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Nel gennaio del 1971, uno show basato sulle telefonate su Greater London Radio ricevette una chiamata da «una fredda voce metallica» che sosteneva di essere di origine extraterrestre. La voce, che non si attribuì alcun nome, disse che stava «parlando con la trasmissione del pensiero guidato da computer» e si cimentò nelle consuete argomentazioni sulle difficoltà della vita sulla Terra e la riluttanza dell’umanità ad abbandonare i suoi modi primitivi.
RADIO ET
di Scott Corrales
Qualche sera fa ho sentito Clyde Lewis, del programma radiofonico Ground Zero, mandare in onda alcuni affascinanti spezzoni di trasmissioni radiofoniche “paranormali” ricevute nel Regno Unito negli anni ‘70 e in Florida, probabilmente attorno allo stesso periodo. YouTube ci fornisce anche una serie di presunte trasmissioni radio aliene. Questo mi ha riportato alla mente un articolo che scrissi nel 2003, “Spirit of the Radio”, che affrontava anche questo intrigante fenomeno. Data la natura elettromagnetica del mezzo, è facile immaginare creature ultraterrene che se ne avvalgono per mistificare il pubblico umano. La tecnologia con cui effettuare questo tipo di trasmissioni negli anni ’70 non esisteva (o forse solo per i militari), e quindi viene da chiedersi chi ci fosse dietro a tutto questo…
Nel corso degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, WBMJ-AM “Radio Rock” è stata il leader indiscusso della musica popolare a San Juan, Porto Rico, proponendo un eclettico mix di rock, disco, country e musica salsa sia per gli ascoltatori locali e che per i membri delle forze armate di stanza nella regione di San Juan. Lo slogan della stazione, “Trasmettendo dalla favolosa Cloud Room (stanza delle nuvole, ndt) al Vista Bahía Hotel”, spingeva gli ascoltatori ad alzare involontariamente gli occhi verso l’imponente edificio da cui provenivano sia la musica che i commenti dei deejays.
L’aprile 1975 fu un mese di intensa attività UFO sull’isola, collegata a saccheggi da parte dell’enigmatica creatura nota ai media come il “Moca Vampiro” per le sue attività in quella città, nella parte occdentale dell’isola. Gli avvistamenti erano diventati comuni nell’area metropolitana di San Juan, che contava all’epoca quasi un milione di abitanti. Con una vista sulla Baia di San Juan e la maggior parte dell’area metropolitana, il discjockey Willie López poteva osservare albe e tramonti mozzafiato dalla giustamente soprannominata Cloud Room, ma niente lo aveva preparato a ciò che avrebbe visto il 6 aprile, 1975.
Un UFO per Radio Rock
Una sera, alle 22:45, López stava introducendo un altro ciclo di canzoni quando venne sorpreso da tre forti colpi sull’ampio vetro della finestra che dava su una stretta terrazza accessibile solo dall’interno degli uffici di Radio Rock. Il deejay riferì di aver visto una «figura luminosa» che correva lungo il terrazzo. Facendosi coraggio per scostare la tenda e guardare fuori, López vide un oggetto giallo-bianco incandescente sospeso appena pochi piedi sopra una torre di raffreddamento nelle vicinanze. L’oggetto era discoidale e dal diametro di circa quaranta piedi, ma sembrava stare delicatamente in equilibrio sulla torre di raffreddamento e la sua luminosità ultraterrena rimaneva costante. Spaventato, il deejay chiuse le tende e fece la prima cosa che gli venne in mente: interrompere la musica per comunicare agli ascoltatori quello che stava accadendo nei cieli sopra la sezione Miramar – un momento importante nella storia della radio, che solo pochi ricordano.
Un amico andò nello studio di trasmissione della stazione e si avventurò con López sul terrazzo, che scoprirono essere caldo in modo innaturale. L’oggetto luminoso era però scomparso.
Secondo l’autore Sebastián Robiou, l’esperienza di Willie López non venne mai ripresa dai giornali, ma suscitò molto interesse nelle altre emittenti, che invitarono anche la Protezione Civile a leggere il contatore Geiger della terrazza di Radio Rock. A quanto pare, i funzionari pubblici lo fecero, ma i risultati non vennero mai resi noti. Due giorni dopo, si verificò un altro evento strano a Radio Rock, perché buona parte di San Juan fu interessata da un black-out.
