Aerei militari dopo l’avvistamento. «L’Aeronautica sa, ma non parla»
Ogni mese ricevono decine e decine di segnalazioni, alcune delle quali vengono «promosse» al rango di «probabili avvistamenti di ufo». Ma Mauro Luigi Panzera e Giovanni Nicoletti rispettivamente del Cun (centro ufologico nazionale) della Basilicata e della Puglia preferiscono andare cauti con i giudizi e le valutazioni legate all’acquisizione di immagini e foto: «Personalmente - dicono - non riteniamo che la sola presenza di un filmato debba naturalmente conferire una maggiore dignità al caso.
Anzi, più passa il tempo e più si consolida la diffusione del digitale (soprattutto di videofonini a bassa o a bassissima risoluzione) in mano a gente che al 99 per cento è priva di nozioni elementari di cultura scientifica. Le possibilità che vengano analizzati dei pessimi prodotti sono numerosi. Preferiamo - concludono - di gran lunga un resoconto dettagliato scritto da parte di testimoni che un cattivo filmato, spesso incomprensibile. Certo, se il fenomeno di Vaglio è stato davvero visto da una ventina di persone, il fatto assume maggiore rilevanza». Giacomo Casale, del centro accademico studi ufologici, sottolinea che avvistamenti del genere spesso vengono seguiti da presenze di aerei militari. Si riconoscono per le luci ad intermittenza.
E nella notte di Vaglio, un’ora dopo l’accaduto, in molti hanno notato nei cieli un aereo. Tanto che qualcuno, sulla scia del precedente avvistamento, ha continuato a parlare di ufo, di fenomeno extraterrestre: «Quando un oggetto viola lo spazio aereo - dice Casale - i radar lo segnalano e scattano i controlli». Insomma, l’Aero - nautica avrà visto qualcosa? «Forse sì - aggiunge Casale - ma da quelle fonti non si avranno mai riscontri. La politica ufficiale dei governi, d’altra parte, è di negare questi fenomeni anche se poi ognuno ha creato archivi sugli avvistamenti. Probabilmente è anche giusto che sia così per evitare un allarme tra la gente». [ma.bra.]
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