CO-CREAZIONE: IL PARADISO SULLA TERRA di Isabella Guerrini
Categorie: Altre dimensioni, Natura, Olos
« “Tutto ciò che accade, tu lo scrivi”, disse. “Tutto ciò che io scrivo accade”, fu la risposta. » - L’Infanta Imperatrice e il Vecchio della Montagna Vagante – La Storia Infinita Michael Ende
I nostri desideri fanno la realtà, ormai è un must di questa epoca, dove ci dicono in molti che il nostro pensiero crea il nostro mondo. Se abbiamo un buon giudizio di noi stessi e una visione positiva della nostra vita, creeremo “quel mondo intorno a noi”.
La New Age ha portato con sé uno spostamento nella coscienza, in cui si riconosce che siamo tutti co-creatori. E ciò avviene in quanto siamo potenti esseri spirituali in un corpo fisico. Ogni spirito è divino, e ci esprimiamo in una forma fisica adatta e volta a co-creare il paradiso sulla Terra. Essere co-creatore significa essere Padrone del Destino. Un maestro, o guru, è in armonia con il corpo, la mente, l’anima e lo spirito. Tale armonia permette una coscienza commensurabile con lo stato evolutivo, e per usare una similitudine, può in genere controllare la proiezione filmica della propria vita.
Io, come sanno in molti che mi leggono su questa rivista, non sono né un maestro nè un guru, e neppure credo di essere in totale armonia fra corpo, mente, anima e spirito. Sono semplicemente al servizio della Natura, e grazie ad essa, ho imparato e sto imparando tanto sulla Creazione ma soprattutto sulla Co-creazione. Quello che sto imparando è che la Co-Creazione vuol dire agire senza una propria volontà, ma servire una volontà interiore alta, agire con intento e desiderio, e soprattutto essere fiduciosi che la diversità è la migliore risposta alla volontà divina e contribuire a questa varietà essendo sé stessi, o meglio scoprendo sé stessi, senza giudizio e farlo con curiosità e meraviglia anche con gli altri che partecipano all’arazzo che tessiamo insieme.
Amo condividere questo grande libro della conoscenza che ho avuto il privilegio di aprire, e spero di sfogliare queste pagine sempre più spesso come mi sta accadendo, insieme a tante mani sempre più coscienti e consapevoli della nostra nobiltà profonda in quanto creature umane e quali meravigliosi e bellissimi esseri spirituali e multidimensionali.
Tutti noi creiamo il nostro “film” dai pensieri e dalle azioni precedenti ed esistenti quale risultato della legge naturale al lavoro. L’opportunità che tutti abbiamo è di prendere il controllo. Una volta che siamo i signori della nostra opera creativa, possiamo procedere ed abbracciare la parte del Destino, della Natura, della Divinità, che ci vuole co-creatori.
La co-creazione quindi, è l’atto che inizia la vita, che schiude alla luce, da parte di coloro che, meglio insieme, hanno lo stesso desiderio di realizzare il proprio scopo con un motivo puro.
Ci sono due cose che vale la pena ricordare nel corso della nostra vita.
Numero uno: la mentalità da vittima crea una realtà da vittima.
Numero due: ciò in cui crediamo diviene reale cioè si realizza.
Questa creazione della realtà avviene a molti livelli. La somma totale dell’interazione degli individui si accumula nella mente collettiva dell’umanità. Ogni specie ha una mente collettiva a cui tutti i membri “individuali” di quella specie sono collegati. Noi aggiungiamo costantemente i nostri modelli di pensiero al livello collettivo, e abbiamo accesso ad altri modelli presenti nel livello collettivo. È un processo a due vie. Diamo e riceviamo.
Gli scienziati hanno teorizzato qualcosa di simile in un modello chiamato “esperimento della centesima scimmia”*. Hanno scoperto che una volta che un certo numero di individui all’interno di una specie impara qualcosa di nuovo, improvvisamente gli altri appartenenti a quella specie possono fare quella cosa senza che venga loro mostrato. Sono mossi da qualcosa che è una sorta di intelligenza di specie. Sebbene la scienza ufficiale non possa spiegare questo fenomeno con la sua visione incredibilmente limitata della vita, il processo è molto semplice.
