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Sigonella base NATO. |
di
Gianni Lannes
«Non si sa che effetto avrà sul sistema
immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari
nascoste dagli americani nel suolo» si legge in un passaggio del libro
scritto dal professor J.W. Gofman,
Radiation and Human Health (Sierra Club Books, San Francisco). Dove sono
stati occultati i rifiuti della vicina base
militare Usa di Sigonella, durante gli anni in cui venne scritto quel
saggio? Forse, in qualcuna delle 27 cave dismesse - etichettate “apri e chiudi”
- del comprensorio locale. Gli investigatori della Direzione investigativa
antimafia hanno rilevato che la base di Sigonella compare tra gli enti che per
anni hanno scaricato rifiuti nella discarica abusiva di Salvatore Proto, un
prestanome del clan Santapaola-Ercolano. C’è poco da stare allegri. Le ricerche
scientifiche concordano nel ritenere l’esposizione a grandi quantità di
radiazioni come il maggiore fattore di rischio per il tumore del sangue. «La
leucemia è associata al plutonio, responsabile della perdita dell’immunità
biologica che colpisce un numero crescente di persone» argomenta l’illustre
scienziato Gofman. Il 21 gennaio 1968 un bombardiere B-52 americano che trasportava
4 bombe H cadeva nel nord della Groenlandia, disintegrandosi e spargendo
rottami radioattivi su un’area vastissima di terra e di mare. Nel giro di
qualche anno le persone che erano venute inavvertitamente a contatto con i
rottami si ammalarono di leucemia. Ed in quel luogo proprio la leucemia divenne
una delle più frequenti cause di morte. In Sicilia a seguito di alcuni
incidenti segreti di velivoli Usa, i
bambini della Sicilia orientale muoiono di leucemia più di ogni altra parte
d’Italia. La magistratura sembra paralizzata. Come mai il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano ed il
Primo Ministro Mario Monti, non
chiamano il Presidente Obama a
rendere conto di questo crimine? Recentemente hanno incontrato a Roma il
segretario generale della Nato, Anders
Fogh Rasmussen ma non hanno
profferito parola sull’argomento. La morte e la malattia indotta in tanti
bambini italiani da causa belliche, forse non sono una buona ragione per
intervenire subito?
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Rasmussen e Monti (foto Nato). |
Segreti militari - Se si scava emergono delle singolari
analogie con due incidenti aerei - di carattere bellico - che hanno funestato
la Sicilia orientale a metà degli anni ‘80. Il 12 luglio 1984, alle ore 14,45
proprio a Lentini, un quadrigetto Lockeed C141B “Starlifter” dell’Us Air Force, con un carico di 44
tonnellate si schiantò ed esplose in contrada Sabuci-San Demetrio, dopo essersi
levato in volo da Sigonella, diretto in Germania. Nell’impatto morirono sul
colpo 9 militari nord-americani. «I marines giunsero sul luogo del disastro
pochi minuti dopo ed ostacolarono militarmente l’intervento dei mezzi di
soccorso locali e l’accesso addirittura delle forze dell’ordine italiane;
l’indagine fu sottratta alla magistratura italiana» rivela il sostituto
commissario della Polizia di Stato, Enzo
Laezza che l’11 agosto 1987 ha perso la figlia Manuela, colpita dalla leucemia mieloide acuta. Le autorità
americane mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal velivolo. La
zona dove precipitò l’aereo Usa venne transennata e, per una quarantina di
giorni, la statale 194 che collega Catania a Ragusa, fu interdetta al traffico
veicolare. Un altro incidente aereo, del quale però si hanno solo scarne
notizie, si verificò nel giugno del 1985. Nell’occasione un velivolo dell’aviazione
USA, in volo verso la base di Sigonella, perse quota negli agrumeti di Lentini.
