Disclosure Project: Pianeta Terra dominato dall'Inganno?
Dicembre 2000
La Dott. Carol Rosin è stata la prima donna manager delle industrie Fairchild e portavoce del Dott. Wernher Von Braun negli ultimi anni della sua vita. Ha fondato l’Istituto per la Cooperazione e la Sicurezza nello Spazio Esterno, a Washington DC, ed ha testimoniato in molte occasioni sulle armi spaziali. Von Braun rivelò al Dott. Rosin un piano che giustificava la presenza di armi nello spazio per fronteggiare una minaccia extraterrestre. Fu anche presente ad incontri negli anni ’70 quando fu pianificato lo scenario per la guerra del Golfo degli anni ’90.
C.R.: Dott. Carol Rosin S.G.: Dr. Steven Greer
C.R.: Il mio nome è Carol Rosin, sono un’educatrice divenuta la prima donna manager di una compagnia aerospaziale: le Fairchild Industries. Sono consulente per la difesa missilistica e spaziale ed ho fornito consulenze ad una quantità di aziende, organizzazioni e dipartimenti organizzativi, perfino ai servizi segreti. Sono stata consulente alla TRW mentre lavorava per il missile MX, così entrai a far parte della strategia che divenne un modello su come vendere al pubblico le armi spaziali. Il missile MX è un altro sistema d’arma di cui non avevamo bisogno. Ho fondato l’Istituto per la Cooperazione e la Sicurezza dello Spazio Esterno, un serbatoio di menti con base a Washington DC. Sono un’autrice ed ho testimoniato davanti alla Commissione Congressuale e Presidenziale sullo Spazio. Quando ero manager alle Fairchild Industries, dal 1974 fino al 1977, incontrai l’anziano Dr. Wernher Von Braun. Ci incontrammo per la prima volta nel 1974. A quell’epoca Von Braun stava morendo di cancro ma mi assicurò che sarebbe vissuto ancora qualche anno per raccontarmi del gioco che stava mettendoin atto, gioco teso a militarizzare lo spazio, a controllare la Terra dallo spazio e lo spazio stesso. Von Braun aveva un passato lavorativo riguardo i sistemi d’arma. Fuggì dalla Germania per venire in questo paese, diventando vice presidente della Fairchild all’epoca in cui lo incontrai. Lo scopo di Von Braun durante gli ultimi anni della sua vita, gli anni del declino, era di educare il pubblico e le autorità sul fatto che le armi spaziali erano stupide, pericolose, destabilizzanti, troppo costose, non necessarie, un’idea non realizzabile e non desiderabile e, ancora, sulle alternative a disposizione. Praticamente dal letto di morte mi istruì su questi concetti e sui giocatori che partecipavano al gioco. Mi affidò la responsabilità, visto che lui era moribondo, di continuare i suoi sforzi per prevenire l’installazione di armi nello spazio.
Quando Von Braun stava morendo di cancro, mi chiese di diventare sua portavoce e di apparire nelle occasioni in cui lui era troppo debilitato per parlare. E lo feci. Ciò che mi interessò maggiormente fu un concetto che mi ripeté più volte durante i quasi quattro anni in cui ho avuto l’opportunità di lavorare con lui. Diceva che la strategia usata per educare il pubblico, da quanti avevano potere decisionale, era basata su tattiche di paura... Ecco come individuiamo un nemico. La strategia di cui mi parlò Von Braun era che all’inizio i Russi erano stati considerati nemici. In effetti, nel 1974, loro erano il nemico, il nemico dichiarato. Ci veniva detto che essi possedevano “satelliti killer”. Ci veniva detto che sarebbero venuti a prenderci, che ci avrebbero controllato – che essi erano Commise (comunisti). Successivamente sarebbero stati individuati i terroristi e ciò sarebbe presto avvenuto. Ne sentimmo molte a proposito di terrorismo. Avremmo dovuto individuare alcuni paesi “pazzi” del Terzo Mondo. Quelli che ora chiamiamo Stati canaglia. Ma mi disse anche che ci sarebbe stato un terzo nemico contro il quale avremmo costruito armi spaziali. Il nuovo nemico erano gli asteroidi. Contro gli asteroidi avremmo costruito armi spaziali. E ora, asteroidi contro asteroidi, stiamo provvedendo a costruire armi situate nello spazio. E la parte più divertente di tutte era quella che riguardava quelli che lui chiamava gli alieni, gli extraterrestri. Quella sarebbe stata la paura finale. E ancora, ancora e ancora, durante i quattro anni che l’ho frequentato ed ho fatto discorsi al suo posto, ha tirato fuori quest’ultima carta. – E ricordati Carol, l’ultima carta è quella degli alieni. Dovremo costruire armi nello spazio per difenderci dagli alieni e tutto ciò è una menzogna. Penso di essere stata troppo ingenua all’epoca per capire la natura di quanto stava per essere introdotto nel sistema. E solo ora le tessere stanno iniziando ad andare al loro posto. Stiamo costruendo sistemi d’arma spaziali sulla premessa che si tratta di una menzogna. Wernher Von Braun stava cercando di farmelo capire nei primi anni ’70 e fino al momento in cui morì, nel 1977.