Una volta che un certo numero di individui all’interno della specie ha trasferito la nuova conoscenza a livello collettivo, viene raggiunto un punto di “massa critica”. La conoscenza diviene abbastanza potente nella mente collettiva da essere accessibile ad ogni altro membro della specie. Quando si sintonizzano sulla vibrazione (il modello di pensiero) che contiene la conoscenza, essi sanno come fare qualcosa senza che venga loro mostrato, perché quel modello di pensiero li sta guidando. Noi in genere chiamiamo questo fenomeno istinto o ispirazione, quando in realtà si tratta di sintonizzarsi su una vibrazione (una frequenza) che trattiene quella informazione. Tutto ciò che ho detto dell’individuo che si crea la sua realtà vale anche per la mente umana collettiva.
Essa riflette la somma totale del pensiero umano, la somma totale di ciò che l’umanità, nel suo complesso, pensa di sé. Se l’umanità non si piace, non si ama e non si rispetta, creerà quella realtà su questo pianeta. Attirerà a sé manifestazioni fisiche di come considera il proprio valore e potenziale. L’unica differenza è che la cappa magnetica non avvolge un’unica persona, ma l’intero pianeta. Ciò crea la realtà globale.
Questa qualità tipica dell’uomo di immaginare ciò che non è o ciò che potrebbe essere mi riporta con la mente ad un libro che amo molto…. la Storia Infinita;
Badate bene, il libro, non il film… che anche se il film è bellissimo, ci parla solo della prima parte del libro. Infatti per l’autore Michael Ende, la fantasia è un’attività vera e propria della mente e soprattutto dell’anima che si serve della mente, così com’è intesa anche da molti neurologi contemporanei. Grazie ad essa, il genere umano è in grado di creare, modificare, plasmare la realtà, costruendole un passato ed un futuro. E questo “potere” sub-creativo, dovuto all’attività immaginativa, è molto simile alla creazione divina, rientrando nelle qualità divine dell’uomo, quelle che lo rendono una parte di Dio, in quanto creatori.
Nella Fantàsia di Ende tutto è concesso, nel bene e nel male. Né Bastiano, il protagonista, né l’Infanta Imperatrice, una delle eroine della storia, fanno distinzioni tra le loro creature; lasciano anzi che vivano ciascuna la loro vita senza interferenze, come farebbe l’autore di un documentario che osserva una scena della natura.
Una scena, tuttavia, originata proprio da chi poi si limita a guardare come un “dio dualistico” la cui immaginazione è a sua volta una “facoltà dualistica” commista di “buio e luce” come nel poema Mythopoeia di Tolkien.
Non ce ne rendiamo conto, ma la nostra realtà umana la costruiamo, su vari piani di coscienza, in questo modo, momento per momento, per quanto mi è dato di conoscere.
Nel regno di Fantàsia, infatti, l’uso dell’immaginazione da parte di Bastiano, l’umano della storia, si limita a dare un impulso; dopodiché ogni creatura si evolve in completa autonomia, decidendo con le sue stesse azioni la sua strada. L’intervento della fantasia d’un autore-creatore non è più necessario, poiché la vita, a Fantàsia, è in grado di svilupparsi seguendo l’istinto e la propria natura.
Così accade, ad esempio, agli Uzzolini, un popolo creato da Bastian con la sua fantasia.
«Noi possiamo fare tutto quello che ci pare. Noi siamo gli Uzzolini. E quando ci viene l’uzzolo facciamo quello che vogliamo»
(Michael Ende, La storia infinita, «XVIII. Gli Acharai») Quando Bastiano tenta di fermare gli Uzzolini, dicendo di essere il loro “benefattore” a cui devono obbedienza, le creature non lo riconoscono né come persona (chiedendogli “Chi sei?”e poi chiamandolo “il Coso”) né come padrone, e si rifiutano di ascoltare i suoi ordini.
Questo può essere letto inoltre come una metafora dell’atto creativo: una volta che si è iniziata una opera, soprattutto d’arte, storia, il resto viene da sé, quasi prendesse vita propria indipendentemente dalla volontà di chi crea. È la magia della creazione o “creatività magica” a permettere la nascita di nuove creature, nuovi mondi e della stessa Fantàsia.
