Chi è John Perkins?
Lui si descrive come “sicario dell’economia” (SDE), ovvero come un professionista strapagato che lavorava sotto mentite spoglie: la sua vera mansione era celata lavorando per una società privata, la Chas. T. Main di Boston, in cui assumeva il ruolo di economista capo; ma il suo vero lavoro consistevanello stipulare contratti , cioè fare prestiti ad altri paesi per somme talmente alte che fossero impossibili da restituire.
Era un mandante, un “sicario”, che si incontrava con politici e funzionari di governo dei paesi in via di sviluppo (Iraq, Indonesia, Panama, Arabia Saudita, Iran) ma strategicamente importanti per gli Stati Uniti, allo scopo di convincerli ad utilizzare il prestito ricevuto per firmare contratti per infrastrutture (strade, dighe, erogazioni di corrente elettrica o acqua potabile, etc.), tutte concessioni che sarebbero state realizzate da multinazionali americane . Lo scopo era quello di indebitare questi paesi già poveri, costringendoli a pagare un debito insanabile pur di far arricchire le aziende americane, le quali entravano (ed entrano) con forza nell’economia locale dei paesi vittime di questo raggiro globale.
“Noi, killer economici, siamo stati i veri responsabili della creazione di questo primo impero globale lavorando in diversi modi, ma probabilmente il più comune era quello di identificare un paese che aveva risorse, che la nostra società desiderava, come il petrolio, dopodiché facevamo concedere enormi prestiti a quel paese, dalla Banca Mondiale o da una delle sue organizzazioni collaterali, ma il denaro in verità non arrivava mai a quel paese andava invece a quel gruppo di società per la costruzione di progetti di infrastrutture di quello stesso paese. Impianti energetici, siti industriali, porti… cose di cui beneficiava una cerchia ristretta di persone ricche di quel paese oltre alle nostre multinazionali; ma di sicuro non ne beneficiava affatto il popolo.
Comunque, tutta quella gente e l’intero paese venivano lasciati con un enorme debito. Un debito così grande da non poter essere ripagato; ed era esattamente questo l’obiettivo, far in modo che non potessero ripagarlo. Quindi ad un certo punto noi, killer economici, tornavamo e gli dicevamo:Sentite, avete perso molto denaro, non potete pagare il vostro debito, quindi vendete il petrolio a prezzi molto bassi alle nostre compagnie petrolifere, lasciateci costruire basi militari nella vostra nazione, o mandate delle truppe in supporto alle nostre in qualche posto del mondo come l’Iraq o votate come noi nella prossima votazione ONU, fate privatizzare nei vostri paesi le imprese pubbliche dei servizi idrici ed elettrici e fatele vendere alle società degli Stati Uniti o ad altre multinazionali.”
Le rivelazioni di Perkins gettano una luce del tutto nuova anche sulle motivazioni dell’invasione dell’Iraq. John Perkins dice di essere stato reclutato quando era ancora studente, negli anni ’60, dallaNational Security Agency (NSA), l’entità più segreta degli Stati Uniti, e poi inserito dalla stessa NSA in una ditta finanziaria privata. Lo scopo: “Per non coinvolgere il governo nel caso venissimo colti sul fatto“. Quale fatto? Abbastanza semplice.
Come capo economista della ditta privata Chas.T.Main di Boston con 2 mila impiegati, Perkins decideva la concessione di prestiti ad altri paesi. Prestiti che dovevano essere “molto più grossi di quel che quei paesi potessero mai ripianare: per esempio un miliardo di dollari a stati come l’Indonesia e l’Ecuador”. La condizione connessa con il prestito era che in massima parte venisse usato per contratti con grandi imprese americane di costruzioni e infrastrutture, come la Halliburton e la Bechtel (strutture petrolifere).
Queste ditte costruivano dunque reti elettriche, porti e strade nel paese indebitato; il denaro prestato tornava dunque in Usa, e finiva nelle tasche delle classi privilegiate locali, che partecipavano all’impresa. Al paese, e ai suoi poveri, restava lo schiacciante servizio del debito, il ripagamento delle quote di capitale più gli interessi. L’Ecuador, dice Perkins, è oggi costretto a destinare oltre metà del suo prodotto lordo – cioè di tutta la ricchezza che produce – per il servizio dei debiti contratti con gli Usa. Ma questo è solo il primo passo. Gli Usa, indebitando quei paesi, vogliono in realtà “renderli loro schiavi“, dice Perkins. All’Ecuador, non più in grado di ripagare,Washington chiede di cedere parti della foresta amazzonica ecuadoriana per farla sfruttare da imprese americane. E’ questa la logica imperiale.
