PRE-MORTE
Francia. Dichiarato morto, anziano torna alla vita all'obitorio dopo 24 ore. Ora dovrà dimostrare di essere vivo.....e cosi' ve ne sono molti altri nel mondo !
vedi anche: Comunicazione con i defunti ? + Chi siamo noi ? + Morte cosa sei 2 ? + Premorte
Il fenomeno denominato Near-Death Experiences (NDE) oppure Stato di Pre-Morte (SPM) o Esperienze di Pre-Morte (EPM), solitamente si verifica nei soggetti che dopo aver avuto un trauma fisico che avrebbe dovuto portarli alla morte (a causa di arresto cardiaco spontaneo, di un grave incidente, o durante un intervento chirurgico) sono sopravvissuti. Moltissime di queste persone, in tali occasioni sono state dichiarate clinicamente morte, perchè oltre ad avere il battito cardiaco totalmente assente, non presentavano più alcuna attività cerebrale (EEG). Ciononostante, inspiegabilmente, dopo svariati minuti (a volte anche ore, vedi caso Rodonaia in “La pagina degli amputati), una volta tornati alla vita, riferiscono ai medici, agli infermieri, ai parenti e agli amici dei ricordi straordinari: mentre erano “clinicamente morti”, avevano continuato ad avere la percezione visiva e sonora di quello che stava accadendo attorno a loro ed anche in luoghi molto distanti da quello in cui era stato collocato il corpo. Più precisamente, una volta “risvegliati”, hanno descritto dettagliatamente quello che avevano fatto e detto i primi soccorritori e poi gli infermieri ed i medici, mentre tentavano di rianimarli, ed anche ciò che amici e parenti compivano, dicevano o pensavano, mentre si trovavano all’interno delle rispettive abitazioni o al lavoro.
Negli ultimi trentacinque anni, a livello mondiale, l’interesse per queste esperienze in ambito scientifico è stato sollevato da Raymond A. Moody (precedentemente altri studiosi se ne erano occupati - in particolare Frankl e Potzel - mostrando però maggiore interesse nei confronti dell’evento morte e non per l’esperienza premortale), egli è ritenuto il massimo divulgatore degli studi sulle NDE. Moody fu il primo a raccogliere dati sulle NDE, rendendoli pubblici durante le sue conferenze e tramite i suoi libri; il primo libro, “La Vita Oltre La Vita”, è ancora oggi un testo fondamentale per tutti coloro che si sono occupati e si interessano del fenomeno. In “La Vita Oltre La Vita” Moody lanciò una sfida a tutti gli studiosi di medicina, a cui chiedeva di impegnarsi maggiormente nelle ricerche concernenti le esperienze vissute in punto di morte (Raymond Moody, è nato in Georgia nel 1944; nel 1969 si è laureato in Filosofia e successivamente in Medicina e in Psichiatria. Ha insegnato per tre anni etica, logica e filosofia del linguaggio alla East Carolina University. Ha anche insegnato Psicologia al Western Georgia State College di Carrollton, un istituto che ha un reparto di psicologia in cui si enfatizza lo studio del paranormale. Il Western Georgia State College, non ignora la terapia cognitiva, ma su volere del suo fondatore William Roll, sin dagli anni Sessanta organizza corsi sui fatti inspiegabili, tra essi vi sono corsi sull’astrologia, sulle esperienze di Pre-Morte, sui fantasmi, unitamente a quelli sull’ipnosi, sull’auto-ipnosi e sulla moderna psicoterapia sciamanica. Attualmente è titolare della Cattedra “Bigelow” per gli Studi sulla Coscienza di Las Vegas).
Da allora molti studiosi si sono cimentati in questa ricerca e, mentre i non addetti ai lavori erroneamente pensano che essa sia relegata al pensiero esoterico o occultista, in realtà la questione è dibattuta soprattutto in ambito accademico e le rare volte che sono state prese in esame tesi esoteriche, lo si è fatto per invalidarle. I più agguerriti contro le tesi esoteriche sono i parapsicologi che, pur ammettendo l’esistenza di fenomeni paranormali, sono impegnati a cercarne le cause scientifiche per poterli riprodurre in laboratorio, seguendo i canoni della scienza empirica.