L’aereo si disintegrò nell’impatto con il suolo. L’area rimase impenetrabile ai
comuni mortali siciliani per diversi mesi, fino a quando tutti i frammenti del
velivolo furono raccolti dai marines. Cosa trasportavano i due aerei in
missione per il Pentagono sui cieli di Lentini? Oltre ai velivoli e agli uomini
che persero la vita nei due incidenti, cosa contaminò il suolo siciliano? A
bordo vi erano materiali nucleari o soltanto uranio sporco usato come
contrappeso dei velivoli? Nel 1962, un rapporto del Dipartimento Difesa USA (“The Effects of Nuclear Weapons”) avvertiva:
«Le armi nucleari sono concepite con gran
attenzione per esplodere solamente quando sono intenzionalmente innescate e
fatte brillare. Nonostante ciò c’è sempre una possibilità, a seguito di
circostanze accidentali, che inavvertitamente possa avvenire un’esplosione.
Nonostante tutte le ragionevoli precauzioni che possano essere state prese per
prevenire incidenti, ciò può comunque avvenire nelle aree di assemblaggio delle
bombe, di loro immagazzinamento, carico e trasporto sul suolo o su un aereo o
missile». Conseguenze letali a prova di scienza. A Lentini, Carlentini e Francofonte i bambini muoiono di leucemia più
che in ogni altra parte d’Italia. «In provincia di Siracusa negli ultimi
anni si è osservato un aumento della mortalità per leucemie. Estendendo
l’osservazione ad 8 anni i tassi provinciali si attestano intorno a quelli
regionali e nazionali, ad eccezione del distretto di Lentini dove si osservano
tassi di gran lunga maggiori». L’Atlante
della “mortalità per tumori” (volume 2) realizzato da alcuni epidemiologi -
coordinati da Anselmo Madeddu - con il contributo dell’università di Catania -
pubblicato dall’azienda sanitaria locale, parla chiaro. «Questo dato
nell’ultimo periodo di osservazione non solo si è consolidato, ma è cresciuto e
sembra ineluttabilmente destinato a moltiplicarsi. La mortalità e l’incidenza
dei tumori del sangue in particolare leucemie e linfomi nella zona nord della
provincia siracusana, caso totalmente diverso dalla situazione di Augusta,
Priolo e Gela, sta divenendo sempre più preoccupante. Sarebbe utile verificare
se esistono fattori di rischio legati a determinati rifiuti tossici che hanno
inquinato terreni e falde freatiche non distanti dall’insediamento militare di
Sigonella» denuncia il dottor Pino Bruno,
un medico della Cgil. Nell’area vivono 60 mila persone su un totale di 403 mila
dell’intero territorio provinciale. Il 30 gennaio 2006, l’associazione “Manuela e Michele”, che dal 1991 si
batte per far luce sul gran numero di bimbi e ragazzini deceduti a causa di
questa particolare forma di cancro, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa,
sollecitando un’indagine sulla «tangibile possibilità che i numerosi casi di
leucemia possano essere causati dalla commistione di reati contro l’ambiente».
Secondo l’avvocato Santi Terranova
«tocca alla magistratura indagare e capire perché in questa zona della Sicilia
i bambini muoiono in percentuale maggiore rispetto ad altre aree del Bel
Paese». Il luogo dell’incidente è stato chiuso per più di 4 mesi. Il governo
USA risarcì i proprietari dei terreni per 20 anni». E nient’altro. L’incandescente
fascicolo giudiziario aperto più di un
lustro fa, giace nelle mani del sostituto procuratore Maurizio Musco. Il
pubblico ministero, però, non si sbottona di un millimetro. Il documentato
Rapporto dell’Azienda sanitaria siracusana ipotizza una causa di inquinamento
scatenata dalla presenza sul territorio di «discariche illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni
ionizzanti sono associate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere
due origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali
come il radon o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come nel caso
delle centrali nucleari o delle bombe». Il volume ha ricevuto anche la
prefazione del professor Donald Maxwel Parkin, membro dell’International Agency
for Research on Cancer (Iarc): «Si spera che gli autori di questa eccellente
monografia avranno l’energia, il tempo e la pazienza per preparare una terza
monografia, quando saranno disponibili i risultati scientifici». Il terzo
volume dell’Atlante, la cui presentazione era prevista per ottobre 2006, ha
subito un brusco stop dalla Regione sotto il regno del governatore Totò Cuffaro (condannato a sette anni
di reclusione in via definitiva per favoreggiamento della mafia, tuttavia
osannato pubblicamente dai parlamentari Casini e Cera). A Lentini e dintorni,
numerosi cittadini, soprattutto i genitori che hanno perso i figli continuano a
chiedersi con insistenza inascoltata, se esista un qualche nesso di causalità
tra l’elevato tasso di mortalità infantile per leucemie e i due incidenti
aerei. Non si può far finta di nulla o girarsi dall’altra parte, anche se le
radiazioni letali sono invisibili all’occhio umano. E’ un crimine latente che
sfiora i governi ma annienta i bambini.
