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Ex pilota dell’aviazione militare jugoslava racconta degli strani incontri con misteriosi oggetti volanti in cielo, quando le regole dell’Armata vietavano di parlarne in pubblico.
Suad Hadgic nel 1972 era un pilota militare di origine bosniaca (ma allora a queste differenze non si faceva caso) dell’aviazione militare jugoslava ed in un volo di “routine” condotto con il collega Dusan Stipic si imbatté in qualcosa di particolarmente inusuale.
Oggi il portale “Tango Six” riporta una delle storia più interessanti che sia mai stata raccontata da un pilota di carriera ed attiene ai numerosi incontri in cielo con oggetti volanti non identificati. Tutte storie che all’epoca, con le rigide regole dell’Armata federale, non avrebbero mai potuto trapelare.
immagine di repertorio
Nella primavera del 1972 Hadzic stava volando insieme al vice capo del suo squadrone, un pilota esperto come il capitano Dusan Stipic ed aveva appena passato un controllo radar seguendo una rotta a nord-ovest ad un’altezza di 10.000 piedi con i serbatoio pieni quando da qualche parte sopra Plasko d’un tratto vide un oggetto brillare come una grande stella.
Suad Hadgic
Attraverso l’interfono il capitano Stipic confermò di vedere lo stesso oggetto luminoso ma il controllore del traffico fece sapere di non avere lo stesso elemento sul radar e suggerì all’ equipaggio di salire di quota. “I controllori del traffico aereo erano molto professionali- ricorda Hadgic -, non potendo compiere il riconoscimento ci suggerirono la manovra poiché allora nessun aereo era in grado di volare oltre gli 11.000 metri più veloce di “Mach 1,6″. Poi lo notarono anche loro: “Lo vediamo chiaramente, si sta avvicinando a voi ma non segue una rotta precisa”.
“Poi di colpo ‘oggetto scintillante si librò ancora più in alto , molto di più di noi . L’aereo continuava a salire ed una velocità supersonica velocità di circa 1.1 “Mach” ed oramai eravamo da qualche parte sopra Ogulin – continua Hadzic, aggiungendo che aveva virato a destra di circa 20 gradi – l’oggetto mi sembrava molto più grande e più luminoso , ormai avevamo raggiunto un’altezza di 13.000 piedi e quello rimaneva molto al di sopra di noi a 17, 19, forse 22 mila. Poi di colpo l’oggetto si spostò in direzione opposta, verso ovest, diminuendo di luminosità e scomparendo nel giro di pochi secondi”.
“Quello che mi colpisce ancora – rammenta il pilota – è la velocità alla quale l’oggetto si muoveva, parliamo di 5 – 6.000 km all’ora, in quello che si parve un attimo sparì verso Ovest ed in quel momento sentii la voce del controllore di volo dire: ” La vostra posizione è a circa 20 km da Istocno Delnica “. La nostra velocità si stava avvicinando 1.6 “Mach”, l’altimetro indicava poco più di 14.000 piedi, il copilota tirò la valvola a farfalla posteriore ed azionò il freno ad aria per scendere di quota nel più breve tempo possibile. Quando atterrammo eravamo ancora schoccati ma pochi vollero ascoltare la nostra storia”.
“Un paio di mesi dopo mi trovavo all’aeroporto di Bihac, e come tutti quelli che non avevano nulla da fare ero seduto nel piazzale su una panca di legno. Ero con i soldati del 352.0 squadrone di ricognizione e guardavo il cielo di mezzogiorno sopra l’aeroporto quando notai che il pallone metereologico che normalmente era piazzato a circa 600 metri di altezza sembrava più basso. Mi alzai dalla panchina, notai qualcosa di strano: il pallone stava scendendo o si trattava di qualcos’altro? I miei commilitoni cominciarono a scherzare ma alcuni di noi continuarono a guardare all’ oggetto argenteo di forma rotonda in bilico sopra di noi al centro della pista numero uno. Improvvisamente ho visto esattamente quello che avevo visto pochi mesi prima dalla cabina del mio “Mig”: un’accelerazione improvvisa e la scomparsa dell’oggetto il direzione Ovest”.
Il terzo incontro avvenne verso la fine del 1973 o all’inizio del 1974. Hadzic stava volando di notte a un’altitudine di circa 5000 metri. Sarebbe stato solo uno volo di routine se il controllore di volo di Janda non ci avesse avvertito che ci rimaneva combustibile solo per qualche minuto. A noi invece il risultava ancora più che sufficiente e l’informazione di venne confermata dal controllore di Karlovac, della cui pista vedevamo già le luci sia pure parzialmente coperte da nuvole ad una decina di chilometri. Sorvolando la periferia settentrionale di Karlovac ci infilammo fra le nuvole dove più che vedere io sentivo, ed alla mia altezza ho notato una serie di luci che si avvicinavano rapidamente. Mi erano parse quelle di un aereo passeggeri , non staccavo gli occhi dall’oggetto luminoso che non cambiava posizione né angolazione, avvicinandosi le luci si potevano vedere sempre più chiaramente, l’oggetto volava troppo forte per essere un aereo civile e poi le luci cominciarono a cambiare oscillando fra il verde , il giallo e il viola. Atterrando poco dopo a Rakovica mi sentii chiedere dai colleghi se avessi visto qualcosa”.
Ma gli incontri ravvicinati del tenente pilota Hadzic non finirono qua: nella primavera del 1975, nei cieli sopra Sisak volando in formazione verso la mezzanotte cinque diversi pilori della “Jna” notarono una strana luce che si muoveva in cielo ed era visibile da diverse posizioni e altezze a distanze dai 50 a 150 km. “Stavo volando ad un’ altitudine di circa 8000 metri vicino all’Adriatico meridionale e notai una luce intensa che segnalai anche da altri colleghi, i quali confermarono tutti di averla vista: si muoveva nello spazio aereo fra Sisak e Petrinja e scomparve come sempre nel giro di pochi attimi”.
Adesso Suad Hadnzic è un pilota in pensione e vive sulle Bocche di Cattaro: “Nelle notti d’estate nel giardino di casa mia ho l’abitudine di sedermi in poltrona e meditare guardando il cielo stellato. Credo che in tutti questi anni abbia voluto comunicarmi qualcosa”.
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