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Il Pensiero di Angeli in Astronave

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Video Discosure-Nibiru e Mauro Biglino

Riflessioni

La dottrina e pratica più blasfema della Chiesa Cattolica è quella della transustanziazione e del sacrificio della messa. La transustanziazione (fatta dogma dal concilio Lateranense IV nel 1215, elaborata in seguito da Tommaso d'Aquino e sancita definitivamente dal Concilio di Trento) insegna che: il pane e il vino, al momento della consacrazione vengono dal sacerdote cambiati nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo (ogni giorno quindi vengono all'esistenza migliaia e migliaia di nuovi Gesù). La Scrittura insegna che nella cena c'è solo la presenza spirituale di Gesù (Luca 22:19-20; Giovanni 6:63; 1 Corinzi 11:26). Inoltre, nell'adorazione dell'ostia, la Chiesa di Roma adora un dio fatto dalle mani di uomini. Questo è il colmo dell'idolatria, ed è completamente contrario allo spirito del Vangelo che richiede di adorare Dio in spirito e verità (Giovanni 4:23-24). Carlo Fumagalli ex prete ed antropologo

Rasoio di Ockam suggerisce che: "tra varie spiegazioni possibili di una data osservazione, quella più semplice ha maggiori possibilità di essere vera".

DA QUANDO E' DIVENTATO REATO AVER CARA LA VITA?

"Nessuna causa è persa finché ci sarà un solo folle a combattere per essa".

Disclose.tv - ANONYMOUS MESSAGE TO NASA ABOUT ETS
http://www.disclose.tv/action/viewvideo/104638/ANONYMOUS_MESSAGE_TO_NASA_ABOUT_ETS/ Agenzia spaziale più importante del mondo, ti abbiamo osservato e ascoltato per molto tempo, siamo contrariati dalle tue costanti smentite e insabbiamenti, sappiamo tutti i tuoi piccoli e sporchi segreti e i trucchetti che usi. Sappiamo come hai falsato tutte le immagini della superfce dei pianeti e dei satelliti che li circondano, sappiamo come hai falsato e nascosto la verità al mondo. Ora abbiamo abbastanza filmati immagini e informazioni che tu non hai. Saremo capaci di mostrare la verità e lo faremo presto, pensi che stiamo bleffando? allora ascolta, la complessità della loro abilità è incomprensibile[...]l'ormeggio dei loro veicoli sembra molto NASA(non diciamo di più) è per i tuoi trucchi?Sappiamo anche come hai rilasciato strani fotogrammi che mostrano dischi che visitano e poi lasciano la terra e hai consigliato agli astronauti di menzionare volta per volta gli ufo, questo è per far credere che sai molto poco di quello che stà accadendo (mentre altri pensano di aver trovato la verità) ma in realtà la verità è così incomprensibilmente vasta e così semplice che sfugge anche ai migliori dispositivi e menti. Ora, sai che facciamo sul serio. Ora ci rivolgiamo a tutti i cittadini del mondo, le entità extradimensionali non sono malvagie come vogliono farvi credere, al contrario, hanno creato il nostro universo quindi sono presenti da prima di noi, non c'è nienti di cui temere, questo è l'inizio della rivoluzione spirituale ed evoluzione della specie umana Traduzione per Angeli in Astronave Raffaele V.

lunedì 6 aprile 2009

ORBITE PLANETARIE E TERREMOTI‏

ORBITE PLANETARIE E TERREMOTI‏

di Giuseppe Badalucco

Recenti studi realizzati da N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K.K. Sharma e P. PeriaKalli del Dipartimento di geologia applicata dell’università di Madras (India), hanno messo in luce la possibilità di predire i rischi di terremoti (come quello del 26 dicembre 2004) rapidamente, in modo da evitarne gli effetti devastanti e mitigarne l’impatto in termini di vite umane e di danni economici; questo attraverso l’analisi della configurazione delle orbite planetarie.