Mi disse che c’era un’accelerazione in atto. Non menzionò mai un programma temporale ma disse che la questione stava per accelerare al punto di permettere alla gente di capirla, fino ad arrivare al punto di essere già avviata e troppo tardi per tornare indietro. Wernher Von Braun stava morendo davanti ai miei occhi. Il primo giorno che lo incontrai aveva cateteri che usciavano dal suo fianco, tamburellava le dita sul tavolo mentre diceva: - Verrai alla Fairchild -. Io ero un insegnante. Mi disse: - Verrai alla Fairchild e sarai responsabile dell’installazione di armi nello spazio -. Lo disse con questa intensità nei suoi occhi e aggiunse, quel primo giorno, la prima volta che lo incontrai, che le armi spaziali erano un’idea pericolosa, destabilizzante, troppo costosa, non necessaria, non verificabile e non realizzabile. L’ultima carta che aveva in serbo era quella dei nemici extraterrestri. L’intensità con cui me lo disse mi fece capire che egli era a conoscenza di qualcosa che aveva paura di rivelare. Aveva troppa paura per parlarne. Non mi avrebbe parlato dei dettagli. Non sono neanche sicura che sarei riuscita ad assorbire i dettagli, se me ne avesse parlato né che avrei potuto credergli, nel 1974. Ma non c’è dubbio che quell’uomo sapeva ed era deputato a sapere, lo scoprii più tardi. Non ho alcun dubbio nella mia mente che Wernher Von Braun era a conoscenza dell’argomento extraterrestri. Mi spiegò i motivi per cui le armi stavano per essere posizionate nello spazio, i nemici contro i quali stavano per costruire tali armi e che tutto era coperto da menzogna.
Disse che gli extraterrestri stavano per essere identificati come l’ultimo nemico contro il quale stavamo per costruire gli armamenti spaziali, nel 1974. Visto il modo in cui me lo disse, non ho dubbi che fosse a conoscenza di qualcosa di cui aveva paura di parlare. Wernher Von Braun non mi parlò mai dei dettagli di cui era a conoscenza riguardo agli extraterrestri, eccetto il fatto che un giorno essi sarebbero stati indicati come i nemici contro i quali stavamo costruendo un enorme sistema di armi posizionate nello spazio. Wernher Von Braun mi disse veramente che si trattava di un falso – le premesse per le armi spaziali, i motivi che sarebbero stati adottati, i nemici che stavano per essere identificati – era tutto basato sulla menzogna. Sono stata dietro alle armi spaziali per circa 26 anni. Ho affrontato dibattiti con Generali e rappresentanti del Congresso. Ho testimoniato al Congresso e al Senato. Ho incontrato persone provenienti da 100 diversi paesi. Ma non sono stata in grado di individuare chi sono coloro che stanno realizzando questo sistema di armi spaziali. Vedo le notizie. Vedo prendere decisioni amministrative. So che sono tutte basate su bugie e falsità. Ma devo ancora riuscire a capire di che persone si tratta. E questo dopo essere stata dietro a questa faccenda per 26 anni. So che esistono grandi segreti che vengono tenuti nascosti e so che è ora che il pubblico e le autorità prestino attenzione a coloro che stanno cercando di scoprire la verità. E poi abbiamo bisogno di fare alcuni cambiamenti e di costruire un sistema spaziale che porti beneficio ad ogni singola persona, a tutti gli animali e all’ambiente di questo pianeta. La tecnologia è già qui. Le soluzioni per l’urgenza Terra ed i suoi problemi potenziali, a lungo termine, sono qui. Sento che non appena studieremo questa faccenda degli extraterrestri tutte le domande, che mi sono posta per 26 anni, troveranno una risposta.