FASI CARATTERISTICHE DEL FENOMENO NDE
Di seguito vengono descritti i vissuti (ovvero le esperienze soggettive, simili tra loro, dei soggetti che hanno sperimentato la NDE.) e che sono maggiormente tenuti in considerazione dai ricercatori di tutto il mondo che operano in ambito medico, farmacologico, psichiatrico, psicologico, psicofisiologico e parapsicologico.
Per alcuni studiosi la presenza di uno o più di tali elementi è sufficiente per determinare la NDE, mentre per altri sono valide le fasi evidenziate dal test elaborato da Bruce Greyson.
Sensazione della morte
Molte persone non realizzano immediatamente che l’esperienza che stanno vivendo ha a che fare con la morte. Raccontano d’essersi trovate a fluttuare al di sopra del loro corpo, d’averlo guardato a distanza e d’avere improvvisamente provato paura e/o imbarazzo. In questa situazione arrivano a non riconoscere come proprio il corpo che vedono dall’alto, spesso la grande paura iniziale cede il posto alla chiara consapevolezza di quanto sta accadendo. Mentre si trovano in questo stato, le persone sono in grado di comprendere quello che medici ed infermieri si comunicano, anche se non hanno alcuna cultura medica, ma quando tentano di parlare con essi o con altre persone presenti, si rendono conto che nessuno riesce a vederli né a sentirli. Allora cercano di attirare l’attenzione dei presenti toccandoli, ma quando lo fanno, le loro mani passano direttamente attraverso il corpo del medico o infermiera.
Dopo avere tentato di comunicare con gli altri, generalmente provano un maggiore senso della loro identità, e a questo punto la paura si trasforma in beatitudine, ed anche in comprensione.
Senso di pace e assenza di dolore
Finché la persona resta nel suo corpo può vivere un’intensa sofferenza, ma quando lo abbandona sopravviene un grande senso di pace e di assenza del dolore.
Il tunnel
Questa esperienza solitamente subentra dopo che è stata sperimentata quella dell’abbandono del corpo (fisico).
La persona si trova di fronte ad un tunnel, oppure davanti ad un portale e si sente spinta verso le tenebre. Dopo avere attraversato questo spazio buio, entra in una luce splendente. Alcune persone invece di entrare nel tunnel dicono d’essere salite lungo una scalinata. Altri hanno affermato d’avere visto delle bellissime porte dorate, che indicano il passaggio in un altro regno. Alcuni soggetti hanno dichiarato che, nell’entrare nel tunnel, hanno sentito un sibilo o una specie di vibrazione elettrica oppure un ronzio. L’esperienza del tunnel non è una particolare scoperta degli attuali ricercatori, infatti già nel quindicesimo secolo, Hieronymus Bosch nel dipinto che ha per titolo “Visioni dell’aldilà:
Il paradiso terrestre - L’Ascesa all’Empireo”, descrive quello che solitamente racconta chi ha vissuto una NDE.
Gli Esseri di Luce
Una volta superato il tunnel, generalmente la persona riferisce d’avere incontrato degli “esseri” che brillano di una stupenda luce, che permea ogni cosa e riempie il soggetto d’amore. In questa dimensione, luce e amore sono la stessa cosa; la luce è descritta come molto più intensa di qualsiasi altra conosciuta in Terra, non è accecante ma è calda, stimolante, viva.
Oltre alla intensa luce, molte persone raccontano di avere incontrato amici o parenti (precedentemente deceduti) contraddistinti da corpi luminosi ed eterei; di avere visto bellissime scene pastorali e città fatte di luce la cui grandiosità è indescrivibile.
In questa situazione la comunicazione non si svolge come al solito a parole, ma “telepaticamente”, è una comprensione immediata.