Inquinamento atomico - Il premio Nobel Carlo Rubbia, fisico di professione, non ha dubbi e così argomenta
(Il dilemma nucleare, Sperling & Kupfer, 1987): «I bambini e gli organismi giovani, i neonati e gli embrioni, sono in
genere i soggetti più esposti, perché le loro cellule si riproducono a una
velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai
cambiamenti di codice genetico. Una radiazione che colpisce una donna incinta
può tradursi in alterazioni che si manifestano alla nascita del bambino e che
si trasmettono alle generazioni successive. Sono estremamente vulnerabili anche
gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le
cellule a partire dalle quali si costruirà il codice genetico della prole.
La radiazione è un proiettile, una particella di dimensioni infinitesima che
viaggia a velocità confrontabile a quella della luce e ci attraversa, passando
facilmente tra gli interstizi degli atomi e le molecole. Attraversano i vuoti
di cui siamo fatti, questo proiettile può colpire accidentalmente, rompere,
spesso distruggere degli elementi della struttura cellulare. Il danno può
essere disastroso quando viene toccato il DNA, la famosa spirale a doppia elica
che contiene le informazioni genetiche e riproduttive di ciascuna cellula. Le
funzioni di tutti i miliardi di cellule che costituiscono un essere vivente
sono regolate dal DNA. Durante il loro processo di riproduzione l’informazione
viene “copiata” e trasmessa alla progenie, e quindi persiste oltre la vita
della cellula iniziale. Che cosa succede quando una particella ionizzante
attraversa la spirale? E’ possibile che urti contro uno dei pioli, rompa un
paio di scalini, metta degli uno al posto degli zero, cambi i messaggi. Molte
volte questi cambiamenti, detti mutazioni, danno origine a situazioni ingarbugliaste,
impossibili, irragionevoli, tali che il progetto non sia più realizzabile, il
disegno non abbia più senso, la cellula muoia. Può però talvolta accadere che
la mutazione porti la cellula in uno stato diverso che, pur permettendole di
vivere, la spinga a riprodursi in maniera sregolata. Colpita dalla martellata
della radiazione, la cellula impazzisce. Il cancro è in larga misura l’effetto
dello stravolgimento delle regole precise che presiedono al codice genetico.
Quando questa bellissima matematica fallisce, la cellula impazzita continua a
vivere e a moltiplicarsi nei tessuti senza più controllo, innescando il
processo di metastasi. Tumori e alterazioni genetiche possono essere provocati
anche da dosi irrisorie di radiazioni, al limite da una singola particella
ionizzante che colpisca, al posto giusto, un elemento del DNA, un gene. Anche
dosi di radiazioni considerate benevole o inoffensive producono un gran numero
di tali proiettili. Un solo nanocurie corrisponde a 30 disintegrazioni per
secondo, e cioè a un miliardo di disintegrazioni all’anno. E questo ritmo, nel
caso delle sostanze più longeve, può protrarsi per anni e anni all’interno del
nostro corpo. Ripeto: non esiste, allo stato attuale delle conoscenze, alcuna
certezza sulla soglia di rischio per queste mutazioni. Non conosciamo
l’’esistenza di un meccanismo di recupero che permetta al nostro organismo di
“digerire” piccole, continue dosi indotta di radiazioni anche al di sotto di un
certo livello. D’altronde la natura puramente probabilistica del fenomeno
sembra indicare che una stessa quantità di radiazioni somministrate in dosi
piccolissime a un grandissimo numero di individui produrrà lo stesso numero di
morti che la stessa quantità distribuita in dosi molto più concentrate a poche
vittime. E’ quindi in duplice senso che gli effetti della radioattività
dall’uomo ci minacciano in una maniera subdola e ritardata, che supera la
memoria umana. In primo luogo per la lunga fase di attesa al livello nucleare
che permette a un nucleo radioattivo di continuare a vivere, di restare
addormentato per tempi lunghissimi, mesi, anni, secoli e oltre, per poi
esplodere in minuscoli ma micidiali proiettili capaci di penetrare
profondamente nella materia. In secondo luogo, perché i danni di natura
genetica di questi proiettili, che sono considerevoli, rimangono iscritti come modificazioni
disastrose e permanenti del codice ereditario e trasmessi nel processo
riproduttivo delle cellule di tutti gli elementi della vita sulla terra, dai
vegetali agli animali, agli umani».
