Ammalarsi di… paura
La paura che fa più danni della malattia. Come rimediare. Parla l'esperta.
di Luigi Mondo e Stefania del Principe
"Lo stress fa male e riduce le difese del sistema immunitario". Quante volte ci siamo sentiti ripetere questa frase. E la paura, invece, cosa procura? Ve lo siete mai chiesti?
Noi sì, dato che gli "attentati" alla nostra serenità si fanno di giorno in giorno sempre più frequenti. Tra i tanti, in questo periodo, si è anche aggiunto quello delle malattie, come la tanto temuta influenza A.
C’è chi afferma che si tratta di una normale influenza e chi, invece, prende la cosa più seriamente. Insomma, ognuno dice la sua e alla fine si crea soltanto confusione. Fattostà che il problema esiste e, come tale, è bene non prenderlo sottogamba.
Quello che comunque appare chiaro, è che per molte persone il fatto di potersi prendere qualche "strana" malattia è fonte di paura. Ecco quindi la domanda di cui si accennava all'inizio: se già lo stress danneggia il nostro equilibrio psico-fisico, non lo fa ancora di più la paura?
Facendo un po' di ricerche scopriamo che c’è chi già conosceva la risposta negli anni '30. Si chiamava Edward Bach ed era un medico, immunologo, omeopata, patologo e autore del libro "Guarisci te stesso".
In questo testo parla proprio della paura delle malattie e di quanto, questa, giochi un ruolo fondamentale nello sviluppo delle stesse.
Così ci siamo rivolti a Liliana Gimenez Haas, floriterapeuta, esperta in fiori di Bach per capire qualcosa di più.
Liliana, ci può dire cosa pensava esattamente il dr. Edward Bach della paura delle malattie?
«Edward Bach arrivò a pensare che convivere con la paura - e quindi con l'infelicità - portasse ad avere una salute cagionevole. Credeva che la paura fosse uno stato d'animo principe, che stava alla base dei maggiori disequilibri psicofisici.
Secondo il pensiero di Bach, nella nostra era "la paura della malattia" si è sviluppata fino a diventare potenzialmente dannosa, perché aprirebbe appunto la porta a tutto ciò che temiamo (in questo caso la infermità), facilitandone l'ingresso nell'organismo, e riuscendo a volte addirittura a radicarsi nella personalità dell'individuo, che in questo modo potrebbe diventare cronicamente timido, assoggettato sia ai medici che ai farmaci, e talvolta facendolo arrivare a vivere nel terrore.
La paura gioca un ruolo molto importante nell'intensificazione delle patologie, e la scienza moderna ha forse aumentato il "terrore" attraverso la diffusione delle sue scoperte verso il suo Grande Pubblico, le quali ancora non sarebbero altro che delle mezze verità.
Quindi la conoscenza dell'azione dei vari batteri, virus e germi associati alla malattia, potrebbe sviluppare un vero e proprio caos nella mente di migliaia di persone sprovvedute, e il terrore suscitato in loro avrebbe il potere di renderle più suscettibili all'attacco dell'infermità, fisica e/o mentale.
C'è però un fattore che la scienza non è in grado di spiegare: sottoposte agli stessi rischi di contagio, e alla medesima possibilità d'infezione, alcune persone possono diventare affette da una determinata patologia, mentre altre ne risultano "immuni" naturalmente.
Il Materialismo dimentica che c'è un fattore che è al di sopra del piano fisico esistenziale, che nel corso della vita quotidiana proteggerebbe e renderebbe insensibile qualsiasi persona verso la malattia, di qualunque natura essa sia: l'equilibrio psicofisico, cioè stare bene con se stessi, come individui coraggiosi, sereni, gioiosi e ottimisti.
Pertanto saremmo in grado di mettere da parte tutte le paure e le fobie, considerando la causa della malattia come qualcosa che è all'interno della nostra mente, e ricordando che solamente questa angoscia sarebbe capace di renderci sensibili ad essa.
Ma se ci impegnassimo per portare armonia nella nostra personalità, temeremmo la malattia non più di quanto essere colpiti da un fulmine o da un frammento di una meteora cadente».
Secondo lei, cosa direbbe se fosse ancora in vita, in merito alla "fobia" da influenza A?
«Bach era convinto del fatto che il potere di autoguarigione avesse una forza immane. Partendo dal concetto che la paura è una emozione che agisce deprimendo le nostre difese naturali, e quindi peggiorando l'atteggiamento verso la vita, essa sarebbe la causa di una disarmonia fisica ed elettromagnetica all'interno dell'organismo, aprendo così la strada per l'invasione dei microorganismi che possono provocare una determinata infezione, si chiami raffreddore comune o Influenza A.