Lo studio mira ad analizzare anche l’impatto di alcuni fattori scarsamente presi in considerazione in passato come le scosse anteriori all’evento significativo e i cambiamenti nel livello dell' acqua sotterranea.
Secondo le ipotesi messe in campo da questi studiosi, quando il sole e più pianeti sono allineati rispetto alla terra, il nostro pianeta subirebbe un turbamento gravitazionale. Gli sforzi gravitazionali cambierebbero la velocità della terra nella relativa orbita.


Quando la velocità di rotazione della terra cambia, il movimento tettonico della zolla litosferica subisce un effetto incrementale. La quantità di moto angolare totale dei pianeti che sono coinvolti nell’allineamento e il turbamento orbitale che ne consegue ha un effetto cumulativo sull’ energia imprigionata nelle rocce della crosta terrestre, da cui può derivare lo scatenamento dell’evento sismico.



Lo studio mette in luce le possibili interferenze planetarie che possono incidere sulla rotazione della terra e quindi sui movimenti tettonici delle zolle della litosfera, che provoca l’effetto cumulativo di energia nelle rocce dalle quali si può liberare improvvisamente e bruscamente provocando l’evento sismico.
Sappiamo infatti che i terremoti sono provocati dai movimenti delle zolle in cui è suddivisa la litosfera (di circa 6-10 cm l’anno) dalla cui frizione si genera la liberazione dell’ energia accumulata nelle rocce sotterranee nelle zone di "confine" della zolla.
Infatti le località poste in prossimità dei confini delle zolle in movimento sono luoghi a grande rischio di terremoti.


Ciò, tuttavia, non significa che i terremoti si presenteranno necessariamente nei bordi della zolle litosferiche.
I terremoti si presentano solitamente lungo i bordi delle placche della crosta terrestre, ma possono anche accadere lontano dai bordi delle piastre, lungo singole faglie interne alla zolla. Queste sono crepe nella terra in cui le sezioni di una zolla si muovono nei sensi differenti. Infatti secondo gli studiosi di Madras per innescare un terremoto in un luogo particolare, dovrebbero essere rispettate alcune condizioni tra cui la distanza del pianeta che incide sulla rotazione della terra.


Dall'analisi dei terremoti significativi degli ultimi 100 anni, è emerso che la latitudine, la longitudine e l’intensità del terremoto è collegata con la distanza del pianeta ed il verso cui è diretto lo stress gravitazionale in qualsiasi punto della superficie terrestre.
Correlando le posizioni e le loro forze con la geologia di quella zona, i terremoti possono essere previsti con un margine d’errore che dovrebbe essere limitato, riguardo alla latitudine e longitudine del luogo epicentrale.

Gli studi realizzati in passato hanno sempre cercato di mettere in luce possibili strategie di previsione dei terremoti ma spesso senza ottenere i successi sperati, cercando di volta in volta di considerare diverse variabili come la colorazione delle acque nelle sorgenti sotterranee, le scosse anteriori all’evento devastante, la variazione nella morfologia delle rocce, i livelli dell' acqua sotterranea e i suoi cambiamenti chimici ed elettrici (la presenza di determinati gas cambia prima di un evento sismico), l'anomalia termica, lo studio della velocità delle onde sismiche.


Vi sono stati casi di vere e proprie previsioni realmente concrete (come quella per il terremoto di Haicheng, Cina) del 1975 (Magnitudo 7,3), ma nella maggior parte dei casi non si riscontra alcun segnale specifico che permetta di capire realmente quello che sta accadendo sotto la superficie.
Ciò che lascia perplessi gli studiosi è che tali metodi sopra accennati possono essere impiegati solo per quelle tipologie di terremoti per i quali i segnali precursori sono evidenti, soprattutto in prossimità delle faglie che si conoscono bene (per esempio come quella di San Andreas, in California).