Ecomafie Usa - La base militare di Sigonella smaltisce i
propri rifiuti - prodotti in enorme quantità - nell’ampio complesso militare in
territorio di Lentini, in contrada Armicci. Sempre in loco vengono smaltiti i
rifiuti speciali ospedalieri prodotti nel grande ospedale della vicina base
americana che si occupa della salute degli 8 mila soldati di stanza a Sigonella
e di tutti quegli altri assegnati alle diverse altre basi della marina militare
Usa dislocate nel Mediterraneo. Chi li controlla? Nessuno. Per lo “Zio Sam” non
valgono le leggi italiane ed i Governi tricolore non hanno mai fatto rispettare
la sua sovranità. All’addetto stampa della base Usa, giriamo i quesiti, ma
otteniamo un seccato «No comment». Comunque, è alla Giano Ambiente, una società a responsabilità limitata, che la
marina US Navy ha affidato lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri speciali.
Fondata nel 1983, la Giano Ambiente fa parte del Gruppo Giano S.p.A. con sede a
Messina e ufficio di rappresentanza a Milano. L’azienda opera nel settore della
bonifica, trasporto, smaltimento e trattamento dei rifiuti d’ogni genere
prodotti in Italia, Germania, Francia ed Austria; la società vanta
ufficialmente un fatturato annuo di 4 milioni di euro. Essa è anche una delle
aziende di fiducia della marina militare italiana: la Direzione Commissariato
in Sicilia affida alla Giano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti delle
basi navali di Augusta, Messina e Catania; l’impresa esegue inoltre, lo
smaltimento dei rifiuti industriali e tossici prodotti negli impianti di Priolo
e Gela di proprietà delle principali aziende petrolchimiche. Amministratore e
principale azionista della Giano è il manager Gaetano Mobilia, rinviato a giudizio nell’aprile 2004 con l’accusa
di turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio. Già nel febbraio 2002 il
Tribunale aveva interdetto il Mobilia per 2 mesi dall’esercizio dell’attività
d’impresa. Il nome di Gaetano Mobilia è poi comparso nel Rapporto Ecomafia 1998
di Legambiente: il manager messinese è legato alla Odm del faccendiere Giorgio Comerio, più volte sotto
inchiesta per traffici di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi, ovvero
affondamenti di navi e siluri nel Mediterraneo e in alcuni Oceani, nonché
occultamenti in Africa (alla voce Somalia ma non solo). Mobilia ha fatto anche
parte del consiglio d’amministrazione della Servizi Ambientali di Filippo Duvia, società coinvolta nello
scandalo dei rifiuti occultati nella discarica di Pitelli a La Spezia. Gaetano
Mobilia, già direttore dei cantieri navali Rodriguez Spa: un’azienda leader
nella produzione di navi ed aliscafi per uso civile e militare, acquisita più
recentemente da una “new company”, costituita dalla IMMGI (holding immobiliare di Roberto Colannino), da Banca Intesa e
dalla GE Capital, società del colosso multinazionale General Electric
(costruttore di centrali nucleari), storico contractor delle forze armate Usa.
Un dato generale notevolmente sottostimato risalente al 2003, riferito dalla
rivista The Ecologist: il Dipartimento della Difesa Usa produce mediamente
««750 mila tonnellate di rifiuti nocivi, cinque volte quelli prodotti dalle
cinque maggiori multinazionali chimiche», senza contare quelli nucleari.