Il Supremo Essere di Luce
Dopo avere incontrato diversi esseri di luce, generalmente, la persona “clinicamente deceduta”, incontra un essere che definisce il “Massimo Essere di Luce”. Chi ha avuto un’educazione cristiana spesso lo identifica con Dio o Gesù; coloro che professano altre fedi lo chiamano Buddha o Allah. Gli atei riferiscono che non si tratta di Dio e neppure di Gesù, ma è un essere sacro. Tutte le persone dichiarano che si tratta di un essere che emana amore e comprensione assoluti. Quasi tutte le persone dicono di avere desiderato di restare per sempre con lui, desiderio che però non può essere soddisfatto e, solitamente, uno degli esseri di luce (parenti defunti ecc.) o il Massimo Essere di Luce, dopo che il soggetto ha riesaminato la sua intera vita, lo invita (o gli ordina) di rientrare nel suo corpo terreno.
Visione panoramica della vita
Quando ciò avviene non vi sono più contorni materiali, ma solo una visione panoramica a colori e a tre dimensioni, di ogni singola azione compiuta dal soggetto in stato di NDE, durante la vita. Solitamente questa situazione si verifica nella prospettiva di una terza persona, non si svolge nel tempo da noi conosciuto ma l’intera vita del soggetto è presente contemporaneamente. In questa condizione si rivedono le azioni buone e cattive compiute fino a quel momento, e si percepisce immediatamente l’effetto che esse hanno procurato sul prossimo. Durante tutto il tempo in cui il soggetto riesamina la sua vita, l’Essere di luce gli resta accanto, gli pone delle domande (ad esempio che cosa ha fatto di bene nella sua vita), l’aiuta a compiere la revisione e a sistemare (in prospettiva) tutti gli eventi della sua vita. Le persone che hanno vissuto una NDE si convincono che la cosa più importante della vita è l’amore, seguito (per la maggior parte di loro) dalla Conoscenza. Mentre i sopravvissuti rivedono i momenti della loro esistenza in cui hanno imparato qualcosa, l’Essere di luce sottolinea che, oltre all’amore, una delle cose che si può portare con sé al momento della morte è la conoscenza. Generalmente quando la persona torna in vita, ha un gran desiderio di approfondire le sue conoscenze intellettuali, spesso diventa un avido lettore anche se, nel suo recente passato, non amava studiare, oppure si iscrive a corsi che gli permettono di approfondire argomenti da lui mai prima trattati.
Rapida ascesa al cielo
Non tutte le persone che hanno vissuto una NDE fanno l’esperienza del tunnel, alcune invece raccontano d’essersi sentite fluttuare, di essere salite rapidamente al cielo e di aver visto l’universo dalla stessa prospettiva dei satelliti e degli astronauti.
Riluttanza a tornare in vita
L’esperienza di Pre-Morte è talmente piacevole che molte persone non vorrebbero tornare indietro e, spesse volte, sono molto adirate con i medici che le hanno fatte ritornare. E’ però una reazione momentanea e, solitamente dopo una settimana (anche se rimpiangono lo stato di beatitudine vissuto durante la NDE), sono felici d’avere avuto l’opportunità di continuare a vivere. La maggior parte delle persone riferisce che, se avesse dovuto pensare solo a se stessa, sarebbe rimasta nell’altra dimensione. Tutti dichiarano che sono ritornati per amore dei loro bambini oppure per i genitori o i coniugi.
Differente percezione spazio - temporale
Tutte le persone che hanno sperimentato l’esperienza di Pre-Morte raccontano che in quella dimensione il tempo è notevolmente compresso e assolutamente diverso da quello segnato dagli orologi; spesso viene descritto come l’esperienza o il senso dell’eternità. Durante la NDE, generalmente i confini imposti dallo spazio nella vita quotidiana scompaiono. Infatti, se la persona (ritenuta da medici ed infermieri morta) vuole recarsi in uno specifico posto, può farlo semplicemente pensando di esservi. Alcuni soggetti hanno riferito che, mentre si trovavano fuori dal corpo ed osservavano il lavoro svolto dai medici nella sala operatoria, se volevano vedere i loro parenti, era sufficiente che desiderassero spostarsi nella sala d’aspetto o raggiungere l’abitazione o il luogo in cui si trovavano.