Ogni cosa, a Fantàsia, compresa l’Infanta Imperatrice -, inizia ad avere una propria storia dal momento in cui le viene dato un nome o un nuovo nome. Prima di allora semplicemente esiste, ma non ha uno scopo, un ruolo, una funzione perché è priva d’identità. Questo tipo di creazione è tipico delle culture orali e si trova presso quasi tutti i popoli, con tracce evidenti in poemi epici e testi sacri: Bibbia, Enuma Eliš, Iliade, Odissea, Libro delle caverne, Ciclo degli Ulati (leggenda di Conchobar e Cú Chulain), Ciclo dei Feniani (leggenda di Finn/Fingal e Oisin/Ossian), ecc.
La facoltà creatrice della parola non è dunque un’invenzione di Ende, ma la ripresa di un’idea antica, archetipica e sacra.
Il nome come “soffio della vita” è presente nella cultura egizia, assiro-babilonese, greco-romana (insufflare vitae) e in varie altre. Ciò non deve stupire, poiché il Regno di Fantàsia si presenta come la summa di tutti i miti e le credenze umane, contenute in nuce nell’immaginario di ogni tempo e luogo. Controprova dell’equivalenza tra nome e creazione (nel senso di essere e storia) è il fatto che il Nulla, la forza distruttrice del mondo di Fantàsia, non ne abbia davvero uno.
Un Fuoco Fatuo, nel primo capitolo, afferma che “il nulla non si presenta affatto… non c’è una parola per questo”, ovvero che il Nulla (nel senso di non essere) è privo di nome e quindi il non nome equivale a distruzione. Dare un nome, tuttavia, è necessario ma non sufficiente per dar vita a una storia; è, semmai, il primo passo. Dopo aver ricevuto un nome, ogni cosa ha anche bisogno di uno sfondo, di un passato, un presente e un futuro che la consegnino alla struttura classica e teleologica di ogni storia: inizio-svolgimento-fine.
AURYN
E perciò che i desideri ne “La storia infinita” non sono mai vaghi: per andarsene da un posto, per esempio, non basta desiderare di essere altrove ma è necessario desiderare un altro posto, immaginarlo, figurarselo nella mente. Tale concetto viene spiegato a Bastiano da Graogramàn: “Le strade di Fantàsia le puoi trovare solo grazie ai tuoi desideri. E ogni volta puoi procedere soltanto da un desiderio al successivo. Quello che non desideri ti rimane inaccessibile. Questo è ciò che qui significano le parole ‘vicino’ e ‘lontano’. E non basta volere soltanto andar via da un luogo. Devi desiderarne un altro. Devi lasciarti guidare dai tuoi desideri.
I desideri, dunque, sono le singole essenziali tappe di un percorso che conduce a uno “scopo fondamentale”: la propria identità, ciò che si è se e si vuole veramente, in questo senso va interpretata la frase “Fa’ ciò che vuoi” incisa sull’AURYN, il simbolo, iscritto sul libro e sul talismano, che tesse il filo della trama di tutta la storia.
Tale percorso, che ritroviamo lungo tutto il libro, è rappresentato in modo fisico – oltre che simbolico – dal Tempio delle Mille Porte (per gli esseri umani) e dalla Grande Ricerca (per i personaggi di Fantàsia). Il fatto che per desiderare qualcosa sia necessario conoscere sé stessi, trovare la propria vera volontà e identità, ha delle conseguenze: senza ricordi, qualunque desiderio è impossibile e la mente si svuota completamente. L’effetto, però è diverso a seconda che la perdita dei ricordi riguardi Bastiano (essere umano)o Atreyu (personaggio). Il secondo, infatti, trova le sue risposte proprio perdendo sé stesso – al contrario del primo – e diventando come “un bambino appena nato”. Pur obbedendo a leggi diverse, tuttavia, il Regno di Fantàsia e il mondo dei Figli d’Adamo sono legati l’uno all’altro, né possono probabilmente esistere l’uno senza l’altro.
È questo il significato dei due serpenti che si mordono la coda sull’AURYN, alle Acque della Vita e sulla copertina del libro che legge Bastiano: vuole forse dire che la realtà ha bisogno della fantasia, o viceversa; oppure che l’una contiene l’altra o viceversa.
Ci sarebbe molto altro da aggiungere su come funziona la fantasia per Michael Ende, un’attività creatrice in perenne movimento il cui meccanismo si rompe, però, nel momento in cui i ricordi (il passato, ciò che è stato) non sorreggono più i desideri (il futuro, ciò che sarà e potrebbe essere).
