è il transito a una nuova civiltà capace di riconoscere la realtà reale
che è organica e non meccanica
PREMESSA al libro di prossima pubblicazione
LA VIA VERSO LA LIBERTA’
Percorrere la via verso la libertà è il desiderio ormai insopprimibile dei popoli, represso finora da un potere che ha cambiato mille volti e regimi, ma ha coltivato sempre un “sapere” che nasconde quella verità essenziale che è necessaria alla libertà: la Vita. Che cos’è la Vita? Un mistero per scienze e religioni, un modo per sfruttare il lavoro per politica e finanze, una profonda e pacifica rivoluzione culturale per chi ammira la Sua Memoria genetica e il Suo grandioso Progetto. È l’evoluzione che avviene in modo repentino, travolge all’improvviso tutto il passato, nonostante la sua lunga “stabilità”. In “attimi” rispetto alla storia geologica, scompaiono i dinosauri e appaiono i mammiferi tra cui quello eretto, l’Uomo, che con un’irresistibile ascesa giunge a dominare il pianeta. Scomparse e comparse delle specie sono avvolte nel mistero, ma svelano una chiara freccia verso stadi di maggiore complessità, in contrasto con quel degrado umano e sociale, quell’entropia crescente che i media ora chiamano “crisi”.
E se fosse, invece, la premessa di un balzo evolutivo, centrato come sempre sulla specie più “elevata” o meglio dominante, cioè quella umana? L’evoluzione riguarderebbe non il corpo dell’Uomo, bensì la Sua mente che ha straordinarie potenzialità ed è tuttavia in uno stato di acuta follia, incatenata a idoli quali il denaro o il capitale che la stessa mente, in fondo ha inventato. Abbiamo creato una società contro natura, siamo vittime e artefici di un “sapere” che crede alla memoria di un passato brevissimo rispetto ai tempi dell’evoluzione biologica, convinti che il futuro dipenda da governi incapaci a risolvere i soliti problemi: il debito che i popoli non hanno fatto, ma devono pagare, il persistere di guerre utili ai grandi business (armi, cemento, farmaci, ecc.), ma non a chi le subisce e poi criminalità, corruzione, il lavoro che “manca”. Eppure ci sono tanti lavori urgenti e necessari per il benessere del pianeta.
Il nostro futuro dipende da noi stessi, dalla realizzazione del Progetto inserito da sempre nel DNA umano, sentito come bisogno di libertà e dignità, unità con la Natura che si rigenera senza combustibili e con un’Intelligenza che oggi cominciamo a comprendere. Dopo millenni di “stabilità”, cioè stragi e dolori, l’umanità sta superando i confini, quelli tra le nazioni e anche quelli tra le discipline, riconoscendo le risorse della Natura tra cui quella più importante e, guarda caso, “dimenticata”. È la Sua organizzazione coerente, indipendente dallo spazio e dal tempo, generata da un unico codice genetico, il DNA, il seme che possiamo infine alimentare con una cultura cosciente delle origini. Sono evidenti in ogni concepimento, non sono sperdute in un passato remoto, né legate a un “dio” che ha cacciato l’uomo dal Paradiso, separato “la luce dalle tenebre” ecc. Alla base di tale “sapere” c’è un bluff colossale: il potere temporale, una falsa concezione del tempo da cui deriva la voluta ignoranza della realtà organica, di come e perché si rigenera, sulla repressione sistematica della sessualità umana.
Siamo oggi in una fase di evoluzione, di fronte al crollo del “sapere” meccanico e alla nascita della coscienza organica, la rivelazione del Messaggio Intelligente che si manifesta nel DNA e nelle sue straordinarie abilità selettive. La Vita, infatti, non fa elezioni ma selezione che è in fondo un’auto-selezione; è la scelta se dipendere dal “potere” o divenire coscienti che è del tutto impotente, l’espressione di un “sapere” che non ha realtà, né tanto meno futuro.
Il vero “capitale” è l’Intelligenza della Natura di cui l’Uomo può divenire la migliore espressione.
La Natura oggi ci offre mutamenti senza precedenti, utili a riconoscere che questo mondo è una prigione le cui “sbarre” sono le convinzioni false di un’umanità caduta nell’oblio delle proprie origini, in un sonno millenario da cui può risvegliarsi. È la tesi di questo libro, tesi che ha indizi crescenti, ma non le “dimostrazioni scientifiche”, non le “certezze” cercate dalla mente meccanica, incapace di sentirle dentro di sé. Alla ricerca di “idee” che conservino la “necessità” del “potere”, questa mente dovrebbe riconoscere che le sue convinzioni non sono mai state provate, ma solo imposte con la così detta “educazione”. Ciò che una volta era ovvio ad antiche civiltà, capaci di costruire templi grandiosi su tutto il globo, ora è trattato come un mistero, sopraffatto da una “civiltà” che crede al vincolo innaturale tra tempo e denaro. È sorto circa seimila anni fa con l’istituzione dell’usura che ha reso pochi sempre più ricchi e tanti sempre più poveri, schiavi di una “scarsità” fittizia ma utile a rafforzare il loro dolore.
La mente meccanica è convinta che sia sempre stato così e così sempre sarà. Non è vero, ma non c’è modo di convincerla che la sua memoria è parziale e di parte, promossa dai pochi che hanno diretto la cultura mondiale. Mentre la memoria storica è stata artefatta, la Memoria genetica è stata ignorata e quella emozionale relegata a letteratura e poesia. Questo libro è rivolto a chi vuole un futuro prospero per tutti, a chi sente che dipende da azioni intelligenti e coerenti con il fine, il grande Progetto della Vita, la libertà appunto, che comprende anche la giustizia vera, la dignità, l’armonia di tutti con il tutto.
La “crisi” economica è un’opportunità per imparare a soddisfare i nostri bisogni senza “potere” e, invece, con l’amicizia e il rispetto, sviluppando i propri talenti, usando innovazioni utili al benessere generale, riscoprendo quell’Intelligenza collettiva che la Natura dimostra e che sembra, invece, frantumarsi a livello umano. Non è un caso, né un destino crudele, legato alle “colpe” dell’uomo; è l’effetto di una memoria “caduta” nell’oblio del grandioso Progetto: l’ascesa. La vera crisi riguarda, infatti, anche la gravità, finora creduta “universale” e invece un problema terreno su cui la scienza seria s’interroga, finora senza risolverlo. Qui si propone una soluzione semplice e ardita, imperniata sui nomi reali, cioè capaci di riflettere i sentimenti dell’umanità.
L’uomo ha il “compito di dare nomi”, cita un passo della Bibbia.
Ebbene sono i nomi vani che hanno nascosto la potenza del genere umano ed esaltato il credo in un “sapere” che ignora i suoi talenti e dà potere a coloro che li sfruttano. Scisso tra religioni, che si sono appropriate di un “sovrannaturale” inverosimile, e scienze che si sono limitate a osservare il “naturale”, questo “sapere” ignora l’immane energia oscura che è presente nel nostro cervello, energia “sovrannaturale” che possiamo usare per ricordare le nostre origini e la nostra comunione naturale con l’eternità.
Il “sapere” è un grande bluff cui l’umanità “colta” crede senza capire che così lo rende “reale”, funzionale a un potere che ha un disperato bisogno di conflitti per conservare i propri business e l’attenzione su se stesso. Ora c’è un’instabilità generale; è l’opportunità per interrogarsi sulla validità del “sapere”, di riconoscere sensazioni e fatti che lo smentiscono.
Oggi la coscienza umana è prossima al grande risveglio che svela la sua potenza.
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