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Terremoti, Amatrice trema: in 26 giorni
registrate 203 piccole scosse
L’Istituto nazionale di geofisica ha evidenziato una serie
di eventi sismici di magnitudo inferiore al 3.0 e poco profondi
di Fabrizio Colarieti
ROMA (28 luglio) - Il distretto sismico Monti Reatini resta “sorvegliato speciale” all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Negli ultimi 26 giorni nel triangolo Amatrice, Campotosto, Montereale e intorno ai monti della Laga sono stati registrati ben 203 eventi sismici, sempre di magnitudo inferiore al 3.0. L’ultima scossa c’è stata ieri, alle 7.27 (2.4, profondità 10 chilomeetri). Si tratta in gran parte di micro terremoti localizzabili a basse profondità (8-12 chilometri), spesso percepiti non solo dagli strumenti ma anche dalla popolazione. Una situazione che continua a destare timori, in particolare nell’alto amatriciano, dove anche domenica scorsa, tra le 6.20 e le 6.27, sono state ben percepite due scosse di magnitudo 2.5.
«Gli eventi in questione - spiega Fabrizio Galadini, direttore della sezione di Milano dell’Ingv - si localizzano in un raggio di circa venti chilometri da Amatrice. La situazione ricalca, in un certo senso, lo scenario evolutosi all’indomani del sisma che il 6 aprile 2009 ha devastato L’Aquila. L’unico elemento di novità si registra nella zona di Montereale dove i nostri strumenti hanno rilevato un certo numero di eventi che si stanno gradualmente spostando verso ovest. In quelle zone, che ricadono nei distretti Monti Reatini, Monti della Laga e Velino Sirente, c’è una sismicità evidente che giustifica una nostra maggiore attenzione, così come è stato con le sequenze che hanno interessarono Monte Giorgio nelle Marche. Sequenze sismiche che di per sé - prosegue l’esperto dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - non ci dicono nulla e in particolare sulla prevedibilità degli eventi. Nel caso di Monte Giorgio, se andiamo ad analizzare, l’attività come è cominciata, in modo tra l’altro molto pesante, si è poi quietata. Sono eventi sismici che ovviamente destano preoccupazione nella popolazione ma, va anche detto, che nella stragrande maggioranza dei casi, dopo aver rilasciato energia anche per lunghi periodi, non si sono evoluti in alcun modo. Cominciano e cessano. Non va dimenticato che siamo a ridosso della zona interessata dal sisma del 6 aprile. Quell’evento - conclude Galadini - ha innescato questa sismicità e c’è quindi una relazione tra la faglia sismogenetica del distretto aquilano e gli eventi che si continuano a registrare nel Reatino».
Un anno fa nelle zone comprese tra Montereale, Capitignano e Campotosto, in poco più di cinque mesi, furono registrate oltre 1.500 scosse, un’attività che fu definita dagli stessi esperti poco nota, proprio perché la sua genesi era correlabile al terremoto de L’Aquila.
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