L’indagine conoscitiva sulla copertura
vaccinale in età pediatrica e sull’ospedalizzazione dei bambini affetti
da malattie infettive è stata deliberata dalla Commissione parlamentare per l’infanzia il 16 settembre 2003 su
iniziativa del gruppo di lavoro salute per l’infanzia, con una duplice
finalità: 1) acquisire dati ed approfondire la materia delle
vaccinazioni obbligatorie e di quelle facoltative, nonché della
conoscenza e della diffusione di queste ultime; 2) porre l’attenzione
sulla questione della umanizzazione del ricovero dei bambini, i quali
dovrebbero sempre poter essere ospitati in strutture pediatriche con
personale specializzato, e sulla realizzazione di una edilizia sanitaria
più funzionale.
Dal documento [leggi vaccinazioni a cottimo] emergono particolari interessanti in merito agli incentivi economici garantiti a tutti i livelli: Pediatra, medico vaccinatore, personale sanitario, Dirigente ASL finanche a risultare strumento di valutazione per l’operato [leggi "opportunità di carriera"] di quest’ultimo.
Tutto ciò a discapito della salute dei bambini… e un’ulteriore conferma alla regola arriva da un articolo apparso oggi sul Corriere di Rimini e San Marino: Premi ai pediatri che fanno vaccinare.
Troppi genitori decidono di non vaccinare i propri bambini e la AUSL prende provvedimenti: “penalità per i pediatri con pochi pazienti vaccinati, premi fino a 3 mila €uro per i più virtuosi“…
e chissenefrega se si corre il rischio di rovinare per sempre la salute
di un bambino fin dalla nascita [mi viene da aggiungere].
L’aspetto rientra nell’accordo aziendale
tra i medici pediatri e l’azienda sanitaria, e affronta il problema
spinoso della Provincia di Rimini dove è assai bassa la percentuale di
bambini che non sono stati sottoposti [attenzione!] alle profilassi facoltative. Se tali profilassi sono facoltative, perchè vogliono tramutarle in obbligatorie????
Non alta [e di molto inferiore alla media
italiana] viene definita la percentuale di bambini sottoposti a
vaccinazioni obbligatorie. Peccato però che tale affermazione è smentita
ben due volte:
- dal portale salute ER dell’Emilia Romagna in data 12 gennaio 2011 dove si scrive testualmente che “l’Emilia-Romagna
si conferma tra le regioni con le più alte adesioni alle vaccinazioni
nell’infanzia e tassi di copertura superiori alla media nazionale: oltre
il 95% per le malattie tradizionalmente inserite nel calendario
vaccinale. Questo emerge nell’ultimo rapporto curato dal Servizio sanità
pubblica della Regione, che contiene i dati relativi al 2009“. Per maggiori informazioni leggi il documento Coperture vaccinali nell’infanzia – anno 2009.
- Dal sito Epicentro dell’ISS,
in data 12 gennaio 2012, si legge che su un totale di 1.702.240 dosi di
vaccino somministrate nel 2010 nella Regione Emilia-Romagna, 629.497
sono state utilizzate per i bambini, un valore che segna una leggera
flessione rispetto al 2009 [632.929]. È quanto emerge dal rapporto,
pubblicato a dicembre 2011 dal Servizio sanità pubblica – Direzione
generale sanità e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna. Dai
dati disponibili nel documento emerge che le coperture delle
vaccinazioni eseguite nei primi due anni di vita, compresa la
vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia a 24 mesi [ecco il vero obbiettivo, ndr],
pur restando tra le più elevate in Italia, mostrano un leggero calo. Al
contrario, i tassi di copertura delle seconde dosi di MPR, rilevate tra
i 6 e i 7 anni, hanno registrato un consistente aumento, passando
dall’89,1% del 2007 al 90,5% nel 2010. Rimangono invece stabili le
vaccinazioni eseguite nell’età adolescenziale, e si assiste ad un
aumento delle coperture della vaccinazione antimeningococco C, mentre
resta stazionario il livello raggiunto con la vaccinazione contro
l’Hpv. Per maggiori informazioni leggi il documento Coperture vaccinali nell’infanzia – anno 2010”.
Perchè dunque questa necessità di punire i pediatri? … Quattro sono i motivi principali:
- la presenza della Federazione del COMILVA sul territorio, molto attivo in città e ancor più indigesto dopo il fragoroso fulmine a ciel sereno che ha rappresentato la recente sentenza di Rimini che ricollega l’autismo alle vaccinazioni [anche se non è stata e non rimarrà l'unica in Italia] a tal punto che ha varcato i confini nazionali;
- la casta italiana dei vaccini è visibilmente in preda ad un’ansia sempre più scomposta;
- la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per i danni derivanti dai vaccini anche quando non obbligatori, ma raccomandati;
- le medicine alternative che, secondo il
Primario AUSL intervistato, negano la bontà della profilassi vaccinale
non possono mai mancare nella perfetta insalata di promozione vaccinale.
Probabilmente questi promotori vaccinali proseguono a ignorare “con dolo”
le reazioni avverse [molto ben documentate in letteratura!] causate da
un atto medico non esente da rischi quale è la vaccinazione, come
evidenziato anche dai report degli Stati Uniti [VAERS] e di altrettanti stati Europei, mentre sono bellamente sottostimati per malcostume, malafede e carnet premio da 5 mila €uro annui qui in Italia: un ottimo esempio, che non fa una piega, di promozione della salute!
Anzichè richiedere ”una strenua presa di posizione nei confronti di coloro che sconsigliano pubblicamente il vaccino” cavalcando battaglie ideologiche che non fanno altro che inasprire gli animi di “genitori responsabili”
che vivono quotidianamente sulla pelle dei propri figli il danno
indelebile causato dalle vaccinazioni, ritengo che sarebbe opportuno
riscoprire la pratica di etica deontologica e professionale che è andata smarrita nelle mazzette di banconote.
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