Radio Rock veniva trasmessa nei primi anni ‘80. Il Vista Bahía Hotel e la Cloud Room sono gli unici testimoni rimasti del fenomeno… e non parlano…
“Happy” si ricrede
Ma la scomparsa di una determinata stazione radio non significa che l’interesse del fenomeno UFO per i mezzi di comunicazione sia svanito. Due decenni più tardi, Sammy Acevedo, un famoso discjockey radiofonico soprannominato “Happy”, nel suo programma su X-100 FM sostenne di aver visto le manovre notturne di un oggetto volante non identificato il 24 luglio 1993. Ironia della sorte, “Happy” era diventato famoso per le sue parodie dei numerosi avvistamenti UFO avvenuti nell’isola nel corso degli anni precedenti. Il discjockey definì il suo avvistamento «un’esperienza unica» nella sua vita. «Non avevo mai visto nulla del genere, ma sabato mi sono reso conto che quelle cose sono reali», dichiarò. L’avvistamento di Acevedo si verificò mentre si trovava in una cabina telefonica vicino alla vecchia pista El Comandante.
L’evento durò 8-10 secondi – il tempo che impiegò l’oggetto metallico che emetteva un pallido bagliore giallo a muoversi lungo tutta la sua visuale, senza emettere rumore. «Non credo che fosse rotondo. Piuttosto, era largo nel mezzo e stretto ai lati». Alla domanda sulla possibilità che possa essere stato un elicottero pubblicitario, Acevedo sottolineò che era completamente silenzioso.
Due anni dopo il CE-1 di Acevedo, un altro personaggio radiofonico, José Raúl Arriaga, di Barranquitas, avrebbe avuto la sua storia da raccontare.
Nell’autunno del 1995, Arriaga aveva ricevuto così tante telefonate da testimoni oculari riguardo ad attività UFO nel corso degli ultimi 20 mesi, che dire che questi casi non lo scomponevano più è un eufemismo. Tuttavia, il suo interesse stava per essere riacceso quando i pannelli di controllo di Radio Prócer impazzirono durante il suo turno al microfono. La causa: un UFO sopra la stazione di trasmissione.
Arriaga dichiarò che alle 19:00 di sabato sera, 18 novembre, si era accorto che tutti gli aghi sui panelli di controllo della stazione erano andati in tilt. Allo stesso tempo, aveva sentito un brusio fuori dallo studio. Andato a controllare quale fosse il motivo di tanta confusione, aveva notato un bagliore nel cielo notturno e quello che sembrava un veicolo ovale a mezz’aria, sopra l’antenna di Radio Prócer. «Qualunque cosa fosse – dichiarò in seguito alla stampa – girava intorno al trasmettitore della stazione. Penso che fosse stato quello a mandare in tilt i pannelli. Dopo poche manovre, il velivolo decollò verso Barrio Helechal. Poco dopo fummo sommersi dalle telefonate di persone che, come me, erano state testimoni dell’evento».
Da Ultracom al caso Amicizia
Se gli UFO sono davvero navi con equipaggi provenienti da un altro sistema stellare, che vengono nel nostro mondo in missioni scientifiche e per altre cose che possiamo solo immaginare, c’è la questione di come siano possibili le comunicazioni tra gli “squadroni” di UFO segnalati in certe occasioni e le loro navi madre. Questi putativi esploratori dello spazio devono avere ordine di mantenere un rigoroso silenzio nelle loro comunicazioni, in quanto non sono mai state rilevate trasmissioni tra loro con qualsiasi mezzo a noi noto. È assolutamente possibile, naturalmente, che abbiano superato la necessità di usare segnali radio, tanto quanto la nostra società ha superato l’uso di piccioni viaggiatori e segnali di fumo. Forse testimonianze oculari di UFO che sparano raggi di luce l’uno verso l’altro potrebbero rappresentare una qualche forma di comunicazione da nave a nave, ma è anche possibile che venga impiegata una forma di trasmissione del pensiero.
