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Un milione di persone a rischio e non sono a conoscenza del pericolo incombente. Quanti di loro sanno che il governo italiano il 14 febbraio 2014 ha licenziato un decreto che li riguarda direttamente?
Soprattutto la gente non sa che le autorità hanno autorizzato da tempo le trivellazioni dei Campi Flegrei: un’area particolarmente esplosiva. Come sempre in Italia, il popolo è carne da macello. L’ultimo piano di cosiddetta “sicurezza” risaliva al 2001. Ora è stato aggiornato, almeno a leggere i comunicati ufficiali della Protezione Civile. Novità? La zona rossa che comprende 25 Comuni è stata ampliata. In caso di emergenza, in ogni caso, migliaia di persone risultano già spacciate. Si tratta solo di carte e adempimenti burocratici. Insomma scartoffie. I piani vecchi e nuovi non hanno alcuna reale operatività in termini di efficacia. Lo Stato ha lasciato costruire abusivamente per decenni e decenni in aree a rischio. Ora si finge di correre ai ripari. Ma sarà una carneficina in caso di eruzione.
Il governo italiano si prepara al peggio, ma solo per modo di dire, dopo l’allarme lanciato dagli esperti, in particolare i vulcanologi Dobran e Nakada. Nel documento, comunque sempre approssimativo, è scritto:
«Le aree da sottoporre ad evacuazione cautelativa sono, infatti, sia quelle soggette ad alta probabilità di invasione di flussi piroclastici (zona rossa 1) sia quelle soggette ad alta probabilità di crolli delle coperture degli edifici per importanti accumuli di materiale piroclastico (zona rossa 2). In particolare, saranno i successivi protocolli d’intesa che Regioni e Province Autonome dovranno sottoscrivere con la Regione Campania e le amministrazioni comunali interessate – d’intesa con il Dipartimento della Protezione civile – a rendere effettivamente operativi i gemellaggi, prevedendo specifici piani per il trasferimento e l’accoglienza della popolazione da assistere. Nel frattempo, entro 45 giorni da quando le Disposizioni del Presidente del Consiglio verranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale, il Capo del Dipartimento della Protezione civile – d’intesa con la Regione Campania e sentita nuovamente la Conferenza Unificata – dovrà fornire alle diverse componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile le indicazioni per l’aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza previste per lo specifico rischio vulcanico al Vesuvio, aggiornamento che dovrà compiersi entro i successivi quattro mesi».
Gianni Lannes
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_prov.wp?contentId=LEG44007
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_dossier.wp?contentId=DOS37087
http://www.segnidalcielo.it/2014/03/04/eruzione-vesuvio-pronto-il-disastro/
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