Però sono arrivata alla conclusione che tutto si basa su poche persone che stanno guadagnando un sacco di soldi e di potere. Si tratta di ego. Non c’entra niente la nostra essenza e chi siamo veramente su questo pianeta, non c’entrano amore reciproco, pace e cooperazione. Non si tratta di utilizzare la tecnologia per risolvere i problemi ed aiutare la gente del pianeta. Non si tratta di questo. Si tratta solo di poche persone che stanno davvero attuando un gioco vecchio, pericoloso e costoso a beneficio del proprio portafoglio e della propria sete di potere. E questo è tutto. Credo che tutto questo gioco di armi installate nello spazio sia iniziato proprio qui, negli Stati Uniti d’America. La mia speranza è che una volta rivelata questa informazione la nuova amministrazione faccia ciò che va fatto. Il che vuol dire trasformare il war game in uno space game in modo da usare le tecnologie disponibili non solo come tecnologie belliche ma come applicazioni dirette, per costruire un sistema di cooperazione spaziale che darà benefici all’intero mondo e che ci permetterà di comunicare con le culture extraterrestri che, ovviamente, sono là fuori. Chi trarrebbe beneficio dalle armi spaziali? Sono coloro che lavorano in quel campo, militari, industria, università e laboratori, la comunità dell’intelligence. Non solo negli Stati Uniti ma nell’intero mondo. Si tratta di un sistema di cooperazione mondiale. Le guerre sono cooperative proprio come lo sarà la pace quando scoppierà. Ma proprio adesso c’è molta gente che ne sta beneficiando. E’ ciò su cui è stata costruita la nostra economia in questo paese ed è stata diffusa nel mondo – la guerra. Il risultato è che la gente soffre. Non è giusto, non lo è mai stato. La gente ha urlato – fateci costruire aratri dalle spade, dateci la pace e diamoci la mano in tutto il mondo -. Ma non ha funzionato perché ci sono troppe persone che ci guadagnano sopra. Non solo finanziariamente ma per esperienza personale, so che c’è gente che crede davvero nell’ Apocalisse e che quindi dobbiamo avere tali guerre.
Va dal libretto tascabile ai diritti religiosi. C’è chi crede davvero che abbiamo bisogno di guerre per questi motivi religiosi. Ci sono persone che, semplicemente, amano la guerra. Ho incontrato guerrieri che adoravano andare in guerra. Poi c’è la brava gente, i soldati che prendono solo ordini. Devono nutrire i loro figli e mandarli al college, e così si tengono i loro lavori. La gente dei laboratori mi ha detto che non desidera lavorare a queste tecnologie di guerra ma che se non lo fanno perdono lo stipendio. Chi li paga? Vedo anche che non ci sono solo due possibili usi di tali tecnologie ma che ci sono innumerevoli usi delle stesse tecnologie. Possiamo costruire ospedali spaziali, scuole, alberghi, laboratori, fattorie agricole, industrie. Può suonare utopico, ma se non lo facciamo ci troveremo a costruire posti di combattimento e armi spaziali puntate verso la nostra gola. Apparentemente lo abbiamo già fatto in parte. Ora c’è una scelta che dobbiamo fare. Possiamo beneficiare tutti – tutta la gente di questo complesso militare – industriale, i servizi segreti, le Università e i laboratori degli Stati Uniti e del mondo intero. Tutti possiamo trovare benefici. Possiamo trasformare questa industria semplicemente con un’unica decisione basata sulle nostre più alte coscienze, la nostra spiritualità e sul fatto che non abbiamo altra scelta se non vogliamo morire tutti. E non vogliamo. Insomma, possiamo goderne tutti, finanziariamente, spiritualmente, socialmente, psicologicamente; è politicamente e tecnologicamente possibile trasformare questo gioco ora e ognuno ne trarrà giovamento.
Nel 1977 ero ad una riunione alle Fairchild Industries in una sala conferenze chiamata la Stanza della Guerra. In quella stanza c’erano molte immagini sulle pareti che rappresentavano i nemici. I nemici identificati. C’erano molti altri nomi oscuri, nomi come Saddam Hussein o Gheddafi. Ma allora si parlava di terroristi, di potenziali terroristi. Nessuno ne aveva mai parlato prima ma si trattava del prossimo stadio, dopo i Russi, contro il quale stavamo costruendo queste armi spaziali. Mi alzai, nel corso di questo incontro, e dissi: - Scusatemi, perché stiamo parlando di questi potenziali nemici contro i quali stiamo costruendo armi spaziali se sappiamo che al momento essi non sono affatto il nostro nemico? - Beh, continuarono la discussione su come avremmo progressivamente creato questi nemici e di come ad un certo punto ci sarebbe stata una guerra nel Golfo. La Guerra del Golfo. Eravamo nel 1977, 1977! Loro parlavano di creare una guerra nella Regione del Golfo mentre c’erano 25 miliardi di dollari investiti nel programma di armi spaziali che dovevano ancora essere identificate. Era chiamata Iniziativa di Difesa Strategica, alla fine. Non fino al 1983. Tale sistema di armi era andato avanti per un bel po’ d’anni ed io naturalmente non ne sapevo nulla, così mi alzai durante la riunione e dissi: - Vorrei sapere perché stiamo parlando di armi spaziali contro questi nemici. Vorrei saperne di più. Qualcuno può dirmi, per favore, di cosa si tratta? -. Nessuno rispose. Continuarono l’incontro come se non avessi detto niente. All’improvviso mi misi al centro della stanza e dissi: - Se nessuno sa dirmi perché stiamo pianificando una guerra nel Golfo, quando c’è un certo ammontare di soldi in bilancio per creare il prossimo sistema d’arma che sarà venduto pubblicamente e del perché abbiamo bisogno di armi spaziali, allora considerate questo: mi dimetto. E non me lo sentirete dire di nuovo! -. Nessuno disse una parola, perché stavano pianificando la Guerra del Golfo e tutto accadde esattamente come pianificato, nel tempo.