The UFO Encyclopedia (Citadel, 1978) di Norman Briazak e Simon Mennick affronta questa peculiarità del fenomeno e propende per l’idea che venga utilizzato un più avanzato metodo di comunicazione (magari simile alle trasmissioni subspaziali di Star Trek o i “tight beam” delle storie nel ciclo della Fondazione di Asimov). The UFO Encyclopedia fa riferimento a un presunto sistema militare statunitense soprannominato “Ultracom”, che usa un fascio ultravioletto per l’invio di messaggi. Anche se gli autori avvertono che come sistema non potrebbe essere impiegato tra un’atmosfera planetaria e lo spazio profondo, a causa dell’assorbimento della nostra atmosfera di lunghezze d’onda ultraviolette, sarebbe comunque ideale per trasmettere messaggi tra veicoli nell’atmosfera terrestre.
Eppure, un caso molto controverso in America Latina suggerisce che alcuni UFO possano utilizzare comunicazioni nel vecchio stile della radio, o almeno sono in grado di usarlo nei loro rapporti coi terrestri. Il caso è noto come “Amicizia” e riguarda un inafferrabile gruppo di umani e non umani presumibilmente operanti su un’isola negli arcipelaghi del Cile meridionale.
Nel 1984, un radioamatore di nome Octavio Ortiz, una coppia di coniugi residente a Santiago del Cile e un orgoglioso proprietario di una stazione di base megacycle 27 CB divennero protagonisti di un caso che si protrae ai nostri giorni. Quell’anno, Ortiz ricevette una chiamata di soccorso da una nave che affermava di essere intrappolata da una luce misteriosa che stava mettendo scompiglio nella strumentazione elettronica di bordo. La luce – un velivolo sconosciuto – era scesa ancora più bassa sulla nave. Sconcertato, Ortiz si offrì di ritrasmettere i messaggi alle autorità del porto di Iquique, a nome del comandante della nave. Di conseguenza, Ortiz strinse amicizia con il comandante, Alberto, che gli disse di essere stato reclutato da misteriosi “gringos” per trasportare attrezzature e forniture su una delle tante isole dell’Arcipelago Chonos. Questi nordisti sfuggenti si definivano una “congregazione” e avevano soprannominato se stessi e l’isola, Friendship, Amicizia.
Octavio Ortiz ebbe poi l’occasione di parlare direttamente tramite la sua radio amatoriale con “Ariel”, uno degli strani membri di Amicizia. In un’intervista con il giornalista e broadcaster spagnolo Josep Guijarro, Ortiz spiegò che ogni volta che “Ariel”gli parla alla radio, gli aghi della strumentazione saltavano, il che indica che veniva impiegato un trasmettitore di enorme potenza. Né Ortiz fu l’unico a parlare con questa entità: la moglie Cristina coraggiosamente chiese ad “Ariel” la provenienza sua e del suo gruppo. La voce rispose che erano «non di questo mondo, ma appartenevano al genere umano».
Nell’agosto 1985, poco più di un anno da quando Ortiz aveva comunicato il messaggio dalla nave assediata dallo strano velivolo, un oggetto luminoso apparve nel primo pomeriggio sulla loro abitazione a Santiago. Secondo la loro testimonianza, una voce alla radio amatoriale ordinò loro: “Venite fuori! Venite fuori!”. Dopo averlo fatto, e aver parlato con Ariel via radio, si resero conto che l’UFO era un oggetto a controllo remoto della misteriosa Amicizia.
Secondo Guijarro, il noto ufologo Jorge E. Anfruns fece notare un dettaglio molto importante: «Alcuni degli operatori della radio amatoriale stavano telefonando ai giornali per segnalare l’interferenza con le loro sofisticate attrezzature». La famiglia Ortiz ritiene che l’oggetto non fosse a controllo remoto, e che in realtà vi fosse a bordo il loro amico Ariel.
Si potrebbe dire altro su questa setta bizzarra di esseri umani in possesso di tecnologie avanzate, o alieni che sostengono di avere una sorta di parentela con la nostra specie, ma va ben oltre la portata di questo articolo. Basti dire che la Marina cilena sembra essere a conoscenza da molti anni di perturbazioni radioelettriche e problemi causati dagli strani oggetti che operano in prossimità delle isole Chonos.