Etna nucleare - Sigonella, anzi “Saygonella, come dicono
gli yankees, è stata posta a disposizione delle Forze Armate degli Stati Uniti
d’America sulla base di un Memorandum firmato l’8 aprile 1957 e mai ratificato
dal Parlamento italiano. Il 18 dicembre 2003, è stato predisposto segretamente
un nuovo “Accordo Tecnico” tra Italia e Stati Uniti per regolare l’utilizzo
delle installazioni militari della base militare. “Nassig” ricopre un ruolo fondamentale nello stoccaggio e nella
manutenzione di testate e munizioni per le unità della VI flotta e i reparti
dell’aviazione Usa e Nato. L’infrastruttura è classificata dal Pentagono quale
“Special Ammunition Depot” (deposito
di munizioni speciali), in quanto è a Sigonella che viene effettuato lo
stoccaggio delle bombe nucleari del tipo B 57 - stimate in 100 unità -
utilizzate per la guerra antisommergibile. Una ventina circa di queste testate
nucleari sono destinate ai velivoli Atlantic in forza al 41° Stormo
dell’Aeronautica italiana. Il numero degli ordigni
atomici occultati nella base siciliana cresce in particolari periodi di
esercitazioni o di crisi internazionale, quando l’insediamento aeronavale
funziona da centro di manutenzione per le armi nucleari destinate alle unità
navali della VI flotta e ai velivoli imbarcati. «Periodicamente vengono
dislocate a Sigonella anche le testate nucleari del tipo B 43, B 61 e B 83 con
potenza distruttiva variabile da 1 kiloton a 1,45 megaton» rivela un alto
ufficiale dell’U.S. Navy, di origine italo-americana. A 39 chilometri si erge il vulcano Etna con le sue eruzioni e a 16 la
città di Catania. La base sorge nei territori di Lentini (Siracusa) e Motta
Sant’Anastasia (Catania) e si compone di due sezioni: Nas 1 e Nas 2 (Naval Air
Station 1 e 2). Il primo settore ospita gli uffici amministrativi e di
sicurezza, gli alloggi per gli ufficiali, servizi e strutture per il personale,
un centro commerciale. Nas 2 sorge invece a 15 km di distanza e comprende le
due zone militari operative degli Usa e della Nato, un Air Terminal, altri
centri residenziali, due piste d’atterraggio di 2.500 metri, due aree di
parcheggio in grado di garantire la prontezza operativa ad un’ottantina tra
aerei da trasporto, cacciabombardieri, pattugliatori ed elicotteri da
combattimento, depositi munizioni, e sistemi radar e di intercettamento. A
circa 3 chilometri da Nas 2, nel
territorio di Belpasso, è presente una terza area militare in cui sono stati
realizzati un centro trasmissioni ed una decina di depositi sotterranei colmi
di munizioni e sistemi d’arma. Infine, nell’adiacente porto di Augusta, sovente
attraccano e stazionano sommergibili a propulsione ed armamento nucleare, sotto
controllo diretto del Pentagono. Oltre ad unità della US NAVY, ospita diversi
squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F 14 e 16,
gruppi di F-16 ed F-111 equipaggiati con bombe nucleari B-61. Operazioni
speciali. Gli USA hanno riposizionato le proprie pedine sulla cartina del
vecchio continente. Con l’obiettivo di rendere più efficiente la loro attività,
gli Stati Uniti hanno stabilito una
nuova centrale operativa che avrà tra i suoi principali scopi la lotta al
terrorismo globale. Singolare coincidenza: questa strategia interessa le
principali installazioni della Nato in Italia. Il Bel Paese, infatti, grazie
alla sua posizione strategica nel Mediterraneo è particolarmente adatto a controllare
il Medio Oriente e l’Africa Subsahariana. Il nuovo orientamento era scaturito
dalla relazione che il comandante delle forze Usa e alleate in Europa, James L. Jones aveva presentato a marzo del 2006 al
Congresso e al Senato americano. L’alto ufficiale chiedeva ingenti
finanziamenti per rafforzare la presenza a stelle e strisce. Il generale Jones
aveva precisato che la sede ideale per tale unità era Sigonella, in Sicilia. Queste
dichiarazioni avevano suscitato
l’approvazione dell’allora ministro della Difesa Antonio Martino (aspirante piduista). La base siciliana è diventata
a tutti gli effetti, il centro strategico di attività di intelligence, di
sorveglianza e di sostegno agli interventi nella realtà mediorientale.
