La centrale elettrica in scatola.
Pubblicato da Debora Billi alle 14:17 in Energia
NEWS Marcello!
Molte aziende di Silicon Valley ci stanno lavorando, il più delle volte in gran segreto. Ma una di esse è uscita allo scoperto in grande stile, con un bel servizio di 60 Minutes sulla rete CBS, ed ha causato tanto scalpore da meritare la home page di The Oil Drum. E se è su TOD, allora è un affar serio.
Si tratta di una nuova concezione di fuel cell: scatole, in pratica. Come si vede nel servizio, sono dei wafer di ceramica coperti con una vernice speciale e impilati a formare una scatoletta delle dimensioni di una XBox. Una di queste scatolette può alimentare un'abitazione europea, dice il produttore, per le case americane ce ne vogliono due. La giornalista se la ride.
Sembra un'altra delle solite bufale, ma andando avanti si scopre che qualcuno ci sta investendo su decine di milioni di dollari, e che grandi aziende come Google, Ebay, WalMart e FedEx hanno già installato lo "scatolone" (BloomBox) che contiene le celle, risparmiando migliaia di dollari di energia elettrica. Producono molto più dei nostri pannelli solari, dice il CEO di Ebay. Ahem.
La tecnologia funziona grazie ad una reazione tra ossigeno e gas, che sia metano, gas naturale o biogas. Non ho capito molto altro, solo che il gas necessario è una quantità nettamente inferiore (oltre la metà) di quella che serve normalmente per produrre energia elettrica. Cosa penseranno le compagnie elettriche? Non cercheranno di ostacolare un'idea così rivoluzionaria? Chiede la giornalista all'investitore. Ma no, risponde lui, saranno felicissime di acquistare gli scatoloni e fornire energia all'utente finale che non vuole autoprodursela. Io mi permetto di nutrire dei dubbi su tanto ottimismo.
(Trovate il video qui. Vale la pena di guardarlo...)
http://petrolio.blogosfere.it/2010/02/la-centrale-elettrica-in-scatola.html
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