A Parigi, alla Conferenza sul Clima, i leader mondiali stanno letteralmente cercando un accordo per salvare il mondo dalle catastrofi ambientali. Che l’obbiettivo riesca o meno è ancora tutto da vedere, ma quel che è certo è che ci stanno provando. Tra questi, anche il presidente russo Vladimir Putin, che ha partecipato al summit, sebbene sia arrivato in ritardo il giorno dell’inizio degliINCONTRI e sebbene il presidente francese Hollande in persona si sia dovuto recare personalmente a Mosca, per invitarlo a partecipare alla Cop21.
Ora, come una doccia fredda, arriva la dichiarazione del leader russo in merito allearmi nucleari, sicuramente più devastanti di molte catastrofi naturali, le stesse che si stanno cercando di evitare a Parigi. Putin è stato molto chiaro e diretto nell’augurarsi che non sia necessario ricorrere alle armi nucleari per combattere lo Stato islamico. In un incontro al Cremlino con il ministro della Difesa Sergey Shoigu, che lo ha aggiornato degli ultimi sviluppi delle operazioni russe in Siria contro l’Is, Putin ha detto: “Dobbiamo analizzare tutto quello che avviene sul campo di battaglia, come funzionano le armi”. Al momento, ha precisatto, “i Kalibr (missili da crociera lanciati dalle navi) e i KH-101 (missili da crociera sparati dagli aerei) si sono dimostrati moderni ed altamente efficaci e adesso lo sappiamo per certo, sono armi di precisione che possono essere dotate di testate convenzionali e speciali, vale a dire nucleari. Naturalmente – ha concluso il russo – questo non è necessario quando si combattono i terroristi e io spero che non lo sarà mai”.
La Russia, nelle ultime settimane, ha intensificato i raid in Siria contro obiettivi dell’Isis e di altri gruppi terroristici e il ministero della Difesa ha confermato anche i primi bombardamenti lanciati da un sottomarino dispiegato nel Mediterraneo. La decisione di aumentare il numero dei lanci missilistici è stata presa dal Comandante supremo delle Forze armate russe, ovvero proprio il presidente Putin, secondo cui “i cacciabombardieri Tupolev Tu-22M3 dispiegati nella base di Mozdok, un gruppo aeronautico nella base aerea di Hmeimim e un sottomarino dispiegato nel Mediterraneo hanno lanciato un massiccio attacco aereo e missilistico su siti dell’Isis e di altre organizzazioni estremistiche” in Siria. Il Pentagono, dal canto suo, ha dichiarato di essere stato informato in anticipo dell’attacco per messo del sottomarino.
A questo punto, a noi, non resta che sperare che il ricorso al nucleare non sia preso in considerazione. Sarebbe come buttare al vento decenni di negoziati e di rapporti diplomatici intercorsi tra le Nazioni mondiali per evitare devastanti eventi simili. Oltre alle innumerevoli morti che il ricorso alle armi nucleari comporterebbe, i danni al nostro Pianeta già malato sarebbero incommensurabili, e oltre a rendere vani gli accordi che verranno presi a Parigi, condurrebbero la Terra verso un punto di non ritorno, con il quale già stiamo facendo i conti.
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