Tra i massimi successi dei “sicari economici”, Perkins rievoca l’accordo riservato fra gli Usa e la monarchia saudita ai tempi della prima crisi petrolifera negli anni ’70. Per gli Stati Uniti, era necessario tramutare il rincaro del greggio da sciagura a opportunità. La famiglia dei Saud, delresto, affogava nei petrodollari: le fu proposto di investirli in titoli Usa e in grandi opere. La Bechtel ricoprì il reame desertico di nuove città e di impianti di raffinazione per lo più inutili; la famiglia Saud accettò di mantenere il greggio entro limiti di prezzo desiderabili per gli Usa, in cambio dell’assicurazione americana che Washington avrebbe sostenuto il loro potere per sempre.
“E’ questo il motivo primo della prima guerra all’Iraq“, dice Perkins, e dell’intreccio privilegiato di affari e finanza tra i sauditi e i Bush. Secondo Perkins, gli Usa cercarono di ripetere l’accordo con Saddam Hussein, “ma lui non c’è stato”. Da qui la sua rovina. Perché, dice Perkins, “quando noi sicari economici falliamo il bersaglio, entrano in gioco gli sciacalli. Sono gli uomini della Cia, che cercano di fomentare un golpe; se nemmeno questo funziona, ricorrono all’assassinio. Ma nel caso dell’Irak, gli sciacalli non sono riusciti ad arrivare a Saddam: lui aveva delle controfigure, la sua guardia era troppo attenta. Perciò si è decisa la terza soluzione: la guerra“.
Perkins ha conosciuto personalmente Omar Torrijos, il generale e dittatore di Panama degli anni ’70, morto in un incidente aereo nel ’78. Torrijos fu ucciso, spiega Perkins, perché aveva stilato un accordo coi giapponesi per la costruzione di un secondo canale di Panama, ed aveva ottenuto dall’Onu nel 1973 una risoluzione che obbligava gli Usa a restituire alla sovranità panamense il vecchio Canale. Le multinazionali americane “erano estremamente arrabbiate con Torrijos“.
Per questo scopo, quando Reagan divenne presidente, gli furono fatti scegliere come ministri due alti funzionari della Bechtel, Caspar Weinberger alla Difesa e George Schultz – il che rivela molto sul ripugnante potere degli affari nella politica Usa – per costringere Torrijos con le minacce a rompere i negoziati coi giapponesi (che stavano soffiando alla Bechtel l’affare del secolo) e dirinnovare il trattato del Canale di Panama, riconsegnandolo agli americani. Torrijos rimase sulle sue posizioni: furono mandati in azione gli “sciacalli“.
L’aereo di Torrijos, dice Perkins, cadde per un magnetofono che era stato riempito di esplosivo. La stessa fine di Enrico Mattei. Conclude Perkins: “il denaro che gli Usa adoperano per indebitare i paesi poveri non è neppure denaro americano. Sono la Banca Mondiale e il Fondo Monetario a fornirlo“.
A fornire ai poveri la corda per impiccarsi.
Qui la video-intervista a Jhon Perkins tratta dal documentario Zeitgeist.
http://pensandolibero.wordpress.com/2010/09/17/chi-e-john-perkins/
La Corte Suprema d’Israele e la Piramide
La piramide è un simbolo antichissimo dalle origini tuttora oscure; il triangolo con l’occhio (poi inglobato nel cristianesimo come simbolo divino) può essere fatto risalire alla prima massoneria.[1]L’immagine dell’occhio, in virtù della sua importanza quale organo di senso, simboleggia presso quasi tutti i popoli l’occhio divino che vede tutto. Nell’antichità l’occhio compariva abitualmente come raffigurazione del dio Sole. Anche nella Bibbia si parla dell’“occhio di Dio” per rappresentarne l’onnipresenza e l’onniscienza.Infatti a partire dal Rinascimento, nell’iconografia cristiana l’occhio venne disegnato dentro un triangolo, con riferimento al mistero della Trinità. Il triangolo equilatero è il corrispondente geometrico del numero 3, che universalmente rappresenta la perfezione. Nel triangolo compariva di frequente anche il nome ebraico di Dio: Jahvè o JHWH.