Siamo noi gli esseri della storia che non riuscivano a ritornare nel loro mondo originario, non solo per il semplice motivo di non ricordare più, ma per il semplice fatto che con le loro smanie di successo, ricchezza, potenza, unicità avevano rinnegato la loro natura, il loro essere interno e quindi il loro passato (noi tutti abbiamo sembianze di esseri viventi umani, abbiamo caratteristiche particolari fisiche e psichiche ricevute per ereditarietà genetica ed abbiamo comportamenti, modi di parlare e di reagire, usanze dovute a ciò che abbiamo sino ad ora vissuto).
Un’altra cosa da sapere riguardo alla fantasia è il lavoro con i sogni. I sogni dimenticati in Fantàsia non vengono irrimediabilmente perduti, ma raccolti nella Miniera delle Immagini come lastre sottilissime. Da lì è possibile recuperarle nella più completa oscurità e nel più assoluto silenzio, poiché la luce e il suono distruggerebbero ogni traccia rimasta del sogno. Le immagini nella miniera custodita da Yor di Minroud ricordano sia la speleologia sia l’archeologia. Entrambe, ne “La storia infinita”, sono una ricerca delle proprie origini, un andare alle radici del proprio io e del proprio passato, laddove tutto sembra cancellato per sempre.
Per ritrovarsi bisogna essere dei buoni minatori, come afferma Yor, e sapersi districare nella millenaria stratificazione delle lastre: le più antiche sono quelle più profonde, nascoste e coperte da quelle più recenti.
Considerate le conseguenze di questo processo nella vita di tutti i giorni. L’umanità nel suo complesso vorrebbe liberarsi della responsabilità di ciò che succede nel mondo. Quando qualcosa non funziona, sentiamo gridare: “E ora cosa faranno?”. Raramente attribuiamo la responsabilità a noi stessi. Ci piace lamentarci dei politici e dei banchieri, ma la maggior parte della gente preferisce comunque che siano gli altri a governare il mondo, piuttosto che accettare le proprie responsabilità e fare la propria parte.
Sono questi i modelli di pensiero che dominano la mente collettiva ed essa ha perciò creato quella realtà su una scala collettiva, globale. La mente collettiva ha creato una risposta per quel desiderio che qualcun altro “lo faccia”, attirando insieme campi magnetici – persone – per costruire la rete segreta che ora controlla la direzione della vita di tutti. Ci hanno dato quello che abbiamo chiesto, o “auspicato”. Succede la stessa cosa con le religioni.
Anch’esse sono create dai modelli di pensiero della mente collettiva, così come i media e altre istituzioni che usano la paura e il senso di colpa a scopo di manipolazione e controllo. Essi riflettono, collettivamente, quello che miliardi di persone fanno nella loro vita di tutti i giorni. Manipolano la paura e il senso di colpa per raggiungere i loro scopi. Osserviamo noi stessi per qualche giorno e vedremo quante volte noi (e gli altri) usiamo la paura e il senso di colpa per controllare una situazione. Lo facciamo senza rendercene conto e trasmettiamo questo atteggiamento ai nostri figli. Cos’è che diciamo loro? Non perdiamo energie qui a ricordarlo… diciamo che lasciamo questi ricordi a sé stessi, senza far sentire noi stessi in colpa di quanto è accaduto. Ci osserviamo e ci lasciamo andare… una vecchia immagine di noi è passata.
Questi sono solo esempi marginali del modo in cui la paura e il senso di colpa vengono usati sui bambini. Fin dalla più tenera età essi imparano a fare la stessa cosa agli altri. Quando entriamo a far parte del mondo degli adulti e dei rapporti vigenti al suo interno, l’uso della paura e del senso di colpa ai fini del controllo e della manipolazione è diventato una forma d’arte.
Questo modello di pensiero ha quindi dominato la mente collettiva, e ha creato il riflesso fisico collettivo di ciò, le religioni e le altre istituzioni che ci dicono cosa pensare e usano la paura e il senso di colpa per controllarci. Ancora una volta, le abbiamo create noi. Sono un riflesso di noi stessi, almeno del noi collettivo. Questa è una bella notizia perché abbiamo il potere di eliminare questa manipolazione globale rimuovendo la nostra manipolazione personale.
Tale trasformazione della percezione umana è davvero vitale per il futuro di questo pianeta e del mondo che lasceremo ai nostri figli.
