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Il Sole in attività (fonte: SDO/NASA)
Si sgonfia l’allarme tempesta solare provocato da un potente brillamento del Sole verificatosi pochi giorni fa. La temuta eruzione solare della macchia indicata con il numero 1263, terza in ordine di grandezza dall’inizio del nuovo ciclo solare, non ha infatti investito il nostro pianeta se non marginalmente, causando solamente lievi danni alle comunicazioni . “In ogni caso il fenomeno non avrebbe causato grandi problemi”, ha spiegato Mauro Messerotti, Metereologo dello spazio dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Il Sole attraversa ciclicamente periodi di maggiore o minore attività che si esprime con la presenza sulla sua superficie di macchie solari oppure brillamenti o espulsioni di materiale. “Il problema”, ha proseguito Messerotti, ”è che in realtà non abbiamo validi modelli in grado di prevedere queste attività, e i tentativi fatti finora si sono mostrati puntualmente imprecisi”.
Dopo aver attraversato un lungo periodo di scarsa attività, la nostra stella sta gradualmente tornando alla ‘normalità’ e, secondo i modelli finora considerati attendibili, dovrebbe aumentare costantemente. Brillamenti o esplosioni particolarmente violente possono generare tempeste magnetiche in grado di creare grandi difficoltà agli strumenti di comunicazione terrestri, in particolare quelli satellitari. “Invocare però scene apocalittiche”, ha concluso Messerotti, “non aiuta certo a comprendere il fenomeno.”
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