Allora davvero si potrebbe essere incoraggiati ad avere paura. Ma quando ci rendiamo conto che nella peggiore delle epidemie o delle pandemie solo una parte degli individui esposti al contagio vengono attaccati, e che, come abbiamo già visto, la vera causa della malattia risiederebbe in uno squilibrio della personalità, allora saremmo in grado di tenerla sotto controllo, e potremmo vivere senza timore, essendo consapevoli che il rimedio si trova dentro di noi stessi, e si chiama benessere psicofisico».
Quali sono le conseguenze a livello fisico (secondo Bach) sulle persone che hanno paura di ammalarsi e cercano sempre qualche stratagemma perché ciò non avvenga?
«Aver paura di ammalarsi sarebbe come "aver paura della paura". Ed è meglio ricordare che le paure si avverano.
Infatti, il soggetto pauroso può arrivare sia ad una subdola ipocondria (sentendosi contaminato, contagiato, avvelenato da qualcosa), che a far ammalare le persone che sono sotto le sue attenzioni esagerate - confuse in maniera distorta con "attenzioni amorevoli" - (vedi Sindrome di Münchausen, e SdM per procura).
Si sa che la troppa asepsi porta ad un indebolimento del sistema immunitario. I bambini troppo protetti, per esempio, "troppo curati" con antibiotici e cortisonici - noti farmaci depressori del sistema immunitario - hanno una salute sicuramente più debole di quelli che vivono una vita più libera, a più contatto con la natura, che in questo modo si "vaccinano" naturalmente».
Quali erano i consigli generali che dava per mantenerci in buona salute?
«Essere a contatto con la natura possibilmente incontaminata (anche se oggi non è tanto facile come negli anni '30...), allontanare da sé i sentimenti negativi come la paura, l'odio, l'invidia, l'egoismo, l'intolleranza, l'impazienza, lo scoraggiamento, il rancore, l'attaccamento al passato, i pensieri circolari, l'incertezza, l'indecisione ecc.
Tutti atteggiamenti armonizzabili con l'uso delle sue 38 essenze floreali, che ripristinano e promuovono l'amore, la pace, la volontà, la fede, la rigenerazione fisica e mentale, il superamento del passato, la gioia, la saggezza...».
Quali sono gli errori più comuni che commettiamo?
«Sono tutti quegli atteggiamenti di vita quotidiana eccessivi o non moderati, per esempio, bere bevande e mangiare pietanze troppo calde o troppo fredde, nutrirsi con cibi non biologici, lavarsi le mani troppo spesso quando siamo dentro casa (preferite le saponette meno "aggressive" cioè che non interrompono la difesa naturale già prodotta da la nostra pelle), banalizzare le sofferenze o il riposo, dormire poco e male, dipendere da certe abitudini dannose come fumo, cibo, gioco, alcol, psicofarmaci, vivere freneticamente o in maniera piuttosto sedentaria, credere di essere autosufficienti, trascurare gli affetti o, altrimenti, provare a tenere le persone care sotto costante controllo, preoccuparsi anziché occuparsi, giudicare gli altri, non ascoltare i messaggi che ci invia il nostro corpo, vivere nel passato o nel futuro, cioè, non provare a vivere il qui e l'ora ecc.».
E se alla fine di tutto la paura è più forte di noi, quali rimedi floreali consiglia?
«Ci sono 5 Fiori per trattare specificamente la paura: Mimulus per la paura delle cose conosciute, Aspen per la paura dell'ignoto, Rock Rose quando la paura diventa terrore e/o panico, Cherry Plum per la paura di perdere il controllo e commettere atti inconsulti, e Red Chestnut per la paura che succeda qualcosa di pericoloso agli esseri cari.
Per conoscerle meglio è possibile visitare . Non dimentichiamo, però, che l'origine della paura può "celarsi" dietro alle 38 essenze floreali di Bach, ecco perché i rimedi floreali non vanno presi come un prodotto da banco, ma devono necessariamente essere scelti in maniera personalizzata ed in base ad una buona conoscenza del loro repertorio, o meglio ancora, affidandosi ad un esperto Floriterapeuta.
Altrimenti, se scelte erroneamente o approssimativamente, si rischierebbe poi di affermare che i rimedi floreali "non funzionano", o che "sono soltanto un effetto placebo", e questo non farebbe minimamente onore all'importante scoperta che il Dr. Edward Bach ci ha donato con tanto amore».
Chi è Liliana Gimenez Haas
Di origine argentina è Fisioterapeuta, Naturopata specializzata in Fiori di Bach e in Tecniche Naturali per smettere di fumare. Musicista e scrittrice. Fa volontariato per bambini, anziani e mascotte. Vive a Roma dal 1982.
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