Dall’inizio degli anni ’90 Sigonella è diventata il fulcro di tutte le
operazioni militari, dalla guerra nel golfo Persico del ’91, ai Balcani,
all’invasione dell’Iraq, ai bombardamenti in Libia e alla programmata
aggressione in Siria ed Iran. In altri termini, è un cantiere permanente dove
le imprese (spesso in odore di mafia) lavorano in condizioni di
extraterritorialità. E’ una base di mercato nero per il carburante e per una
quantità di altre merci che arrivano in condizioni di “duty free”. E’ una base
che spreca acqua e divora energia. Dal 1984 la base ospita l’Helicopter Combat
Squadron Four HC-4 Black Stallion, l’unico della Marina statunitense dotato di
nove elicotteri pesanti MH-53E Sea Dragon per il trasporto di uomini, mezzi e
munizioni. Lo squadrone assicura il sostegno alle operazioni militari Usa in
Europa, Africa e Medio Oriente e garantisce il ponte aereo con le portaerei in
navigazione nel Mediterraneo e nel Mar Rosso.
Controllo droni - Sono sbarcati in gran segreto ben due anni
fa. “God Morning” Global Hawk: il più sofisticato modello di jet senza pilota è
atterrato nella base siciliana, ma il governo Berlusconi non ha preventivamente informato il Parlamento italiano.
Lo stesso comando della Nato a Bruxelles rivela che «l'inclusione dei velivoli
Uav darà maggiore flessibilità ai sistemi Ags». Ags dovrà trattare tutte le
informazioni raccolte dai velivoli radar. A Sigonella gli Usa hanno installato
il comando del sistema di sorveglianza della Nato. La corsa bellica del governo Berlusconi continua sempre più
intensa, sempre più in silenziosa. Teatro, appunto delle nuove operazioni di
guerra è ancora la base militare di Sigonella, dove in gran segreto l’Us Air
Force ha posizionato il maggior centro operativo degli “Unmanned Aerial
Vehicle” (Uav), aerei senza pilota. Ufficialmente, lo scopo è assicurare la
sorveglianza su tutto il globo terrestre, ma l'obiettivo più ambizioso del
Pentagono è di fare in modo, entro il 2011, che un terzo della sua flotta da
combattimento sia costituito da velivoli teleguidati. L’operazione decolla
nell’ottobre 2005, quando il sottosegretario alla difesa Usa Dyke Weatherington
rilascia un’intervista al National Defense Magazine parlando di Uav: l’ultima
frontiera della guerra ad altissima tecnologia. Tra loro i Global Hawk,
prodotti dalla Northrop Grunmann, frequentemente adoperati in Iraq e
Afghanistan. Quaranta di questi velivoli saranno dislocati nelle basi di
Kaneohe nelle Hawaii, Jacksonville in Florida, Diego Garcia nell’Oceano
Indiano, Kadena ad Okinawa e Sigonella in Italia. detto e fatto. Per il
Dipartimento della difesa Usa è un anno
cruciale per la localizzazione effettiva delle principali basi operative dei
Global Hawk, al punto che nel bilancio annuale le voci relative al luogo e ai
costi dell'operazione sono indicate come "classificate", ossia
segrete. L’aereo teleguidato è associato al nuovo pattugliatore P-8 Mma,
destinato alle basi aeronavali Usa. E il dipartimento della Marina indica, tra
i siti, a cui è destinato il P-8, anche Sigonella, sede fissa del 25° Squadrone
antisommergibile e del Centro di supporto tattico, che coordina le operazioni
di pattugliamento della marina militare Usa. I droni telecomandati, di cui è
dotata ora anche l’Aeronautica Militare tricolore, controlleranno a distanza la
popolazione civile italiana e potranno essere utilizzati per sedare rivolte
sociali.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/sicilia-bambini-che-muoiono-di.html
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