Tratto da: http://www.vspace.it/adryvel/nde.htm
http://www.buddhism.it/science/death.html + http://www.mistic.it/casidelloltre/vita_oltre_la_vita.htm
http://www.nderf.org/Italian/ + http://members.tripod.com/~ufocun/oobe.htm
http://www.cosenascoste.com/tunnel/ + http://users.pandora.be/limen/ndeurope/articles/artsanmarino.html
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Uno studio sulla PRE morte
Kevin Nelson dell'Università del Kentucky ha studiato 55 volontari che lo avevano già vissuto, confrontandoli con lecaratteristiche di altri 55 "normali" e pubblicando lo studio su Neurology di marzo 2006. Ha scoperto nei primi 55 una tendenza maggiore della media ad attivare le zone del cervello responsabili della fase REM che corrisponde a quella dei sogni. In questi, l'attivazione può accadere anche da svegli nel 60% dei casi, mentre nell'altro gruppo, è solo del 24%. Si è anche scoperto che piccole stimolazioni elettriche di una parte del cervello vicina all'orecchio destro, fanno partire l'esperienza di uscita dal corpo nelle persone predisposte.
Commento NdR: Forse si è cercato di dimostrare che "chi ricorda" è un sognatore ?
Mah per caso non significa semplicemente che chi ricorda ... ricorda veramente ?
Che siano solo siano il frutto di un semplice meccanismo biochimico dell' encefalo, ci sembra poco credibile.
Fonte: La Repubblica, 13/54/06
In coma sentiva tutto !
S. C. catanese di 38 anni, entra in coma per incidente 1' 11/2/03 che gli procura gravi lesioni cerebrali e si risveglia nel luglio 2005. In un'intervista, il fratello riporta le sue affermazioni:
"I medici dicevano che non ero cosciente ed invece sentiva tutto. Dicevano che non ero in grado di avere sensazioni ma io sentivo e capivo tutto". Forse i medici non si rendono conto delle sensazioni del comatoso, come possono capire se un coma è irreversibile ?
Fonte: Corriere della Sera, 5/10/05
Resuscitato
Dopo tre settimane bimbo esce dal coma a Palermo. Per i medici è un miracolo.
Fonte: II Giornale, 8/10/06
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ANALISI del fenomeno Pre-Morte
L'analisi delle esperienze di pre-morte e l'inconsistenza delle interpretazioni materialistiche classiche Per cercare di inquadrare le esperienze di pre-morte in uno schema riduzionistico e scientitista si sono elaborate finora due teorie.
La prima é quella che chiama in causa delle disfunzioni cerebrali che avverrebbero quando un uomo sta morendo; secondo tale teoria il cervello produrrebbe delle sostanze chimiche che sarebbero responsabili dell'esperienza di pre-morte, vista in questo caso come una sorta di allucinazione. In effetti esperienze molto simili a quelle di pre-morte possono essere sperimentate in seguito all'assunzione di sostanze allucinogene naturali o artificiali, ad esempio la ketamina (utilizzata come principio attivo dei farmaci antidolorifici) e l'ibogaina (alcaloide estratto dalla pianta eboga ed utilizzata da milioni di centroafricani aderenti alla società Bwiti).
Se la propria filosofia di riferimento é quella scientista è comprensibile che si cerchi in ogni maniera possibile una spiegazione del fenomeno all'interno di tale schema interpretativo, e quindi si ritenga che l'intossicazione causata da farmaci e droghe come la disfunzione cerebrale causata dalla cessazione delle attività vitali porti a sperimentare allucinazioni dello stesso tipo.
Il primo problema che presenta una tale teoria é però che tutte le persone, a prescindere dal sesso, dall'età, dall'etnìa e dalla provenienza geografica, riferiscono esperienze che ripercorrono uno schema fin troppo simile: la sensazione di percepire Sè stessi come esseri disincarnati, di uscire dal proprio corpo e di guardarlo dall'alto in basso, di attraversare un tunnel luminoso, di ritrovarsi in una sorta di altra dimensione dell'esistenza (l'aldilà) e di ricongiungersi con amici e parenti deceduti.
