Verso l'Infinito e Oltre: Trascendere le nostre limitazioni
di Nassim Haramein (per Nexus Magazine )
Siamo molto lieti di dare il benvenuto allo scienziato Nassim Haramein come nostro Autore del Mese di Febbraio 2011. Nato a Ginevra, in Svizzera, nel 1962, Nassim Haramein dai nove anni di età ha sviluppato le basi di una teoria iperdimensionale unificata di materia ed energia, che ha chiamato infine Holofractographic Universe theory. Nassim ha passato molto tempo della sua vita nella ricerca della geometria fondamentale dell'iperspazio.
Combinando questa conoscenza con una acuta osservazione della natura, ha scoperto una matrice geometrica specifica fondamentale per la creazione. La sua teoria di unificazione, conosciuta come Metrica Haramein-Rauscher (una nuova soluzione alle equazioni di campo di Einstein che incorpora la torsione e l'effetto coriolis) e il suo documento scientifico recente "The Schwarzschild Proton" pongono le basi di quello che può essere un cambiamento fondamentale nella nostra comprensione corrente della fisica e della coscienza.
Nei passati 20 anni, N. Haramein ha diretto gruppi di ricerca di fisici, ingegneri elettrici, matematici e altri scienziati. Ha fondato un'organizzazione non-profit, la The Resonance Project Foundation, dove è impegnato come Direttore di Ricerca e continua ad esplorare i principi di unificazione e le loro implicazioni.
La fondazione sviluppa attivamente un parco di ricerca alle Hawaii che combina scienza, sostenibilità e tecnologia ecologica. Nassim Haramein si impegna in conferenze e seminari sulla sua teoria da più di 10 anni.
Per ulteriori informazioni e per contattare Nassim Haramein visitate il sito
Questo articolo è apparso originalmente su Nexus Magazine
Esplorando la Natura della Realtà
Vi siete mai posti delle domande sulla struttura della realtà? Da dove viene? Com'è arrivata qua? Come si è auto-organizzata per risultare in quello che osserviamo? Queste sono domande fondamentali che molte persone si sono poste ad un certo punto nella vita. Potrebbero averci pensato in molti modi diversi, forse non esattamente come descritto sopra, ma molte persone si sono chieste quale sia la fonte dell'esistenza, del suo inizio e della fine o se sia una dinamica continua.
Fin da giovane età, sentivo che queste domande erano le più meritevoli di indagine e in un certo modo le mie prime avventure nei vari settori dello sport, divennero strumenti utili per analizzare la realtà in cui mi trovavo, la mia interazione con essa e la mia capacità di modificarla o almeno di spingerla all'estremo. Quindi è all'estremo che l'ho spinta: sia che sciassi, mi arrampicassi o facessi immersioni, la mia tendenza era vedere quanto mi potessi spingere al limite nella struttura della realtà tramite la mia intenzione e la mia capacità di superare i limiti fisici. Era un test della mente sulla materia e in ogni caso sentivo che si poteva stabilire un campo di risonanza con la struttura della realtà -quello che gli atleti tipicamente chiamano "la zona"- dove, per come meglio posso descriverlo, sentivo un flusso, un tipo di armonia con tutte le varie dinamiche che incontravo in quelle situazioni estreme.
Sia che fossero le forze coinvolte, come quella gravitazionale o le sensazioni del mondo materiale che rimandava informazione al mio corpo che poi rispondeva -come il bordo fine dei miei sci che attraversavano la superficie ghiacciata o le sensazioni dalle mie dita che si conformavano ai cristalli taglienti mentre scalavo una parete di roccia di mille piedi- questi momenti di grande comunione con la natura mi insegnavano che doveva esistere una relazione fondamentale. Infine sono arrivato a descriverla come retroazione ("feedback") nella struttura dello spazio-tempo che includeva questo senso di integrazione completa negli ingranaggi della natura di cui facevo esperienza, così come le proprietà auto-organizzanti del mondo materiale che potevo chiaramente osservare ovunque nell'ambiente naturale dove si possono trovare sistemi altamente organizzati e complessi.
C'era altro ancora. Il mio primo interesse nell'esplorazione del lato più mistico della nostra esperienza, mi ha portato ad indagare il mondo interiore della meditazione, un mondo che è in completo rapporto con l'evento della coscienza, che porta ad una profonda e fondamentale scoperta ed esplorazione personale dell'osservatore che sperimenta questa realtà. Di conseguenza, era un'esplorazione sia esterna, in cui potevo spingere il confine della mia influenza sul mondo esterno (quello che potremmo chiamare mondo materiale), che un'esplorazione della distanza alla quale potevo spingere il confine del mondo interiore per identificare la fonte dell'osservazione. Con mia grande sorpresa, i due sembravano in retroazione uno sull'altro. Per esempio, in quegli stati della "zona" durante i picchi nell'esperienza sportiva, la natura sembrava parlarmi oltre i siti di ricezione dei miei cinque sensi, ad un senso più profondo, come in unione tra la mia fisicità e la fisicità del mondo attorno a me. In modo simile, negli stati di meditazione profonda e nei momenti di estasi, sembrava aver luogo un profondo senso di unità tra il mondo materiale fuori e dentro di me. La domanda allora era: qual'è la meccanica dell'evidente retroazione tra me, l'osservatore e il mondo materiale ed esiste un mezzo che permette la connessione tra tutte le cose possibili, per produrre l'unificazione?
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