SANTA CLAUS
(ovvero, la leggenda di Babbo Natale)
Nicola di Bari (Licia 304 ca. - ? 345 ca.), vescovo cristiano, santo patrono della Russia, tradizionalmente associato con le celebrazioni del Natale. Si presume che le leggendarie narrazioni riguardanti la sua vita abbiano scarsi fondamenti storici; probabilmente gli agiografi hanno intessuto una biografia attribuendogli gran parte della vita di un altro Nicola, detto Sionita, che nel VI secolo fondò un monastero a Sion, presso Mira, in Licia. Secondo la narrazione Nicola, originario dell'Asia Minore, entrò nel monastero di Sion, diventando in seguito arcivescovo della Chiesa metropolita di Mira e partecipando forse al primo concilio di Nicea. Alla fine dell'XI secolo alcuni mercanti italiani recarono le sue spoglie da Mira a Bari, dove sul suo sepolcro sorge oggi una basilica. La traslazione avvenne il 9 maggio 1087.
Nicola è santo patrono dei fanciulli, degli studiosi, delle vergini, dei marinai e dei mercanti. Una leggenda narra dei doni segreti fatti da Nicola alle tre figlie di un uomo povero che, non potendo regalare loro la dote, si accingeva ad abbandonarle a una vita di peccato. Da questa leggenda proviene l'abitudine di fare doni in segreto la notte di san Nicola (6 dicembre); per la prossimità delle due date, il Natale e san Nicola vengono celebrati insieme in molti paesi dell'Europa centrale e settentrionale: Santa Claus, il Babbo Natale dei paesi anglosassoni che porta i doni ai bambini la vigilia di Natale, è infatti una corruzione di sanctus Nicolaus.Fonti:
"Nicola di Bari," Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2003
http://encarta.msn.it © 1997-2002 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.L'ORIGINE DELL'ALBERO DI NATALE
L'albero era sacro già nell'antichità presso alcuni popoli dell'Europa e dell'Asia. Era sacro anche per i Longobardi ad esempio, e certi riti (agli occhi della Chiesa, sacrileghi) rimasero in vigore, anche dopo la conquista carolingia, nei ducati di Spoleto e Benevento, fino al tardo medioevo.
Le streghe, influenzate da queste credenze pagane, celebravano i loro "sabba" sotto grandi querce. Una leggenda nordica parla di un taglialegna che tornando a casa, rimase incantato a vedere un abete tutto luccicante per via del ghiaccio sui suoi rami. Tale cosa gli piacque a tal punto che pensò di adornare similmente un piccolo abete vicino a casa sua per farlo vedere ai suoi figli.
La tradizione dell'albero di Natale, così come lo conosciamo noi, nacque in Germania nel 1611. Si racconta che la duchessa di Brieg avesse già preparato tutto l'occorrente per festeggiare il Natale nel suo castello, ma notò che un angolo del salone appariva vuoto. Uscì allora nel parco per cercare qualcosa di adatto e trovò un piccolo abete. Lo fece trapiantare in un vaso e trasferire nel salone.
In Francia, invece, il primo albero di Natale fu introdotto nel 1840 dalla duchessa D'Orleans.
L'abete natalizio, ricoperto di nastri e fiocchi, ha però la sua patria ideale in Alsazia, a Strasburgo, e da lì si diffuse in Germania. Il suo primo grande fan fu nell'Ottocento il principe Alberto, marito della regine Vittoria, che lo fece conoscere agli inglesi. Alla fine del secolo, l'albero di Natale approdò anche in Italia. Un'assoluta novità? Non proprio. Già nel Settecento in Liguria si addobbavano con fichi secchi e carta colorata dei rami di alloro.
Un'altra tradizione racconta invece che i contadini, nella Notte Santa, per ringraziare la terra della sua generosità, usassero appendere ad un grosso abete i frutti del loro lavoro. Oramai tuttavia, il Natale è diventata solo una festa all'insegna del consumismo, frutto di una globalizzazione sempre più incalzante.Dott. Giorgio Pastore
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