Le Piramidi di Giza: monumenti d'ingegneria avanzata

Le Piramidi di Giza: monumenti d'ingegneria avanzata

Pubblicato da ROX il 7.9.07

Al di là del mistero sui sistemi di costruzione, restano inquietanti interrogativi circa le proprieta interne di distribuzione delle radiazioni cosmiche catturate dagli antichi sacerdoti

Lo studioso Robert Bauval ha scoperto che l'allineamento delle tre piramidi di Giza riproduce esattamente la posizione delle tre stelle di Orione, nel cielo d'Egitto di diecimila anni fa, dando credito a coloro che ipotizzavano l'esistenza di una grande civiltà, in grado di realizzare opere di alta ingegneria, scomparsa in seguito ad una catastrofe.
Il ricercatore inglese Alan F. Altfort ha avanzato una nuova teoria. A suo giudizio, la piramide era una macchina adatta a fornire energia alle popolazioni di quelle terre di 11.000 anni fa e funzionava scomponendo l'acqua in idrogeno e ossigeno. Lo studioso sostiene che la camera della Regina fosse l'alloggio nel quale era ospitata la cella energetica dove avveniva la separazione dei due gas. Questi venivano poi convogliati separatamente in un altro ambiente, la camera del Re, nel cui sarcofago avveniva la combustione controllata.

La piramide come indicatore geodetico
Un fitto mistero copre lo svuotamento del sarcofago costituito da un materiale durissimo, impossibile da lavorare con attrezzi di bronzo. L'archeologo Sir Flinders Petrie si interessò in modo particolare alla piramide di Giza raccogliendo numerose carote di trivellazione. Tuttavia, più approfondiva la sua ricerca e più le tecniche di lavorazione della pietra in possesso degli Egiziani risultavano inspiegabili. Un altro studioso, l'americano Tony Smith, fa notare che la Grande Piramide è composta da due materiali: calcare e granito, il primo in particolare è costituito da carbonato di calcio, elettromagnetico perciò anisotropo. In pratica, in base alla direzione e alla velocità delle onde elettromagnetiche che lo attraversano, può emettere chiarore ed essere impiegato per controllare le radiazioni elettromagnetiche. Il granito, a sua volta, è composto nella maggior parte da quarzo, che è piezoelettrico, ossia vibrando, muta la distribuzione delle cariche elettriche. La struttura composta con i due materiali sarebbe un enorme ricevitore-trasmettitore, cioè una sorta di sistema radio. Alla fine del XVIII secolo, al seguito dell'esercito di Napoleone, vi era un folto gruppo di matematici e cartografi che disegnarono mappe dettagliate dell'Egitto. Da esse si scoprì che la grande piramide era perfettamente allineata con i punti cardinali, dimostrando così di costituire un eccellente punto di riferimento e di triangolazione. È per questo che gli Egizi si servirono del meridiano passante per il suo vertice come linea di base per tutte le altre misurazioni e orientamenti.

Il mistero della piramide di Micerino
All'interno della piramide di Micerino esiste una grande stanza scavata nella roccia con il soffitto piano. Il soffitto della camera è composto da 18 lastroni a timpano acuto. Difficile immaginare come siano riusciti a metterli in opera con tale precisione. Ciascuna di queste pietre pesa diverse tonnellate ed ha dimensioni tali da ritenere impossibile che possano essere state maneggiate in uno spazio così ristretto. Condizioni che inducono a pensare che gli Egizi abbiano usato metodi più sofisticati e senz'altro più efficaci di un titanico lavoro manuale.
Antiche leggende narrano di enormi pietre fatte levitare senza sforzo, da sacerdoti, mediante l'espressione di potenti parole. È difficile rispondere al perché gli Egizi costruissero tali monumenti utilizzando blocchi di pietra enormi, pesanti fino a 200 tonnellate, invece di tagliarli e ridurli a pezzi meno pesanti e più maneggevoli.Enigma ancor più inspiegabile se si pensa che, ai nostri giorni, esistono pochissimi mezzi in grado di sollevare pesi di questo ordine.

