Inferno messicano
Dodici morti, otto dispersi, quasi un milione di persone danneggiate, numerose località completamente allagate e 400 coccodrilli in fuga.
Questo l’ultimo bilancio del passaggio dell’uragano “Karl” in Messico, i cui effetti si sono andati ad aggiungere alle inondazioni che hanno colpito la zona sudorientale del Paese nordamericano. La zona piu’ colpita e’ quella dello Stato di Veracruz, dove il capo di Stato Felipe Calderon si e’ recato ieri per un sopralluogo, sottolineando che la priorita’ del governo sarà quella di fornire alla popolazione, acqua, cibo e medicine, oltre che garantire la sicurezza. Il governatore di Veracruz Fidel Herrera, nel presentare alla stampa un bilancio della situazione, 112 municipi ancora sotto l’acqua e 40 mila evacuati, ha voluto precisare che “il peggio non e’ ancora passato”. Alla catastrofe naturale sono seguiti una serie di saccheggi che hanno portato all’arresto di dieci persone. Ad alzare il livello della paura ha provveduto anche la fuga di 400 coccodrilli, alcuni superiori ai tre metri di lunghezza, da un centro di conservazione ambientale che si trova nel municipio di La Antigua. Gli animali sono stati trasportati dalla corrente del fiume Antigua per chilometri e alcuni hanno raggiunto il Golfo del Messico. Secondo il governo messicano quella iniziata ad agosto e’ la peggiore stagione delle piogge da oltre 50 anni. Dal mese scorso cinque fenomeni meteorologici di forte intensità si sono abbattuti sullo Stato di Veracruz e le autorità locali rimangono massima l’allerta in previsione delle piogge intense che continueranno a cadere nei prossimi giorni.
Un’allerta speciale e’ stata diramata soprattutto per gli Stati di Tamaulipas, Nuevo Leon, Coahuila, Chihuahua, Sinaloa, Payarit, Baja California Sur e Chiapas. A questi sono poi aggiunti Jalisco, Michoacan, Guerrero e Puebla. Il Servizio meteorologico nazionale ha inoltre anticipato che potrebbero formarsi fino a sette cicloni nella zona del Golfo del Messico nelle prossime settimane.
http://eliotroporosa.blogspot.com/2010/09/inferno-messicano.html
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