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Un team di astronomi è pronto ad effettuare un ultimo monitoraggio della Cometa ISON o di quello che ne è rimasto, quando la stessa cometa il 16 gennaio sarà di passaggio vicino alla Terra, dopo essere stata quasi totalmente distrutta dal suo passaggio vicino al Sole. Quindi il 16 Gennaio 2014 sarà il giorno in cui i residui cometari di ISON, dovrebbero attraversare il piano orbitale della Terra ed essere facilmente osservati con i telescopi.
Nonostante questo ottimismo, la NASA ha riferito che dallo scorso 11 dicembre, la cometa, ufficialmente, dopo che il 28 novembre ha avuto il suo incontro con il Sole, dai dati raccolti dalle sonde spaziali, viene rilevata una perdita di massa della roccia prima di raggiungere il perielio (punto più vicino all’orbita di un corpo spaziale al Sole), e questo fa pensare che non sia sopravvissuto.
“La dimensione del nucleo di ISON potrebbe essere di circa cinque o sei campi di calcio. Questa piccola dimensione era vicino al limite di quanto ipotizzato e che doveva essere quello dopo la sopravvivenza della stessa ISON durante il suo viaggio intorno al Sole”, ha detto uno degli esperti NASA Alfred McEwen.
Inoltre, abbiamo studiato la coda di polveri della cometa per capire meglio cosa è successo. A questo proposito, le osservazioni formulate dalla STEREO Solar Terrestrial Observatory (NASA) e il Solar and Heliospheric Observatory SOHO (NASA / ESA), hanno dimostrato che c’era ben poco di polvere dopo che la cometa era passata al perielio, suggerendo che il nucleo della Ison si era già rotto in quel momento.
La cometa ISON fu vista la prima volta nel settembre 2012 ed era relativamente brillante per essere una cometa che si trovava a grande distanza dalla nostra stella. Pertanto, la ISON è diventato uno degli eventi dell’anno e aveva grandi speranze che avrebbe fornito un bellissimo spettacolo di luce visibile nel cielo notturno. Alcuni l’avevano chiamata ‘la cometa del secolo.
Comunque vada, dobbiamo aspettare il 16 Gennaio 2014, quando la NASA e i suoi esperti comunicheranno ufficialmente se ISON è completamente distrutta, oppure che i residui o la nube cometaria rimasta dopo l’incontro con il Sole, continuerà per anni il suo viaggio nello spazio. Infatti, l’agenzia spaziale statunitense ha dichiarato che questa cometa è una di quelle “più osservate” della storia dato che il suo percorso è stato seguito, quindi monitorato da diverse agenzie spaziali, attraverso satelliti, telescopi e da astronomi dilettanti.
Redazione Segnidalcielo
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