Nessuna di tali previsioni può essere invece ripetuta per quelle faglie di cui si ha scarsezza di informazioni, come quelle che hanno causato il terremoto di Northridge 1994 (California), e quello di Kobe in Giappone nel 1995.
Lungo la faglia di San Andreas, il segmento considerato molto probabilmente a rischio di rottura era quello di Parkfield. Effettuando ricerche geologiche su questa zona gli studiosi americani avevano fatto una previsione più precisa di un terremoto di magnitudo 6,0 fra il 1988 e 1992. Benché quella previsione non si sia compiuta, un terremoto di magnitudo 6,0 è ancora previsto in quella zona (Ludwin, 1990).


Gli studi degli scienziati indiani aprono una nuova prospettiva sulle cause dei terremoti, legata all’azione gravitazionale del sole e dei pianeti del sistema solare, benché su questo punto la comunità scientifica mantenga la più doverosa cautela.
Per capire in che modo i pianeti possono influire con la forza gravitazionale sulla possibilità di scatenare degli eventi sismici si può fare l’esempio dei passeggeri che stanno in piedi su un autobus e che tendono a muoversi quando l’autista accelera il moto del veicolo o schiaccia il freno; a volte i passeggeri si scontrano fra di loro se sono molto vicini.



Le zolle della litosfera subirebbero gli effetti dei turbamenti gravitazionali poiché gli sforzi gravitazionali cambierebbero la velocità della terra nella relativa orbita; quando tale velocità di rivoluzione cambia, il movimento tettonico delle zolle della litosfera verrebbe influenzato in modo tale che l’ energia accumulata nella crosta terrestre sia liberata bruscamente, provocando il terremoto.


Questi studi hanno messo in luce come fondamentalmente la distanza del pianeta da un determinato punto della superficie terrestre possa incidere sulla probabilità che si verifichino degli eventi sismici, riprendendo in linea di principio alcune ipotesi fatte in passato sulla possibilità che quando la luna attraversa il meridiano del punto di osservazione aumenti la probabilità di terremoti.


Le posizioni planetarie, in rapporto alla superficie terrestre, calcolate in termini di longitudine (ascensione retta) e latitudine (declinazione) permettono agli studiosi di fare delle previsioni sulla possibilità che le orbite planetarie possano incidere sulla possibilità del verificarsi di terremoti. Per far si che ciò accada, tuttavia, le zolle e i punti della crosta terrestre coinvolti dovrebbero avere determinate caratteristiche geologiche che incidano sullo scatenamento dell’evento sismico.


Gli studiosi indiani hanno innanzitutto effettuato studi preliminari su terremoti già accaduti in passato e applicando questa metodologia sono riusciti ad individuare determinate zone interessate a importanti eventi sismici; tra questi sono stati individuati il terremoto di Haicheng (Cina 1975, magnitudo 7,3), ancora un sisma in Cina (Tang Shan) del 1976 (magnitudo 7,6), un terremoto dell'India di 2001 (magnitudo 7,7) e ancora terremoti di intensità minore nella zona di Jamnagar, India (2003).


Il modo in cui le orbite planetarie avrebbero inciso su questi eventi sismici ha fatto giungere gli studiosi alla conclusione che la differente posizione planetaria e la distanza dall’orbita terrestre inciderebbe sull’intensità dell’evento.
Dall’analisi è emerso che, per il terremoto di Haicheng, i pianeti esterni rispetto all’orbita terrestre, come Marte e Saturno erano più o meno su una "linea retta", mentre per il terremoto di Shan, mentre i pianeti con orbita più interna rispetto alla terra ( Mercurio e Venere) erano allineati, questi stessi presentavano una più alta velocità angolare relativa raffrontata ai pianeti esterni.



L'allineamento di Mercurio, Venere e Luna avvenne comparativamente per una durata più breve con effetti di diversa intensità sull’evento sismico di Shan. Si è così giunti all’ulteriore conclusione che se le forze gravitazionali agiscono sulla crosta terrestre con tempi più brevi e in un senso diverso rispetto alla conformazione della faglia o della zolla interessata l’intensità del terremoto sarà minore rispetto al caso contrario.
Impiegando questa metodologia previsionale, con l’ausilio di software specifici per i calcoli geoastronomici, gli studiosi hanno individuato diverse località in cui possono verificarsi terremoti nelle giornate in cui la configurazione planetaria sarebbe in linea retta.


