Le ombre del solare in Italia!
*Perché viviamo nel «Paese del Sole» ma non abbiamo un pannello fotovoltaico sul tetto di ogni casa?
*Perché lo Stato promuove incentivi, ma pone limiti agli impianti agevolati?
*E perché le tasse destinate alle fonti energetiche rinnovabili finiscono in carbone e petrolio?
Testo di Massimo Murianni e Sergio Musazzi
Carlo Rubbia: addio Italia!
Porto in Spagna la nuova energia solare L’Italia ha detto no alla mia centrale solare
In questa intervista esclusiva il Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia spiega perché è andato in Spagna a realizzare il suo innovativo impianto che ricava energia dal Sole. Giorgio Rivieccio
CARLO RUBBIA: «L’ITALIA HA DETTO NO ALLA MIA CENTRALE SOLARE. E IO VADO IN SPAGNA» DI GIORGIO RIVIECCIO
Il Premio Nobel per la fisica ha realizzato l’impianto più innovativo per ricavare energia dal Sole. Ma il nostro Paese l’ha rifiutato. E lui si è rivolto altrove. Risultato: 20 nuove centrali stanno sorgendo nella penisola iberica. In questa intervista esclusiva Rubbia spiega perché se n’è andato. E bolla la ricerca italiana: «É il caos».
Perché considera il solare termodinamico più vantaggioso di quello fotovoltaico?
«Perché è come uno scaldabagno: puoi farti la doccia anche di notte o quando non c’è il Sole»
Come funziona il Solare di Rubbia
Il fluido per accumulare il calore è a base di un sale compatibile con l’ambiente.
La centrale solare termodinamica di Rubbia è basata su specchi parabolici, con apertura di 5 metri e 76, adatti a una produzione industriale, costituiti da pannelli a nido d’ape di 2 centimetri e mezzo di spessore.
Ogni specchio concentra il calore del Sole su un tubo posto nel fuoco della parabola, formato da una struttura coassiale di due cilindri concentrici: un tubo di vetro esterno da 11,5 centimetri di diametro e uno d’acciaio interno da 7 centimetri di diametro all’interno del quale scorre un fluido in grado di immagazzinare elevate quantità di calore.
Il fluido che scorre all’interno del tubo ricevitore è una miscela di sali, 60 per cento di nitrato di sodio e 40 per cento di nitrato di potassio, che trasporta il calore a 550 gradi.
Questo sale, ampiamente usato come fertilizzante, è economico, facilmente reperibile e soprattutto compatibile con l’ambiente.
Dal serbatoio, denominato «serbatoio caldo», i sali vengono inviati a uno scambiatore di calore, dove viene prodotto vapore che, come nelle centrali elettriche tradizionali,, aziona una turbina e genera energia elettrica.
Il fluido che ha ceduto parte del suo calore è convogliato in un «serbatoio freddo» a 290 gradi e quindi reimmesso nel ciclo. Il calore accumulato nel serbatoio caldo serve a compensare le irregolarità dell’irraggiamento solare e a fornire energia anche di notte. Per mezzo di un complesso algoritmo il computer centrale calcola la migliore inclinazione degli specchi ai fini della concentrazione dei raggi.
Paola Catapano
Carlo Rubbia…leggete, leggete…
Ha inventato una centrale elettrica unita a un acceleratore di particelle che «brucia» le scorie nucleari [vedi Newton, dicembre 2004], risolvendo tre problemi in uno:
1) la produzione di energia,
2) la sicurezza dell’impianto che si spegne da solo se lasciato a sè stesso; inoltre,
3) l’eliminazione dei residui nucleari delle centrali, la cui radioattività altrimenti resta per migliaia di anni.
PDF integrale al link: http://www.liberamenteservo.it/energiaalternativa/Addio%20Italia%20_%20Carlo%20Rubbia.pdf
Commento: Viene da chiedersi, innocentemente, “Cui prodest” tutto questo scempio della ricerca italiana?
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