Il G20 chiede risposte efficaci con un Super EFSF e la Cina invece si propone come salvatrice
Il
G20 si è stancamente esaurito con minacce che ci potevamo aspettare. I ministri di tutto il mondo hanno lanciato moniti e minacce all’
Eurozona. Entro il 23 ottobre bisogna presentare soluzioni credibili, con un piano che metta in chiara sicurezza il debito pubblico dei
PIIGS. Molti sono rimasti anche sorpresi dal tono minaccioso dei grandi del mondo. In realtà è tutta una mossa voluta sia per mettere pressione a chi deve decidere (
Eurozona) ma anche per rassicurare i mercati: il mondo sa che la situazione è grave e che occorre intervenire. E che quindi si interverrà. Anche se qualcuno non sarà troppo d’accordo sui metodi e sulle scelte. Vedasi primi tra tutti i cittadini tedeschi e francesi. Oltre che i cittadini dei vari
PIIGS che dovranno abituarsi all’austerity. Ma di questo ne abbiamo già parlato fino alla noia. (
Qui il comunicato ufficiale)
L’oggeto del contendere è sempre lui, il fondo salva stati, l’EFSF che deve essere rimpinguato e potenziato. Per il bene ( e benessere) di tutto il globo finanziario, per ridare fiducia ai mercati e all’economia, per dare maggiore stabilità, per dare un barlume di possibile crescita economica.
Quindi è stato detto qualcosa di nuovo? La risposta è no. Ma ecco il colpo gobbo.
La delegazione cinese a Parigi guidata dal ministro Xie Xuren avrebbe presentato a ministri e autorità europee riuniti nella capitale francese un’offerta per salvare la moneta unica con investimenti massicci in titoli di Stato dei singoli paesi e in infrastrutture. Una forte iniezione di capitali nell’ Eurozona che potrebbe aver avere un esordio con l’intervento in Grecia del colosso cinese Hna, in pole position per l’acquisto dell’aeroporto di Atene. Le condizioni d’investimento però sarebbero da lacrime e sangue: ampie ristrutturazioni di bilancio e tagli alla spesa in tutti i paesi dell’euro, scrive il Sunday Times. «La Cina vuole essere sicura che l’Europa conosca le dimensioni del buco e che questo buco non diventi più grande prima che Pechino accetti di riempirlo», ha affermato una fonte anonima e «vicina al negoziato». (source) Eccoli i cinesi che arrivano! Ma a una condizione: vaste riforme nei piani di bilancio e nuovi tagli al settore pubblico da parte dei paesi dell’Eurozona. Austerity.
E austerity a parte, possiamo ora dire ufficialmente che la crociata cinese vuole impegnarsi in una “mission” salva Europa. E state pur certi che i cinesi, se interverranno, chiederanno poi il loro tornaconto.
Siamo sicuri di poterne essere poi così fieri?
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