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2036. Un asteroide si abbatterà sulla terra
Di Apophis aveva già parlato un ragazzo di 13 anni
Nel 2036 un asteroide si abbatterà sulla terra. E sarà un disastro. La minaccia, già nota da qualche anno, è stata rilanciata dal capo dell’Agenzia spaziale russa Anatoly Perminov. Lo scienziato, dalle colonne di Fox News, ha chiesto ai potenti della terra di organizzare una spedizione per distruggere Apophis. L’anno scorso, lo stesso allarme, era stato lanciato da un ragazzino tedesco di tredici anni. Ma era caduto nel vuoto.
di SONIA T. CAROBI
Mancano 26 anni. Circa. 9600 giorni. Se uno vuole essere preciso. 230422 ore e 45 minuti. Se poi uno vuole esagerare.
Ventisei anni, novemilaseicento giorni, duecentotrentamilaquattrocentoventidue ore e quarantacinque minuti per la fine del mondo. Quella vera. Quella che toglie il sonno agli scienziati della Nasa, quella che non hanno previsto i Maya, e che anche i russi, da qualche giorno, ritengono probabile.
Il 13 aprile 2036, la domenica di Pasqua, alle 22,45 un asteroide di 320 metri di diametro, e di 200 miliardi di tonnellate di peso, si abbatterà sulla terra. Si chiama Apophis (meglio conosciuto come 99.942) ed è una vecchia conoscenza di studiosi e astronomi di mezzo mondo. Sono anni che lo tengono sotto controllo. Anni che tentano di calcolare con precisione le probabilità di impatto sulla terra. E anni che litigano sui pericoli reali di una minaccia del genere.
Poi, proprio in questi giorni, a sorpresa, è arrivato l’annuncio: il rischio che l’asteroide possa schiantarsi sul nostro pianeta è più che reale. Bisogna fare qualcosa.
L’allarme è partito Anatoly Perminov. Il 65enne capo dell’Agenzia spaziale russa, ha scelto la testata Fox News per comunicare al mondo che ormai non c’è più tempo da perdere e che i russi promuoveranno un vertice internazionale tra le maggiori agenzie spaziali del mondo per valutare se inviare una navetta spaziale e distruggere Apophis.
Un modo semplice e immediato per invitare tutti gli esperti ad abbandonare le speculazioni scientifiche e dare finalmente per scontata la grave incombenza.
Apophis, che prende il nome dal dio egizio Apopi, soprannominato “il distruttore”, e considerato la divinità del buio e del Caos, dovrebbe schiantarsi in un’area compresa tra l’Arabia e il Giappone, o tra il Madagascar e la Nuova Guinea, o in Siberia. Ma secondo gli ultimi calcoli potrebbe anche finire nell’oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, generando un gigantesco Tsunami, pari a 100.000 volte l’effetto della bomba atomica che distrusse Hiroshima nell’agosto del 1945.
Per Anatoly Perminov, inoltre, nel 2029 l’asteroide potrebbe essere così vicino alla Terra da poter essere individuato anche ad occhio nudo. Sette anni dopo, l’impatto definitivo.
E allora, senza mezzi termini, Perminov ci è andato giù duro: “La vita di centinaia di migliaia di persone è in serio pericolo. Bisognerà investire centinaia di milioni di dollari e costruire un sistema teso a prevenire l’impatto, piuttosto che stare ad aspettare, o peggio ancora a litigare, su quello che accadrà”.
Il mondo è avvisato. Bisogna rimboccarsi le maniche. Mettendo da parte perplessità e dubbi. E magari riconoscendo che già un anno fa l’allarme Apophis era stato lanciato anche da un ragazzino di 13 anni. Nico Marquardt (piccolo genio tedesco che ha osservato l’asteroide col telescopio dell’istituto di astrofisica di Potsdam, a Babelsberg, e di cui già avevamo parlato su queste pagine) aveva calcolato che le probabilità di impatto dell’asteroide distruttore erano molto diverse da quelle calcolate dalla Nasa.
Gli scienziati di Houston avevano stimato che c’era una probabilità su 45mila che il pericoloso Apophis potesse colpire la Terra. Nico, senza timori reverenziali, aveva replicato che la probabilità è più allarmante. Una su 450!
Nessuno gli aveva dato troppo credito.
(4 gennaio 2010)
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