Hanno ragione i premiati col Nobel della fisica del 2011?
di Ben Boux
Con questo scritto non voglio mettere in discussione né la buona volontà e la buona fede dei ricercatori, né tanto meno, l'operato degli incaricati alla assegnazione del premio Nobel della Royal Swedish Academy of Science.
Da Wikipedia:
Il premio Nobel (pronunciato con l'accento sull'ultima vocale: Nobèl) è un'onorificenza di valore mondiale, attribuita annualmente a persone che si sono distinte nei diversi campi dello scibile, «apportando considerevoli benefici all'umanità», per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l'opera letteraria, per l'impegno in favore della pace mondiale. Viene all'unanimità considerato come l'encomio massimo dell'epoca contemporanea. Il premio fu istituito in seguito alle ultime volontà di Alfred Nobel, (1833-1896) industriale svedese e inventore della dinamite, firmate al Club Svedese-Norvegese di Parigi il 27 novembre 1895. La prima assegnazione dei premi risale al 1901, quando furono consegnati il premio per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la medicina e per la fisica. I premi Nobel nelle specifiche discipline (fisica, chimica, medicina, letteratura, economia) sono comunemente ritenuti i più prestigiosi assegnabili in tali campi. Anche il premio Nobel per la pace conferisce grande prestigio; tuttavia, per l'opinabilità delle valutazioni politiche, la sua assegnazione è stata qualche volta accompagnata da accese polemiche.
Le persone incaricate di assegnare i premi fanno una scelta a partire dalle domande di assegnazione che arrivano loro da tutto il mondo. Nel campo scientifico, come possono capire la validità delle scoperte che vengono loro sottoposte? Ovviamente non essendo scienziati, altrimenti sarebbero loro gli autori delle scoperte, si devono basare sulle opinioni dei colleghi degli scienziati candidati. Pertanto una ricerca diventa attendibile e meritoria del premio in funzione della sua popolarità, perché nessuno è evidentemente in grado di verificarla. Solo altri ulteriori studi, in seguito, potranno chiarire se si trattava di un errore. Purtroppo una quantità consistente di premi non ha dato luogo poi a un qualche effettivo risultato. E senza fare una polemica sui controversi premi politici, come il premio per la pace assegnato a Barak Obama, chiaramente non in grado all'epoca di aver dimostrato un contributo fattivo alla pace, cosa che non ha fatto peraltro nemmeno in seguito. Il premio assegnato per la fisica nel 2011 ai tre studiosi Saul Perlmutter e Adam Riess e Brian Schmidt riguarda la scoperta che non solo le galassie si allontanano, ma, anche, il loro moto è accelerato.
Sono arrivati a questa conclusione eseguendo varie misurazioni su lontane galassie con moderni CCD ottici.
Ma la conclusione si basa su questi assunti:
A) Che la velocità della luce sia costante.
B) Che il tempo sia invariabile.
C) Che la nostra galassia sia al centro dell'universo.
Ed ora qualche riflessione.
Per prima cosa mi sembra doveroso escludere che la nostra galassia sia al centro dell'universo. Come gli antichi ritenevano che la terra fosse al centro dell'universo, oggi molti nostri scienziati hanno ancora questa opinione, naturalmente non più per la terra, ma, essendo più progrediti, per la nostra galassia.
Esiste una ragione per questa convinzione, a parte la ovvia tendenza dell'uomo a considerarsi al centro dell'universo? No, è soltanto una deduzione ricavata per giustificare in qualche modo le contraddizioni che metto qui sotto in evidenza e che loro di certo conoscono. La teoria oggi più accreditata sulla origine dell'universo è quella della esplosione di tutta la materia da un singolo punto. Pertanto l'universo sarebbe in espansione, da quel punto si sarebbero originate le galassie, i pianeti, ecc. Questa teoria convince probabilmente perché si è notato che alcune galassie molto piccole a vedersi, quindi lontane, manifestano uno spostamento verso il rosso del colore della luce. Per questo fatto, assumendo la velocità della luce come una costante, se un oggetto luminoso si allontana l'osservatore vedrà che la frequenza di oscillazione si abbassa, al contrario se l'oggetto si avvicina, si alza. Un'onda si comporta in questo modo. Lo possiamo accertare con il suono, si può verificare facilmente con la storia del fischio del treno.
Questa considerazione porta subito a constatare che quindi la luce è un'onda, una radiazione elettromagnetica. E questo apre la necessità di chiarire su che mezzo si propaghi questa onda. Ma passiamo oltre. Vengono in mente delle considerazioni.
A) Secondo questo modello la nostra galassia si muove verso qualche direzione, non si può conoscere la velocità assoluta perché non esiste un riferimento. Tuttavia ogni cosa, in questa galassia, avrebbe un vettore di direzione. Ora, se si genera un raggio luminoso ci sarà una direzione in cui va lungo questo vettore o in un senso o nell'altro.
