Sciame sismico nel Forlivese
Gli abitanti: "Abbiamo i nervi logorati"
Il fenomeno si ripete dalla fine di maggio: decine di terremoti al giorno. Anche oggi un episodio, di magnitudo 2.7, che ha per epicentro S.Pietro in Bagno, Verghereto e Santa Sofia. Le istituzioni incontrano i cittadini per fare chiarezza. Il sindaco di Bagno di Romagna: "I primi giorni i cittadini dormivano in auto. Non aiutano a calmare gli animi le voci incontrollate di qualche sismologo"
di MICOL LAVINIA LUNDARILa zona interessata dallo sciame sismico (da Google maps)
E' dalla fine di maggio, da due settimane dunque, che gli abitanti della provincia di Forlì devono fare i conti con una serie quasi infinita di scosse sismiche: anche più di cento al giorno. La magnitudo resta spesso sotto i 3 gradi, dunque sono appena avvertite, spesso non provocano danni, ma davvero non si contano più: nei settanta chilometri quadrati compresi fra i comuni di Bagno di Romagna, Santa Sofia, Sarsina e Verghereto si sono registrati a tutto ieri - come spiega l'Istituto nazionale di geofisica e sismologia - qualcosa come 583 terremoti nei primi 12 km di crosta terrestre.
L'ultima scossa registrata è quella di questa mattina alle 10.02, magnitudo 2.7: epicentro la zona di S.Pietro in Bagno, Verghereto e Santa Sofia, per la Protezione civile anche in questo caso nessun danno, nessun ferito. L'evento più grave è quello del 24 maggio, con una magnitudo sulla scala Richter pari a 3.7. Tredici i fenomeni più intensi, mentre moltissimi, oltre cinquecento, si sono fermati sotto il livello di magnitudo 2.
La popolazione è davvero stanca. "Abbiamo i nervi logorati", spiega Lorenzo Spignoli, sindaco di Bagno di Romagna (6mila abitanti ma un territorio molto vasto). La prima settimana, quando i fenomeni erano più intensi sia per entità sia per quantità, "molti cittadini passavano la notte in auto. Avevamo anche aperto alla cittadinanza la costruzione più antisismica che abbiamo sul nostro territorio, l'asilo nido, ma nessuno ha voluto fermarsi a dormire. Hanno preferito la propria macchina". Il primo cittadino spiega anche che "dove non arriva il coraggio arriva la stanchezza", e dunque si torna a dormire nelle case, ma tutte le forze in divisa, dalla polizia municipale ai carabinieri, dai vigili del fuoco alla stradale, sono impegnati in attività di informazione alla cittadinanza e di sopralluogo, per assicurare assistenza a tutti, specie a persone anziane e ai disabili. Due gli edifici che hanno subito danni tali da imporre l'ordinanza di inagibilità: uno è quello che ospita la Comunità montana, un edificio del Settecento.
Fino a oggi sono state due le giornate davvero critiche: quella del 25 maggio, dove si sono contati ben 115 terremoti, e quella del 4 giugno, dove addirittura i sismografi ne hanno registrati 170. Gli enti locali corrono ai ripari e questo pomeriggio a Bagno di Romagna ci sarà un incontro con i cittadini, cui partecipano la Protezione civile e tecnici della Commissione grandi rischi. L'incontro servirà anche per tranquillizzare la popolazione e allontanare alcune voci allarmistiche incontrollate: "Un sismologo ha detto che venerdì prossimo ci sarà la grande scossa, un altro ha parlato di situazione gravissima...Così non aiutano, creano solo panico", lamenta Spignoli.
I terremoti che si stanno verificando in questo periodo hanno una magnitudo contenuta, ma nella storia della zona del Montefeltro, come riporta l'Istituto nazionale di geofisica e sismologia, vi sono stati tre eventi particolarmente gravi. Uno risale a quasi cinquecento anni fa: si verificò il 10 settembre 1584, "e produsse danni seri a Bagno di Romagna e Santa Sofia e ad alcune località minori dell’area (incluso San Piero in Bagno, ove i danni furono gravissimi". A Santa Sofia scosse potenti nel 1768 e nel 1918, "l’ultimo dei quali ha prodotto danni significativi anche a Bagno di Romagna".
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