di un cambiamento imminente nella polarità del campo magnetico solare è la riduzione dell’attività magnetica, un evento che si verifica puntualmente al termine del ciclo di riferimento, grazie alla riorganizzazione della sua dinamo interna. “Il polo nord ha già invertito la sua polarità, mentre c’è attesa per quello meridionale, in corsa tuttavia per colmare il ritardo“, dice Phil Scherrer, fisico solare alWilcox Solar Observatory di Stanford, che ha monitorato i campi magnetici polari del Sole dal lontano 1976. “Ben presto, entrambi i poli saranno invertiti, e comincerà il secondo picco del massimo solare“, ha aggiunto il ricercatore, come si può leggere sul sito della NASA.
Il Sole e la sua attività. Credit: NOAA
Il ciclo solare 24 (l’attuale) è insolito per diverse ragioni. E’ partito con un anno di ritardo e ha avuto un’attività estremamente bassa nel 2009, convincendo gli scienziati a posticipare il picco massimo al 2012 e successivamente al 2013. Gli ultimi massimi solari hanno sempre mostrato dei picchi doppi di attività, segnando una svolta rispetto al passato. Le possibili cause del cambiamento sono state discusse il mese scorso in una riunione della Divisione di Fisica Solare dell’American Astronomical Society. “Il ciclo solare 24 non è soltanto il più basso osservato dall’avvento dell’era spaziale, ma è quello meno intenso da 100 anni a questa parte“, ha affermato David Hathaway, scienziato della NASA al Marshall Space Flight Center.
Raffigurazione dirante il minimo di Maunder Credit: newscientist.com
Ci sono poi le teorie più “allarmistiche” che prevedono l’inizio di un periodo caratterizzato da scarsa o nulla attività per decenni. E’ di questo parere Matthew Penn del National Solar Observatory, il quale afferma che la forza del campo magnetico delle macchie solari è in declino, e che il ciclo undecennale potrebbe scomparire del tutto a tempo indeterminato. “Se questa tendenza dovesse continuare, non avremo nessuna macchia solare nel ciclo 25, e potrebbe nascere un nuovo Minimo di Maunder“, sostiene il ricercatore. Nonostante non sia mai stata trovata una precisa relazione causa-effetto tra il Minimo di Maunder e la piccola era Glaciale, è indubbio che una bassa attività solare comporti un certo raffredamento climatico per il nostro pianeta. Ciò potrebbe contrastare la tendenza al riscaldamento osservata negli ultimi decenni!