Mentre scriviamo e comprendiamo la storia di come la nostra vita e la vita di questo pianeta è stata controllata e manipolata, vi prego di ricordare che siamo stati noi a creare tutto questo. Le persone e gli eventi sono solo specchi che riflettono per la razza umana e per la Terra i modelli di pensiero all’interno di noi. Questo mondo è solamente pensiero umano reso corporeo. Quando riconosceremo quali sono quei modelli negativi e li rimuoveremo, la nostra realtà cambierà e il mondo cambierà con lei. Ma non prima di allora. Tutto ha in “noi” un principio e una fine, meglio dire una trasformazione, come l’Aurin, il serpente che cambia ciclo cambiando pelle… ed è una storia infinita.
Non c’è una particolare chiarezza riguardo ai nostri prossimi passi come individui e anche come umanità, ma c’è un elemento che ha già iniziato a concretizzarsi… la riconnessione con le nostre famiglie di anima, i nostri fratelli e sorelle animici.
Forse, come me, vi siete accorti dell’emergere di questi gruppetti di anime che spuntano intorno a noi, adesso, come connubi romantici/spirituali/di parentela… come connessioni d’affari/mirate ad uno scopo, che si stanno giusto formando e che si rafforzeranno in questo anno… come nuove occasioni per collaborare con altri che condividono i medesimi interessi/hanno idee simili alle nostre… come i pezzi mancanti (persone) per completare il vostro contributo collettivo alla Neverending story all’umanità…
“C’è una nuova comprensione che sta permeando la vostra sfera, in merito all’AMORE, e questa nuova comprensione è la base per la crescita e lo sviluppo di tutta la vita sulla nuova terra”
Mentre solleviamo con la nostra vista a nuove altezze, incominceremo a vedere non soltanto l’orizzonte del nuovo mondo, che ciascuno di noi ha coraggiosamente portato in esistenza sognandolo, ma ci accorgeremo anche che, intorno a noi, fluttuano i membri della nostra famiglia di anima in risonanza, che si uniscono a noi, ora, nella scoperta e nella co-creazione di una nuova terra. Una volta che ci riconosciamo a vicenda, tutto quello che dobbiamo fare è tendere una mano per recuperare la nostra forza d’animo, la nostra solidità e la magia del sacro, in modo che, insieme, possiamo nuotare fino all’approdo una nuova vita del Pianeta Terra nuova di zecca.
Isabella Guerrini
Si ringraziano:
- Michael Roads – http://www.michaelroads.com/
- Michael Ende – LA STORIA INFINITA - Ed. Corbaccio
- Lauren C. Gorgo – L’Arrivo dell’AMORE Universale – Stazione Celeste
- David Icke …E LA VERITÀ VI RENDERÀ LIBERI – Macro Edizioni
- Wikipedia
*La storia della Centesima scimmia
Il Fenomeno della centesima scimmia è un fenomeno in ambito sociale che lo scrittore inglese Lyall Watson dichiarò di avere osservato per la prima volta nel 1979 nell’isola giapponese di Koshima.
Esso riguardava il comportamento di un gruppo di macachi che avevano imparato spontaneamente a lavare le patate per eliminare la sabbia e altre incrostazioni prima di mangiarle. Le prime scimmie imparavano faticosamente la tecnica dai primi macachi che avevano cominciato a lavare le patate. Questo fenomeno è ben noto e studiato dai primatologi.
Tuttavia, Watson affermò che “improvvisamente”, dopo che novantanove macachi che avevano dovuto apprendere la tecnica nel modo consueto, una centesima scimmia aveva anch’essa imparato a lavare le patate: l’esistenza di questa “massa critica” di scimmie allenate aveva aperto una non meglio precisata porta di natura paranormale. Non solo, ma il comportamento aveva in qualche modo superato le barriere naturali ed era apparso spontaneamente in colonie su altre isole e pure sulla terraferma, in un gruppo a Takasakiyama.”. Da questa storia ne scaturì il messaggio “cambiando noi stessi possiamo, per sincronicità, portare rivoluzionari cambiamenti all’intero pianeta” .
Tag: Atreyu, Auryn, co-creare, co-creazione, creatività magica, Fantasia, i desideri creano la realtà,immaginazione, Isabella Guerrini, la centesima scimmia, La Storia Infinita, massa critica, Michael Ende, Mythopoeia di Tolkien, padroni del destino, potere creativo, soffio della vita
http://www.spiritoliberomag.it/2012/07/co-creazione-il-paradiso-sulla-terra-di-isabella-guerrini/
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