A più di due mesi dall’incidente di Fukushima, sembra che l’attenzione mediatica sia andata lentamente spegnendosi.
Ma qual è la situazione oggi in Giappone? A giudicare dalle ultime notizie, l’intera centrale nucleare di Fukushima non sembra, ad oggi, essere stata messa completamente in sicurezza.
Lo scorso 11 marzo un terremoto scuoteva il Giappone. In seguito al terremoto con epicentro nel Pacifico, si è generato uno tsunami che ha inondato le coste dell’isola. Tra i vari disastri provocati, ha causato per giorni grande preoccupazione la situazione della centrale nucleare di Fukushima, i cui impianti di raffreddamento sono stati fortemente danneggiati dal sisma.
L’incidente ha coinvolto ben 4 reattori su 6. Una prima esplosione dovuta all’accumulo di idrogeno, aveva coinvolto il reattore numero 1, allora in funzione, e nei giorni successivi si sono verificate altri incendi che hanno coinvolto i reattori numero 2 e 3. Si sono temute conseguenze anche per il reattore numero 4, che era però inattivo al momento dell’esplosione.
Per rendersi conto della gravità dei danni subiti, basterebbe attenersi al dato diffuso dalla NISA, l’ Agenzia giapponese di sicurezza nucleare. Questa ha comunicato all’ IAEA – International Atomic Energy Agency – di aver assegnato all’incidente avvenuto presso la centrale di Fukushima un livello 7 della scala INES ( International Nuclear Event Scale). È stata dunque da subito dichiarata l’emergenza nucleare e la successiva evacuazione dalla zona circostante di circa 200.000 abitanti.
Subito dopo l’incidente, l’Agenzia per la sicurezza nucleare del Giappone, basandosi sui dati in suo possesso, non aveva escluso la possibilità che il reattore 1 si potesse fondere.
La Tokyo Electric Power Corporation (TEPCO), la più grande compagnia elettrica del Giappone che gestisce la centrale di Fukushima, invece, aveva da subito negato questa possibilità.
Tuttavia, queste prime dichiarazioni sono state smentite proprio qualche giorno fa, quando è stata diffusa la notizia che la Tepco era a conoscenza già ventiquattr’ore dopo lo tsunami che il reattore 1 fosse fuso.
È scaturita subito la polemica sulla gestione da parte della direzione della Tepco del problema e sulle sue reticenze. (http://english.kyodonews.jp/news/opinions_on_nuclear_crisis_now_fully_accessible/)
Già il presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare si era dimesso il mese scorso perché pare non condividesse la condotta sia del Governo, sia della Tepco nella gestione del problema. Adesso sembra che il Governo di Naoto Kan voglia vederci più chiaro. È stata autorizzata un’indagine affidata ad una Commissione indipendente, guidata da un professore dell’Università di Tokyo Yotaro Hatamura. Quest’ultima dovrebbe esaminare la documentazione prodotta finora e spiegare cosa sia realmente accaduto alla centrale di Fukushima.
Intanto pesano sul presidente della Tecpo le critiche e le responsabilità dell’incidente. Masataka Shimizu ha abbandonato la nave e si è dimesso, si dice lasciando l’azienda con un oneroso rosso in bilancio.
La Tepco, infatti, oltre ai gravi danni subiti, è tenuta a risarcire le popolazioni danneggiate dalla sua centrale. Pare che siano già stati stanziati dei fondi per risarcire i numerosi agricoltori, allevatori, pescatori che hanno subito danni economici, oltre alla popolazione locale che è stata costretta ad abbandonare le proprie abitazioni.
Il Governo si è fatto garante della società e si è impegnato ad anticipare i risarcimenti proponendo un piano di restituzione dei fondi. Ma, a conti fatti, sarà l’intera popolazione della regione del Kantō, dove si trova la città di Tokyo, a risentirne maggiormente e a coprire i costi con i rincari in bolletta sull’energia elettrica.
Il destino della centrale desta ancora preoccupazione. Della fusione del reattore 1 è stata già data notizia, mentre non si esclude al momento la possibilità che anche i reattori 2 e 3 siano fusi.
E mentre aspettiamo di sapere cosa è realmente successo alla centrale e qual è la sua situazione attuale, in Italia manca poco alla chiamata alle urne per il referendum del 12 e 13 Giugno.
Dopo che il decreto omnibus – che contiene le norme che dovrebbero portare alla moratoria sul nucleare- è stato approvato dalla Camera il 25 maggio scorso ed è diventato legge, siamo in attesa che si concluda l’iter legislativo e si pronunci la Corte di Cassazione sulla decadenza del quesito referendario sul nucleare appunto. Nel frattempo, questo tema sembra scomparso dalle pagine dei giornali.
di Vincenza Nacucchi
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