Dettagli oscuri e misteriosi del “Padre Nostro”
La famosa preghiera del “Padre Nostro”, strano che possa sembrare, se letta in filigrana sembra offrire degli spunti di interpretazione davvero molto interessanti e insoliti, specie se la si legge con la mente al catarismo e alle idee catare.
Fa molta impressione leggere l’incipit dell’orazione: “Padre Nostro che sei nei cieli”, una definizione della divinità che sembra discostarsi di molto dal quel “Creatore del Cielo e della Terra” di cui parla invece il “Credo”, quasi a dire che il Dio al quale si rivolge l’invocazione stia appunto più in Cielo che in Terra e difatti, rifacendoci al catarismo, anche i Boni Homines sostenevano e sostengono che il Dio del Bene è solamente un Dio spirituale che non ha niente a che vedere con la materia.
Anche nel finale, allorché si dice “non indurci in tentazione ma liberaci dal male” (dettaglio che ovviamente fa a pugni con quanto detto all’inizio), sembra ci sia qualcosa di molto nascosto e oscuro, specie alla luce del fatto che molti sostengono che la frase in esame dovrebbe essere cambiata con “non permettere che noi siamo tentati”, la qual cosa, se venisse approvata come pare dovrebbe accadere (si dice a questo proposito che diversi studiosi biblici siano infatti per la seconda traduzione), significherebbe che il Dio dei “Cieli” viene invocato contro l’eventualità che qualcun altro ci tenti.
Ma chi potrebbe farlo se non qualche altra divinità che non sia la prima di cui si parla nell’incipit della preghiera?
Il “Padre Nostro” è dunque una preghiera catara, una preghiera dualista? Sembra proprio così, del resto è davvero strano pensare che un Dio Vero possa tentare le sue creature.
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