Cosa nasconde la grande piramide di Cheope?
Ci sono voluti oltre sei milioni di tonnellate di blocchi di roccia per costruirla. La base forma un quadrato quasi perfetto,ogni lato misura 230 metri e si eleva verso il cielo per 146 metri e mezzo: è la grande piramide di Cheope. Una straordinaria opera di ingegneria non solo per la mole, ma anche per la precisione con la quale è stata edificata. Le "facce" sono rivolte ai punti cardinali con incredibile precisione, raggiungibile solo attraverso grandi conoscenze. Quale fu il vero motivo per cui venne realizzata? L'Egitto che abbiamo studiato nei libri è soltanto la testimonianza residua di un popolo la cui scienza aveva, in realtà, raggiunto livelli altamente progrediti; un sapere trasmesso probabilmente da coloro che sopravvissero alla "grande catastrofe". Sembra ormai assodato che la piramide di Cheope non abbia mai contenuto le spoglie del Faraone. Antiche fonti parlano di prove, nascoste nella camera di conservazione della piramide che tuttavia, non è mai stata trovata. Nel 1993 il ricercatore tedesco Rudolf Gontenbrink introdusse una sonda ottica attraverso un condotto d'aerazione lungo 65 metri e chiuso, ad un certo punto, da una porta di alabastro con dei solchi che indicavano la possibilità di farla scorrere verso l'alto. Sicuramente nessuno è riuscito a raggiungere questa porta, dietro cui probabilmente è situata una stanza il cui contenuto dev'essere ancora intatto. Si trova a circa 21 metri al di sopra del pavimento della camera reale e a 25 metri dalla parete esterna del monumento; il passaggio che vi conduce è esattamente allineato con la stella Sirio. Ma questo è solo uno degli innumerevoli luoghi segreti contenuti nella piramide, e sicuramente non si tratta della camera di conservazione.

Lo Zed e la camera di conservazione
In base alla narrazione di antichi testi, il sovrano che fece edificare la piramide ordinò ai suoi sacerdoti di mettere per iscritto la somma di tutte le loro conoscenze e di nascondere i testi all'interno della piramide stessa. Alcuni studiosi sostengono che la costruzione avrebbe avuto lo scopo di rivestire un edificio preesistente, risalente ad un'epoca anteriore. Tale struttura a forma di torre, alta più di 60 metri, viene chiamata Zed, dal nome del simbolo sacro più importante dell'antico Egitto. Questo sarebbe collocato al centro della Grande Piramide e riconoscibile dalla diversa composizione del materiale: di granito lo Zed, di pietra calcarea la piramide. All'interno di quest'ultima, entrando nella camera della Regina, sono presenti dei canali telescopici; il loro sbocco esterno non è mai stato trovato e probabilmente non esiste. Nessun filo d'aria giunge dall'alto, tuttavia il canale telescopico verso sud respira. L'aria della camera, penetrando e risalendo attraverso lo stesso passaggio, incontra lo Zed nella zona sottostante la camera del sarcofago. Questa leggera corrente potrebbe servire a ossigenare il locale segreto posto alla base dello Zed. Nella parte superiore e nota della torre, oltre alla sala del sarcofago si trovano le quattro camere superiori. Per quanto riguarda la parte bassa, le varie ipotesi formulate vogliono che sia costituita da granito massiccio. Personalmente, invece, sono dell'avviso che è proprio lì che bisogna cercare la camera segreta, detta camera di conservazione, che stando alle tradizioni conterrebbe l'intero sapere degli Egizi e alcuni artefatti antecedenti alla "grande catastrofe".
Anni fa l'ingegnere Mario Pincherle, studioso di paleotecnologia e autore di numerosi libri sulle civiltà antiche, organizzò una spedizione a cui presi parte. Lo scopo era quello di scoprire, tramite un foro nella pietra della piramide, la camera segreta. Le previste autorizzazioni, concesse in un primo tempo, vennero in seguito revocate provocando l'inevitabile annullamento della spedizione. Anni addietro l'Università Ein Shans del Cairo si recò nella piana di Giza per studiare dettagliatamente la Grande Piramide, effettuando diversi esperimenti di rilevamento che prevedevano tra l'altro l'impiego di raggi cosmici. L'équipe di ricercatori dispose nelle camere un rivelatore sensibile a tali radiazioni per individuare eventuali anomalie nella struttura di pietra, in particolare la presenza di spazi vuoti e inesplorati. Gli esperimenti diedero risultati sconcertanti. Le rilevazioni fornivano dati ogni giorno diversi e sembravano dimostrare una variabile distribuzione delle radiazioni cosmiche, che invece è uniforme in ogni parte della terra. I dati furono elaborati da un calcolatore IBM 1130 dell'Università del Cairo. Il confronto fra i vari grafici confermò che la radiazione cosmica, attraversando l'enorme massa di pietre, si era alterata e non presentava uniformità nel tempo. Il dottor Amir Gohed, capo della spedizione, disse che il fenomeno poteva spiegarsi solo ammettendo che in qualche punto della piramide esistesse un qualche tipo di congegno emittente, le cui radiazioni interferissero con quelle cosmiche. Forse si trattava di una delle prove che, secondo la tradizione, venne sepolta nella camera di conservazione. Gli antichi costruttori sapevano che la piramide aveva la facoltà di conservare la materia. Proprietà che fu scoperta in epoca moderna, dopo aver constatato che le carcasse di animali, in particolare gatti, che si trovavano morti nel suo interno, non andavano in putrefazione, ma si mummificavano. Le enormi risorse umane e l'incredibile lavoro svolto per edificare la Grande Piramide dovevano servire a custodire i segreti e il sapere di questa antica civiltà.

fonte: http://www.isolachenonce-online.it/
http://sottovoce360.blogspot.com/2007/09/le-piramidi-di-giza-monumenti.html