Josep Guijarro ricevette una lettera da un uomo che aveva lavorato per cinque anni in una stazione radio navale di Puerto Montt, che diceva: «Siamo stufi di questi diavoli che spesso interferiscono con le nostre comunicazioni con strumentazioni hi-tech incredibilmente potenti, che a volte producono persino barriere invisibili che circondano tutta la Penisola Taitao e lasciano tutte le barche, incluso quelle della Marina Militare, senza comunicazioni». L’agghiacciante ammissione da parte di un militare porta a chiedersi se Amicizia sia davvero all’altezza del proprio nome.
Un avvertimento dai Fratelli dello Spazio
Nel 1977, il contattista UFO e radio broadcaster Orlando Rimax fece ascoltare un’affascinante registrazione nel suo show Otros Mundos (Altri Mondi). La cassetta, registrata nella Repubblica Dominicana o a Porto Rico, riproduceva il baritono inquietante e distorto di un essere che si faceva chiamare Omicron. Intrusioni come questa sembrano frequenti nei circoli contattisti; spesso vengono liquidate come bufale, ma sono comunque intriganti. Nell’ultima ristampa del classico Other Flesh, Other Voices, del contattista George Hunt Williamson, l’autore ed editore UFO Timothy Green Beckley fa notare una cosa interessante: Williamson era un radioamatore «che dichiarò un contatto con esseri extraterrestri che trasmettevano continuamente messaggi dalle astronavi, facendo il giro della terra nell’atmosfera superiore».
“Alleged TV and Radio Broadcasts from Space” (Presunte trasmissioni televisive e radiofoniche dallo spazio), un documento Internet scritto da Jon Hurst, fornisce gli equivalenti transatlantici di eventi simili alla trasmissione di Omicron.
Nel gennaio del 1971, uno show basato sulle telefonate su Greater London Radio ricevette una chiamata da «una fredda voce metallica» che sosteneva di essere di origine extraterrestre. La voce, che non si attribuì alcun nome, disse che stava «parlando con la trasmissione del pensiero guidato da computer» e si cimentò nelle consuete argomentazioni sulle difficoltà della vita sulla Terra e la riluttanza dell’umanità ad abbandonare i suoi modi primitivi. Quando il conduttore radiofonico gli chiese se fosse possibile per gli umani vedere l’interlocutore interstellare, questi rispose che per loro era «possibile assumere aspetto umano» per un dato numero di minuti. L’onnipresente comandante Ashtar, fonte di saggezza dei “fratelli dello spazio” per molti decenni, apparentemente trascese wireless per apparire sul piccolo schermo. Il Comandante dirottò una serie di trasmettitori appartenenti alla rete Southern ITV Sud alle 17:12 del 26 novembre 1977, trasmettendo il suo messaggio direttamente in un notiziario. Il network sembra essere stato inconsapevole del problema, al tempo, o completamente impossibilitato a risolverlo. «Forse – scrive Hurst – perché la fonte del segnale primario non era di natura terrestre».
Il messaggio andò in onda per poco più di cinque minuti e conteneva un avvertimento familiare: «Veniamo per avvisarvi del destino della vostra razza e del vostro mondo in modo che possiate comunicare ai vostri simili il percorso che dovete seguire per evitare i disastri che minacciano il vostro mondo, e gli esseri sui nostri mondi intorno a voi. Questo perché possiate condividere il grande risveglio, mentre il pianeta passa nella Nuova Era dell’Acquario. La Nuova Era può essere un momento di grande pace ed evoluzione per la vostra razza, ma solo se i vostri governanti saranno consapevoli delle forze del male che possono oscurare i loro giudizi».