L’utilizzo combinato di questi simboli si realizza sostituendo al vertice della piramide il Delta Luminoso ed ha origine nel 1776, quando il primo di maggio Adam Weishaput (che al tempo insegnava diritto canonico all’università di Ingolstadt) fonda una società segreta nota come Ordine degli Illuminati di Baviera. Weishaput definì l’occhio al vertice della piramide “The Insinuating Bretheren” ma nell’ambiente era più conosciuto come “Occhio Gnostico di Lucifero“, od “Occhio Onnisciente“. Il significato complessivo della Piramide del Potere è l’ambizione stessa dell’ordine: un governo mondiale guidato da una ristretta elite di sapienti, ovvero loro stessi. Tra gli altri scopi dell’ordine vi era la trasformazione del cristianesimo in una religione “scientifica”, in cui la ragione prendesse il posto del divino.
Notare come la Piramide abbia tredici livelli e alla base scritto MDCCLXXVI: questo simbolo è stato studiato accuratamente in modo che chiunque conosca i significati delle metafore utilizzate sia in grado di interpretarlo. MDCCLXXVI non è che 1776 scritto in numeri romani, l’anno in cui nacquero gli Illuminati e in cui venne dichiarata l’indipendenza degli Stati Uniti d’America; le tredici file di mattoni rappresentano le 13 fasi di 13 anni l’una che gli Illuminati avrebbero seguito per conquistare il potere: si parte dalla fondazione e si va fino al 1945. Tuttavia, risalendo la piramide anno per anno, nel 1945 non si raggiunge il vertice, ma lo spazio che separa il corpo della piramide (simbolicamente la “Prima Era”) dall’occhio.Questo intercapedine va interpretato in modo leggermente diverso: rappresenta infatti una fase di 26 anni (13+13) definita “Seconda Era” che inizia nel 1945 e termina nel 1971. Si raggiunge così il Delta Luminoso, ovvero la “Terza Era“. In progressione geometrica, questa è formata da tre fasi di 13 anni l’una (19 anni in tutto) che vanno dal 1971 al 2010. A questo punto, secondo i progetti degli Illuminati, nessuno sarebbe più in grado di contestare l’ormai completo “Nuovo Ordine Mondiale“. Questa è solo una delle molte diverse interpretazioni di questo simbolo: il delta luminoso rappresenta anche un elemento “divino” nettamente separato dalla materia (la piramide), ad esso subordinata. Ingrandendo il Delta Luminoso si potrà notare come l’occhio sia in realtà ben poco “umano” in quanto attorniato da squame. Gli illuminati si consideravano infatti strettamente legati ad una antica specie rettile a cui attribuirebbero l’origine della specie umana. La Piramide del Potere è oggi visibile a tutti sul fronte della banconota da un dollaro a sinistra del Gran Sigillo ma possiamo ritrovarla anche in luogo alquanto insolito:la Corte Suprema di Israele.
[2]Benché invisibile dall’esterno (essendo completamente iscritta nelle alte mura perimetrali, costruite per somigliare al distrutto Tempio di Salomone)tale piramide è palesemente il cuore di tutto.
Ed è sormontata, vicino al vertice, dall’ “occhio sempre-vedente”, come il simbolo che campeggia sul dollaro.
Per giungere alla piramide, il visitatore(secondo Jerry Goldin: da quel poco che dice di sé sembra essere un Jew for Jesus, ebrei USA che aspettano il ritorno di Gesù, Yeshua HaMashiach) deve compiere un percorso che è palesemente un itinerario simbolico dalle tenebre alla “luce”.
Si entra in un vasto atrio immerso nella penombra, ma si è come guidati da una luce accecante naturale – il sole del Mediterraneo – che pare scaturire dal sommo di una monumentale scalinata.
Questa è composta di tre rampe, ciascuna con dieci gradini: quando la si è salita tutta si è al gradus 30.
Nel salirla, si è costeggiato un muro di antiche pietre rozzamente squadrate di Gerusalemme, pietre del “tempio di Salomone” o loro imitazioni; l’altro lato ha il muro liscio, moderno.
Ci hanno accompagnato nella salita sei lampioni o lampade poste lungo la parete rustica.
Al sommo, l’ampia finestra da cui viene la luce: che si apre su un panorama mai visto, “segreto”, di Gerusalemme.
Ma torniamo ai 30 gradini.
Non occorre saper molto di Massoneria per cercare con lo sguardo i tre gradi ulteriori, fino al 33.
