Leonardo Seeber, professore al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, è uno dei sismologi più noti al mondo e da, ormai, sette anni torna in Calabria per studiare l' area del Pollino."Durante questi 12 milioni di anni -" spiega Seeber, in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera -" la Calabria ha viaggiato verso sudest per circa 300 km, dalla Sardegna alla sua posizione attuale alla velocità di circa 3 centimetri l’anno, molto veloce in termini geologici . Questo movimento è stato potenziato dalla "subduzione calabra" e ha spinto il lembo nord della Calabria a urtare progressivamente contro l’Apulia, il micro-continente che comprende Italia e Adriatico, formando progressivamente la catena appenninica", "Nell’area del Pollino-" continua il professore della Columbia University-" il processo di collisione, compressione e innalzamento, che ha dato vita agli Appennini, è in piena azione e ha creato una pendenza verso l’Appennino futuro, quello che è giù negli abissi dello Ionio e ancora non si è formato. Questa pendenza a sua volta provoca una distensione lungo l’asse appenninico, una sorta di allungamento della catena".
Questo tipo di processo in atto causa terremoti rari ma molto intensi, come quello avvenuto di recente in Giappone precisa, infatti, Lorenzo Seeber "Anche quel terremoto si rifà a un sistema di subduzione, anche se di scala assai più vasta di quello calabrese. In Giappone erano convinti che la subduzione avvenisse asismicamente, senza terremoti, e la zona che si è “rotta” era considerata una di quelle a minor rischio sismico del Paese. Esistono faglie che provocano terremoti rarissimi ma devastanti, guai a dirsi certi che una faglia si muove senza conseguenze».
Seeber, infine, parla di possibili tsunami nell' area del Mediterraneo «Non sarei così precipitoso a escluderlo. La misura del maremoto è determinata da quanto si muove la faglia e quanto si innalza il fondo marino, non dalla forza del terremoto o dalla massa d’acqua circostante. Se la faglia è ripida – uno spostamento di 30 metri si traduce in un innalzamento del fondo marino di 15 metri – è uno tsunami».
http://www.net1news.org/calabria-possibile-un-terremoto-come-quello-di-fukushima.html
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