Non é facile spiegare come mai il nostro cervello debba essere stato programmato ad avere allucinazioni di questo tipo ogni volta che si trovi in uno stato di sofferenza pre-morte o di intossicazione da certe sostanze psico-attive. Se poi ci riferiamo al modello evoluzionista dominante del neo-darwinismo (il quale, come ho già spiegato, non é assolutamente attendibile) si dovrebbe immaginare una sorta di vantaggio adattivo collegato allo sviluppo della capacità di percepire tali visioni. E quale sarebbe tale vantaggio, ad esempio nel caso dell'esperienza di pre-morte, se subito dopo l'organismo cessa di vivere ?
La teoria scientista che vede l'esperienza di pre-morte come una sorta di allucinazione dovuta ad un malessere (disfunzione cerebrale dovuta al deterioramento delle capacità cerebrali in prossimità della morte ovvero intossicazione da sostanze psico-attive) non riesce certo a spiegare l'uniformità delle visioni/allucinazioni di persone di qualsiasi provenienza geografica e appartenenti ai più disparati contesti culturali. Tale teoria non riesce tanto meno a spiegare come mai in prossimità della morte le persone che vivono un'allucinazione invece di avere visioni inerenti a qualche esperienza o desiderio del tutto personale sognano tutte di quel tunnel di luce.
Appellarsi al caso, alla coincidenza fortuita, lo sappiamo bene, é una delle patetiche strategie che i negazionisti delle esperienze paranormali utilizzano nel tentativo di arrampicarsi sugli specchi, anche se sono poi contraddetti dagli esperimenti. "Curiosamente" la stessa strategia viene utilizzata da chi cerca di spiegare la nascita e l'evoluzione della vita sul nostro pianeta nonostante sia noto che l'aggregazione casuale degli elementi di cui é composto il più piccolo e semplice dei batteri procarioti.
Una debole stampella a tale teoria puramente fisiologica, potrebbe venire dall'interpretazione psicologica secondo la quale le visioni che gli esseri umani sperimentano durante le esperienze di pre-morte (o NDE) rappresenterebbero un meccanismo inconscio di difesa dall'atavica paura della morte basato sull'elaborazione di immagini rassicuranti quali il tunnel, la luce, l'incontro coi cari estinti.
Ancora una volta bisognerebbe comprendere come mai ogni uomo (di qualunque età, sesso, estrazione culturale e provenienza geografica) in condizioni di pre-morte dovrebbe attuare gli stessi meccanismi di difesa psicologica; saremmo quindi portati a concludere che tali meccanismi psicologici dovrebbero essere geneticamente determinati ritrovandoci ancora una volta a chiederci quali vantaggi potrebbe rappresentare (all'interno della visione scientista dell'evoluzionismo darwiniano) lo sviluppo di un tale programma di protezione psicologica attuato in punto di morte e quindi svincolato dalla selezione naturale e dalla trasmissione di un cambiamento adattivo alle generazioni successive.
Se proprio volessimo dare credito all'interpretazione psicologica dovremmo al contempo negare ogni valore all'evoluzionismo neo-darwinista e abbracciare uno schema evoluzionistico completamente differente nel quale si prendono in considerazioni le scoperte della nuova biologia che ridanno forza alle intuizioni di Lamarck e soprattutto i campi morfici ipotizzati da Rupert Sheldrake.
Per altro come osserva giustamente Stefano Beverini nel suo interessante articolo Riscontri oggettivi nella fenomenologia soggettiva delle near deth experiences:
A complicare ulteriormente le cose, però, vi sono le esperienze di N.D.E. nei bambini, come quelle raccolte da Melvin Morse e da Raymond Moody. Tale argomento assume un significato del tutto singolare. I bambini, infatti, pur essendo privi delle costruzioni mentali degli adulti e non avendo quindi ben chiari i concetti di vita, morte e aldilà, stranamente riferiscono esperienze simili e analoghe a quelle degli adulti medesimi, e questo sin dalla più tenera età. E tutto ciò è alquanto strano, considerando che la percezione della morte nei bambini dovrebbe essere diversa. Ciò escluderebbe l'ipotesi dei meccanismi di difesa e delle proiezioni di fantasie.