Le località possibili in cui il terremoto potrebbe essere innescato da tali configurazioni sono state identificate analizzando il verso delle forze planetarie in gioco.
Per la data del 20 gennaio 2004 furono individuate:


- l’Indonesia
- le isole Solomon
- le isole Loyalty
- l’Italia
- le isole Kodiak e Aleutine
- l’Alaska
- la California
- Costa Rica
- Colombia.


Tra le località selezionate si è potuto verificare che effettivamente alla data del 20 gennaio 2004, escluso l’Indonesia e le isole Solomon, nelle altre località si sono verificati eventi sismici di maggiore o minore intensità. Di queste la California aveva registrato nove eventi sismici di magnitudo non superiore a 3,2 Richter, mentre l’Alaska aveva registrato due terremoti di magnitudo 5,0 Richter.


Ripetendo l’esperimento per la giornata del 22 gennaio 2004 sono state individuate altre località colpite da terremoti, sulle quali si verificavano allineamenti planetari riguardanti Mercurio, Giove e Venere; tra queste vi erano Sulawesi in Indonesia, Mindanao nelle Filippine, le isole Fiji, la Turchia e Cipro.
In tale giornata in tutte queste zone (escluse Turchia e Cipro) si sono verificati eventi sismici, con l’Indonesia colpita da tre terremoti di magnitudo 5,1 Richter.



N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K. K. Sharma e P. PeriaKalli sostengono che sia possibile quindi predire i terremoti correlando le posizioni dei pianeti in rapporto all’orbita terrestre e la geologia di una determinata zona poiché le forze gravitazionali in gioco nel sistema solare incidono sul movimento tettonico delle placche della crosta terrestre.
In tal modo sarebbe possibile individuare esattamente la latitudine e la longitudine del luogo coinvolto nel terremoto.
È interessante notare come negli ultimi anni si è parlato della possibilità che allineamenti planetari molto particolari possano generare eventi sismici di una certa rilevanza sul nostro pianeta, anche se la comunità scientifica nega assolutamente che i turbamenti gravitazionali, cui va incontro l’orbita terrestre, siano tali da avere rilevanza in tal senso.


Va ricordato l’allineamento del 5 maggio 2000 (che si verifica all’incirca una volta ogni 6000 anni) in cui Terra, Marte, Venere, Mercurio, Urano e Nettuno furono allineati sulla stessa linea retta rispetto al sole. La notte precedente un terremoto di magnitudo 6,5 Richter colpì le zone costiere dell’Indonesia provocando la morte di circa 50 persone e la distruzione di molti villaggi costieri.
Gli scienziati si affrettarono però a smentire qualunque collegamento diretto con l’allineamento dei pianeti.
La comunità scientifica rimane divisa tra sostenitori e detrattori di questa importante ipotesi, nella paura di cadere nel baratro pseudoscientifico dell’astrologia. Tuttavia bisogna ammettere che gli studiosi indiani hanno fornito dati interessanti anche da un punto di vista scientifico e si attendono ulteriori conferme a questa ipotesi.



Riferimenti bibliografici
- N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K.K. Sharma, and P. PeriaKalli - "Planetary configuration: implications for earthquake prediction", Department of Applied Geology, University of Madras, Guindy Campus, A.C.College Buildings.
- Abe. K. - "Earthquakes in China and California", v. 27, p. 72-92, 1988.
- Karl S. - "Planetary Alignment - Part 2, Great Moments in Science", Kruszelnicki Pty Ltd, 1990.
- Ludwin. R. - "Earthquake Research at Parkfield", California, for 1993 and Beyond U.S. Geological Survey Circular 1116, p. 14, 1990.
- Ranjit. B. "The Quake Manual", Out look Magazine, v. XLI, No: 5, p 26 and 27, 2001.
- Watson. J. M. - "Plate Tectonics, Environmental Volunteers", v. 10, p. 1-5, 1999.
- Walker. N. - "Earthquake Hazards", 1982.

Fonte:

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.4562.7

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