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Il primo ministro greco Lucas Papademos (LaPresse)
MILANO - Ore drammatiche in Grecia dove il rischio di default si fa più concreto: nessun accordo sulle nuove misure di austerità è stato sottoscritto domenica dai leader dei grandi partiti al termine del lungo vertice, durato oltre cinque ore, con il premier Lucas Papademos. Un nuovo round di incontri previsto per lunedì sembra ora sia slittato di 24 ore, Papademos prende tempo nella speranza di convincere i politici a sottoscrivere gli ulteriori tagli chiesti dalla Troika - Commissione europea, Bce, e Fondo monetario - per sbloccare la seconda tranche di aiuti. Un pacchetto di risorse che sarebbe lievitato a 145 miliardi dai 130 previsti inizialmente. Imporre nuovi sacrifici, tra cui la riduzione dei salari, in un paese già in recessione profonda, e con una disoccupazione al 19%, è diventata un' impresa assai ardua. I sindacati hanno già proclamato uno sciopero generale per martedì.
Le grandi difficoltà economiche non hanno in ogni caso distratto il governo dalla costruzione del muro anti-immigrati al confine con la Turchia. La prima pietra della nuova barriera europea è stata posta lunedì.
Merkel-Sarkozy: «Bene Monti, la Grecia segua l'esempio»
MERKEL-SARKOZY: ATENE RISPETTI GLI IMPEGNI- Dai numeri uno di Francia e Germania Angela Merkel e Nicolas Sarkozy è arrivato l'ennesimo ultimatum. «Atene si assuma le proprie responsabilità», «Atene rispetti gli impegni» ha tuonato il binomio da Parigi dove è in corso un incontro bilaterale a sostegno della campagna di Sarkozy per la conferma all'Eliseo («Normale sostenere gli amici» ha ammesso Merkel).
LE TELEFONATE CON DRAGHI E LAGARDE - Tacciono, almeno per ora, Mario Draghi e Christine Lagarde, presidente della Bce e direttore generale del Fmi, ai quali domenica Papademos aveva telefonato in cerca di aiuto, dopo l'esito negativo dei colloqui con i capi dei partiti, Georges Papandreou (socialisti), Antonis Samaras (destra) e Georges Karatzaferis (estrema destra).
LE DESTRE: NO A NUOVA AUSTERITÀ - «Non consentirò misure che portino a una maggiore austerità», ha detto il conservatore Samaras, mentre Karatzaferis ha affermato di non voler «contribuire all'esplosione di una rivoluzione» accettando le misure proposte dalla Troika. Il piano vede contrario anche l'ex presidente socialista Papandreou. Ue-Bce-Fmi chiedono l'abbassamento dei salari minimi e il taglio delle tredicesime anche nel privato, e un intervento sulle pensioni complementari, punti su cui nemmeno i sindacati intendono cedere. La Troika chiede poi nuovi tagli pari all'1% del pil - circa due miliardi di euro - quest'anno, inclusi gli abbattimenti di costi di difesa e sanità.
IL MURO ANTI-IMMIGRATI - « Un'opera di valore pratico e simbolico per scoraggiare la migrazione clandestina», così il ministro Christos Papoutsis ha commentato l'avvio del cantiere per la costruzione del muro anti-immigrati. Papoutsis era in visita sul luogo dei lavori, nel punto in cui il fiume Evros entra in territorio turco. L' esponente del governo di Atene ha parlato di una «cooperazione greco-turca» per la realizzazione di questa barriera richiesta, pare, dalla Francia, già bollata come «inefficace» dalla Commissione europea e contestata duramente dalle organizzazioni per i diritti umani e dei migranti e all'Alto Commissariato Onu per i rifugiati. La linea di doppio filo spinato alta 2,5 metri più che depotenziare l'immigrazione la renderà ancora più pericolosa.
Paola Pica
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