Ebbene: ci si para davanti una immensa biblioteca a vista, la quale ha un carattere molto insolito: è posta su tre piani, tutti e tre a vista e ben marcati architettonicamente.
Il primo e più basso è riservato agli avvocati; il secondo ai giudici; il terzo ai giudici supremi a riposo, i “savi anziani” si direbbe.
Si procede oltre, e si incontrerà un’alta finestra, il cui scopo apparente è solo di mostrare – come da distanza inaccessibile – il vertice della piramide, con l’occhio al centro.
Ancora qualche passo, del resto, e ci si trova proprio dentro e sotto la piramide.
Sopra un lucente pavimento con una “stella di Davide” inscritta in sei quadrati, in un complesso geroglifico o mandala magico.
Quando ci si pone nel centro del pentacolo, si ha il vertice della piramide esattamente sopra il capo, e dal centro pende un complicato cristallo.
Procediamo verso le aule giudiziarie.
Ve ne sono cinque, e ciascuna ha un’entrata in uno stile mortuario e primordiale che è difficile riconoscere: secondo Golding riproducono l’entrata delle antiche tombe ebraiche, con un’apertura in alto perché il fantasma del morto potesse entrarne e uscirne.
Dentro ogni aula, si vedono i seggi dei giudici; sono tre, e ciascuno è sormontato da una piccola piramide che getta la sua “luce” sul giudice.
Stranamente – si tratta di una Corte Suprema, dove non dovrebbero apparire degli imputati – vi sono delle celle al piano di sotto, come in attesa di giudicandi, da portare in alto verso i giudici “illuminati” per ascoltare la loro sentenza – o condanna.
[Qui potete vedere il resto delle foto]
La Corte Suprema d’Israele è un dono della famiglia Rothschild, che però avrebbe posto allo stato ebraico alcune condizioni: la scelta del terreno è stata dei Rothschild (e a questo proposito Golding fornisce alcuni interessanti “allineamenti” dell’edificio con la Knesset e con presunte linee di forza, su cui non ci addentriamo), e gli architetti sono stati anch’essi scelti dai Rothschild.
Si tratta dei nipoti dell’architetto preferito dai Rothschild, Ben-Zion Guine, nativo della Turchia e quasi certamente un “dunmeh” (i seguaci di Sabbatai Zevi, che si convertirono falsamente all’Islam nel ’600).
I nomi dei due nipoti sono Ram Kurmi e Ada Karmi-Melanede, nati l’uno a Gerusalemme e l’altra a Tel Aviv.
Presso la soglia d’entrata, due piccole lapidi in ebraico ricordano la donazione dei Rothschild – l’edificio è palesemente costato decine di miliardi.
Un vasto dipinto mostra diversi personaggi attorno al modello plastico della Corte Suprema: vi si riconoscono l’allora lord Rothschild (al secolo Teddy Kollek), e due primi ministri, Shimon Peres il laborista, e Ytzhak Rabin, dell’estrema destra Likud.
Che dire?
C’è un lato inquietante in questo edificio, per chi conosce la “previsione” che fece Ben Gurion nel ’62.
Intervistato dalla rivista Life che gli chiedeva di immaginare il mondo “fra 25 anni”, il capo sionista parlò di un mondo unificato sotto le “vere” Nazioni Unite, che avrebbero avuto sede a Gerusalemme, dove si sarebbe elevato “il tribunale mondiale dell’umanità profetizzato da Isaia”.
Sarà allora, disse Ben Gurion, un mondo di pace, dove “una pillola limiterà le nascite” e l’uomo vivrà fino a tarda età.
Era la descrizione ebraica del “regno a venire”, l’impero di un Israele tornato alla “terra promessa”; un impero politico, tutto chiuso nell’aldiquà.
Venato di messianismo giudaico e di inequivocabili elementi massonici.
Inquietava soprattutto l’evocazione della giurisdizione ebraica sull’umanità: chi conosce la giustizia rabbinica, non può che tremare per quel che i loro “giudici” si propongono di fare per disciplinare i non-ebrei, che tanti passi del Talmud dichiarano “animali parlanti”.
FONTE:
[1] http://www.croponline.org/massoneria.htm
http://sierpinski.wetpaint.com/page/Il+triangolo+e+la+sua+simbologia
[2] http://it.altermedia.info/economia/la-corte-suprema-disraele-un-tempio-massonico_1926.html
http://pensandolibero.wordpress.com/2010/09/15/la-corte-suprema-disraele-e-la-piramide/
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