S.G.: Chi era presente a questa riunione?
C.R.: La stanza era piena di gente che giocava al gioco delle porte girevoli. C’erano persone che avevo visto una volta in uniforme, un’altra volta in abito grigio e ancora in tuta da operaio. Questa gente fa il gioco delle porte girevoli. Lavorano come consulenti, gente dell’industria e/o militari o agenti dell’intelligence. Lavorano nell’industria e si riciclano attraverso queste porte girevoli dritto fino a posizioni di governo. Mi feci avanti durante questo incontro chiedendo se quello che avevo sentivo era corretto. Che esistevano 25 miliardi di dollari nel budget per le armi spaziali, che ci sarebbe stata una guerra nel Golfo, stimolata, creata in modo che loro, successivamente, potessero vendere pubblicamente o alle autorità la prossima fase di ricerca sulle armi. Questa guerra stava per essere creata in modo da poter smaltire il vecchio arsenale e creare un nuovo arsenale. Così dovetti rassegnare le dimissioni. Non potevo più lavorare per quell’industria.
Nel 1990 sedevo nel mio soggiorno, controllando quanti soldi fossero stati spesi in programmi di ricerca e sviluppo di armi spaziali e realizzai che si era giunti più o meno a quella somma, circa 25 miliardi di dollari, e così dissi a mio marito: - Adesso mi fermo, mi metto seduta e guardo la CNN aspettando che scoppi la guerra -.
Mio marito rispose: -Beh, finalmente hai passato il limite. Sei uscita fuori -. Gli amici mi dissero: - Sei andata davvero troppo in là questa volta. Non ci sarà una guerra nel Golfo, nessuno parla di una guerra nel Golfo -. Io ho risposto: - Ci sarà una Guerra nel Golfo. Mi siederò ed aspetterò qui la guerra del Golfo - . Ed accadde proprio come era stato programmato. Come facenti parte del war game del Golfo, a noi del pubblico fu raccontato che gli Stati Uniti riuscivano ad abbattere i missili SCUD di fabbricazione russa. Sulla base di tale successo vennero approvati nuovi fondi. In effetti, come scoprimmo successivamente dopo che i budget per la nuova fase di riarmo vennero approvati, quella era una bugia. Non li abbattevano con il successo di cui parlavano. Era una bugia, detta apposta per chiedere nuovi fondi per costruire più armi. Fui una delle prime persone a recarsi autonomamente in Russia quando seppi che disponevano dei “satelliti killer”. (Vedere la testimonianza del Dr. Paul Czysz. S.G.) Quando mi recai in Russia nei primi anni ’70 scoprii che essi non avevano alcun satellite killer, era una bugia. In effetti i leader e il popolo russo volevano la pace. Volevano cooperare con gli Stati Uniti e con i popoli del mondo. In un’altra occasione chiamai Saddam Hussein, quando stava incendiando i pozzi di petrolio. Mio marito era in cucina mentre facevo questa telefonata. Ricevetti risposta dal suo Primo Attacchè che aveva Saddam nelle vicinanze e mi chiese: - Lei è un reporter? Un agente? Perché vuole sapere? -.
Risposi di no, che ero solamente un cittadino che sosteneva un movimento per la demilitarizzazione dello spazio ed avevo scoperto che molte storie riguardanti sistemi d’arma e nemici non erano vere. Volevo scoprire cosa avrebbe soddisfatto Hussein allo scopo di farlo smettere di incendiare pozzi e mettere la gente contro. – Bene, nessuno gli ha mai posto questa domanda, cosa vuole -. Così quando sento parlare di una possibile minaccia extraterrestre – e considero la storia di migliaia di anni di possibili visite extraterrestri, ed ascolto le rivelazioni di militari, agenti, industriali onesti che hanno avuto esperienze con gli UFO con atterraggi ed incidenti, con corpi vivi e morti di origine extraterrestre – so che si tratta di una bugia. E se mi fosse detto che essi sono i nemici contro i quali dobbiamo costruire le nostre armi spaziali, basandomi sulla mia esperienza, per aver lavorato all’interno del complesso militare–industriale su sistemi d’arma e strategie, so che si tratterebbe di una bugia. Una bugia. Non solo non ci crederò, ma uscirò allo scoperto e griderò più forte possibile alla gente di aprire gli occhi. Loro (gli ET) ancora non ci hanno spazzato via.
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