A proposito delle NDE nei bambini traggo dal sito ildiogene.it queste altre interessanti informazioni.
Dobbiamo soprattutto al pediatra americano Melvin Morse la raccolta di numerosi casi di tali esperienze che riguardano bambini dai 3 agli 11 anni.
Morse, inizialmente scettico su una interpretazione extra-corporea del fenomeno, dopo aver studiato molta della letteratura disponibile sull'argomento, e dopo aver esaminato molti casi di NDE nei bambini, giunse alla conclusione che le diverse spiegazioni tendenti a ricondurre le esperienze ai fenomeni fisici del cervello erano inadeguate.
Secondo Morse, il fatto che un bambino clinicamente morto sia in grado di raccontare (a parole o con disegni) con ricchezza di particolari le diverse fasi della sua rianimazione, di descrivere le persone che si sono avvicendate accanto a lui, o addirittura di descrivere i nonni, morti prima della sua nascita, avendoli incontrati mentre era del tutto incosciente, chiama in causa una realtà diversa da quella a cui siamo abituati.
In ogni caso la teoria fisiologica e quella psicologica sono state da tempo contraddette, o meglio falsificate (secondo l'accezione popperiana) dalla registrazione di alcune esperienze di pre-morte nelle quali le persone "momentaneamente-morte" vedono ciò che fisicamente non potrebbero mai vedere, sia che di quanto accade in prossimità del proprio corpo che di quanto avviene in altri posti distanti, con manifestazioni di chiaroveggenza.
Prendiamo ad esempio il caso di una donna che ha vissuto un'esperienza di pre-morte durante un'operazione per l'ernia all'Ospedale dell'Università della Florida:
"All'improvviso, mi parve di destarmi, e mi trovai come fluttuante all'altezza del soffitto. Mi sentivo benissimo, anche se un po' eccitata al pensiero di poter osservare ciò che i chirurghi si apprestavano a fare. [descrive accuratamente lo svolgersi dell'intervento]. Chi aveva parlato, ricorrendo a termini tecnici che non ricordo, gridò che stava succedendo qualcosa e che la mia respirazione si era paurosamente rallentata. Pronunciò parole come arresto o blocco. Poi quasi urlò: 'Chiudere!'. A quella specie di ordine affrettarono le operazioni, tolsero pinze e divaricatori e presero a cucire in fretta l'incisione (.). A quel punto mi recai nella hall. Mi trovavo certamente a ridosso del soffitto, perché distinguevo con chiarezza le lampade fluorescenti. Da allora in poi non rammento altro, salvo il fatto di essermi destata in un'altra stanza. Accanto a me scorsi uno dei medici che mi avevano operata; non l'avevo mai visto prima, ma lo riconobbi subito." [Dal libro "Dai confini della vita" (Longanesi, 1983) del cardiologo americano Michael Sabom che ha raccolto tale testimonianza, citato nell'articolo la_vita_dopo_la_vita di Carlo De Carli su questotrentino.it]
Un tipico caso di chiaroveggenza in uno stato di pre-morte é quello riferito da Raymond Moody:
"Ero gravissimo, in punto di morte per problemi di cuore, e contemporaneamente, in un altro reparto dell'ospedale, mia sorella stava morendo di coma diabetico. Lasciai il mio corpo e mi spostai in un angolo della stanza, da dove vedevo tutto dall'alto. Improvvisamente, mi trovai a chiacchierare con mia sorella, che si trovava lassù insieme a me, e alla quale ero molto legato. Eravamo nel pieno di una conversazione su quel che accadeva laggiù, quando lei cominciò ad allontanarsi. Cercai di seguirla, ma lei continuava a dirmi di restare dov'ero. 'Non è la tua ora' - mi disse - Non puoi venire con me, perché non è ancora il momento'. E cominciò a retrocedere lungo un tunnel, lasciandomi solo. Quando mi svegliai, dissi al medico che mia sorella era morta. Dapprima negò, ma poiché insistevo, mandò un infermiere a controllare: come ben sapevo, mia sorella era morta".
