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La fisica che ai profani appare sempre più vicina alla fantasia piuttosto che alla scienza, continua a fare sorprendenti passi avanti nelle scoperte e nella comprensione dell’universo a noi circostante, ponendo lo sguardo su quelle misteriose “particelle elementari” nelle quali sono custoditi segreti ancora impossibili da spiegare del tutto. E se qualche mese fa era giunto dal Cern di Ginevra l’annuncio della avvenuta cattura di atomi di antimateria per ben 1000 secondi, tanto agognata dal mondo scientifico, le nuove notizie in merito, questa volta, provengono direttamente dal cielo.
Mentre in quel caso, infatti, si aveva a che fare con studi condotti nel più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, sede della organizzazione europea per la fisica nucleare, di pochi giorni fa sarebbe la scoperta di particelle di antimateria che formerebbero addirittura una fascia attorno al nostro pianeta. Ciò che era già stato ipotizzato dai fisici teorici ha trovato conferma grazie alle osservazioni del satellite russo Pamela che, in orbita dal 2006, ha proprio il compito specifico di ricercare queste particelle che hanno come caratteristica quella di avere carica elettrica opposta a quelle normali; come del resto è facile intuire dal suo nome, acronimo di Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics.
Attorno al nostro pianeta il campo magnetico trattiene particelle elettricamente cariche: si tratta delle due fasce di Van Allen che circondano la Terra, conosciute e studiate a partire dalla fine degli anni ’50. La fascia più esterna consiste principalmente di elettroni, la più interna è composta per lo più da protoni: questo è dovuto alla maggiore velocità degli elettroni che, dunque, si stabiliscono su un’orbita più alta. Esse proteggono la vita sul nostro pianeta intrappolando grazie al campo magnetico radiazioni e particelle provenienti dal sole. Ora a queste due deve essere aggiunta anche una terza fascia, quella dell’atimateria: una concentrazione di antiprotoni, migliaia di volte superiore a quella che si era ipotizzata, è stata infatti localizzata soprattutto in una zona nota come Anomalia del Sud Atlantico.
Frutto del decadimento di raggi cosmici e dello scontro di questi con l’atmosfera terrestre che genera piogge di particelle di materia e di antimateria, questi antiprotoni sono concentrati in quella zona che è proprio quella in cui la parte inferiore delle fasce di van Allen, a causa dell’inclinazione del campo magnetico terrestre di 11° rispetto all’asse di rotazione, è più vicina alla superficie della Terra. In alta quota l’antimateria entra in contatto in misura minore con le particelle di materia e per questo motivo è più probabile trovarla ad alte latitudini: come è noto, infatti, la conseguenza dell’incontro di materia ed antimateria è l’annichilimento con produzione di energia. Ancora più vicina, dunque, la possibilità di conoscere cosa si cela dietro la misteriosa antimateria, teorizzata dai fisici da diversi decenni e, a poco a poco, sempre più vicina a noi.
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