Intervalli dunque estremamente ridotti sia nello spazio che nel tempo, e che gli astronomi della Nasa si erano affrettati a chiarire specificando che nel primo caso non c’era alcun pericolo di impatto con la nostra atmosfera, nel secondo che non si trattava di una sorta di pioggia meteoritica bensì di una coincidenza. Di cui, come accennato, non si è accorto alcuno in quanto le ridotte dimensioni e la velocità elevata dei corpi celesti hanno fatto sì che risultassero impossibili da vedersi a occhio nudo e difficili a chi, sebbene dotato di telescopio, non avesse una notevole esperienza.
Il passaggio dei due corpi celesti ha avuto comunque il merito di riportare l’attenzione sul fenomeno meteoritico, di cui molto spesso si è appropriato un certo filone della narrativa fantascientifica e apocalittica. I due asteroidi RX30 e RF12, pur passando vicini al pianeta, non sono stati catalogati fra quegli oggetti definiti PHA cioè Potentially hazardous asteroids.
Per essere identificati come tali, devono soddisfare due caratteristiche: il passaggio a non più di sette milioni e mezzo di chilometri (equivalenti a circa venti volte la distanza che intercorre fra noi e la Luna), e devono possedere un diametro superiore ai cento metri, così da avere conseguenze rilevanti per il nostro pianeta (meteoriti di dimensioni più ridotte infatti si frantumerebbero entrando nell’atmosfera causando pochi e limitati danni).
La lista, continuamente aggiornata, evidenzia finora 1144 asteroidi, ma il loro numero aumenta parallelamente alle ricerche e all’avanzamento tecnologico degli strumenti di osservazione.Sappiamo che, oltre alla ben nota fascia fra le orbite dei pianeti Marte e Giove (che la penna dello scrittore James Hogan ha immaginato fossero di un pianeta poi andato distrutto), oggetti simili sono molto presenti negli spazi del sistema solare.
Passata questa che non si è potuta definire un’emergenza, ora gli astronomi guardano al prossimo primo di ottobre. Allora un meteorite di oltre duemila metri di diametro passerà a dodici milioni di chilometri dalla Terra, che parlando in termini cosmici è una misura da tenere sotto controllo. Anche perché, in caso di cambio di traiettoria (ipotesi piuttosto remota) e di impatto con il suo terrestre, creerebbe un cratere profondo quasi ottocento metri e largo quanto una città medie dimensioni.
fonte: www.terranews.it
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