Non aspettatevi un'eclissi di sole totale: anche nelle zone di massima copertura, il nostro astro verrà coperto al massimo per l'80%. Le eclissi parziali non sono generalmente molto utili dal punto di vista scientifico, ma rimangono comunque un fenomeno spettacolare e facilmente osservabile da chiunque, a patto che ci si protegga adeguatamente dalla luce solare.
"Le eclissi parziali sono divertenti" dice Jay Pasachoff, astronomo del Williams College e presidente della International Astronomical Union’s Working Group on Eclipses. "E sono più rilassanti per gli scienziati come me rispetto alle eclissi totali, dato che la pressione sui gruppi scientifici è bassa e non si deve fare tutto di fretta. Vedere un'eclissi parziale può essere d'ispirazione agli studenti per studiare sodo e comprendere l'universo".
Per Pasachoff, che ha fatto delle eclissi una vera e propria specializzazione, è la 52° eclissi di sole. Come detto in precedenza, l'utilità scientifica delle eclissi parziali non è importante quanto per quelle totali, ma è un'occasione ghiotta per radiotelescopi e telescopi a raggi-X di studiare la struttura delle tempesta solari, per lo meno nella parte non coperta della nostra stella.
L'eclisse del 4 gennaio 2011 durerà, in Europa, circa 80 minuti. La Luna coprirà gradualmente il sole lungo un periodo di circa 3 ore. Nel suo momento di massima copertura, l'eclissi sarà all'altezza dell'orizzonte in Gran Bretagna, e coprirà circa il 75% del diametro solare. A Parigi e Berlino, il sole sarà coperto all'80% all'alba, e man mano che ci si sposta verso Est, la percentuale di diametro solare coperta si fa sempre più ridotta: 67% ad Atene, e 55% in Israele e Egitto.
Non bisogna MAI sottovalutare la luce solare, anche durante le eclissi. Non è mai abbastanza sottolineato il fatto che guardare il sole direttamente provoca gravi danni alla vsta, ed è sempre consigliato (sarebbe meglio dire "richiesto") l'utilizzo di filtri solari per telescopi, spessi occhiali scuri per l'osservazione diretta, o metodi di osservazione indiretta come la proiezione del disco solare su un cartoncino.
Curiosità: si dice "eclisse" o "eclissi"? E' un dubbio che è sorto mentre scrivevo questo post. La risposta l'ho avuta dal dizionario di Corriere.it:
La parola è di origine greca, ékleipsis, propriamente “abbandono”, “mancanza”, da ekléipo, “lascio”, “abbandono” (con allusione alla scomparsa del disco solare o lunare). Dal greco si originò il latino eclìpsis, e di qui una forma italiana regolare in -e, eclisse (come nave da navis e fine da finis). Ma qualcuno pensò bene d’introdurre una forma dotta rispettosa della finale i del latino, eclissi. Questa forma dotta è diventata comunissima. Oggi tutte e due le forme, eclisse ed eclissi, hanno regolare cittadinanza nella nostra lingua, anche se eclissi prevale.
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