Per il comportamento proprio delle onde, osservando questi raggi li vedremmo, per forza, cambiare colore.
Cioè il colore varierà a seconda dell'angolo di emissione. Vero però che se l'osservatore ha la stessa velocità non potrà accorgersi del fenomeno. Vediamo però il caso del treno. Se si è alla fine, nell'ultimo vagone, si sentirà il fischio più acuto di quanto si sente vicino al fischietto, perché ci si sta avvicinando alla fonte. Per cui anche viaggiando alla stessa velocità della sorgente dell'onda, la frequenza di questa dipenderà dalla distanza a cui la riceviamo. Perciò anche la luce generata sulla terra dovrebbe avere un ritocco nel colore se ricevuta ad una certa distanza, in dipendenza dell'angolo cui è stata generata rispetto al vettore del presunto movimento della galassia. Tanto più la velocità della galassia è alta, tanto più lo scostamento diventerebbe pronunciato. In concreto osservando i colori delle stelle che compongono la nostra galassia dovremmo vedere un colore diverso per ogni angolo. Cioè le righe che rappresentano gli elementi dovrebbero spostarsi sia in discesa che in salita. Non sembra che si sia mai sentito di tali anomalie, forse i gradienti sono troppo piccoli, forse nessuno ha mai fatto queste verifiche. Queste discrepanze varrebbero anche per lo onde radio, e non mi pare che nessuno si sia mai accorto di un comportamento del genere.
Sarebbe interessante fare degli approfondimenti.
B) Sempre secondo il modello del "big bang", le galassie si dovrebbero disporre lungo la superficie esterna di una sfera, in espansione, nascendo tutte da un punto. Non si vede per quale ragione in alcune zone dello spazio ci si debba muovere più veloci che in altre.
Ma non risulta che sia così, cioè le galassie non sono disposte in questo modo. Basta osservare la via lattea. Se l'espansione fosse di ogni galassia verso tutte le altre, come le molecole di un gas in espansione, allora perché noi si possa fare una valutazione corretta dovremmo essere al centro esatto dell'universo. ( Ed ecco che si ripresenta l'antica convinzione terracentrica). Solo così ogni punto si allontanerebbe da noi e da tutti gli altri. Diversamente ci sarebbero delle galassie che hanno la nostra stessa velocità, delle altre, poche, che si avvicinano. Non si sono trovate galassie che si avvicinano a noi. Perché questo non accada bisognerebbe che la velocità aumenti man mano che le galassie si allontanano dalla origine, come pare che abbiano scoperto ora. Ma cosa darebbe loro questa accelerazione? Quale immensa fonte di energia dovrebbe fornire questa accelerazione? Non pare che questa energia sia stata riscontrata. Ci sono esempi di collisioni tra galassie, quindi sono state in avvicinamento, ma tra loro, non con noi.
C) Si scoprono sempre nuove galassie più "lontane". Migliorando i telescopi, ne appaiono di nuove. E sempre più "lontane", quindi, secondo questo modello, più "vecchie". Ma l'origine dell'universo si stima ad una certa "data" e con le ultime scoperte si è quasi raggiunta.
Cosa accadrà quando si scopriranno altre galassie più lontane, quindi più "vecchie"? Si dovrà cambiare la "data" del "Big bang"?
Credo che si possa pensare al solo modo di giustificare queste considerazioni, cioè che la luce rallenti nel percorrere lo spazio. Se la velocità si abbassa si ottiene lo stesso effetto dell'abbassamento della frequenza dovuto alla somma dei vettori di spostamento dell'onda dall'origine alla destinazione. Perché il tempo tra i ventri dell'onda che viene trasportata dal vettore si distanziano. Ecco, appunto. Se la velocità della luce cambia , allora tutto viene spiegato più facilmente. E' stato dimostrato e misurato che il tempo si contrae quando un corpo ha un moto. In modo significativo quando questo moto è grande. Moto da o verso cosa? Questo la scienza ufficiale non lo dice. Non è in grado di stabilire un riferimento assoluto. Che tuttavia esiste ed è lo spazio, apparentemente vuoto, ma invece fatto di una manifestazione energetica in quiete, cioè fermo, che non si muove e non perché la nostra galassia sia al centro dell'universo, ma perché è tutto l'universo ad essere fermo.
Se abbiamo la prova che nemmeno il tempo è un assoluto, allora cosa ci impedisce di motivare la presunta accelerazione del moto delle galassie esterne semplicemente con una contrazione del tempo nella nostra galassia? O solo nel nostro sistema solare, o anche solo per la Terra? Ecco cosa trascurano di valutare questi scienziati, fino a ieri un concetto di questo genere era quasi una eresia, ma oggi? Non vale la pena forse di considerare quelle informazioni esoteriche che ci dicono proprio che il tempo sulla terra sta accelerando? Quale migliore prova c'è di questi studi a sostegno di questa tesi?
Ben Boux
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