Rappresentazione del nostro Sistema Solare
Il sistema solare allarga i suoi confini. Ben oltre l’orbita di Plutone gli astronomi hanno scoperto 2012 VP113, un pianeta nano che va ad aggiungersi al più noto90377 Sedna, un oggetto transnettuniano di grandi dimensioni che orbita attorno al Sole su di un’orbita particolarmente eccentrica. La scoperta, di rilievo, apre un dibattito scientifico ancora più grande sulla possibile presenza di un grande pianeta, forse di massa 10 volte superiore a quella della Terra. In quest’area così lontana e poco esplorata gli astronomi sono stati portati a credere nell’assenza di materia, limitando il sistema solare ad una zona interna contenente i pianeti rocciosi, una centrale contenente i giganti gassosi e una esterna chiamata Fascia di Kuiper, popolata da mondi lontani e ghiacciati. In realtà la scoperta di Sedna, avvenuta nel 2003, ha fatto capire quanto ancora ci sia da scoprire anche in aree non particolarmente distanti su scala cosmica. Sedna ha un’orbita estremamente ellittica che lo porta ad avvicinarsi al sistema solare esterno in prossimità del perielio e ad allontanarsi fino ad oltre 5 giorni luce dal Sole quando si approssima all’afelio. 2012 VP113 è un mondo ghiacciato che varia la sua distanza dal Sole tra 80 e 452 Unità Astronomiche. Oggetti lontani come Sedna e 2012 VP113 sono incredibilmente difficili da individuare. Essi devono infatti essere scorti quando si trovano nel punto più vicino della loro orbita. Secondo gli scienziati questo regno lontano, chiamato nube di Oort, potrebbe ospitare circa 900 corpi più grandi anche di Sedna, tra cui alcuni delle dimensioni di Marte o addirittura della Terra. Ma le attuali tecnologie non consentono di osservarli. In merito alla loro formazione la scienza non ne sa ancora molto: potrebbero essersi formati in un’area più interna del sistema solare prima di essere spinti dalle interazioni gravitazionali con altre stelle, forse gemelle del Sole. Ma è anche probabile che siano stati espulsi dalla fascia di Kuiper. Le anomalie osservate nell’orbita di 2012 VP113, tuttavia, non dimostrano la presenza del pianeta X, ma solo che da oggi è più probabile che ci sia. L’osservazione del piccolo 2012 VP113 rappresenta un grande passo in avanti in tal senso, che osservazione dopo osservazione, ci avvicina alla comprensione dell’universo di cui anche noi facciamo parte.
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