I pericoli dell’FM
Sul numero Inverno 1997 della defunta newsletter SAMIZDAT, il ricercatore argentino Guillermo Aldunati espresse la propria preoccupazione che le presunte UFO abduction sembrassero prevalere in aree con «alti livelli di radiazioni ELF e onde radio FM», notando che la città argentina di Rosario presentava un’eccessiva quantità di stazioni FM. «Perché accadono questi casi quando le antenne delle stazioni radio formano un triangolo perfetto? Coincidenza? Caso?» chiede uno sconcertato Aldunati. Il suo articolo continua raccontando di una giovane donna, identificata con lo pseudonimo di Alicia, che al momento del fatto si trovava su un autobus lungo la Route 131. Era comodamente seduta – racconta Aldunati – e ascoltava una stazione FM sul suo walkman. Verso le 21:30 «la programmazione musicale della stazione cambiò improvvisamente: invece di musica soft strumentale, si fece sentire una sorta di musica corale in una lingua straniera. Alicia cercò di cambiare stazione, ma si accorse che era impossibile.
Le sue dita erano paralizzate, così come il resto del corpo, e una leggera nebbia bianca l’avvolse completamente. Ciò che le stava attorno – tutto quello che aveva visto prima sull’autobus – scomparve completamente».
Nonostante questo, Alicia poteva ancora sentire di essere seduta sul sedile dell’autobus, anche se la musica inquietante la conduceva verso un punto incandescente nello spazio, che lentamente si trasformò in un veicolo spaziale. «All’interno della nave – continua Aldunati – Alicia disse di aver visto una creatura nana macrocefala, che le prese le mani e cominciò a toccare alcuni punti del suo corpo. Il disegno della testimone mostra un essere che corrisponde al classico Grigio dalla testa grande.
La creatura tastò dolcemente suo addome. Alicia senti che quell’esame aveva un significato che ancora non riesce a capire. Poco dopo, ancora avvolta nella strana nebbia e ascoltando la stessa musica, si sentì trasportata indietro sull’autobus, e poté distinguere le altre forme a bordo, come ad esempio il conducente e gli altri passeggeri, mentre la nebbia si dissipava.
Guardando fuori dalla finestra, Alicia si accorse che l’autobus aveva superato di due isolati la sua fermata, costringendola a scendere a quella successiva e correre a casa a rifugiarsi».
L’esperienza non finisce qui: ci viene detto che Alicia riuscì a far ascoltare a uno dei suoi genitori la strana musica riproducendola nel suo stereo personale e poi tramite lo stereo di casa. La musica, secondo l’experiencer, era accompagnata da un rumore sgradevole. Venne poi ripristinata la normale programmazione, ma Alicia sembra aver sofferto di una serie di incubi con gli esseri non-umani della sua esperienza. L’autore si chiede se la giovane donna «si fosse sintonizzata su una stazione FM che trasmetteva una specie di musica diabolica, in grado di indurre il fenomeno e, in tal caso, se fosse stata solo una coincidenza»
L’esperienza di Alicia potrebbe essere scartata semplicemente come uno di quegli eventi straordinari ad alta stranezza che si ripetono raramente, se non mai, se non fosse per un altro strano caso che coinvolse un anonimo giovane che contattò Más Allá del Limite: una volta, mentre stava maneggiando un pezzo di strumentazione per inserirlo in un organo (l’experiencer era un compositore di musica rock), udì un forte rumore, simile a un’esplosione, di fianco alla sua stanza, mentre un’intensa sfera di luce gli colpì la fronte, provocandogli un forte dolore, sia nella parte anteriore che in quella posteriore della testa. Nel frattempo, una strana voce lo chiamò due volte da uno degli altoparlanti. Non c’è bisogno di dire che l’esperienza terrorizzò il testimone, che era solo.
La radio è stata associata alla possibilità di vita extraterrestre sin dall’inizio. Non solo Guglielmo Marconi, il padre della radio, credette di aver ricevuto segnali da Marte, ma attualmente il SETI è impegnato a puntare “orecchie elettroniche” vero il cielo, nella vana speranza di captare un saluto da un pianeta lontano. Il collegamento ET/radio è stato estrapolato in opere di fantascienza e di cultura popolare: cosa ci sarebbe di più agghiacciante dell’introduzione alla serie televisiva The Outer Limits, “Please Stand By”, dove un’entità spaziale giunge sulla Terra attraverso onde radio trasmesse dal radio annunciatore interpretato da Cliff Robertson?
Forse ET non telefona a casa, si sintonizza…
Articolo scritto da Scott Corrales per la rivista X-Times
Per gentile concessione di Alberto Forgione ( X-Publishing)
Redazione Segnidalcielo
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