Elisabeth Kubler-Ross, psichiatra svizzera che esercitava la sua professione negli Stati Uniti si é interessata molto al fenomeno delle NDE negli anni '80, studiando anche quello che avveniva alle persone cieche che sperimentavano la pre-morte, scoprendo che sia i ciechi dalla nascita che le persone diventate cieche in un periodo successivo percepivano perfettamente la realà esterna durante le esperienze di pre-morte.
Sappiamo benissimo come a categoria degli psichiatri sia generalmente legata allo scientismo ed alla sua visione materialistica della realtà, eppure la Kubler-Ross non ha remore ad ammettere che:
"Abbiamo interrogato molte persone cieche che ci raccontarono la loro esperienza di pre-morte. Non solo seppero dirci chi era entrato per primo nella stanza, chi si diede da fare per la rianimazione, ma ci descrissero in dettaglio il vestiario dei presenti".
Dal libro La morte e la vita dopo la morte di Elisabeth Kubler-Ross, Ed. Mediterranee, 1991.
Simili testimonianze tolgono ogni validità alle interpretazioni puramente materialistiche del fenomeno delle NDE in quanto siamo costretti ad accettare quanto meno che l'avvicinarsi della morte (così come l'ingestione di alcune sostanze psico-attive) fa sì che la mente umana acceda a delle sue potenzialità extrasensoriali. Ma se siamo così costretti a dare credito alla reale esistenza delle capacità extrasensoriali dovremmo anche pensare che le visioni di quell'aldilà ove le anime si sentono colme di benessere e ritrovano i loro cari estinti.
L'unica scappatoia praticabile consisterebbe nell'ipotizzare che la sofferenza cerebrale in prossimità della morte, così come l'ingestione di alcune droghe, alteri la chimica del nostro cervello in maniera tale da rendere possibili delle reali esperienze paranormali ma generando anche alcune allucinazioni assolutamente irreali.
Piuttosto che praticare simili percorsi tortuosi arrampicandoci sugli specchi, ritengo sia molto più semplice e realistico ammettere che esiste un qualcosa (che lo si chiami anima, coscienza disincarnata, corpo astrale o spirito) che non é fisico (nella comune accezione di tale parola) e che pur essendo associato al nostro corpo se ne può anche distaccare non solo in occasione della morte, ma anche in seguito all'ingestione di alcune sostanze, nonché durante le esperienze di pre-morte ed altre esperienze extra-corporee (dette spesso OBE, ovvero Out of Body Experience, Esperienze Fuori dal Corpo).
Una via per intraprendere tali esperienze di viaggio fuori dal corpo sono anche i sogni lucidi, che spesso permettono di sperimentare delle esperienze extra-corporee, come spiega anche T.W. Rinpoche nel suo libro Lo yoga tibetano del sogno e del sonno, ma c'è anche chi propone degli esercizi e delle pratiche ben precise per sperimentare i viaggi fuori dal corpo o viaggi astrali.
Carlos Castaneda nei suoi libri racconta di come lo sciamano Don Juan lo abbia iniziato a sperimentare visioni ed esperienze extra-corporee dapprima tramite la somministrazione di droghe e poi tramite l'addestramento nella cosiddetta "arte del sognare" (il collegamento coi sogni lucidi è ovviamente immediato), ma molto più interessante reputo al proposito il libro Sciamani di Graham Hancock, alla cui disanima saranno dedicati alcuni prossimi articoli.
Tratto da: scienzamarcia.blogspot.com
Continua in: Premorte - 2 + Premorte - 3
http://www.mednat.org/misteri/premorte.htm
http://www.macrolibrarsi.it/_vita_morte_.php?pn=165
http://www.macrolibrarsi.it/_karma_reincarnazione_.php?pn=165
http://www.menphis75.com/aldilà.htm
http://www.menphis75.com/aldilà2.htm
http://www.menphis75.com/metafonia.htm
"A colui il quale non avrà saputo che amare corpi, forme, apparenze, la morte toglierà tutto. Chi ama le anime, le ritroverà".
> (V. Hugo)
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