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Secondo un articolo pubblicato oggi dal Washington Post ("IAEA says foreign expertise has brought Iran to threshold of nuclear capability") a firma Joby Warrick, che cita fonti diplomatiche, «L'International atomic energy agency (Iaea) dispone di informazioni che stabiliscono un coinvolgimento di specialisti stranieri nel programma nucleare iraniano».
Il prestigioso quotidiano statunitense, alla vigilia della pubblicazione del rapporto Iaea sul nucleare iraniano, fa riferimento esplicito a rapporti ed informazioni che i servizi di intelligence di diversi Paesi fornirebbero da anni all'Agenzia nucleare dell'Onu (che per la verità dovrebbe raccogliere da sola dati ed informazioni indipendenti) e dalle quali, come riporta oggi l'agenzia russa Ria Novosti, emergerebbe che «Documenti e altre registrazioni forniscono nuovi dettagli sul ruolo svolto da un ex scienziato sovietico esperto di armi che avrebbe istruito gli iraniani per diversi anni sulla costruzione di detonatori ad alta precisione del tipo usato per innescare una reazione nucleare a catena». Secondo gli esperti occidentali «Anche esperti collegati al Pakistan ed alla Corea del Nord avrebbero contribuito a spingere l'Iran fino alle soglie della capacità nucleare».
Secondo il Washington Post il programme iraniano di realizzare la bomba atomica sarebbe andato avanti per anni e, dopo una pausa, sarebbe ripreso nel 2003 in maniera più prudente e servirebbe a testare un ordigno in grado di essere montato su missili a lungo raggio.
Secondo David Albright, un ex weapons inspector dell'Onu che avrebbe avuto accesso ai file dell'intelligence in possesso dell'Iaea, ed attualmente presidente dell'Institute for science and international security, con sede a Washington, che fornirebbe analisi indipendenti dei programmi nucleari intorno al mondo, «Il programma non si è mai veramente interrotto. Dopo il 2003 è stato reso disponibile del denaro per la ricerca in aree che sembrano sicuramente quelle delle armi nucleari, ma che sono state nascoste all'interno delle istituzioni civili»
E' da settembre che il nuovo direttore dell'Iaea, il giapponese Yukiya Amano, dice che l'Agenzia avrebbe pubblicato a novembre un nuovo rapporto sul dossier nucleare iraniano che ribalterebbe le precedenti relazioni prudentemente dubbiose dell'epoca del suo predecessore, il premio Nobel per la Pace El Baradei. Usa, Gran Bretagna e Francia insistono con l'Iaea perché questa presunta "pistola fumante" atomica dell'Iran venga resa pubblica al più presto, mentre Russia e Cina hanno più volte messo in guardia l'Iaea su una «Precipitazione inutile» e chiedono di «Agire con prudenza». La cosa singolare è che questi 5 Paesi costituiscono lo storico club delle armi nucleari e anche i Paesi che hanno il diritto di veto all'Onu.
Secondo la rete satellitare iraniana Press TV, l'ayatollah Seyyed Ahmad Khatami, nel suo sermone a Teheran, in occasione della preghiera per la Al-Adha., la festa islamica del Sacrificio, ha chiesto ad Amano di «Non divenire uno strumento senza volontà nelle mani degli Stati Uniti. L'Iaea perderà la poca credibilità che le è rimasta se pubblicherà menzogne presentandole come documenti. Gli Usa, creando un clima negativo e rivolgendo infondate accuse contro Teheran e abusando delle organizzazioni internazionali come l'Iaea, stanno cercando di incrementare la pressione sull'Iran. L'Iran darà una risposta schiacciante a qualsiasi complotto contro il Paese».
Intanto Il consigliere di Hillary Clinton per gli affari politico-militari Andrew Shapiro, intervenendo al think-thank filo-israeliano Washington Institute for Near East Policy, ha detto che gli Usa e Israele faranno presto «Le più grandi e significative esercitazioni militari congiunte mai tenutesi prima d'ora». Secondo Press TV, «Shapiro ha spiegato che 5 mila militari americani e israeliani prenderanno parte alle manovre, senza però specificare il luogo e la data precisa di tali esercitazioni. Non ha fatto cenni particolari ma diversi analisti, tra cui il quotidiano Haaretz ritengono che le esercitazioni debbano essere considerate le prove generali dell'aggressione all'Iran»
A Shapiro ha risposto oggi indirettamente il vice presidente iraniano per gli affari parlamentari, Mohammad Reza Mir-Tajeddini: «I poteri egemonici sono più deboli che mai, aggiungendo: "l'era dell'arroganza è finita. Le rivoluzioni nei Paesi arabi si estenderanno ad altri Paesi e questo significa che l'era del dominio delle potenze arroganti è finita. I poteri egemonici, specialmente gli Stati Uniti, sono in una posizione di debolezza. Il nuovo secolo è il secolo del risveglio islamico ed il secolo del potere dei paesi musulmani». Press TV sottolinea che il vice presidente iraniano «Ha invitato i musulmani di tutto il mondo a rafforzare la loro unità ed evitare ogni sorta di conflitto religioso ed etnico, con l'obiettivo di salvaguardare le conquiste ed i risultati ottenuti dal risveglio islamico nella regione e per formare una coalizione islamica a livello internazionale. Mir Tajeddini ha messo in guardia spiegando che le potenze egemoniche ricorreranno a tutti i mezzi possibili per riottenere il potere di una volta nella regione».
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